Giuseppe Iacopino - Stefano Bellezza
Fig. 1 - intervento d'un Agusta «A 109 » in un inciden-te stradainciden-te alla periferia di Roma. lAgusta - Fotonewsl.
I
l dato nazionale sull'incidentistica stradale ha ormai raggiunto valori im-pressionanti, purtroppo noti solo a pochi addetti ai lavori, che induce a riflettere sempre più su tale grave problema sia in termini di prevenzione che di efficienza e qualità del soccorso prestato.Infatti, mediamente, ogni anno in Italia si verificano 300 mila incidenti stradali gravi, con 250 mila feriti e 8000 morti. Nella rete stradale piemontese, che consta di circa 30.000 km, si verificano annualmente cir-ca 15.000 incidenti stradali gravi con
12.000 feriti e 700 morti (anno 1982). Questi valori collocano il Piemonte al se-sto pose-sto nella «classifica» nazionale per regioni per numero di incidenti. Queste ci-fre sono imponenti, come è anche impo-nente l'organizzazione del sistema dei soc-corsi sanitari, di cui magari non se ne parla molto, ma che effettuano un servizio inso-stituibile.
Purtroppo, soprattutto nei casi di incidenti più gravi che vedono coinvolti più veicoli, le autoambulanze che sono in generale il primo elemento di soccorso, hanno oggetti-ve difficoltà di interoggetti-vento per gli inevitabili
intralci alla circolazione che vengono a crearsi a monte ed a valle del luogo del si-nistro. Queste situazioni oltre a portare un aumento dei tempi di soccorso, che in certi casi sono già di per sé elevati, consideran-do inoltre i tempi di attivazione e di per-correnza delle autoambulanze, diminuisco-no le possibilità di salvezza.
Infatti, spesso si legge sui giornali la noti-zia, relativa alla cronaca di un incidente automobilistico o di altro infortunio, «il ferito è morto durante il trasporto in ospe-dale», che pone il problema del soccorso urgente delle persone coinvolte e del loro trasporto immediato nelle strutture di pronto soccorso più vicine e più indicate a prestare le prime cure.
Oggi, la tecnologia dispone di strumenti quali gli elicotteri, che potrebbero notevol-mente ridurre questi tempi complessivi; in-fatti, sempre più si fa strada l'utilizzo del-l'elicottero come mezzo civile, ed una delle utilizzazioni che si sta affermando è quella in conformazione sanitaria.
L'uso dell'elicottero in conformazione sa-nitaria ed il suo utilizzo sistematico nell'e-mergenza sanitaria è in molti Paesi europei
una realtà ormai consolidata da molti anni. In particolare: Germania, Svizzera ed Austria, utilizzano da tempo l'elicottero sanitario, che si è affermato in armonia con il sistema di pronto soccorso operante via terra e, con risultati di estremo interes-se, ottenendo una diminuzione della mor-talità e delle invalidità permanenti sino al
15-20%, con una riduzione dei costi sociali senz'altro analoga, se non superiore, per gli effetti di stimolo, emulazione ed
educazio-ne indotti dalla presenza di uno strumento tanto avanzato.
Per quanto riguarda i livelli di gravità, stradale e non, si stima che nel 40% dei casi l'infortunio può essere risolto con te-rapie minime domiciliari o ambulatoriali, un altro 40% con terapie di non particola-re urgenza.
Resta un 20% di casi gravi per i quali è de-terminante, ai fini della sopravvivenza, la prestazione sanitaria quanto più rapida
possibile, sul posto stesso dell'emergenza, di opportuni interventi rianimatori, cioè di terapie d'urgenza che prima di tutto a pre- '
scindere dalla diagnosi, tendono a ripristi-nare e stabilizzare le funzioni vitali del pa-ziente.
