4. IL TURISMO NELLA PROVINCIA DI BERGAMO: POLITICHE E STRATEGIE DI RILANCIO
4.1 L’offerta turistica della provincia di Bergamo 4.1.1 Il diverso utilizzo delle strutture alberghiere
verificatasi dal dopoguerra, culminata nel 2009 con una riduzione media a livello mondiale degli arrivi internazionali, che tuttavia in Italia ha avuto conseguenze meno pesanti, manifestandosi con una contrazione delle presenze molto contenuta.
In questo contesto, non possono che soddisfare i risultati della provincia di Bergamo, che fanno segnare un miglioramento, rispetto allo scorso anno.
Come è noto lo sviluppo turistico della provincia negli ultimi anni è stato sostenuto soprattutto dall’aeroporto di Orio e quindi non stupisce che in un momento in cui i flussi stranieri presentano segnali di ripresa, anche la provincia di Bergamo abbia potuto beneficiarne. Nella sostanza appare evidente che gli albergatori hanno cercato di far fronte alla crisi, contenendo i prezzi e conseguentemente il ricavo non ha subito aumenti, pur a fronte di un moderato aumento delle presenze.
Un’analisi più approfondita, ci consente di mettere in evidenza che:
• L’incremento sì è verificato esclusivamente nelle strutture alberghiere, dove le presenze sono aumentate del 10,5% e gli arrivi del 13,3%, a conferma che si tratta di un turismo di breve durata. Va peraltro posto l’accento che per questo tipo di turismo l’incremento degli italiani è stato addirittura superiore (11,6%) a quello degli stranieri (8,9%) .
• Negli esercizi extra -‐ alberghieri le presenze segnano invece un calo del 2,4%, indotto esclusivamente dagli italiani, il cui calo è del 5,6% a fronte di un incremento degli stranieri del 7,8% . Si tratta evidentemente di un utilizzo diverso delle strutture extra -‐ alberghiere. Nel caso degli stranieri sono preferiti i bed & breakfast e gli ostelli in città, mentre nel caso degli italiani vi è un maggiore utilizzo di campeggi o villaggi nelle aree di vacanza. Questi pochi dati forniscono già un’indicazione dei fenomeni in corso: il turismo di breve durata, orientato prevalentemente verso la città e verso gli interessi culturali del territorio, cresce, indipendentemente che si tratti di stranieri o italiani.
4.1.1 Le aree sistema
Se analizziamo con attenzione la distribuzione dell’offerta turistica nella provincia di Bergamo e il relativo miglioramento degli ultimi anni, emerge tuttavia una situazione molto diversa rispetto alle diverse aree della provincia. A fronte, infatti, di un andamento molto positivo, nel 2010 per l’intera zona di Bergamo, si costata che l’incremento complessivamente conseguito in provincia non si è distribuito equamente tra le aree, ma al contrario è fortemente concentrato nell’area di Bergamo e pianura, a fronte di un decremento sia dell’area delle Orobie che dell’area dei Laghi. Notiamo, infatti, che:
• L’incremento nell’area di Bergamo e pianura è stato pari al 13,6% in termini di presenze e addirittura superiore al 15% in termini di arrivi.
La permanenza media di questi visitatori sì è mantenuta al livello dello scorso anno, attorno a 1,8 gg. Per quanto riguarda quest’area non vi sono differenze significative tra alberghiero ed extralberghiero, a conferma che in quest’area l’extralberghiero coincide con la ricettività famigliare (b&b e simili) e con gli ostelli. Allo stesso modo non vi sono differenze rilevanti tra italiani e stranieri, ma gli incrementi degli italiani sono comunque superiori a quelli degli stranieri.
• Nell’area delle Orobie sì è avuto una diminuzione delle presenze del 3,34 %, attribuibile totalmente agli italiani, che sono calati del 4,34%. Gli stranieri, che tuttavia rappresentano solo il 14% (quota stabile da diversi anni), sono invece aumentati del 3,3%, grazie probabilmente alla stagione invernale. Nelle Orobie la riduzione sì è verificato però interamente nel settore extralberghiero (-‐ 18,4% contro il +5,1% dell’alberghiero), il che costituisce un indice positivo, sia perché i dati dell’extralberghiero sono solitamente più fluttuanti, sia perché significa che la struttura ricettiva più solida ha comunque beneficiato dell’andamento positivo.
