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La disponibilità del mercato

Nel documento Cronache Economiche. N.001, Anno 1986 (pagine 33-36)

DELL'APPROVVIGIONAMENTO ITALIANO DEI ROTTAMI FERROSI

3.2. La disponibilità del mercato

La disponibilità di rottami ferrosi sul mer-cato7 all'interno della Comunità è legger-mente diminuita nel decennio da 36.493 mila t. a 35.109 mila t. con un calo per-centuale pari al 3,8%.

Nella ripartizione territoriale di questa va-riazione di - 3 , 8 punti (vedi tab. n. 15) emergono il ruolo positivo dell'Italia, per ben +6,9 punti, e quello negativo del

Re-Tabella 15 - Disponibilità di rottami sul mercato nella CEE: variazioni assolute e percentuali nel decennio 1973-82 ripartite per paese e scomposizione della variazione per-centuale totale in punti imputabili ai singoli paesi

Variazioni Punti di variazione

P a e s l assolute (000/t) % imputabili a

Repubblica Federale Tedesca - 6 8 0 - 5,7 - 1 , 9

Francia + 64 + 1,0 + 0,2 Italia + 2 5 1 4 + 67,5 + 6,9 Regno Unito - 2 . 7 9 1 - 2 6 , 0 - 7 , 6 Belux - 686 - 4 6 , 4 - 1 , 9 Paesi Bassi + 79 + 5,5 + 0,2 Irlanda + 18 + 27,3 Danimarca + 98 + 21,4 + 0,3 CEE - 1.384 - 3,8 - 3 , 8

Tabella 13 - Bilancio rottami del Regno Unito (OOO/t)

Risorse Esportazioni Totale Recuperi Ricevimenti

interni nazionali

Fonte: EUROSTAT

Tabella 14 - Recuperi interni nella CEE: variazioni assolute e percentuali nel decennio 1973-82 ripartite per paese e scomposizione della variazione percentuale to-tale in punti imputabiHai singoli paesi

Variazioni Punti di variazione

P a e s i assolute (OOO/t) % imputabili a - 4.628 - 2.404 - 849 - 2.444 - 2 . 6 8 1 514 4 30 - 1 3 . 5 5 4

«

gno Unito, per - 7 , 6 punti, mentre la Re-pubblica Federale Tedesca contribuisce con - 1,9 punti, il Belux con - 2 e la Fran-cia con +0,2 punti; i rimanenti paesi han-no valori tutti positivi con apporti compre-si t r a + 0,1 e + 0,3 punti.

Considerando i valori assoluti dei paesi più

importanti, se ne notano due in diminuzio-ne: il Regno Unito da 10.727 mila t. a 7.936 mila t. (-26%) e la Repubblica Fe-derale Tedesca da 12.025 a 11.345 mila t. (-5,7%). Gli altri due sono invece in au-mento: eccezionale quello italiano, da 3.727 mila t. a 6.241 mila t. (+67,5%) ed

Tabella 16 - Rottami nuovi nella CEE: variazioni assolute e percentuali nel decennio 1973-82 ripartite per paese e scomposizione della variazione percentuale totale in punti imputabili ai singoli paesi

Paesi Variazioni assolute (OOO/t) % Punti di variazione imputabili a

Repubblica Federale Tedesca - 1 . 3 4 1 Francia - 809 Italia + 2 3 5 Regno Unito - 1 . 4 9 9 Belux _ 1 5 7 Paesi Bassi - 1 3 9 Irlanda _ 5 Danimarca - 46 - 19,3 - 2 1 , 5 + 7,5 - 3 9 , 4 - 2 1 , 4 - 2 4 , 4 - 7,8 - 15,9 - 6,9 - 4,2 + 1,2 - 7,8 - 0,8 - 0,7 - 0,3 CEE - 3 . 7 6 1 - 19,5 - 19,5

