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ECONOMIA TOR NES

Nel documento Cronache Economiche. N.001, Anno 1986 (pagine 113-121)

Nelle colonne che seguono si presenta uno stralcio del-l'indagine curata dall'istituto camerale torinese sull'an-damento congiunturale dell'economia della provincia di Torino nel corso del 4° trimestre 1985.

I SETTORI PRODUTTIVI IN GENERALE

Industria

Il 33% delle imprese intervistate ha dichiarato di aver prodotto di più nei confronti del trimestre prece-dente, il 56% è rimasto stazionario e I* 11% ha con-suntivato un calo (saldo + 22%, a fronte di - 19% tre mesi fa e + 22% alla stessa data dell'anno preceden-te). Rispetto al quarto trimestre 1984 vi è un 37% di risposte indicanti un andamento evolutivo, un 45% stazionarietà e un 1 8% flessione (saldo + 1 9%, a fronte di + 24% la volta scorsa e + 21 % nel dicembre

1984).

La capacità produttiva è apparsa in ascesa a detta dell'8% degli interpellati, invariata per l'87% e ce-dente per il 5% (saldo + 4%, contro + 8% e + 3% nel-l'ordine nelle due volte precedenti), mentre i costi di produzione sono cresciuti a giudizio del 74% delle imprese, rimasti uguali per il 21% e in diminuzione per il 5% (saldo +69%, a fronte di + 6 7 % a settem-bre e + 71 % un anno fa).

Quanto ai prezzi di vendita, il 27% li ha visti crescere, il 72% restare fermi e l'1% regredire (saldo +26%, contro + 18% e + 2 5 % nelle due scorse occasioni), mentre in merito al fatturato, i pareri si sono invece così ripartiti, sempre in confronto con il trimestre precedente: 41% lievitazione, 47% stazionarietà e 12% involuzione (saldo + 29%, a fronte di - 13% tre mesi fa e + 32% lo scorso anno).

Nei confronti della domanda interna, il 20% dei giudi-zi è di crescita, il 64% di stagiudi-zionarietà e il 1 6% di ce-dimento (saldo +4%, contro + 3% a settembre e + 8% un anno fa); per quel che concerne gli ordinativi esteri, il 22% li ha considerati in crescita, il 67% co-stanti e l'11% in flessione (saldo +11%, contro + 12% sul trimestre passato e + 1 7% nel dicembre

1984).

Previsioni per il primo semestre 1986: produzione + 24% (+ 16% tre mesi fa) (+23% un anno fa); do-manda interna + 16% (+ 8%) (+ 10%); dodo-manda este-ra + 29% (+13%) (+23%); occupazione - 1 3 % ( - 10%) ( - 20%); prezzi di vendita + 52% (+ 40%) (+55%).

Commercio

Le vendite a prezzi costanti dei grossisti sono au-mentate, tra il terzo e il quarto trimestre 1985, a detta del 46% degli intervistati, rimaste costanti per il 37% e scese per il 17% (saldo + 29%, a fronte del - 6% del trimestre precedente e del + 26% lo scorso anno). Quanto ai dettaglianti, il 51% ha giudicato la situazione in via di miglioramento, il 36% stazionaria e il 13% in involuzione (saldo +38%, contro - 17% tre mesi fa e + 20% nel quarto trimestre 1984). In merito alle giacenze, il 14% dei grossisti le consi-dera esuberanti, il 69% normali e il 17% scarse (sal-do - 3 % , a fronte di - 10% nel trimestre passato e - 2 % nel dicembre 1984). Tra i dettaglianti, il 22% ritiene il proprio magazzino esuberante, il 68% in equilibrio e il 10% sottodimensionato (saldo + 12%, contro + 1 7% a settembre e + 13% un anno fa). Relativamente ai prezzi, il 32% dei grossisti li ha visti crescere sul trimestre precedente, il 59% rimanere invariati e il 9% diminuire (saldo + 2 3 % , contro + 32% nel settembre e + 2 9 % nel dicembre 1984). Tra i dettaglianti, il 39% si è espresso per l'aumento, il 56% per la stazionarietà e il 5% per la flessione

(saldo + 34%, a fronte di + 4 3 % tre mesi fa e + 4 1 % lo scorso anno).

