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7.   LE STRUTTURE ALBERGHIERE TRA OSPITALITÀ E COMUNICAZIONE 7.1 L’evoluzione della struttura alberghiera

7.6 CASI STUDIO

7.6.1 Strata Hotel, Sesto (Bz)

Situato su una ripida collina nelle Dolomiti italiane, questo nuovo hotel è stato sviluppato come l'intreccio tra il flusso libero della topografia, tradotto in architettura con un insieme di fasce di legno, e la sequenza seriale di unità perpendicolare a esso.

Poiché la forma complessiva è stata sviluppata tenendo conto delle linee guida della topografia locale, della distribuzione lineare delle unità, delle viste e della direzione del sole, essa è una risultante dei negoziati costanti tra tutti questi parametri, nonché una risposta topologica alle tipologie pittoresche spesso costruite nella zona.

Applicando la logica della mappatura topografica, il volume è formato da una serie di strati che, come un'entità artificiale, mantengono un dialogo con il suo ambiente naturale. Inoltre queste sezioni orizzontali operano come linee di controllo, consentendo la generazione di una geometria di curve iperboliche-paraboliche.

Le fasce circondano il volume dando effetti molto diversi: si staccano da esso, corrono nel paesaggio sfumando i confini dell'edificio. I balconi diventano zone che negoziano la logica interna degli appartamenti governati da efficienza e la ripetizione delle parti con l'esterno come estensione della topografia.

Inquadramento

Tipologia di intervento: ampliamento Denominazione: Strata Hotel

Localizzazione: Sesto (Bz) Progettista: Plasma Studio Anno: 2008

Rapporto col contesto

Collocazione: lato scosceso di una collina delle dolomiti italiane

Integrazione con il luogo: “progettato in modo da fondersi con la topografia del luogo”, Plasma Studio

Caratteristiche funzionali

Destinazione principale: hotel e residence

Servizi accessori: centro benessere, area gioco bambini

Tipologia di camere: appartamenti dotati di vano giorno e notte separati, centro benessere, area gioco bambini

Tematizzazione: eco-hotel di alta montagna

7.6.2 Pergola Residence, Merano

Un  progetto  architettonico  che  promuove  il  contatto  diretto  con  la  natura  e  la  dimensione  della  libertà  in  tutte  le   sue   espressioni.   L’Hotel   Pergola   Residence   di   Lagundo   (Merano)   è   stato   realizzato   con   l’intenzione   creare   qualcosa   di   speciale.   L’architetto   bolzanino   Matteo   Thun   ha   creato   una   fluida   continuità   fra   il   moderno   e   il   tradizionale:  dodici  appartamenti  e  due  ville  si  inseriscono  con  garbo  nel  paesaggio  culturale  del  Burgraviato.  Il   manufatto   dalla   morfologia   organica   è   stato   ispirato   dal   sistema   di   coltivazione   dei   vigneti   tipico   dell’Alto   Adige,  quello  a  pergola.  L’alternanza  fra  luci  e  ombre  è  sempre  protagonista,  sia  dentro  che  fuori.  Le  vetrate  

panoramiche   creano   continuità   fra   interni   e   natura.   Gli   interni   sono  scanditi   dalla   predominanza   di   materiali   naturali  come  il  larice,  la  pietra,  la  quarzite  e  il  vetro.  Per  gli  esterni  Thun  ha  dato  la  preferenza  a  un  linguaggio   formale  sobrio  e  al  design  essenziale.

All’interno  dell’Hotel  Residence  le  giornate  di  vacanza  si  vivono  all’insegna  dei  propri  ritmi  individuali.  Vivere  la   privacy  significa  vivere  liberamente:  non  esiste  lusso  più  grande  un  alloggio  per  le  vacanze  che  possa  offrire.  Per   questo  le  suite  e  le  ville  del  Pergola  sono  state  dotate  di  ingressi  dedicati.  L’atmosfera  informale  e  accogliente,   gli  spazi  generosi  e  la  vista  mozzafiato  sul  paesaggio  circostante  favoriscono  la  concentrazione  sull’essenziale.   E’  come  fare  ritorno  alle  proprie  origini:  valori  come  tranquillità,  autenticità,  affidabilità  e  sostenibilità  tornano   ad  acquisire  importanza.  