A tal riguardo da uno studio sull'argomen- 1
to, condotto in Germania, è risultato che circa il 20% delle persone decedute a segui-to di incidenti stradali sono morte nel pe-riodo di tempo intercorso tra il momento 1
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TABELLA 1 - Popolazione, parco circolante e densità di circolazione nell'anno 1982
PARCO CIRCOLANTE DENSITÀ DENSITÀ
ABITANTI Autoveicoli Autovetture (1 )/(2) (1 )/(3)
Province (1) (2) % (3) % (4) (5) Torino 2.327.996 1.104.231 53,5 1.023.316 53,9 2,1 1 2,27 Vercelli 393.678 183.402 8,9 170.186 9,0 2,15 2,31 Novara 506.592 221.094 10,7 204.395 10,8 2,29 2,48 Cuneo 548.697 258.408 12,5 230.575 12,1 2,12 2,38 Asti 214.093 93.258 4,5 83.382 4,4 2,30 2,57 Alessandria 463.094 204.305 9,9 186.183 9,8 2,27 2,49 Piemonte 4.454.150 2.064.698 100% 1.898.037 100% 2,16 2,35
TABELLA 2 - Superficie territoriale e sviluppo della rete stradale nell'anno 1982
Superficie Comunali territoriale Autostrade Statali Provinciali extra urb. Totale
Province km km km km km km
Km di strade per 1000 km di superficie
Statali Comunali e Autos. Provinciali extra urb. Totale
Torino 6.830,15 181 727 2.405 4.385 7.698 133 352 642 1.127 Vercelli 3.000,87 88 4 0 0 1.152 1.521 3.161 163 384 507 1.054 Novara 3.593,87 31 381 1.183 1.680 3.275 115 329 467 91 1 Cuneo 6.903,14 75 608 2.712 3.698 7.093 99 393 536 1.028 Asti 1.510,78 39 162 904 1.890 2.995 133 598 1.251 1.982 Alessandria 3.560,40 185 387 1.779 3.262 5.613 160 500 916 1.576 Piemonte 25.399,21 599 2.665 10.135 16.436 29.835 129 399 647 1.175
TABELLA 3 - Incidenti e persone infortunate nell'anno 1982
TOTALE INCIDENTI INCIDENTI MORTALI INCIDENTI CON SOLI INCIDENTI
FERITI SENZA INFOR.
Persone infortunate Persone infortunate
Provincie n. totale morte ferite n. totale morte ferite n. totale Pers. ferite n. tot.
Torino 5.129 257 4.576 233 257 186 2.813 4.390 2.083 Vercelli 1.134 73 1.152 65 73 38 738 1.114 331 Novara 2.723 97 2.029 87 97 51 1.468 1.978 1.168 Cuneo 2.196 129 2.081 121 129 86 1.310 1.995 765 Asti 1.259 39 674 34 39 23 457 651 768 Alessandria 2.740 108 1.977 94 108 83 1.322 1.894 1.324 Piemonte 15.181 703 12.489 634 703 467 8.108 12.022 6.439
dell'incidente e l'arrivo dell'ambulanza in ospedale.
Al verificarsi di un grave incidente, al fine della salvezza della vita umana o della ri-duzione di gravi menomazioni, due sono i fattori determinanti e inscindibili di cui oc-corre tener conto:
— la tempestività dell'intervento rianima-torio sul luogo stesso dell'incidente, in modo da ridurre quanto più possibile il co-siddetto «therapy-free interval», cioè quel periodo di tempo durante il quale l'infor-tunato resta privo di assistenza medica; — la qualità dell'intervento, in termini di professionalità specifica dell'équipe medica e di disponibilità di idonee apparecchiatu-re di rianimazione trasportabili sul posto.
C
irca la tempestività, viene unanime-mente riconosciuto, che sono i primi 20-30 minuti dopo il sinistro quelli più im-portanti ai fini della salvezza di una vita umana, dando ovviamente per scontato che, in ogni caso, più è rapido l'intervento più aumentano le possibilità di salvezza o di limitazione dei danni fisici.Riguardo alla qualità, si ritiene che un li-vello ottimale sia conseguibile riuscendo ad inviare sul posto, entro quei 20-30 mi-nuti, una équipe sanitaria composta alme-no da un medico e da un infermiere forniti di medicinali e apparecchiature idonee. Ciò, in quanto, un'alta percentuale di de-cessi e di invalidità permanenti sono
dovu-Fig. 2 - L'attrezzatura di pronto soccorso d'una eliam-bulanza Agusta. I.'Agusta - Fotonews).
Fig. 3 - Elicottero-ambulanza tedesco in operazione.
ti non tanto al trauma principale, quanto ad eventi «secondari»: ostruzione delle vie respiratorie, ipotensione, schock, compli-canze cardio-circolatorie, emorragie, insuf-ficienze vascolari periferiche dovute a mal-posizioni di arti fratturati, ecc.