Le previsioni per il primo trimestre 1 986 mettono in rilievo un 14% di grossisti ottimisti, un 64% di indif-ferenti e un 22% di pessimisti (saldo - 8 % , contro + 36% nel trimestre precedente e - 8 % un anno fa). Quanto ai dettaglianti, il 16% intravede un migliora-mento, il 40% è per la stazionarietà e il 44% è per una flessione (saldo - 28%, a fronte di + 27% la volta scorsa e di - 26% un anno fa).

Credito

Vaffluenza del risparmio è stata giudicata in crescita rispetto al trimestre precedente dal 33% degli istituti di credito interpellati e costante dal 67% (saldo + 33%, contro + 5 0 % nel settembre di quest'anno e + 60% un anno fa).

Circa le richieste di credito, il 50% delle risposte è per l'incremento e il 50% per la stazionarietà (saldo + 50%, contro - 40% lo scorso trimestre e + 20% nel dicembre 1984), mentre con riguardo alle concessio-ni di credito, il 67% è per la crescita e il 33% per la stazionarietà (saldo +67%, a fronte di - 2 7 % nella precedente occasione e di + 10% lo scorso anno). Il costo del denaro è rimasto costante per il 17% del-le banche intervistate e calato per l'83% (saldo - 83%, contro - 100% tre mesi fa e + 20% lo scorso anno).

Previsioni per l'economia torinese nel primo trime-stre 1986: il 17% s'aspetta un miglioramento e l'83% stazionarietà (saldo +17%, contro + 1 0 % a settembre e + 60% nel dicembre 1984).

MOVIMENTO ANAGRAFICO E DELLE FORZE DI LAVORO Popolazione

Nei primi nove mesi del 1985 i nati in provincia di Torino sono stati 14.350 (+ 1,2% sul corrispondente periodo del 1984) e i morti sono ammontati a 16.568 (+0,8%). Si tratta tuttavia di dati ancora provvisori. Il saldo naturale è così leggermente mi-gliorato rispetto al 1984 ( - 2 . 2 1 8 unità contro - 2 . 2 6 6 ) . Quanto al movimento migratorio, nello stesso periodo sono calati sia gli immigrati ( - 2 , 1 % sul gennaio-settembre 1984, da 50.104 persone a 49.073), che gli emigrati (-7,2%, da 58.540 a 54.300). Ne consegue per il 1985 un saldo migrato-rio di - 5 . 2 2 7 unità, sensibilmente più contenuto nei confronti di quello rilevato alla stessa data dello scorso anno ( - 8 . 4 3 6 unità). Il saldo totale è stato pari a - 7 . 4 4 5 persone, a fronte di - 10.702 dell'an-no precedente.

Il comune capoluogo a fine dicembre 1985 eviden-ziava una popolazione pari a 1.036.398 abitanti, con una flessione dell' 1,3% rispetto all'anno passato. In quest'anno sono nate 7.426 persone ( - 2 , 8 % rispet-to al 1984) e ne sono decedute 9.385 (- 1,3%), per cui il saldo naturale è nel frattempo passato da - 1.868 unità a - 1.547. Per quel che concerne il movimento migratorio, in Torino città sono immigra-te nell'anno in esame 18.355 persone, a fronimmigra-te di 17.024 nel 1 984 (+ 7,8%), mentre ne sono emigrate quest'anno 29.995, con una variazione del - 1 1,4%. Pertanto, il comune capoluogo ha perso 1 1.640 abi-tanti a causa del movimento migratorio, contro 16.923 nell'ugual scorcio dell'anno trascorso (-31,2%).