Fonte: elaborazioni su dati EUROSTAT

Tabella 17 - Rottame vecchio di raccolta nella CEE: variazioni assolute e percentuali nel de-cennio 1973-82 ripartite per paese e scomposizione della variazione percen-tuale totale in punti imputabili ai singoli paesi

p „ „c j Variazioni

assolute ( 0 0 0 / t ) % Punti di variazione imputabili a

Repubblica Federale Tedesca + 661 Francia + 903 Italia + 2 . 2 7 9 Regno Unito - 1 . 2 9 2 Belux - 575 Paesi Bassi + 2 3 4 Irlanda + 23 Danimarca + 144 + 13,1 + 32,2 + 376,1 - 18,7 - 75,5 + 27,4 + 11,5 + 84,7 + 3,8 + 5,3 + 13,3 - 7,5 - 3,3 + 1,4 + 0,8 CEE +2.377 + 13,8 + 13,8

Fonte: elaborazioni su dati EUROSTAT

Tabella 18 - Fabbisogno di acquisto esterno di rottami nel decennio 1973-82 ripartito per anno nella CEE e nella Repubblica Federale Tedesca, Francia, Italia e Reqno Unito ( 0 0 0 / t )

Anni

Repubblica Federale

Tedesca Francia Italia Regno Unito CEE

1973 11.151 4.091 9.149 9.618 36.707 1974 11.439 4.725 10.134 7.593 36.666 1975 9.398 3.815 9.398 6.782 31.670 1976 10.176 4.145 10.367 8.1 13 35.180 1977 9.976 3.970 10.702 7.211 34.425 1978 11.1 17 4.529 1 1.868 7.072 38.182 1979 10.847 4.489 12.008 7.207 38.201 1980 10.243 4.546 13.386 4.256 35.196 1981 10.266 4.137 11.861 4.743 33.285 1982 9.423 3.759 12.009 4.655 32.109

Fonte: elaborazioni su dati EUROSTAT

infimo quello francese, da 6.602 mila t. a 6.666 mila t. (+0,1%). In questo modo il peso percentuale degli stessi sul corrispon-dente valore totale CEE è variato: per l'Ita-lia e la Francia aumenta rispettivamente dal 10,2% al 17,8% e dal 18,1% al 19%, mentre diminuisce per la Repubblica Fe-derale Tedesca e per il Regno Unito nel-l'ordine dal 33% al 32,3% e dal 29,4% al 22,6%. La Germania Occidentale si con-ferma tuttavia all'interno della Comunità Europea il maggiore mercato del rottame, seguita dalla Gran Bretagna; insieme questi quattro paesi passano dal 90,7% al 91,7% delle disponibilità CEE in questo campo. Relativamente alle due componenti del-l'offerta sul mercato interno, il rottame nuovo e quello vecchio, è stato solo il se-condo che ha messo in luce una crescita; il primo è infatti diminuito nella Comunità Europea del 19,5% contro un aumento del secondo del 13,8% ed in valori assoluti il primo è sceso da 19.311 mila t. a 15.550 mila t., mentre l'altro è salito da 17.182 mila t. a 19.559 mila t., divenendo quindi il più importante. Infatti sui 3,8 punti di decremento della disponibilità del merca-to, + 6,5 derivano dal rottame vecchio e - 10,3 da quello nuovo.

