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Conclusioni e possibili sviluppi futur

Il presente elaborato ha cercato di mettere in luce l’importanza che Herion, incubatore di imprese creative e culturali, riveste per Venezia indagando soprattutto quali eventi ed attività potrebbero esservi implementati al fine di rivitalizzare la struttura e farla divenire un polo artistico per startup ed eccellenze culturali provenienti da tutto il mondo. La proposta di un piano di comunicazione integrato, che preveda il corretto utilizzo degli strumenti a disposizione del communication mix, diventa fondamentale per estendere la conoscenza di Herion all’esterno e comunicare le attività di incubazione realizzate.

Il raggiungimento di tali obiettivi ha presupposto un’analisi approfondita del luogo, delle sue

problematicità e delle sue potenzialità basandosi su ricerche qualitative, interviste, partecipazione a corsi di formazione ed osservazione partecipante. Analisi, ricerche ed interviste mi hanno permesso di acquisire un quadro oggettivo e completo dell’attuale situazione e delle problematiche esistenti, in particolare è emerso il forte desiderio di non voler cedere la struttura a soggetti che ne vogliano fare un uso diverso da quello di incubatore di imprese creative e culturali.

Lo studio è iniziato da documenti e materiali riguardanti le imprese creative e culturali ed il

loro apporto a livello economico e sociale; è poi proseguito con l’analisi degli incubatori, strutture adibite all’accoglimento di imprese innovative e alla fornitura di servizi materiali ed immateriali fondamentali per sviluppare e concretizzare le idee imprenditoriali delle startup interne. Successivamente ho esaminato i passaggi fondamentali della storia di Herion: sorto come convento di monache benedettine, è stato in seguito trasformato in opificio dagli omonimi fratelli fino alla cessazione dell’attività lasciando un immobile enorme ed inutilizzato per anni. Il Comune di Venezia, nell'ambito della propria politica di sostegno allo sviluppo di nuove attività imprenditoriali, agli esordi del nuovo millennio, ha promosso l’attivazione sul territorio di Incubatori d'impresa, grazie al co- finanziamento del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale FESR. Questi co-finanziamenti hanno permesso di ristrutturare due edifici, Ex Cnomv ed Ex-Herion alla Giudecca, e di costruirne uno completamente, Cà Emiliani a Mestre. A causa però di una governance inadatta e alla mancanza di fondi e competenze strategiche per gestirli, questo progetto si è rivelato un fallimento comportando solo esosi costi per le casse del Comune veneziano. Per limitare le perdite si è quindi deciso di consegnare la struttura ex-Cnomw ad Emercency che ha portato in questi uffici il coordinamento dei suoi progetti come sede secondaria dopo Milano.

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Successivamente la Giunta Comunale, con DGC n. 232/2013, ha deciso di limitare la vigenza dei bandi per l’assegnazione dei lotti disponibili presso gli incubatori CNOMV e Cà Emiliani, limitandone il vigore solo all’incubatore Herion, nell’ottica di razionalizzare le risorse disponibili. Dopo un iniziale periodo fiorente si è verificato uno svuotamento dell’immobile che attualmente comporta costi per il Comune e non genera ricavi. Le motivazioni di tale fallimento possono essere ricondotte alla crisi economica che ha afflitto l’Italia in questi anni, alla mancanza di una costante attività di comunicazione e al fatto che una governance di tipo pubblico non favorisce al meglio l’imprenditoria creativa ed innovativa a causa della mancanza di risorse e di persone appositamente dedicate. Il soggetto pubblico infatti non è stato in grado di assicurare in maniera totale e completa i servizi necessari spingendo molte neo-imprese a lasciare l’isola e trasferirsi altrove rendendo il livello delle spese ancora più elevato. E’ importante perciò avviare un progetto che renda Herion un luogo più conosciuto all’esterno e maggiormente attrattivo in modo tale da incrementare i ricavi: l’elaborato presenta quindi una serie di eventi che potrebbero essere realizzati direttamente presso Herion o trovarvi una dimensione complementare e propone un piano di comunicazione integrato, attività fondamentale affinché la struttura sia conosciuta all’esterno.