In sintesi si può dire che sta continuando il calo di Torino a causa sia della flessione delle nascite, sia per il processo di redistribuzione degli abitanti sul territorio metropolitano. Infatti, il resto della

provin-t

(

eia ha guadagnato anche quest'anno abitanti a sca-pito della capitale regionale (quasi 10.000 unità). Occorre però rilevare che il fenomeno si sta lenta-mente riassestando, per cui è probabile che l'emor-ragia demografica di Torino sia vicina all'esaurimen-to, almeno come area metropolitana.

Movimento ditte

Nei primi undici mesi del 1985 si sono iscritte alla Camera di commercio di Torino 17.012 ditte, con una crescita del 6,9% sul corrispondente periodo dell'anno precedente. Nel frattempo le cancellazioni sono salite del 25%, passando da 11.481 nel 1984 a 14.354 nell'anno successivo.

Settore per settore, le iscrizioni sono lievitate del-l'8,7% (da 4.899 a 5.326) tra le ditte industriali, sono salite del 13,2% tra quelle commerciali (da 7.017 a 7.941) e si sono ridotte del 6,4% per le re-stanti attività (da 4.002 a 3.745).

Quanto alle cancellazioni, esse hanno subito una lie-vitazione sia per l'industria (+32,6%, da 4.036 a 5.351) che per il commercio (+23%, da 5.051 a 6.214) che per le altre attività (+ 16,5%, da 2.394 a 2.789).

Forze di lavoro

In Piemonte il totale delle forze di lavoro al 1985 (media delle quattro rilevazioni trimestrali ISTAT) ammontava a 1.943 mila unità, di cui 1.193 mila maschi e 751 mila femmine. Il tasso d'attività risul-tava pari al 44,7% contro il 45,2% del 1984 e il 45,7% di due anni fa. Rispetto allo scorso anno la forza lavoro piemontese è quindi scesa di 3 4 mila unità.

Quanto agli occupati, nel 1985 erano pari a 1.758 mila (1.120 mila maschi e 6 3 8 mila femmine), per cui i disoccupati erano 185 mila, cioè il 9,5% della forza lavoro. Sul 1 984 è da segnalare una flessione di 46 mila unità tra gli occupati e un'ascesa di 11 mila tra i senza lavoro. Un altro anno di ripresa eco-nomica ha quindi sortito il solo effetto di frenare l'e-morragia occupazionale, tenuto conto che tra il 1983 e il 1984 erano invece andati perduti 48 mila posti di lavoro.

Nel 1985 vi erano 33 mila disoccupati veri e propri (cioè coloro che hanno perso un precedente impie-go), 90 mila in cerca di prima occupazione e 63 mila altre persone alla ricerca di un lavoro. Nei confronti dell'anno precedente i primi sono lievitati di mille unità (erano 32 mila), i secondi sono saliti di 2 mila (88 mila) e gli altri sono cresciuti di 9 mila. Tali oscil-lazioni vanno prese con beneficio d'inventario, in quanto occorre tenere nel debito conto la esistenza degli scarti campionari dovuti alla metodologia del-l'indagine.

Passando ad esaminare gli occupati, nel 1985 vi erano 161 mila persone impiegate nell'agricoltura (183 mila nell'anno precedente), 736 mila nell'indu-stria (772 mila nel 1984) e 861 mila nelle altre atti-vità (849 mila).

Nell'industria vi è stato un calo generalizzato, mode-sto nel settore dell'energia ( - mille), mentre sia la trasformazione (da 637 mila a 6 1 0 mila occupati), che le costruzioni (da 119 a 110 mila), hanno de-nunciato un cedimento occupazionale. Si tratta sem-pre di cali piuttosto vistosi ( - 4 , 2 % per i comparti manifatturieri e - 7,6% per le costruzioni) anche se meno marcati rispetto a un anno fa ( - 8,6% e - 9,2% nell'ordine).

