Bruno Cenato
nità d'affari in 50/60 paesi dei cinque con-tinenti.
A comprovare l'importanza crescente della funzione promozionale della struttura in-tercamerale ci sono poi i dati dei bilanci annuali: se infatti nel 1977 il budget risul-tava per 145.500.000 lire a carico dei soci fondatori (le sei Camere di commercio del-la regione) e per 10.500.000 (solo il 6,7% del totale) delle imprese piemontesi fruitri-ci dei servizi, la previsione di spesa 1986 vede invece una cifra di lire 1.450.000.000 imputata alla fonte soci (cresciuti nel tem-po a 17: oltre agli istituti camerali, la Re-gione Valle d'Aosta, la Banca Nazionale del Lavoro, la Banca Popolare di Novara, Alla conferenza stampa di presentazione
del programma d'attività 1986 i responsa-bili del Centro Estero Camere Commercio Piemontesi hanno tracciato un consuntivo dell'attività dell'organismo all'inizio del decimo anno di operatività. Le cifre espo-ste rivelano che in questo periodo di nean-che due lustri il Centro ha svolto corsi di formazione all'export per più di 1.000 giornate con oltre 6.000 presenze di im-prenditori e funzionari, ha partecipato a 250 manifestazioni fieristiche in tutto il mondo, coordinando la presenza alle stesse di 2.500 aziende, ha fornito almeno cento-mila consulenze tecniche e commerciali, segnalando migliaia e migliaia di
opportu-<
il Banco di Napoli, il Banco di Roma, la Cassa di Risparmio di Torino, l'Istituto Bancario San Paolo di Torino, Torino Esposizioni, la Federazione delle Associa-zioni industriali del Piemonte, l'Associa-zione piccole e medie industrie di Torino e provincia e l'Unione industriale di Torino) e un importo di 1.500.000.000 lire coperto direttamente dalle aziende (cosicché il fi-nanziamento degli utenti supera ormai il 50%).
11 Centro Estero sta dunque concretamente dimostrando di riuscire a centrare a pieno l'obiettivo fondamentale di diventare il punto di riferimento affidabile e privilegia-to del mondo imprendiprivilegia-toriale piemontese,
specie delle piccole e medie imprese, che per competere con successo sui mercati extranazionali hanno bisogno della più va-sta e dinamica gamma possibile di suppor-ti, dall'informazione aggiornata circa le ri-chieste di merci e prodotti alla consulenza minuta per concludere bene un contratto, senza peraltro mai rinunciare alla propria autonomia decisionale.
Fiore all'occhiello di questa molteplice at-tività, è sicuramente l'iniziativa, avviata in sordina nel 1982, di far decollare, accanto ai tradizionali corsi di formazione di cin-que giorni per operatori, un corso organico di specializzazione in commercio interna-zionale per futuri quadri, riservato a
giova-ni diplomati alla ricerca d'impiego. Per dare una mano duratura nel tempo alle aziende export oriented, il Centro ha così offerto ottime opportunità di carriera a chi per mille personali ragioni non può parte-cipare ai corsi postlaurea stranieri ed ita-liani che «fanno prendere un Master». Senza emigrare ad Harward, senza fre-quentare le aule prestigiose della Sda-Bocconi o della Scuola di amministrazione aziendale di Torino, per investire nel pro-prio futuro professionale il corso ideato dal Centro Estero costituisce infatti un eccel-lente punto di partenza.
C'è poi da rilevare che mentre l'investi-mento richiesto dall'iscrizione alle migliori
scuole di master è elevato, per i parteci-panti al corso del Centro Estero camerale non ci sono invece praticamente spese, dal momento che tutti gli ammessi godono di una borsa di studio del valore di 3 milioni di lire. Per concorrere ad un posto e ad una borsa, basta compilare una domanda in carta semplice ed essere in possesso di alcuni requisiti: diploma di scuola secon-daria superiore, buona conoscenza della lingua inglese parlata e scritta, età inferiore a 25 anni, cittadinanza italiana, residenza in Piemonte, militeassolto o militesente, essere iscritto alle liste di collocamento alla data di inizio del corso. La selezione dei candidati avviene sulla base di una
prova scritta atta a valutare il possesso del-ia lingua inglese e altre straniere indicate nella domanda, una prova scritta di cultu-ra genecultu-rale, un colloquio sulle motivazioni all'impiego e di verifica della conoscenza parlata dell'inglese.
Al fine di rispondere alle esigenze delle im-prese che molto spesso necessitano di ele-menti specializzati in materia non solo per mansioni commerciali, ma anche per com-piti amministrativi e/o di gestione degli or-dini, nell'ambito ovviamente sempre di una Direzione Esportazione, a maggio
1986 prenderanno il via due distinti corsi, uno dedicato a quadri dell'amministrazio-ne export, l'altro, sulla falsariga delle tre
precedenti edizioni, per futuri area mana-gers export.
