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Industrie culturali 1.6.5 Film e video

1.7 Benefit cultural

1.7.3 Consumi cultural

L’interesse verso la cultura di ogni individuo dipende da molteplici fattori: dal reddito, dalla sua formazione personale e dal grado di accesso alle risorse culturali. L’Italia gode del titolo di Paese

con il più alto numero di beni artistici del mondo83 ma presenta un tasso di istruzione molto basso

rispetto agli Stati membri, che influisce negativamente sui consumi di beni culturali. Nella Penisola84 si contano oltre 46.000 beni architettonici, 4.588 musei e istituti similari con 240 aree archeologiche e 501 monumenti o complessi monumentali, 12.700 biblioteche e ben 51 siti Unesco su 1.031 riconosciuti. Nonostante l’ingente patrimonio artistico, l’Italia figura all’ultimo posto della classifica degli Stati appartenenti all’Unione Europea per le spese destinate alla cultura: secondo uno studio pubblicato da Eurostat,85 tale spesa si attesta attorno all’1,1 % del PIL contro il 2,2% della media europea. Questo non dipende dalla mancanza di attrattive ma da una mancanza di interesse, come dimostra il sondaggio condotto e pubblicato dal “Sole24ore” in un articolo86. Sembra che gli italiani non siano particolarmente interessati alla cultura, per via del costo elevato e del poco tempo a disposizione: dai dati del sondaggio è emerso che nel 2013 solo il 60% degli Italiani ha visto o ascoltato un programma culturale per radio o tv, il 56% ha letto un libro, il 30% ha visitato un museo, il 24% ha assistito ad un opera teatrale e il 17% ad una lirica. I consumi di beni culturali sono influenzati anche dall’istruzione e dall’educazione ricevute e la percentuale del tasso di istruzione registrato in l’Italia è molto basse rispetto alla media europea.

83 Affermazione di Unesco, Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura.

http://whc.unesco.org/

84 Citazione di Hervè Barbare, ex responsabile del Louvre, articolo del giornale il Sole 24Ore del 26 Luglio2015

http://www.ilsole24ore.com/

85 Statistiche ufficiali dell'UE, http://ec.europa.eu/eurostat

86 Articolo tratto da http://www.ilsole24ore.com/art/servizio/2013-11-04/italia-cenerentola-consumi-culturali-ma-

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Il tasso di istruzione87 per fasce d’età è riportato nella tabella sottostante ed è espresso in punti percentuali:

BASSO MEDIO ALTO BASSO MEDIO ALTO

EU-27 21 48 31 32,3 46,1 21,5 DK 15,5 40,4 44 28,2 42,8 29 DE 13,9 59,5 26,5 14,8 58,9 26,3 ES 37,7 24,9 37,4 56,7 19,4 23,8 FR 17,6 41,4 41 36,7 41,8 21,4 IT 33 47,9 19,1 53,5 34,8 11,7 NL 19 42,8 38,2 30,7 39,4 29,9 SE 12,4 46,7 41 23,3 48,2 28,5 UK 19,4 41,4 39,2 29,1 41 29,9

Fonte: Eurostat, Cultural statistic 2011

La competizione globale si basa sempre più sul piano del capitale umano e, di conseguenza, non si può non considerare l’importanza “dell’infrastruttura” della formazione e dell’istruzione del nostro Paese che, ad oggi, si trova in una posizione di svantaggio rispetto agli altri Paesi europei. A conferma di questo l’OCSE, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, rileva che l’Italia è il Paese che spende meno denaro per l’istruzione88 e vanta un tasso di laureati tra i più bassi rispetto alla media dei Paesi OCSE89.

In ambito turistico solo il 17% degli operatori possiede una formazione di livello superiore o universitario contro il 35% dei competitor europei. Il Governo potrebbe quindi intervenire al fine di favorire la cultura ed una maggiore istruzione che gioverebbero all’Italia per il rilancio dell’economia. Tuttavia sembra che in questi ultimi mesi i consumi culturali siano in aumento sia per il numero di visitatori di siti archeologici, musei, cinema e spettacoli.

87 Tabella elaborazione dati Eurostat, Cultural statistic 2011

88 Articolo “Il Messaggero” http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/SCUOLAEUNIVERSITA

89 I Paesi che fanno parte dell’Ocse sono34: Australi, Austria, Belgio, Canada, Cile, Corea del Sud, Danimarca, Estonia,

Finlandia, Giappone, Grecia, Irlanda, Islanda, Israele, Italia, Lussemburgo, Messico, Norvegia, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Svizzera, Turchia, Ungheria e Republica Federale Tedesca.