I servizi nel loro insieme sono caratterizzati da un deciso rallentamento della loro precedente crescita occupazionale, visto che l'unico comparto in netta evoluzione è quello pubblico e dei servizi vari (+ 1 6 mila occupati), seguito a distanza dal credito e dalle assicurazioni (+4 mila unità). Sono invece apparsi in flessione gli altri servizi: il commercio ( - 6 mila uni-tà), i trasporti e le comunicazioni ( - 2 mila).

Tabella 1 - Popolazione presente in provincia di Torino secondo il sesso, l'età ed il grado di partecipazione al lavoro (Migliaia - media 1985)

Cifre assolute Percentuali Maschi Femmine Maschi e femmine Maschi Femmine femmine Maschi e 1 - Forze di lavoro 621 398 1.018 56,3 34,1 44,9

1.1 - Occupati 5 7 0 3 2 5 895 51,7 27,9 39,4 1.2 - Persone in cerca di occupazione 51 73 124 4,6 6,3 5,5

- di cui disoccupati ed in cerca di 1"

oc-cupazione 39 41 80 3,5 3,5 3,5

2 - Non forze di lavoro in età lavorativa ( 1 4 / 7 0

anni) 2 4 9 516 765 22,6 44,3 33,7

2.1 - Che non cercano lavoro ma sono

dispo-ste a lavorare a particolari condizioni . . 6 19 2 4 0,5 1,6 1,1 2.2 - Che non cercano lavoro né sono

dispo-ste a lavorare (a) 2 4 4 497 741 22,1 42,6 32,7 3 - Non forze di lavoro in età non lavorativa (fino

a 13 anni e oltre i 70) 2 3 3 2 5 2 4 8 5 21,1 21,6 21,4 TOTALE popolazione presente ( 1 + 2 + 3) 1.103 1.160 2.269 100,0 100,0 100,0 (a) Trattasi di persone che non sono disponibili al lavoro o per motivi volontari o per impedimenti oggettivi.

Tabella 2 - Occupati in provincia di Torino secondo il sesso, la posizione nella professione e la branca di attività economica (Migliaia - media 1985)

Maschi e femmine Maschi Branche di attività economica

Indipenden. Dipenden. Totale Indipenden. Dipenden. Totale

Agricoltura 29 4 33 16 3 19 Industria 38 366 404 31 269 300 - Energia (a) 0 9 9 0 7 7 - Trasformazione industriale 21 328 349 15 234 250 - Costruzioni 17 30 47 16 27 43 Altre attività 147 310 457 92 159 251 - Commercio 106 74 180 60 44 104 - Trasporti e comunicazioni 7 34 4 0 6 29 35 - Credito, assicurazioni 2 37 4 0 2 20 22 - Amministraz. pubblica, altri servizi 32 165 197 24 66 89

TOTALE 214 680 895 139 430 570

(a) Estrazione di prodotti energetici, produzione e distribuzione di energia elettrica, gas ed acqua.

Si è perciò in presenza di un moto di assestamento generale, riscontrabile in un'attenuazione sia del re-gresso occupazionale dell'industria ( - 8,9% lo scorso anno a fronte dell'attuale -4,7%), che della crescita dei servizi (+5,5% e +1,4% nell'ordine). Si rileva inoltre che nel 1985 i lavoratori indipendenti copri-vano il 30% del totale degli occupati piemontesi, contro il 30,7% di un anno fa. Parrebbe quindi anche in questo caso verificarsi un cambiamento di tenden-za, visto che nel 1 977 tale percentuale era del 28% e poi era progressivamente cresciuta.

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In merito alla sola provincia di Torino, si è innanzitut-to notainnanzitut-to un cerinnanzitut-to calo nel innanzitut-totale delle forze di lavoro (da 1.039 mila unità nel 1984 a 1.018 mila nel 1985).