Volendo individuare il contributo attribui-bile ad ogni paese, nel rottame nuovo (vedi tab. n. 16) risulta un unico valore positivo di +1,2 punti dell'Italia, mentre per tutti gli altri i valori sono negativi e sono da se-gnalare - 7 , 8 del Regno Unito, - 6 , 9 della Repubblica Federale Tedesca e - 4,3 della Francia. Infatti è l'Italia l'unica ad aver re-gistrato un aumento del 7,5% del rottame nuovo contro i cali tedesco, francese e bri-tannico rispettivamente del 19,3%, 21,5% e 39,4%. Di conseguenza è variato il peso di questi paesi sul totale CEE: per l'Italia e la Repubblica Federale Tedesca aumenta rispettivamente dal 16,2% al 21,6% e dal 36,1% al 36,2%, mentre diminuisce per la Francia ed il Regno Unito nell'ordine dal 19,6% al 19% e dal 19,7% al 14,8%. In tut-ti i paesi la tendenza è strettamente legata a cause strutturali: la diminuzione del tas-so di caduta8 e quella del consumo appa-rente9. Quest'ultima diminuzione in paesi industrializzati potrebbe confermare che è in atto negli stessi un processo di de-industrializzazione, dato che sono entrati in una fase di evoluzione del consumo di acciaio, caratterizzata da una saturazione del mercato dei prodotti industriali. È

ov-vio che è diminuito l'apporto percentuale dei rottami nuovi sulla disponibilità del mercato. A livello CEE essa scende dal 52,9% al 44,3%; l'Italia è il paese ove rag-giunge un peso maggiore (è del 53,8% pur essendo partito dall'83,7%), seguito dalla Repubblica Federale Tedesca (dal 57,9% al 49,6%), dalla Francia (dal 57,5% al 44,3%) e dal Regno Unito (dal 55,5% al 29,1%).

e

Fig. 7 - Fabbisogno esterno di acquisto di rottami ferro-si nei paeferro-si della CEE nel 1972 e nel 1982 (i paeferro-si con valore inferiore al 5% del totale comunitario sono stati tralasciati!.

Fig. 8 - Numeri indici 11973= 100) del fabbisogno esterno di acquisto di rottami ferrosi nella CEE e nella Repubblica Federale Tedesca, Gran Bretagna, Francia e Italia.

Ne discende che è aumentata la commer-cializzazione e quindi la raccolta di rotta-mi vecchi, che è passata dal 47,1% al 55,7% delle disponibilità del mercato. Il Regno Unito è quello che si trova sui

valo-ri più elevati (dal 45,5% è passato al 70,9% della disponibilità), seguita dalla Francia (dal 42,5% al 55,7%), dalla Repubblica Fe-derale Tedesca (dal 42,1% al 50,4%) e dal-l'Italia (dal 16,3% al 46,2%). Sono da sot-tolineare le variazioni del peso di questi paesi sulla raccolta del rottame vecchio nella Comunità: il balzo dell'Italia dal 3,5% al 14,8%, l'aumento della Francia dal 16,3% al 19%, il leggero arretramento del-la Repubblica Federale Tedesca, dal 29,4% al 29,3%, ed il crollo del Regno Unito dal 40,2% al 28,8%. Queste variazioni si com-pensano tra loro dal punto di vista territo-riale, dato che i quattro paesi citati passa-no dall'89,4% della raccolta CEE al 91,9% della stessa.

Sui 13,8 punti di crescita solo due paesi presentano un contributo negativo (vedi tab. n. 17), il Regno Unito con - 7 , 5 ed il Belux con - 3 , 3 , mentre tutti gli altri ne mettono in luce uno positivo; risalta netta-mente l'Italia con + 13,3 punti, seguita dal-la Francia con +5,3 punti e daldal-la Repub-blica Federale Tedesca con + 3,8 punti. Evidentemente la diminuzione del rottame nuovo ha stimolato la domanda sul merca-to, che a sua volta mediante l'innalzamen-to del prezzo del rottame10 ha reso conve-niente la raccolta di rottami; in tal modo è stato parzialmente riutilizzato l'acciaio consumato in periodi precedenti (si stima che nella CEE dopo circa 13-17 anni di vita media del manufatto che lo incorpora venga recuperato il 40% dell'acciaio). In base ai dati Eurostat l'Italia ha avuto una grossa crescita percentuale nella raccolta del rottame vecchio, raggiungendo un valo-re del 376,1% contro il 32,2% della Fran-cia ed il 13,1% della Repubblica Federale Tedesca; il Regno Unito, come detto in