In questi ultimi anni, sono stati condotti approfonditi studi sugli effetti della tempe-stività e operalità dell'intervento rianima-torio sul posto, che hanno evidenziato: — l'importanza di togliere l'infortunato, nel più breve tempo possibile, da condizio-ni ambientali nocive: il caldo, il freddo, le malposizioni, la folla, sono tutti elementi che possono aggravare notevolmente la si-tuazione. Non va trascurato l'aspetto psi-cologico; per l'infortunato è importantissi-mo avere la sensazione «che si sta facendo qualcosa per lui»;
— i tempi ed i risultati delle degenze suc-cessive al sinistro: un'apposita indagine ha evidenziato che un pronto e qualificato in-tervento rianimatorio può ridurre sensibil-mente i tempi di degenza in terapia inten-siva. Si valuta che qualità e rapidità del soccorso possano far ottenere al 63% dei ricoverati in rianimazione il trasferimento ad altri reparti entro 3 giorni. In caso con-trario la percentuale si riduce al 14%; me-diamente il periodo di degenza è superiore ai 10 giorni;
— le probabilità di sopravvivenza in fun-zione della qualità e/o della tempestività: in uno studio condotto su una serie di au-topsie di pazienti deceduti a seguito di in-cidente stradale, su 106 casi, viene rilevato che almeno 7 individui avrebbero potuto sopravvivere se fosse stato prestato un in-tervento qualitativamente più valido, 2 avrebbero potuto essere salvati con una maggiore tempestività, mentre un altro 20% avrebbe avuto comunque probabilità di sopravvivenza.
Un altro studio sui politraumatizzati, asse-risce che riducendo i tempi medi di inter-vento da 13,5 min. a 8 min. si può ottenere una diminuzione dei decessi nell'ordine del 27%.
Allo stato attuale, in Italia, anche laddove esistono le migliori e più capillari organiz-zazioni di pronto soccorso sanitario, si è molto lontani da livelli ottimali di servizio che realizzino nel modo migliore il bino-mio «tempestività-qualità» dell'intervento sul posto.
A parte la tempestività, manca del tutto e ovunque il concetto stesso di «servizio me-dico da rendere sul posto», il che peraltro è ampiamente giustificato dall'impossibili-tà di ottenere tali tempi e qualidall'impossibili-tà ottimali, operando via-terra.
C
ome già accennato, l'impossibilità di risolvere il problema con criteri e mezzi tradizionali, ha indotto vari Paesieuropei ed extraeuropei a prendere prima in considerazione e poi ad adottare, anche su larga scala, dopo opportuna sperimenta-zione, sistemi di pronto soccorso con eliambulanza, superando problematiche tecniche ed economiche che fino a pochi anni orsono non avevano reso possibile l'impiego dell'elicottero in questo settore. In Italia l'utilizzazione dell'elicottero ad integrazione del sistema di pronto soccorso operante via-terra è stata soltanto e per breve tempo sperimentata a Roma, nell'e-state 1984, dotando il Centro di rianima-zione dell'Ospedale «S. Camillo» di una eliambulanza Agusta A 109 MK II. Tale esperimento, attuato in collaborazio-ne tra l'ACI e la Regiocollaborazio-ne Lazio, utilizzan-do la rete dei collegamenti radio-telefonici della Centrale operativa regionale «116» dell'ACI Soccorso Stradale di Roma, ha avuto risultati superiori alle aspettative, sia in termini quantitativi che qualitativi. Altre esperienze, in Italia, sono riferibili soltanto all'attività di elicotteri apparte-nenti ad Enti militari e di privati, non fina-lizzati ed attrezzati per gli interventi di pronto soccorso, in quanto operanti senza medico a bordo, privi delle pur minime at-trezzature sanitarie, se non addirittura pe-ricolosi per i pazienti, quando siano utiliz-zati modelli che superano certe soglie di rumorosità e vibrazione.
I mezzi militari, in particolare, sono vinco-lati nella loro operatività da normative d'impiego che ne limitano notevolmente la disponibilità, comunque subordinata ai primari compiti di istituto delle Forze alle quali appartengono (difesa, ordine pubbli-co, finanza, ecc.).