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1.7.4 L’esportazione

Nell’anno 2013 il 10,7% delle esportazioni era costituito dal sistema produttivo culturale, quarto posto dopo la filiera meccanica, la chimico-farmaceutica e la metallurgica. Dall’osservazione dei dati ISTAT emerge che la bilancia commerciale si chiude con un andamento positivo pari a 25.695 milioni di Euro.

Di seguito saranno riportate due tabelle che mostrano le esportazioni del sistema produttivo culturale in milioni di Euro e successivamente le incidenze percentuali sull’export nazionale

Esportazioni del sistema produttivo culturale per settori in valore assoluto90 (le cifre sono intese come milioni di Euro):

Settori ICC 1992 2002 2009 2012 2013

Industrie creative 11.136 28.901,40 28.018,60 36.349,60 38.609,40

Produzione di beni e servizi creative driven 11.136 28.901,40 28.018,60 36.349,60 38.609,40

Industrie culturali 1.500,90 3.023,50 2.664,70 3.107,10 3.008,30

Film, video, radio e TV 460,9 833,1 826,4 938,1 796,6

Videogiochi e software 196,9 386,9 260,6 285 279,6

Musica 5,7 63,4 26,3 28,9 41

Libri e stampa 837,4 1.740,20 1.551,40 1.855,10 1.891,10

Patrimonio storico artistico 7,5 15,1 12,6 17,4 20,9

Musei, biblioteche, archivi 7,5 15,1 12,6 17,4 20,9

SISTEMA PRODUTTIVO 12.644,50 31.989,90 30.695,50 39.474,10 41.638,60

ALTRI SETTORI 100.684,90 247.123,60 261.037,20 350.708 348.215,50

TOTALE ECONOMIA 113.329,30 269.063,50 291.733,10 390.182,10 389.854,20

Fonte: elaborazione dati Istat, documento “Io sono cultura, L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi” rapporto 2014.

90 Tabella derivante dall’elaborazione dati del Rapporto Unioncamere e Fondazione Symbola, anno 2014: “Io sono

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La seconda tabella91 esprime invece le incidenze in termini percentuali dell’export del settore creativo e culturale:

Settori ICC 1992 2002 2009 2012 2013

Industrie creative 11.136 28.901,40 28.018,60 36.349,60 38.609,40

Produzione di beni e servizi creative driven 11.136 28.901,40 28.018,60 36.349,60 38.609,40

Industrie culturali 1.500,90 3.023,50 2.664,70 3.107,10 3.008,30

Film, video, radio e TV 460,9 833,1 826,4 938,1 796,6

Videogiochi e software 196,9 386,9 260,6 285 279,6

Musica 5,7 63,4 26,3 28,9 41

Libri e stampa 837,4 1.740,20 1.551,40 1.855,10 1.891,10

Patrimonio storico artistico 7,5 15,1 12,6 17,4 20,9

Musei, biblioteche, archivi 7,5 15,1 12,6 17,4 20,9

SISTEMA PRODUTTIVO 12.644,50 31.989,90 30.695,50 39.474,10 41.638,60

ALTRI SETTORI 100.684,90 247.123,60 261.037,20 350.708 348.215,50

TOTALE ECONOMIA 113.329,30 269.063,50 291.733,10 390.182,10 389.854,20

Fonte: elaborazione dati Istat, documento “Io sono cultura, L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi” rapporto 2014, pagina 57.

1.7.5 Sponsorizzazioni

I fondi pubblici destinati alla cultura sono sempre più esigui ma, fortunatamente, sembra che i privati abbiano a cuore la salvaguardia del patrimonio artistico-culturale e donino risorse economiche alle associazioni per la restaurazione di beni pubblici. I rappresentanti di alcuni noti brand, in parte perché realmente interessati al patrimonio storico italiano e in parte per avere un riscontro positivo della loro immagine, hanno elargito ingenti somme per restaurare alcune opere. Fra gli esempi più noti ricordiamo il Colosseo e la Scala di Milano con il contributo di Diego della Valle, l’arco Etrusco di Perugia, ad opera di Brunello Cucinelli, il Ponte di Rialto grazie all’intervento di Renzo Rosso e la Fontana di Trevi, grazie alle donazioni del marchio Fendi. Nel 2013 le sponsorizzazioni ammontavano a 1200 milioni di Euro e tale tendenza sembra essere in crescita.

91 Tabella elaborazione dati elaborazione dati Istat, Rapporto Unioncamere e Fondazione Symbola, anno 2014:

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