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Casi di studio applicat

5.7 Il caso ISTARTER La storia

iStarter è un incubatore di imprese, specializzato nell’accelerazione di startup tecnologicamente avanzate.

La società, con sede a Torino, è stata creata nel Luglio 2012, ma ha iniziato la sua attività solo a fine dello stesso anno. A differenza di altri incubatori d’impresa, come H-Farm, iStarter non dà un contributo economico iniziale alle startup, ma le aiuta a trovare investimenti e ripagano il loro sforzo solo dopo i primi guadagni, prendendo una fee del 10%. I capitalisti di iStarter sono circa 60, con il 2% del capitale ciascuno.

Ad oggi le startup incubate sono 13, con oltre 600 business plan analizzati.

Da quando iStarter è presente nella rete sociale, sono state create tre campagne (call for a deal) per attirare nuovi strartupper: una prima creata con fondi propri, la seconda in collaborazione con TNT Post e la terza con ING Direct, dedicata ad idee tecnologicamente avanzate nel settore education. Alla fine di ogni Call, il vincitore si aggiudicava il diritto di “essere incubato” e quindi aiutato dal team di iStarter a lanciare la propria attività.

Il modo in cui attivare una domanda di incubazione è all’interno del sito istituzionale di iStarter, tramite un’application form. Le campagne erano create appositamente per ottenere quante più application possibili ed un ottimo veicolo di pubblicità per l’acceleratore.

La presenza sociale nella rete

L’obiettivo: iStarter, fin dalla sua creazione, presenzia Facebook e Twitter per due motivi differenti: il primo è per aggiornare i propri follower e partner, mentre i tweet sono dedicati soprattutto per mantenere e instaurare contatti con investitori.

I profili vengono utilizzati anche per spingere inizialmente le startup a guadagnare seguaci e a dare visibilità ai loro eventi.

Il target ideale: lo startupper medio non è di facile identificazione. Giovanni Testa, PR presso iStarer e curatore del suo Social Marketing, li categorizza come laureati, per una maggioranza uomini (circa il 70%), di età compresa tra i 25 e i 35 anni, con interesse nell’imprenditorialità, nel mondo digitale e nell’early adopting.

Il pubblico: Secondo gli Insights di Facebok, il pubblico che segue iStarter è composto da un 45% di uomini compresi tra i 25 e i 44 anni (15% di donne della stessa fascia d’età), residenti per il 90% in Italia, divisi per il 20% a Torino, il 16% a Milano e il 10% a Roma. Una minoranza è concentrata soprattutto in Gran Bretagna (2%) e Stati Uniti (1%).

Facebook Twitter

Follower 2500 600

Le modalità di utilizzo: iStarter è presente su Facebook e Twitter, ma ha da qualche mese aperto un canale Youtube, di cui non si tratterà

per l’assenza di contenuti e dati, il quale sarà oggetto di video formativi sull’imprenditorialità e sul management.

L’aggiornamento dei due social network avviene ogni uno o due giorni, in base ai contenuti da condividere con il proprio pubblico.

Gli strumenti che vengono utilizzati sono tag e hashtag, ma questi ultimi sono inseriti solo in Twitter.

L’attività sociale

Giovanni, il curatore dell’attività sociale di iStarter, trae un ritorno discreto da questa, perchè nota che, pur essendo i follower non molto attivi, le persone che sono più attive sono i partner diretti e gli startupper. Quello che viene a crearsi è una sorta di community abbastanza chiusa, che segue gli aggiornamenti in modo non molto coivolgente.

Se si dovesse basare l’analisi del ritorno dei social solo in base al coinvolgimento dei propri utenti, i risultati che si trarrebbero non sarebbero per nulla soddisfacenti. In realtà il ritorno che questi hanno è molto soddisfacente, perché all’interno dell’application form che uno startupper compila per far richiesta di incubazione è presente una domanda alla fine, in cui viene chiesto, con risposta multipla, la fonte tramite cui si è venuti in contatto con l’azienda; nella maggior parte dei casi la risposta è Facebook.

