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2.2 Criteri di classificazione degli Incubator

2.2.1 Le metodologie di finanziamento

Affinché una startup possa impattare sul sistema economico, non solo a livello dell’innovazione apportata ma anche a livello di occupazione, generazione di reddito e consolidamento culturale, necessita di adeguati strumenti di finanziamento che ne sostengano la crescita. Il capitale di rischio deve permettere la maturazione di un ecosistema dell’innovazione che porti vantaggi all’economia; dal momento che in Italia non è sufficiente sono state presentate numerose proposte di intervento nel Decreto di Crescita 2.0, peraltro già adottate negli altri Paesi. Il primo intervento riguarda le S.G.R., Società di Gestione del Risparmio, istituite con il Decreto 24 Febbraio 1998; si tratta di intermediari finanziari autorizzati alla gestione collettiva ed individuale del risparmio nonché di attività ad esse connesse: appartengono alla categoria OICR121 e sono gestite dalla Banca d’Italia. Non esiste una normativa sufficientemente adeguata e snella e, quella applicata, risulta talmente onerosa da non rendere conveniente l’apertura di un fondo. La normativa del rapporto “Restart Italia!” vuole quindi semplificare le procedure d’avvio accelerando lo sviluppo delle startup in generale e favorendo quelle a vocazione sociale i cui investimenti rendono in misura minoritaria. E’ stato altresì proposta una raccolta fondi che non sia amministrata dalla Banca d’Italia, istituendo le cosiddette invest

company122.

Al fine di favorire l’attività di incubazione, sono state create numerose opportunità di finanziamento che godono di particolari normative agevolate poiché i servizi offerti dagli incubatori riguardano anche la sfera finanziaria; la maggiore o minore entità delle prestazioni dipende dalla disponibilità all’accesso a tali risorse.

Passiamo ora in rassegna le modalità di investimento più diffuse: •Seed Capital e Venture Capitalist

Il seed capital è il capitale iniziale utilizzato per avviare un’impresa e proviene da beni personali di soci fondatori o di conoscenti, perciò si tratta di somme di modesta entità. Il venture capitalist è un soggetto istituzionalmente volto a fornire capitale di rischio per l’avvio di un’impresa o durante una fase di sviluppo successiva123. Tale attività avviene per mezzo di strutture giuridiche riconosciute e non è limitata solo al conferimento di finanziamenti: essa può essere estesa alla fornitura di servizi immateriali quali l’esperienza ed il know-how fornendo contatti con partner fondamentali per sviluppare il proprio business.

121 OICR: organismi di investimento collettivo del risparmio

122 Le invest company sono società che emettono titoli e sono impegnate nell’investimento degli stessi.

http://www.sec.gov/

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Business Angels

Business Angels letteralmente significa “angeli del business” e si tratta di uomini d’impresa (ex imprenditori, ex manager..) che dispongono di ingenti risorse finanziarie, conoscenze ed esperienza che mettono a disposizione delle startup finanziandole e partecipando al loro capitale di rischio. La natura di tale rapporto è informale e l’intervento non trova quasi mai canalizzazione in un mercato regolamentato; i business angels preferiscono avere un rapporto privato con gli imprenditori e diventare soci della startup finanziata. In Europa esiste un network di Business Angels (EBAN) che stima la crescita del numero di potenziali investitori attestato sugli 850.000 individui. In Italia invece gli stessi sono uniti in un’associazione nazionale denominata IBAN (Italian Business Angels Network) che è stata fondata allo scopo di creare una rete di contatti sul territorio condividendo esperienza, know-how e risorse124.

Crowdfunding

Il termine crowdfunding è costituito dall’unione dei vocaboli crowd, folla, e funding, finanziamento. Si tratta di una raccolta fondi che avviene tramite web il cui scopo è quello di accumulare capitale per finanziare un progetto e, se il concetto di per sé non rappresenta nulla di particolarmente innovativo, lo sono invece le modalità attraverso le quali avviene. La diffusione dei social network ha infatti reso possibile il coinvolgimento del lato emotivo dei soggetti accumunati da uguali passioni ed ideali e che credono in determinati progetti a tal punto da fare donazioni o finanziare un’idea per vederla realizzata. Per garantire la sicurezza di tale forma di finanziamento sono stati creati dei portali on-line specializzati, in grado di raggiungere moltissime persone la cui remunerazione avviene attraverso il trattenimento di una percentuale della somma raccolta dal finanziamento. Tale metodologia si è sviluppata anche per la difficoltà di accesso al credito delle PMI e, per regolamentare tale attività, sono state specificate le caratteristiche nel Decreto crescita-bis: ad esso possono accedere unicamente le start-up innovative, siano esse S.p.a, S.r.l o società cooperative ed è previsto un regolamento introdotto dalla CONSOB per disciplinare i gestori dei portali. L’ostacolo più elevato da superare sembra essere a livello di cultura; occorre infatti diffondere quali grandi opportunità si possono ottenere attraverso tale meccanismo. L’obiettivo è infatti quello di permettere, ad un elevato numero di persone, di partecipare con donazioni e finanziamenti di ogni entità per contribuire alla formazione di una startup. Nel caso in cui essa ottenga successo, coloro i quali hanno partecipato al finanziamento, potranno godere del ritorno economico generato dai diritti patrimoniali e amministrativi che derivano dalla partecipazione all’impresa.

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Tra i diversi modelli di crowdfunding presenti sul mercato, quelli maggiormente diffusi sono:

Reward based, possibilità di partecipare al finanziamento del progetto e dell’idea innovativa

con un ritorno non in denaro (talvolta le startup non calcolano gli esosi costi di distribuzione) •Donation Based, donazioni senza ritorno economico

Equity based crowdfunding, sono i più diffusi e trovano un’ampia regolamentazione,

disciplinati dall’articolo Decreto-Crescita bis. Si tratta di forme di finanziamento tramite le quali si ottiene un titolo di partecipazione alla startup godendo di diritti patrimoniali ed amministrativi

Social Lending, prestiti tra privati ricompensati attraverso il tasso di interesse che avvengono

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