Quanto agli occupati, si rileva che l'agricoltura è ca-lata di circa 10 mila unità (da 43 mila a 33 mila), l'industria è arretrata di 16 mila occupati (da 4 2 0 mila a 4 0 4 mila), i servizi sono rimasti invariati (457 mila lavoratori).

All'interno del secondario vi è un cedimento sia dei rami della trasformazione (da 362 mila a 349 mila), sia delle costruzioni (da 5 0 mila a 47 mila). La

conti-nua involuzione dei comparti manifatturieri, seppur rallentata rispetto all'anno scorso, mette in luce le persistenti difficoltà dell'industria provinciale, nono-stante sia già avvenuto negli anni passati un pesante processo di smaltimento dei ranghi e sia da tempo avviata una, seppur modesta, ripresa congiunturale. Quanto al terziario, al suo interno il commercio è sceso di 8 mila unità (da 188 mila a 180 mila), i tra-sporti e le comunicazioni sono scesi di 4 mila, men-tre il credito e le assicurazioni sono aumentati di 2 mila occupati. Infine, le pubbliche amministrazioni e gli altri servizi sono passati da 189 mila addetti a 1 97 mila. Passando ai disoccupati, si rileva che nel 1985 ammontavano a 124 mila, contro 119 mila nell'anno precedente.

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Riassumendo i principali aspetti della situazione oc-cupazionale locale, si osserva che un primo elemen-to riscontraelemen-to è una flessione del tasso d'attività del-la popodel-lazione (44,7% nel 1 985 a fronte del 45,2% nel 1984), il che rappresenta un'inversione di ten-denza rispetto agli ultimi anni. Basti infatti pensare che nel 1 977 il suddetto tasso era pari al 43,6% ed era col tempo progressivamente aumentato. Al

conT a b e l l a 3 Popolazione provincia di conT o r i n o per luogo di residenza, l u o g o di presenza, c o n dizione, t i p o di occupazione, s e t t o r e di a t t i v i t à e c o n o m i c a e sesso (Migliaia -m e d i a 1 9 8 5 )

Maschi MODALITÀ Maschi Femmine e

femmine 1. Popolazione residente (a)

1.1 - di cui: temporaneamente emigrata all'estero . 2. Popolazione domiciliata di fatto (b)

2.1 - Occupati

- di cui: in cerca di nuova occupazione 2.1.1 - A tempo pieno -Agricoltura - Industria - Altre attività 2.1.2 - A tempo ridotto - di cui: - sottoccupati - a zero ore 2.1.3 - Non classificabili (c) 2.2 - Disoccupati

2.3 - In cerca di prima occupazione 2.4 - Altre persone in cerca di lavoro 2.5 - Non forze di lavoro

trario, tale mutamento nella direzione di marcia non si è verificato per le femmine, la cui percentuale di lavoratrici sul totale della popolazione di quel sesso è rimasta invariata nei due anni (33,6% ed era del 29,4% nel 1977). Ne consegue un certo calo tra i maschi, dal 57,6% di un anno fa all'attuale 56,5% (58,4% nel 1977).

La provincia di Torino presenta invece una flessione del tasso d'attività non solo sul totale (45,5% nel 1984 contro 44,9% nel 1985) e per i maschi, ma anche per le femmine (dal 34,4% al 34,1 %). Si mantiene invece la tendenza all'aumento del tas-so di ditas-soccupazione, passato nel frattempo a livello regionale dall'8,8% al 9,5% e nella provincia di Tori-no dall'11,5% al 12,2%. ITori-noltre in Piemonte si è rile-vato un tasso del 15% per le femmine (14,3% nel 1984) e del 6,1% per i maschi (5,4%). Si osserva quindi un incremento dei disoccupati più elevato per i maschi (+ 10,6%) rispetto alle femmine (+4,6%). Vi

1.103 1.166 2.269 0 0 0 1.103 1.166 2.269 5 7 0 3 2 5 8 9 5 2 4 16 4 0 523 2 6 5 787 16 11 27 2 7 5 86 3 6 0 2 3 2 168 4 0 0 46 6 0 108 0 0 0 26 23 49 3 1 4 12 8 21 2 7 33 6 0 12 32 4 4 4 8 2 768 1.250

è poi un trend a un lento riequilibrio territoriale, visto che mentre lo scorso anno i senza lavoro nella circo-scrizione torinese coprivano il 68,4% del totale re-gionale, nel 1 985 sono regrediti al 67% (ma in ter-mini di forze di lavoro Torino « pesa » solamente per il 52,4%).