precedenza, è invece calato del 18,7%. Per individuare il peso del mercato nel-l'approvvigionamento dei rottami è neces-sario utilizzare il concetto di fabbisogno di acquisto esterno netto, che è pari ai consu-mi di rottaconsu-mi depurati dei recuperi interni e quindi comprende i ricevimenti naziona-li, rettificati dal saldo tra le importazioni e le esportazioni e dal movimento delle scor-te". Essendo diminuito il consumo di rot-tami è evidentemente diminuito anche il fabbisogno d'acquisto esterno con un valo-re percentuale però inferiovalo-re e pari al

12,5%, passando nell'intera Comunità da 36.707 mila t. a 32.109 mila t. (vedi tab. n. 18). A livello dei principali paesi l'unico che registra un aumento è l'Italia, che sale da 9.149 mila t. a 12.009 mila t. (+31,3%), mentre gli altri tre ne denunciano una di-minuzione: la Repubblica Federale Tede-sca da 11.151 mila t. a 9.423 mila t. (-15,5%), il Regno Unito da 9.618 mila t. a 4.655 mila t. (-51,6%) e la Francia da 4.091 mila t. a 3.759 mila t. (-8,1%). La conseguenza risultante è la crescita dell'in-cidenza percentuale italiana sul valore CEE, dal 24,9% al 37,4%, a scapito della Repubblica Federale Tedesca che scende dal 30,4% al 29,4%, del Regno Unito, dal 26,2% al 14,5%, mentre la Francia guada-gna leggermente, dall'I 1,2% all'I 1,7%. La ripartizione dei 12,5 punti di decremento segue lo schema visto in precedenza per i consumi. Italia e Danimarca (vedi tab. n. 19) sono gli unici con un contributo positi-vo rispettivamente con +7,8 e +0,6; tutti gli altri paesi ne danno uno negativo e si distinguono il Regno Unito con - 13,5, la Repubblica Federale Tedesca con - 4 , 7 , il Belux con - 1,7 e la Francia con - 0,9. Rapportando il dato del fabbisogno di

ac-Tabella 19 - Fabbisogno d'acquisto esterno di rottami nella CEE: variazioni assolute e

per-centuali nel decennio 1973-82 ripartite per paese e scomposizione della varia-zione percentuale totale in punti imputabili ai singoli paesi

Paesi Variazioni Punti di variazione

Paesi assolute (OOO/t) % imputabili a

Repubblica Federale Tedesca - 1.728 - 15,5 - 4,7

Francia - 332 - 8,1 - 0,9 Italia + 2.860 + 31,3 + 7,8 Regno Unito - 4 . 9 6 3 - 5 1 , 6 - 13,5 Belux - 575 - 3 2 , 3 - 1,6 Paesi Bassi - 116 - 19,0 - 0,3 Irlanda 12 - 17,1 Danimarca + 268 + 37,9 + 0,7 CEE - 4 . 5 9 8 - 12,5 - 12,5

quisto esterno ai consumi di rottami, si può individuare la dipendenza degli utiliz-zatori dal mercato. Risulta che a livello CEE essa è aumentata, passando dal 53,3% del 1973 al 63,3% del 1982 Un solo pae-se ha diminuito la sua dipendenza ed è il Regno Unito, che è sceso dal 61,9% al 57,2%, mentre gli altri paesi l'hanno au-mentata: la Francia cresce dal 41,9% al 53,5%, la Repubblica Federale Tedesca sale dal 51,8% al 62,1% e l'Italia si pone sui livelli più elevati, passando dal 68,7% al 78,4%. E tale fenomeno è evidentemente da collegare con la diminuzione dei recu-peri interni dell'industria siderurgica.

Nel documento Cronache Economiche. N.001, Anno 1986 (pagine 33-36)