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Chi, perché e quando è avvenuta la trasformazione

Arte e cultura nella società e negli incubator

3.2 Incubatori di imprese, l’esperienza di Venezia

3.2.3 Chi, perché e quando è avvenuta la trasformazione

La decisione di implementare un progetto di così grande portata è stata il frutto della collaborazione di varie istituzioni a seguito degli studi di quegli anni che hanno dimostrato l’importanza che le PMI rivestono sia per il tessuto economico sia per l’occupazione che generano. In un documento180, redatto da Stefano di Mattia181 nel 2007, vengono espresse molto chiaramente le motivazioni che hanno spinto a realizzare questo ambizioso programma: era stato stimato infatti che circa il 50% della nuova occupazione in Europa derivasse direttamente dalle stesse PMI e che questo rappresentasse una forte spinta per lo sviluppo economico del territorio.

Ciò ha incentivato molti Paesi a puntare sull’istituzione di imprese piccole ed innovative e uno degli “strumenti” che in questi ultimi anni ha suscitato forte interesse ed attenzione è sicuramente stato l’incubatore di imprese. Come espresso nel precedente capitolo, quest’ultimo ha lo scopo di assistere ed accompagnare nuove idee imprenditoriali aiutandole a superare gli ostacoli del mercato ed offrendo loro una serie di servizi e di agevolazioni che non potrebbero trovare in altri luoghi.

Un incubatore si occupa di offrire servizi ma necessita di uno spazio comune in cui le nuove imprese possano collocarsi e ricevere il supporto opportuno; considerando insieme i progetti di riconversione di fabbriche dismesse della Giudecca e il desiderio di voler aumentare l’occupazione a Venezia, si è presa questa importante decisione di trasformare antichi stabilimenti in moderni incubatori di imprese. Poiché sono ubicati a Venezia, universalmente considerata una delle più belle città del mondo per il suo patrimonio artistico e per le sue caratteristiche, la soluzione ottimale per decidere quale settore accogliere è stata unanimemente condivisa ed indirizzata verso quello creativo e culturale. La trasformazione dei tre edifici dismessi a incubatori di imprese è avvenuta dodici anni fa e, in quegli anni, la Direzione che seguiva le attività economiche in collaborazione con le politiche comunitarie europee ha conciliato la necessità di creare nuove imprese a Venezia con la disponibilità economica che poteva provenire dai Fondi europei. Partendo proprio dai progetti di rigenerazione urbana che stavano prendendo piede in Giudecca182 si è colta l’occasione per riqualificare questi edifici inutilizzati in incubatori anche per favorire la creazione di nuovi posti di lavoro e riportare così cittadini a Venezia.

180 Il documento citato è “INCUBATORI DI IMPRESE: L’ESPERIENZA DI VENEZIA” scritto da Stefano di Mattia 181 Stefano di Mattia è un architetto che si è occupato della conversione degli immobili della Giudecca

182 Le ristrutturazioni sono state riportate nel paragrafo precedente la cui fonte informativa è Informazioni tratte dalla

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Dalle stesse parole del Dottor Martinini è emerso che i veneziani ormai non vivono più a Venezia ma si sono trasferiti nella terraferma a causa dei costi minori e delle maggiori possibilità di lavoro. Si vuole cercare di ribaltare la situazione favorendo il ritorno dei cittadini a Venezia senza lasciarla unicamente in mano ai turisti:

“se si ripopola il territorio di imprese, allora magari si ripopola anche di abitanti che vivono Venezia, vanno a fare colazione, comprano qualcosa, fanno la spesa…e allora Venezia tornerà in mano agli abitanti e non sarà solo una città per turisti.183

Quello che si è voluto fare e che si vuole tuttora continuare a fare è l’implementazione di nuove attività creative e culturali dal momento che Venezia è patria di arte e cultura. Questa delicatissima decisione nata e sostenuta dal Comune di Venezia, dalla Regione Veneto e dall’Unione Europea ha lo scopo di dimostrare come sia obiettivo comune quello di rafforzare le attività imprenditoriali della laguna. L’attuale sfida è quella di trovare un modello di governance184 che bene sappia gestire tali spazi: è importante che, se si decide di assegnare la struttura ad un soggetto privato, siano stabilite le condizioni, i regolamenti ed i termini da rispettare e che il tutto avvenga in modo trasparente. Per Ex-Cnomv, la prima struttura conclusa, era stato firmato un Protocollo d’Intesa con Sviluppo

Italia Veneto la cui mission185 era proprio quella di fornire dei fondi alle imprese.

Il modello di governance era formato da una società tra le imprese interne e Sviluppo Italia Veneto che doveva aiutarle erogando finanziamenti. La collaborazione non ha funzionato e il consorzio si è

sciolto in breve tempo e attualmente lo stabile è stato assegnato ad Emergency186.

Visto il fallimento tra le imprese interne e Sviluppo Italia Veneto non era possibile riproporre lo stesso modello di gestione per le altre due strutture e questo ha comportato la decisione di affidarle al Comune di Venezia. Una governance di tipo pubblico non favorisce al meglio l’imprenditoria creativa ed innovativa a causa della mancanza di risorse e di persone appositamente dedicate. In riferimento al complesso ex-Herion non è opportuno puntare sull’aiuto di qualche generosa istituzione perché, ad un certo punto, i finanziamenti terminano: occorre mettere in atto un insieme di iniziative che, attraverso la realizzazione di attività e l’apertura degli spazi al pubblico, inneschino un circolo virtuoso di entrate da reinvestire, probabilmente più produttive se affidate ad un soggetto privato con specifiche capacità e competenze strategiche.

183 Alessandro Martinini intervista personalmente effettuata in data 10 giugno 2015 184 Con il termine governance si intende la forma di gestione e amministrazione di un luogo 185 Con il termine Mission si fa riferimento allo scopo per cui è stata istituita

186 Emercency è un’associazione umanitaria italiana fondata nel 1994 a Milano, per maggiori informazioni

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Un ulteriore apporto economico, potrebbe derivare dalla trasformazione di alcuni uffici inutilizzati dell’incubatore in stanze da letto destinate unicamente a chi lavora all’interno o si trova ad Herion per frequentare corsi di formazione e quant’altro. Venezia è una città satura di strutture alberghiere e di ristorazione, pertanto la conversione di alcune stanze non deve essere un pretesto per ospitare turisti a tariffe agevolate ma un concreto e vantaggioso aiuto a chi si trova impegnato all’Herion per lavoro o per altri motivi. Questi servizi aggiuntivi potrebbero essere la spinta per l’implementazione di attività di successo e di entrate da reinvestire. Analizziamo ora come sono cambiate le alleanze ed i soggetti con lo scopo di rivitalizzare la struttura.

Pianta piano terra187

187 Planimetrie dell’edificio Herion, relative ai piani terra, primo e secondo non in scala, tratte da

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Pianta piano primo

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