2.5 Pan-indianismo, Powwow e Revival
2.5.1 Powwow: produzione culturale o dovere sociale
Per configurarsi come revival il pan-indianismo necessita un’applicazione, una produzione culturale tutta nativa americana. Tale prodotto è rappresentato dal powwow. Il powwow, soprattutto in senso panindiano, altro non è che una riunione intertribale in cui la partecipazione attiva è richiesta alle famiglie native, mentre persone “non native” possono assistere soltanto come spettatori. Ad un primo sguardo, dunque, sembrerebbe una pratica piuttosto semplice da analizzare, tuttavia, il fatto che quattro autori, fra quelli consultati, ne diano descrizioni o pareri tutti differenti, fa capire che non è possibile una classificazione fissa. Partendo sempre da De Shane (1991: 381), la parola powwow sembra avere origine algoncina, con il significato di “riattizzare, riaccendere”, quindi una pratica che dovrebbe rafforzare legami familiari e promuovere valori tradizionali come l’appartenenza e il patrimonio. Whigtman (2012: 58), d’altro canto, conferma la provenienza algoncina, ma aggiunge che era in realtà un termine utilizzato dagli occidentali per indicare uno sciamano durante le riunioni tribali dei nativi americani. La stessa autrice aggiunge che attualmente i powwow sono prevalentemente eventi con scopi sociali, e solo in minor parte cerimoniali. Precedentemente, Powers (1968: 354) affermava che il powwow fosse semplicemente il
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nucleo di celebrazioni panindiane di tipo secolare. Infine, Toelken si avvicina a Whigtman, confermando che powwow veniva usato dagli occidentali per definire incontri di nativi americani dove si verificassero delle pratiche di guarigione – lo sciamano citato poc’anzi – e che è poi passato a definire riunioni intertribali in generale. Da qui, i nativi avrebbero fatto nuovamente proprio il termine in quest’accezione, riutilizzandolo per indicare tutti i raduni in cui fossero centrali la danza e il canto.
Dance for American Indians evokes experiential engagement, integration, and reintegration. In the fullest sense of the term, dance embodies or enact cultural attitudes which cannot readily be articulated today in other ways34.
Così Toelken chiarisce come i nativi americani vedono e vivono la danza, e fornisce quindi dettagli ulteriori sulle motivazioni che li spingono a partecipare alla produzione di identità pan-indiana. La danza è partecipazione, esperienza e, dunque, performance. In quest’ottica, il powwow è un’arena culturale in cui i nativi possono coltivare i rapporti sociali e – in termini durkheimiani – rimpolpare anche alleanze e senso del gruppo, ma è anche il luogo dove è possibile risolvere i conflitti. Attraverso il powwow, e la competitività che ad esso è associata tramite le gare di abilità nella danza e nel canto, i nativi possono produrre e riprodurre relazionalità, negoziando quindi un’identità comune. Il powwow, in breve, non è appiattimento, ma «selective, intensified ethnic tenacity» (Toelken: 107).
Andando più nel dettaglio, come si presenta un powwow? De Shane cita un suo interlocutore, che ben descrive lo spirito generale: «It’s just like one big powwow family. We’re happy to see each
other» (De Shane, 1991: 381). Il powwow è un evento che si svolge in un lasso di tempo che
va da una notte a quattro giorni, la cui attività principale è la danza, ma che offre anche la possibilità di mangiare cibo nativo – o panindiano – comprare prodotti di artigianato e materiale per la produzione degli outfit, chiamati regalia, ritrovare parenti e amici. Secondo De Shane, appunto, il powwow sarebbe un’occasione per ritornare momentaneamente ad un passato semi-nomade in cui vi era la condivisione di spazi, cibo e relazioni. I powwow possono essere piccoli eventi in uno spazio piuttosto limitato, all’interno di una riserva, oppure eventi molto grandi con una risonanza più ampia che riunisce varie tribù, specialmente in contesti urbani. In entrambi i casi, i powwow sono eventi auto-finanziati, dunque la partecipazione di più tribù significa anche un maggior budget per l’organizzazione e per il montepremi delle competizioni (De Shane: 382). Come accennato, all’interno del
34 Toelken, B (2003), “Kinetic Patterns of Performance: Dance”, in Anguish of the Snail. Native American
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circuito dei powwow si crea anche una certa competitività, socialmente accettata fintanto che rimane una sana attitudine che porta al miglioramento, soprattutto per quanto riguarda le gare nei vari stili di danza. Questa competitività si palesa nel momento in cui si deve indossare l’abito tradizionale, chiamato regalia, solitamente realizzato a mano da chi compete o da qualche artigiano specializzato, e che diventa la firma del danzatore in quanto ciascun abito è un pezzo unico e originale. Per questo motivo, dice Wightman (2012: 73), la partecipazione regolare ai powwow non è sempre possibile, soprattutto per quelle comunità povere che non possono permettersi la realizzazione di abiti, o la distribuzione di doni. Anche i giveaway, infatti, sono una caratteristica fondamentale dei powwow, una sorta di nuova modalità di “potlatch”, in cui solitamente una famiglia distribuisce doni ai danzatori ed ai partecipanti per una motivazione specifica, che può essere la commemorazione di un caduto, un parente deceduto quell’anno, o un danzatore particolarmente rinomato. Tutti i contributi presi in esame, in effetti, sembrano citare la commemorazione dei caduti e dei veterani di guerra, accennando alla politicizzazione del powwow come input iniziale per la creazione di questo tipo di eventi, senza però mai approfondire la questione. Da un lato, dunque, ci sarebbe la motivazione sociale e politica dei powwow che, però, come si è visto nascono da raduni tribali con scopi più spirituali. Alcuni autori affermano infatti che, originariamente, i “gathering
of nations” erano eventi molto più circoscritti, solitamente limitati ad una sola tribù, per
danzare e cantare con scopi spirituali e religiosi, una sorta di rituale di guarigione comunitaria (Howard, 1983: 76; Scales, 2007: 5). L’autore, infatti, oppone radicalmente tradizione- tribalismo con modernità-intertribalismo per accentuare questa differenza sostanziale tra il “gathering” ed il powwow. Un’altra differenza fondamentale sarebbe la competitività, rispetto alla spiritualità dei powwow tradizionali.