Inquadramento

Tipologia di intervento: nuova costruzione Denominazione: Hotel Pergola Residence Localizzazione: Lagundo, Merano, Italia Progettista: Matteo Thun

Anno: 2004

Rapporto col contesto Collocazione: vigneti tirolesi

Integrazione con il luogo: ”La  ricerca  del  minimalismo  e  dell’essenziale:    si  inserisce  con   disinvoltura  nel  contesto  che  lo  ospita”,  Matteo  Thun

Caratteristiche funzionali

Destinazione principale: hotel e residence

Servizi accessori: cantina vini con area degustazione, stazione termale Tipologia di camere: 12 unità residenziali, 2 suites di lusso Tematizzazione: hotel

Dati dimensionali Superficie: 2400 mq

7.6.3 Vigilius Resort Mountain, Lana (Bz)

Vigilius Mountain Resort è un hotel 5 stelle che instaura un rapporto speciale con la natura in cui è immerso. Raggiungibile solo in funicolare o a piedi, è un corpo lungo che si sviluppa da nord a sud con due piani fuori terra e uno interrato; come un gigantesco albero adagiato al suolo, la struttura si fonde con lo scenario che la ospita. Lo stile architettonico sobrio e pulito coniuga con naturalezza comfort e design, reinterpretando le tradizionali costruzioni locali.

Intorno, un sistema di sentieri rinforza il dialogo tra l’edificio e la topografia locale.

Base della progettazione del Vigilius Mountain Resort è l’architettura organica, il perfetto inserirsi nella preesistenza, la fusione totale con l’ambiente incontaminato attraverso materiali provenienti da risorse rinnovabili. è fatto di pietra, legno, argilla e vetro. Solo gli interrati sono in cemento armato. Dal foyer d’ingresso, che disimpegna lounge, biblioteca e due ristoranti (di cui uno riusa il legno di un vecchio chalet montano), si sviluppa su due piani la progressione delle camere (41 di cui 6 suite) alternate dinamicamente agli spazi pubblici. Fino all’estremità sud, con una spa su tre livelli e piscina, ma prima passando per un giardino interno con larici che è un vero frammento di bosco incorporato nell’architettura.

In ogni camera, ognuna affacciata a est o a ovest, pareti di argilla battuta dividono la zona notte dal bagno. Ma non solo: accumulano e restituiscono calore in inverno e freschezza d’estate. Mentre il tetto verde transitabile evita il surriscaldamento, grandi vetrate sfruttano l’energia solare, lamelle regolabili in facciata modulano l’ombreggiamento.

Un efficiente sistema di coibentazione, l'impianto di riscaldamento a minuzzolo e una particolare attenzione ai consumi dell’acqua si ispirano ai principi dell’ecologia.

Ha conseguito molti premi prestigiosi come esempio di sostenibilità e rispetto per l’ecologia. Inquadramento

Tipologia d’intervento: nuova costruzione e smantellamento edificio esistente Denominazione: Vigilius Mountain Resort

Localizzazione: Lana, Bolzano, Italia Progettista: Matteo Thun

Anno: 2003

Collocazione: monte San Vigilio 1550 m.

Integrazione con il luogo: “un  gigantesco  albero  adagiato  al  suolo,  la  compatta  struttura  si   fonde  con  lo  scenario  che  la  ospita”,  Matteo  Thun

Accessibilità: tramite funivia da Lana Caratteristiche funzionali

Destinazione principale: hotel con certificazione “eco hotel of the world” Servizi accessori: centro benessere su 3 livelli con utilizzo di acqua sorgiva Tematizzazione:  eco  hotel  di  alta  montagna

Premi:  Award  Legambiente/Regione  Lombardia  2006;  Panda  d'oro  Best  Hotel  Opened  in  the   Year,  WWF,  Italy  2005;  Wallpaper  Design  Award  2004;  Gala  SPA  Award  2004

Dati dimensionali Superficie: 11.500 mq

Numero di camere: 35 stanze doppie, 6 suites

7.6.4 Cube Hotel, Savognin

Dato che si tratta di una stessa tipologia, di un´architettura “seriale”, l´hotel Cube di Savognin, nei pressi di Davos, non é molto diverso dagli altri Cube già presenti nella catena alpina.

“The Cube” é un concetto di albergo destinato prevalentemente a una clientela giovane e sportiva. Con la sua massa in vetro e acciaio e le sue luci colorate dimostra efficacemente quanto sia inutile produrre e proporre identità regionali immaginarie in villaggi nel cuore delle Alpi che, per via del turismo internazionale, sono ormai globalizzati quanto il centro finanziario delle cittá capitali. Grande importanza dedicata agli spazi comuni, meno alle camere, pensate unicamente come dormitori. Stile spartano, ma concetti tipologici e architettonici veramente innovativi e direttamente derivati da un´analisi attenta del programma, anch´esso non convenzionale.