A Venezia, patria di arte e cultura, una struttura come Herion risulterebbe essere di grande

rilievo in quanto favorirebbe maggiore imprenditorialità, creerebbe occupazione e contribuirebbe a rendere Venezia fucina di arte e cultura svecchiando l’attuale convinzione che essa sia solo un grande museo a cielo aperto. Una struttura impegnata nello sviluppo e nella concretizzazione di idee imprenditoriali artistiche, conosciuta ed apprezzata da tutti, favorirebbe un ritorno positivo per l’immagine della città e costituirebbe un fiore all’occhiello per futuri startupper o imprenditori già affermati, desiderosi di trovarsi a Venezia anche per un periodo limitato di tempo. Inoltre, la possibilità di realizzare eventi o attività complementari all’interno di Herion, contribuirebbe alla diffusione della sua immagine, sfruttando il ritorno mediatico di eventi famosi e conosciuti in tutto il mondo come il Carnevale, la Mostra del Cinema e la Biennale.

Affinché tutto ciò sia possibile, gli eventi e le attività dovranno essere comunicati all’esterno

utilizzando gli strumenti a disposizione e, in particolare, il sito internet collegato alle pagine dei social network. E’ necessario quindi implementare un sito ad hoc per Herion che evidenzi le principali attività di incubazione svolte ed inviti gli utenti ad interagire, contattando i responsabili, condividendo i contenuti, postando foto degli eventi e quant’altro; ciò dovrà essere gestito da un soggetto esperto di comunicazione in quanto essa rappresenta un tassello fondamentale che necessita però di essere totalmente reimpostato per seguire le attuali esigenze degli utenti.

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Il piano di comunicazione e le proposte degli eventi, sia quelli complementari alla struttura sia quelli che prevedono Herion come sede principale, sono però svincolate dalle effettive risorse economiche destinatevi dal Comune di Venezia non avendo a disposizione i dati relativi alla ripartizione dei finanziamenti. Inoltre, non essendo ancora stato definito un modello di governance per tale struttura, i futuri gestori potrebbero non essere d’accordo con le mie proposte, pertanto il progetto dovrà essere verificato in un secondo momento. Lo stesso piano di comunicazione non ha la presunzione di essere esaustivo o completo ma una proposta di implementazione dei diversi strumenti basata su studi e esperienze personali.

Mi auguro che il mio lavoro possa trovare futura implementazione, almeno in parte, e che l’amministrazione consideri e valuti le proposte avanzate.

Previsioni futuristiche e futuribili a parte, non si può negare che la presenza di un incubatore

come Herion potrebbe modificare l’attuale immagine di Venezia vista solo come città turistica e grande contenitore di mostre ed opere d’arte. Sicuramente l’analisi e la ricerca non sono qui concluse e lascio ad altri la possibilità di sviluppare nuove proposte sia per rendere Herion una struttura maggiormente attrattiva sia per formulare un piano di comunicazione diverso.

Questi processi sicuramente non avverranno in tempi brevi e non potranno essere a senso unico in quanto abbisognano della positiva predisposizione ad attuare cambiamenti rapidi e concreti da parte degli imprenditori che lavorano all’interno e del Comune di Venezia che attualmente lo gestisce.

Il prossimo scenario dipenderà quindi dall’utilizzo che ne farà l’amministrazione futura e dalle startup incubate: da questo intreccio di decisioni e di attività implementate, dipenderà la possibilità di risollevare le sorti e di rilanciare Herion.

“Non si tratta di conservare il passato, ma di mantenere le sue promesse”

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-consulenti scientifici (Roberto Calari, Roberto Grandi)

-per ERVET (Robetto Righetti, Daniela Boldarino, Stefano Kluzer, Andrea Margelli) -Danilo Massotti, Antonio Taormina.

Rapporto Unioncamere e Fondazione Symbola, anno 2013:

“Io sono cultura. L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi” gruppo di lavoro:

- Ufficio Ricerche Fondazione Symbola (Sara Consolato, Romina Surace, Barbara Borgiani, Daria Pignalosa)

-Ricercatori Camcom Universitas Mercatorum (Mirko Menghini, Stefano Scaccabarozzi, Giacomo Giusti).

Rapporto Unioncamere e Fondazione Symbola, anno 2014:

“Io sono cultura. L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi” gruppo di lavoro:

- Ufficio Ricerche Fondazione Symbola (Sara Consolato, Romina Surace, Danilo di Stefano) -Ricercatori Si. Camera (Antonietta del Bove, Marco Pini, Laura Serpolli, Mirko Menghini, -Ricercatore Istituto Guglielmo Tagliacarne: Giacomo Giusti.

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