Nelle singole aree turistiche il livello di internazionalizzazione si presenta molto diversificato. Mentre nell’area della pianura l’incidenza degli stranieri è molto consistente, nelle Orobie rappresenta soltanto una piccola percentuale. Il che significa che mentre in pianura l’effetto “Orio” è largamente visibile, in montagna è molto modesto, fatta eccezione per qualche settimana bianca; è significativo, infatti, che i flussi stranieri più consistenti, siano rappresentati dai Britannici, che non dispongono di un’offerta sciistica nel loro paese.
L’andamento stagionale riflette tendenze ormai note: gli Italiani nelle Orobie sono decisamente concentrati nei due principali mesi estivi, mentre in pianura si distribuiscono nell’arco di tutto l’anno, con un calo proprio nel mese di agosto. Le modeste quote di stranieri nelle Orobie si concentrano invece maggiormente in inverno con un forte picco nel mese di febbraio, anche se si comincia a veder qualche segnale di presenze anche nei mesi estivi. Il tasso è tendenzialmente basso se confrontato ad altre aree, e ciò dipende dalla forte concentrazione stagionale delle aree di vacanza della provincia. Un così basso tasso di utilizzo rivela una fortissima concentrazione stagionale, il che si traduce in ricavi molto contenuti per le imprese e conseguentemente in una loro debolezza economica complessiva.
Infine esprimiamo qualche considerazione conclusiva per la sola città di Bergamo, pur tenendo presente che il comportamento della città, dal punto di vista turistico, è pressoché simile a quello dei comuni dell’immediato circondario, che concorrono a costituire la grande Bergamo. In primo luogo constatiamo che la città da sola accoglie quasi il 40% delle presenze dell’intera pianura. Le presenze alberghiere rappresentano oggi circa la
maggioranza del totale; entrambe le forme di ricettività (alberghiero ed extra -‐ alberghiero) hanno goduto allo stesso modo dello sviluppo di questi anni più recenti, ma ultimamente lo sviluppo dei b&b ha cominciato a erodere piccole quote al settore alberghiero.
In generale, possiamo affermare che la provincia di Bergamo rappresenta una possibile risorsa per il turismo, perché i punti di forza riscontrabili, sui quali si può costruire un progetto di sviluppo turistico, sono numerosi e ormai consolidati; tuttavia la provincia mostra anche diversi segni di debolezza che impediscono l’inizio di un processo di ripresa e frenano l’espansione delle località turistiche. Oggi, la provincia gode anche di opportunità di progresso che non può permettersi di perdere, derivanti dalle doti naturali del paesaggio e dalla vicinanza alla città di Milano. Queste caratteristiche tipiche delle valli bergamasche, devono essere sfruttate e implementate, al fine di evitare che le possibili minacce, come la concorrenza, impediscano lo sviluppo del turismo. Di seguito abbiamo riassunto i punti di forza e di debolezza che caratterizzano le località bergamasche, le possibili opportunità di sviluppo e le relative minacce.
Punti di forza
• Facilità nella fruizione di vari beni, ambientali e artistici, sia per quanto riguarda le vie di comunicazione che i mezzi di trasporto e i parcheggi.
• Rinnovata attenzione verso le opportunità di sviluppo legate al turismo. • Varietà nell’offerta turistica suddivisa tra montagna, collina e pianura.
• Elevato numero di presenze dovuta a motivi di lavoro o al turismo congressuale. • Presenza dell’aeroporto di Orio al Serio.
Punti di debolezza
• Insufficiente offerta di infrastrutture, sia di trasporto che di accoglienza e che permettano la fruizione di attrazioni.
• Forte presenza di industrie a impatto ambientale estremamente negativo. • Carenza di materiali informativi di promozione delle risorse turistiche. • Carenza di segnalazioni stradali.
• Monumenti, chiese, musei hanno orari di apertura ridottissimi e sono spesso chiusi al pubblico.
• L’accoglienza è in molti casi assai problematica: le bellezze turistiche non dispongono di luoghi attrezzati per migliorarne la fruizione.
• Mancata sinergia dei diversi attori sociali pubblici e privati. • Spopolamento delle zone montane.
• Carenza della cultura turistica. • Stagionalità delle presenze.
• Turismo povero.
• Offerta non adeguata alle esigenze della domanda.
• Promozione e commercializzazione non sufficientemente mirate. • Poche seconde case gestite in forma imprenditoriale.
Opportunità
• Presenza di un buon patrimonio naturalistico, artistico e culturale. • Prossimità a Milano e provincia.
Minacce
• Competizione con altre aree della regione del Nord e dell’Italia con una maggiore e migliore offerta turistica e politiche locali più incisive.