Ai piani si sale con un ascensore o, preferibilmente, con rampe che, fedeli al principio che lo sciatore non deve mai abbandonare il proprio equipaggiamento, permettono di portare la propria attrezzatura - biciclette, snowboard o sci - agevolmente fino in camera. Nonostante queste ultime siano leggermente anguste e con finiture piuttosto essenziali, é proprio la loro tipologia inedita a rappresentare un elemento di particolare interesse. Le camere si articolano, infatti, in una sequenza composta da uno spazio cuscinetto vetrato, detto anche showroom dove é possibile depositare e mettere in mostra la propria attrezzatura, da un breve corridoio con armadio e accesso ai servizi igienici e, infine, dalla camera da letto vera e propria con doccia e lavabo a vista.

Essendo infine l´architettura degli hotel Cube assolutamente seriale, con facciate non configurate in base alle condizioni specifiche del luogo, il problema della gestione del rapporto con il panorama é risolto tramite un doppio involucro, dove elementi in vetro nella parte piú esterna possono essere variati e adattati al fine di aprire o chiudere visuali. Nell´intervallo compreso tra i due involucri si trova un suggestivo sistema di illuminazione che rende l’hotel particolarmente suggestivo di sera, una sorta di lanterna in continua mutazione.

Inquadramento

Tipologia d0intervento: nuova costruzione Denominazione: Cube Hotel

Localizzazione: Savognin, Svizzera Progettista:

Anno: 2005

Rapporto col contesto

Collocazione: 50 m. dalla stazione sciistica di Savognin Caratteristiche funzionali

Destinazione principale: hotel

Servizi accessori: centro benessere, centro fitness, palestra di arrampicata Tipologia di camere: rimessa sci personale nelle showroom davanti alle stanze Tematizzazione: sport hotel dal design urbano

Dati dimensionali Superficie:

7.6.5 Klima Hotel

Matteo Thun ha creato il marchio “Klima Hotel”, ed il primo albergo al mondo che avrà l'onore di fregiarsene.

Il progetto è stato studiato da Thun in collaborazione con l'università di Bolzano ed un gruppo di tecnici che fanno parte del comitato di certificazione.

Esso rappresenta il primo hotel che vanta un certificato ecologico che si basa sui tre pilastri della sostenibilità: i concetti di Natura (ecologia), Vita (aspetti socio-culturali) e Trasparenza (economia). La valutazione viene eseguita attraverso un metodo diretto di punti di consegna che corrispondono al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità.

Questo progetto è parte di un ampliamento del vecchio hotel. L'ampliamento si integra pienamente nel contesto naturale del "Prato dello Stelvio".

Gli ambienti, sfruttando le pendenze naturali della collina, sono seminterrati, disposti su terrazzamenti dai quali fuoriescono solo i tetti-cupola che forniscono luce ed evitano il surriscaldamento delle camere.

“Sul prato abbiamo progettato delle onde che danno forma a degli igloo verdi, dove si può camminare senza sottrarre superficie al parco. Sarà il primo hotel certificato al mondo. Sotto ogni igloo ci sono 100 mq per famiglie di quattro persone. È la vittoria della natura sull'architettura e non l'imposizione dell'architettura per violentare il Parco Nazionale dello Stelvio”. Matteo Thun Inquadramento

Tipologia d’intervento: ampliamento edificio esistente Denominazione: Klima Hotel

Localizzazione: Bolzano, Italia

Progettista: Matteo Thun, in collaborazione con l’Università di Bolzano Anno: fase progettuale

Rapporto col contesto

Integrazione con il luogo: “È la vittoria della natura sull’architettura e non l’imposizione dell’architettura per violentare il parco nazionale dello Stelvio”, Matteo Thun

Caratteristiche funzionali

Destinazione principale: hotel con certificazione Klima Hotel Servizi accessori: centro benessere interno ed esterno Tipologia  camere:  11  moduli  da  100  mq  per  famiglie  

Temtizzazione: primo hotel al mondo con certificazione Klima Hotel

7.6.6 Albergo rifugio Pirovano, Cervinia

Giuseppe Pirovano, guida alpina, commissiona nel 1946 ad Albini una casa per la sua famiglia a Cervinia, con annessa sede della scuola di sci, incarico che si trasforma poi nel progetto per un albergo-rifugio per ragazzi.