La prima spiegazione che viene alla mente riguardo alla suddetta discesa del tasso d'attività è quella del-l'esistenza di un crescente pessimismo in certi strati della forza lavoro in merito alla probabilità di trovare un'occupazione. Come diretta conseguenza di que-sto atteggiamento si riscontra una crescita della per-centuale delle non forze di lavoro in attività lavorati-va (14-70 anni) sul totale della popolazione: dal 31,2% nel 1984 (42% le femmine e 1 9,6% i maschi) al 32,1% nel 1985 (42,4% le femmine e 21,1% i maschi).

Si può notare poi che tra le forze di lavoro risultano anche coloro che, pur non dichiarandosi in

condizio-ne professionale, si sono detti in cerca di lavoro, e quindi rientrano tra i disoccupati. Essi nel 1 984 am-montavano a 54 mila (pari al 31% dei disoccupati totali che erano 1 74 mila - 38,9% per le femmine e 1 8,2% per i maschi), mentre l'anno successivo erano 63 mila (34% del totale - 43,4% le femmine e 20,5% i maschi). Ciò significa che la flessione riscon-trata tra le forze di lavoro non è imputabile a questi strati «fluttuanti» della popolazione, bensì a lavora-tori «veri e propri». Infatti, qualora si depurassero le forze di lavoro delle persone rientranti nel suddetto raggruppamento, si riscontrerebbe nei confronti delle prime una flessione ancora più marcata (43 mila ri-spetto alle 3 4 mila verificate sul totale generale). Si rileva infine che nel 1985 la produttività per ad-detto nei rami manifatturieri sarebbe ancora cresciu-ta di un 6% circa, risulcresciu-tato più che apprezzabile e in linea con i miglioramenti tecnologici introdotti nel secondario piemontese.

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Dai dati comunicati dall'Ufficio provinciale del lavoro risulta che a fine novembre 1985 erano iscritti nelle liste di disoccupazione in provincia di Torino 21.315 lavoratori ( - 0 , 6 % sul 1984), di cui 57.671 alla pri-ma classe (+0,3%) e 56.863 alla seconda (-2,8%). Anche per questa via trova conferma l'ancor difficile situazione occupazionale torinese, sia tra i giovani in cerca del primo impiego (cioè gli appartenenti alla seconda classe) che tra i disoccupati veri e propri (prima classe). Inoltre, gli assunti nei primi undici mesi del 1985 erano pari a 78.280 unità (+ 15,2% sul corrispondente periodo del 1984) e i licenziati a 72.596 (-0,2%).

Quanto alla Cassa integrazione guadagni, nel 1985 le ore di intervento totali sono ammontate a 99.307.889, con un calo del 40% sul corrispondente periodo dell'anno precedente. Occorre però rilevare che i dati relativi al 1985 sono ancora provvisori e suscettibili di incrementi anche notevoli. Si osserva inoltre che vi è un calo sia per le ore straordinarie ( - 2 8 % e 77.278.403) che per quelle ordinarie ( - 6 2 % e 22.029.486).

In linea generale però appare qualche segno di ripre-sa, visto che i disoccupati non sono ulteriormente cresciuti ( - 0,6% secondo la fonte Ufficio provinciale del lavoro e + 4,2% per l'ISTAT) o almeno hanno for-temente ridotto la precedente spinta ascensionale. A ciò vanno aggiunte le buone notizie sull'andamento dei ricorsi alla Cassa integrazione guadagni. (a) Al netto dei membri permanenti delle convivenze.