In sintesi, le motivazioni e le condizioni, oltre a quelle già trattate, che hanno con-tribuito all'affermazione di questo mezzo aereo come strumento di pronto soccorso sanitario sono:
— la rapidità d'intervento e la capacità di atterrare pressoché ovunque: queste carat-teristiche, accentuate dalla più recente evo-luzione tecnologica consentono all'elicotte-ro di raggiungere prima di qualsiasi altall'elicotte-ro mezzo ogni località, anche le più difficili ed inaccessibili, vista anche la possibilità di operare in «hovering» (volo staziona-rio);
— il confort di volo e la sicurezza: l'ado-zione di rotori tripala o quadripala e le in-sonorizzazioni interne hanno eliminato pressoché tutte le controindicazioni che
sconsigliavano l'impiego dell'elicottero per alcuni particolari stati patologici. Gli eli-cotteri attuali sono, dopo l'aereo, i mezzi più indicati per il trasporto dei malati, pre-cedendo di gran lunga l'autoambulanza. Quanto alla sicurezza, gli elicotteri più moderni, oltre alla maggiore affidabilità derivante dai nuovi materiali e dalle più avanzate tecniche costruttive, dispongono di doppi motori a turbina che garantiscono sempre, anche con un solo propulsore, la continuazione del volo;
— l'apprezzamento della «produttività so-ciale» dell'elicottero: fino a pochi anni or-sono si era ritenuto che l'elicottero, in quanto mezzo particolarmente sofisticato e costoso, dovesse e potesse operare soltanto nell'ambito di quelle organizzazioni che, per loro natura, non possono e non debbo-no tradurre in termini rigidamente ecodebbo-no- econo-mici la loro attività (difesa, ordine pubbli-co, finanza, vigili del fuoco). In realtà, quando si parla di «costo» si esprime un concetto relativo, che assume valore sol-tanto se confrontato al «beneficio» che l'investimento stesso può produrre. Laddo-ve l'elicottero sanitario è stato e viene usa-to correttamente e sistematicamente per il pronto soccorso, in particolare in Germa-nia, il «beneficio» prodotto ogni anno è in media di 100 salvataggi di vite umane per ogni eliambulana in servizio.
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ornando ai dati sulla distribuzione territoriale degli incidenti nella Re-gione Piemonte, si rileva che la provincia di Torino è al primo posto assoluto nella regione con il 33,8% del totale, seguono Alessandria con il 18%, Novara con il 17,9%, Cuneo con il 14,5%, Asti con 1*8,3% e Vercelli con il 7,5%.Inoltre, si rileva che circa il 70% degli inci-denti stradali avviene sulla rete stradale ur-bana, mentre circa il 57% dei morti ed il 35% dei feriti avvengono sulla rete stradale extraurbana.
Con riferimento all'offerta di servizio, per far fronte all'infortunistica citata, occorre subito premettere che il Piemonte può vantare una situazione sicuramente miglio-re di quanto si può di norma riscontramiglio-re nel resto del Paese.
La Regione Piemonte ha infatti predispo-sto, nell'ambito della programmazione sa-nitaria, una rete di appositi servizi che ten-dono a garantire, nel modo più completo e
uniforme possibile, su tutto il territorio re-gionale e a tutti i cittadini, interventi ade-guati ogni volta che si trovino in condizio- 1 ne di emergenza sanitaria.
A questo fine il territorio regionale è co-perto da una rete ospedaliera che conta quattro D.E.A. di II livello e ventidue di I ' livello, ove si trovano tutte le attrezzature e le specializzazioni mediche che possano far fronte in modo adeguato a tutte le emergenze; a questa rete si aggiungono nu-merosi altri ospedali minori che sono in grado di garantire un primo intervento. A fianco di questa organizzazione ospeda-liera opera un parco autoambulanze su 189 postazioni costituito complessivamen-te da 586 mezzi di cui 174 muniti di
radio-telefono. n
La Regione Piemonte, stante i criteri e le classificazioni adottate in merito ai D.E.A. di I e II livello e con la suddivisione del territorio in quattro grandi aree nelle quali si realizzano le afferenze dai primi ai se-condi livelli (Torino, Novara, Cuneo, Alessandria), appare proprio per questi aspetti particolarmente idonea ad utilizza-re un sistema integrato di soccorso e tra-sporto, di malati, efficiente, rapido e flessi-bile, che concentri piuttosto che polveriz-zare e disperdere energie, attrezzature e ca-pacità.
Per quanto fin qui detto, si considera che un servizio con eliambulanze possa essere utilmente inserito nella realtà sanitaria del-la Regione Piemonte, valutando le diverse possibili soluzioni e i possibili gradi di at-tuazione.