L’edificio realizzato mostra un robusto carattere materico che si radica nella ricerca di ambientamento nel contesto alpino. La progettazione dell’Albergo-rifugio Pirovano parte dall’analisi e dall’attenta utilizzazione del procedimento costruttivo delle baite valdostane, composte da un blocco ligneo, il rascard, sovrapposto ad un altro in pietra e da esso distanziato mediante dei supporti a fungo.

Albini giunge ad una soluzione inequivocabilmente moderna mediante l’inserimento di alcuni elementi di novità e le reinterpretazione di quelli tradizionali come i citati supporti a fungo, fondendo tradizione, natura e tecnica.

I negozi e il locale caldaia sono situati al piano terreno; l’ingresso, i ripostigli e la cucina al primo piano; il pranzo e il soggiorno al secondo; le camere da letto e i dormitori comuni al quarto e nel sottotetto.

Albini enunciò i principi che ne avevano guidato la progettazione - "l'architettura moderna non consiste nell'uso di materiali e di procedimenti costruttivi nuovi, ma tutti i mezzi costruttivi sono validi in tutti i tempi, purché logici e ancora efficienti".

Inquadramento Tipologia d’intervento:

Denominazione: albergo-rifugio Pirovano Localizzazione: Cervinia, Aosta, Italia Progettista: Franco Albini

Anno: 1946

Rapporto col contesto

Collocazione: 2700 m, Passo dello Stelvio

Integrazione con il luogo: “L’albergo-­‐rifugio  Pirovano  di  Cervinia  è  emblematico  di  questa  volontà  di   portare  l’elemento  della  tradizione  ad  essere  accolto  dalla  sensibilità  moderna”,  Franco  Albini

Accessibilità: tramite funivia Caratteristiche funzionali

Destinazione principale: albergo-rifugio per ragazzi Tematizzazione: reinterpretazione baite valdostane Dati dimensionali

Numero di piani: 4

7.6.7 Albergo Paradiso al Cevedale

Ai piedi del monte Cevedale a quota 2160 metri in fondo alla Val Martello, diramazione laterale della Val Venosta, si trova lo Sport Hotel al Paradiso del Cevedale raggiungibile tramite una strada a suo tempo appositamente costruita. L’albergo che sorge a 2100 metri fra un complesso incantevole di cime, nevi, ghiacciai, fu progettato tra il 1935 e il 1936 da Gio Ponti con gli ingegneri Eugenio Soncini e Antonio Fornaroli, con fondi del partito fascista e del Ministero del Turismo, su commessa del colonnello Emilio Penatti, proprietario della ditta incaricata della costruzione, ed eseguito in condizioni eccezionali in due anni. Pur molto degradato l’hotel oggi, mostra ancora chiaramente la sua alterità rispetto alla tradizione dell’architettura alpina tipica di queste valli. Ponti, infatti, criticava le soluzioni locali tradizionali, caratterizzate dai tetti aguzzi a doppia falda e non ampliabili, proponendo un “nuovo schema”, di cui l’albergo realizzato in Val Martello è un esempio. L’interpretazione del lavoro di Gio Ponti come risultato di una risposta alle esigenze della borghesia può trovare nello Sport Hotel un riscontro di tipo particolare: come buon esempio di una ricerca contrapposta da un lato allo stile tradizionale delle case altoatesine e protesa dall’altro a rinnovare parallelamente la tradizione della casa borghese urbana. Nonostante questo progetto non possa essere annoverato tra le realizzazioni più significative indicate dalla critica nell’opera di Gio Ponti, si è ritenuto interessante riportarne qui una descrizione completa, non solo perché questo edificio è poco conosciuto all’interno della sua produzione, ma soprattutto per evidenziare la continuità di alcuni aspetti compositivi in esso contenuti, con la ricerca che lo stesso Ponti stava sviluppando in quegli anni sul tema dell’abitazione moderna.

Inquadramento

Tipologia d’intervento: nuova costruzione Denominazione: Hotel Paradiso

Progettista: Gio Ponti Anno: 1936

Rapporto col contesto

Collocazione: 2169 m. ai piedi del monte Cevedale

Integrazione con il luogo: esempio di ricerca contrapposta da un lato allo stile tradizionale delle case altoatesine e protesa dall’altro a rinnovare la tradizione della casa borghese urbana

Accessibilità: tramite strada privata Caratteristiche funzionali

Destinazione principale: albergo sportivo Tematizzazione: architettura razionalista

8.  IL  PROGETTO  E  IL  CONTESTO  DI  RIFERIMENTO