1 posti sono ventisei per ciascun corso; l'impegno dura sei mesi, passati al 50% sui libri e l'altra metà direttamente sul campo, in azienda, a confrontarsi con i relativi problemi e lavori quotidiani. Al termine del corso i giovani devono superare un esa-me di verifica del grado di preparazione raggiunto. A chi ottiene un risultato positi-vo viene rilasciato un attestato di specializ-zazione, secondo la legislazione nazionale e regionale in materia di formazione pro-fessionale. Inoltre, al primo qualificato di entrambi i corsi viene assegnata un'ulterio-re borsa di studio istituita dalla
Unionmec-canica in memoria deil'ing. Achille Busso. La frequenza è obbligatoria. 11 programma è basato su lezioni, discussioni di gruppo, esercitazioni e testimonianze, per otto ore al giorno dal lunedì al venerdì. Si fanno inoltre visite a enti ed organizzazioni in Italia e all'estero (ICE, Mincomes, Medio-credito Centrale, Sace, dogane, porti, aero-porti) ed esperienze in occasione di fiere (nell'ultimo corso ai Saloni Igedo Dessous di Dusseldorf, IAA di Francoforte, Anuga di Colonia, Midest e Hopital Expo di Pari-gi).
Le materie di insegnamento per il corso commerciale sono: organizzazione azien-dale - marketing internazionale - strategia di prodotto, di prezzo, di distribuzione -tecniche di vendita - promozione - dogane e trasporti problemi valutari e finanziari -contrattualistica internazionale. Per il cor-so amministrativo: organizzazione azien-dale - finanza e controllo e relativi aspetti internazionali - dogane e trasporti - normativa valutaria forme di pagamento -assicurazione e finanziamento dei crediti — problemi fiscali — aspetti commerciali e contrattuali degli scambi internazionali — sistemi informativi aziendali nella ge-stione dell'import-export. Tra i docenti ci sono professori universitari, ma la maggior parte sono esperti inseriti in azienda o so-cietà di consulenza e servizio ad un qualifi-catissimo top level.
«La validità dell'iniziativa — dice Maria Rosa Thea Massarut, responsabile del coordinamento didattico, tutorship e orga-nizzazione dei corsi — è misurata chiara-mente dal fatto che mentre tre anni fa si è dovuto spendere del tempo per convincere diverse imprese ad ospitare per tre mesi gli studenti, quest'anno non sono ancora ini-ziate le selezioni e abbiamo già offerte di stage in numero superiore a quello dei pos-sibili studenti abilitati ad effettuarli. Con-forta poi constatare che molto spesso il rapporto di stage si tramuta in assunzione e quando questa sequenza non è immedia-ta, il tempo d'attesa per trovare una inte-ressante sistemazione è veramente mini-mo».
Qualche informazione di sintesi sull'ultima esperienza terminata il 31 dicembre 1985: le domande sono state 362, di cui circa 1/3 maschi e 2/3 femmine. I primi classificati in base alle prove scritte sono stati sottopo-sti al colloquio. I 30 migliori nel giudizio complessivo sono stati ammessi a seguire il
corso. Dopo 1.060 ore di studio, ventotto hanno partecipato agli esami finali (una ra-gazza si è ritirata prima dell'inizio dello stage essendosi occupata, mentre un ma-schio non ha raggiunto il 70% della fre-quenza ed è quindi stato escluso). Tutti e 28, nove dei quali residenti in province di-verse da quella torinese, hanno riportato una votazione media superiore a 80/100. Ventuno hanno trovato immediatamente un impiego con contratti di formazione la-voro. Gli altri, eccetto due, con obblighi di servizio militare, risulteranno probabil-mente già collocati all'uscita del presente articolo. Il tutto per un costo globale di 298 milioni (comprensivo delle borse di studio), coperto dal finanziamento della Regione Piemonte e del Fondo Sociale Eu-ropeo.
« Una cosa importante — sottolinea Enrico Gennaro, direttore generale del Centro Estero Camere Commercio Piemontesi — è che la disseminazione nelle aziende pie-montesi di questi giovani altamente prepa-rati, oltre a giovare al mondo produttivo aumenta enormemente la forza del Centro Estero stesso, perché con il loro aiuto, con i loro stimoli, è più facile far crescere co-stantemente la capacità dell'organismo ca-merale di predisporre piani promozionali e d'assistenza effettivamente utili per la va-lorizzazione su qualsiasi mercato della tec-nologia e della professionalità del Piemon-te, che — vale la pena di ricordarlo — con una popolazione attorno al 7,5% del totale nazionale copre ben il 13% del made in