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Perché i casi studio

SMARTNESS APPLICATA ALLA CITTÀ – CASI STUDIO

4.1 Perché i casi studio

L’urbanistica attuativa è un tema che suscita un rinnovato interesse all’interno del corpus complessivo della pianificazione urbana. Studi teorici si accompagnano a sperimentazioni avanzate che, nell’ambito della legislazione corrente, applicano nuovi principi a specifici casi. Per questo motivo è opportuno delineare un quadro, anche se parziale, di tali operazioni fornendo, in questo modo, una panoramica di quanto si sta sperimentando a livello internazionale e una traccia degli esiti in corso di sviluppo.

Ciò significa inserire l’approfondimento teorico sull’urbanistica attuativa in un campo di azione nel quale gli esempi si stanno moltiplicando, pur non avendo ancora raggiunto una massa critica tale da incidere sul peso delle città in termini di consumi ed inquinamento; significa, inoltre, cercare di delineare un processo in continua evoluzione che necessita di approfondimenti metodologici ed è aperto a sviluppi di grande rilievo.

A questo scopo sono indirizzati, quindi, gli approfondimenti che seguono, organizzati in relazione a due campi territoriali specifici, quello extra-europeo e quello europeo.

Nessuno dei casi che si andranno ad analizzare sembra essere un esempio integrale di innovazione nell’urbanistica attuativa, a testimonianza della presenza anche in questo campo di resistenze e difficoltà nella trasformazione di pratiche consolidate. In compenso, ognuno di questi casi studio ha in sé uno o più elementi di innovazione da evidenziare e da mettere a sistema in una struttura metodologica nuova, così come si cercherà di fare nel capitolo successivo.

Le città dell’antico impero romano erano i nodi di un complesso sistema di controllo del vasto territorio dello Stato. Esse erano i punti terminali di un sistema efficiente che aveva il suo centro a Roma e che per funzionare si serviva di una rete, ossia di assi stradali tenuti continuamente in attività su cui viaggiavano eserciti, persone, beni ed informazioni.

Oggi il termine rete assume significati molto più ampi. C’è la rete delle imprese, quella della finanza, quella della conoscenza. E c’è la nuova rete della comunicazione veloce che ha stravolto

i canoni tradizionali, al punto che lo sviluppo di questa «nuova infrastruttura rappresenta, come ha detto Bill Mitchell, l’equivalente di “mettere un sistema nervoso nella città”» (Frenchman, 2014, 21).

Le reti sono variabili, non definite, non stabili. Esse cambiano per forma, numero di terminali, potenza dei nodi, cambiano in relazione a fattori quali l’innovatività (si creano sempre nuove reti), l’interconnessione (le reti sono interrelate tra di loro in uno spirito di lavoro collaborativo) e la competizione (tra le reti si crea uno spirito concorrenziale finalizzato alla conquista di posizioni di eccellenza). Eccellere in un settore non è solo il modo per mettere in piedi una nuova rete o per inserirsi in una rete esistente, ma anche per creare benessere e ricchezza e spingere soggetti qualificati a vivere in una città piuttosto che in un’altra. In breve, l’innovazione è un modo per incrementare i vantaggi competitivi di una città.

In un mondo nel quale i fenomeni ad elevata entropia sono in aumento il termine “innovazione” si connota di nuovi e più complessi significati. Innovare significa sia adottare nuovi modi di fare cose che sono già state fatte in precedenza, che creare nuove cose inesistenti in precedenza. Come si legge nel Merriam Webster, l’innovazione è una nuova idea, un nuovo dispositivo o un nuovo metodo, ma è anche l’atto o il processo di introdurre novità significative in tali idee, dispositivi o metodi. Secondo Pedersen (1970, 204) è «ogni tecnica, organizzazione o idea che si diffonde» e che incrementa il contenuto di positività (significato implicito) insito in un sistema organizzato.

In questa prospettiva è interessante inserire tra le innovazioni anche nuovi modi di mettere a punto e gestire piani urbanistici. In questa ottica al termine innovazione possono essere associati almeno tre diversi significati all’interno dei sistemi urbani.

Il primo è connesso all’utilizzo di innovazioni tecnologiche. «Le trasformazioni tecnologiche ed economiche sono sempre avvenute nel contesto delle trasformazioni fisiche» (Frenchman, 2014, 21) indipendentemente dalla scala di riferimento (puntuale, locale, urbana). Le applicazioni tecnologiche danno luogo alle innovazioni nel senso che facilitano lo svolgimento delle funzioni urbane senza incidere, generalmente, sulla forma della città o sulla sua velocità di risposta ai cambiamenti, a meno che non ci si trovi di fronte ad una traduzione esplicita dell’innovazione in una forma fisica nuova.

Il secondo è l’innovazione dei temi e dei processi di pianificazione e programmazione. Essi sono in piena trasformazione in quanto non si occupano più di pianificare l’espansione della città quanto di ricostruirla dall’interno agendo su processi di sostituzione, di adeguamento, di densificazione e di complessificazione funzionale. In questa ottica anche i contenuti che entrano nel piano mutano e si aggiornano includendo elementi quali i rischi ambientali, il cambiamento climatico, gli aspetti sociali connessi alla struttura economica della società e alla struttura demografica della popolazione.

Il terzo è connesso alle azioni effettive che trasformano la città. Come detto, le azioni urbane sono sempre di più interventi sulla città esistente. In questo tipo di azioni, tecniche diverse si confrontano per definire al meglio nuove politiche urbane. Trasformare l’esistente significa definire nuovi progetti locali che incidono e modificano fattori consolidati come la mobilità, l’organizzazione dei servizi o la struttura sociale dello spazio locale, con l’obiettivo esplicito di costruirne di nuovi.

Mettere insieme il secondo e il terzo punto significa creare strumenti di pianificazione che mettono in relazione parti diverse dello spazio urbano per mezzo di azioni innovative che portano ad un miglioramento della risposta della città a fenomeni naturali estremi e ad un riposizionamento nelle classifiche di innovatività ambientale.

sistematizzarle ed indirizzarle verso risultati soddisfacenti e duraturi. È la pianificazione di lungo termine a poter indirizzare in modo stabile lo spostamento nella direzione della sostenibilità urbana e ad assicurare che la città si indirizzi su un percorso virtuoso.