Twitter, come si è già detto, è utilizzato per tenere i contatti con investitori. Analizzano un post che ha dato qualche riscontro, vediamo che il ritorno in termini di coinvolgimento non è soddisfacente, solamente 5 retweet, che hanno generato un tasso di interaction del 3%.

Diverso è invece il caso di Facebook. Uno dei post più coinvolgenti è stato una recente pubblicazione di un articolo della rivista Wired, che riportava un’intervista a Flavio Briatore, il quale sconsigliava i giovani italiani di aprire una startup. Questo ha generato 46 Like, 6 commenti, 6 condivisioni, 183

click sul post e 2921 visualizzazioni. Nonostante il tasso di engagement sia stato del 127%, quello di interaction contava un 24%. Questo perché a far da

padrone sono state le visualizzazioni.

È stata un’ulteriore conferma del fatto che i profili sono utilizzati solo come aggiornamento per la propria community.

Un aspetto interessante dell’attività social, che non si può estrarre dagli Insights, è quella che ha seguito la seconda campagna di iStarter, in collaborazione con TNT Post. Questa è stata sponsorizzata su tre canali differenti: sulle riviste Wired e Start Up Business, per un totale di 1500 € di investimento, e su Facebook, con 250 € di spesa,

che sono stati però offerti da un partner (il quale ogni mese ha a disposizione una quota da spendere sul sito di Zuckerberg), quindi realmente l’investimento è a costo zero. Il ritorno di queste azioni ha dato un grosso insegnamento a iStarter: con le due riviste le application sul sito sono state circa cinque, mentre grazie a Facebook si sono registrate poco meno di 50 application. Come detto in precedenza questi dati si sono estratti grazie alla domanda finale del form online “Dove ci hai trovato?”. A conferma del fatto che Facebook è usato solo come vetrina e non come fonte di coinvolgimento primario per iStarter c’è il post che parlava di questa iniziativa, che ha ricevuto 19 Like, 2 commenti, 1 condivisione, 211 click sul post e 1140 visualizzazioni, con un tasso di engagement del 69% e un tasso di interaction del 20%.

Nonostante l’interaction sia stata bassa, i risultati in termini di applicazioni sono stati più che soddisfacenti.

Un’ulteriore conferma arriva da uno dei primi post della pagina, in cui si cercava di spingere il

numero dei seguaci. Il contenuto è un articolo in cui si parla della società. I Like sono stati 132, i commenti 4, le condivisioni 3, i click sul post

1368 e le visualizzazioni 11614, con un tasso di engagement del 1651% e un tasso di interaction del 346%. Questo post è stato spinto grazie al credito mensile del partner di cui si è parlato poco fa. Notiamo che i due indici sono molto differenti, perché non vi è un’interazione intensa da parte dei seguaci. Nonostante questo, il numero dei seguaci totali, grazie a questo post, sono aumentati di più di 200 unità.

Suggerimenti e conclusioni

Come si è analizzato fin qui, iStarter non spinge molto la propria attività sui social network, ma vengono utilizzati come bacheca per aggiornamenti. In questo modo si riesce a tenere sempre informata la propria community.

Una delle criticità maggiori sta nel fatto che iStarter non ha una persona dedicata al 100% al digital marketing, quindi gli aggiornamenti vengono fatti quando Giovanni ha un po’ di tempo libero da altre attività.

Possibili miglioramenti da poter attivare sono cercare di postare meno frequentemente, ma con contenuti molto più coinvolgenti. Infatti, la maggioranza dei post ricevono poche visualizzazioni e ancora meno interazioni. Inoltre è stato suggerito all’azienda di attivare un profilo Instagram, perché, essendo il social network con l’interazione più alta, può portare la conoscenza della società anche al suo pubblico.