(b) Popolazione con dimora abituale nel Comune, sia essa residente nel Comune stesso od in altro Comune italiano.

(c) Occupati dei quali non si conoscono le ore di lavoro effettuate nella settimana, essendo stati assenti dal Comune di residenza.

T a b e l l a 4 - M o v i m e n t i v a l u t a r i per classi m e r c e o l o g i c h e nella p r o v i n c i a di T o r i n o ( g e n n a i o - d i c e m b r e 1 9 8 4 )

I M P O R T A Z I O N I E S P O R T A Z I O N I t Dati assoluti C o m p o s i z i o n e Variazione % Dati assoluti C o m p o s i z i o n e Variazione %

C L A S S I M E R C E O L O G I C H E ( 0 0 0 ) % ' 8 3 / ' 8 4 ( 0 0 0 ) % ' 8 3 / ' 8 4 Produzione agricola z o o t e c n i c a 6 2 8 . 6 6 3 . 4 7 2 9 , 8 + 1 5 , 9 2 4 8 . 8 5 4 . 7 6 9 2 , 5 + 2 7 , 2 Produzione c h i m i c a f a r m a c e u t i c a 2 2 6 . 8 6 9 . 2 1 1 3 , 5 + 1 9 , 3 8 0 . 1 6 6 . 7 8 4 0,8 + 3 3 , 1 M a t e r i e plastiche 1 1 2 . 2 6 8 . 0 4 0 1,8 + 3 5 , 2 1 0 1 . 3 1 0 . 4 5 2 1,0 + 2 8 , 1 G o m m a 3 0 2 . 8 2 7 . 3 0 9 4 , 7 + 1 9 , 0 3 1 0 . 2 9 9 . 5 0 6 3,1 - 1 5 , 9 Pelli e c u o i o 9 1 . 3 0 2 . 8 7 3 1,4 + 6 3 , 6 5 7 . 4 9 7 . 0 4 3 0 , 6 + 3 9 , 5 Legno e s u g h e r o 5 3 . 7 1 3 . 1 1 7 0 , 8 + 2 4 , 6 2 4 . 7 5 2 . 2 1 7 0,3 + 5,1 Carta e libri 2 0 8 . 7 0 1 . 9 9 9 3 , 3 + 2 4 , 4 2 1 3 . 9 5 2 . 7 4 1 2,2 + 3 9 , 7 Tessili e a b b i g l i a m e n t o 2 1 1 . 1 5 5 . 8 7 7 3 , 3 + 1 9 , 6 3 5 0 . 9 0 8 . 1 1 9 3 , 6 + 3 0 , 3 M e t a l m e c c a n i c a 3 . 9 8 6 . 5 0 8 . 6 4 9 6 2 , 4 + 2 5 , 5 7 . 8 1 0 . 4 2 0 . 3 0 3 7 9 , 2 + 1 3 , 6 - mezzi di t r a s p o r t o 1 . 0 4 4 . 4 9 8 . 4 3 6 1 6 , 3 + 0 , 4 3 . 8 4 8 . 9 2 2 . 4 8 5 3 9 , 0 + 3,7 - restanti s e t t o r i 2 . 9 4 2 . 0 1 0 . 2 1 3 4 6 , 0 + 3 7 , 7 3 . 9 6 1 . 4 9 7 . 8 1 8 4 0 , 2 + 2 5 , 3 V a r i e 5 7 1 . 4 4 2 . 7 8 4 8 , 9 + 1 3 , 4 6 5 8 . 6 6 7 . 8 4 5 6,7 + 1,1 T O T A L E 6 . 3 9 3 . 4 5 3 . 3 3 1 1 0 0 , 0 + 2 3 , 1 9 . 8 5 6 . 8 2 9 . 7 7 9 1 0 0 , 0 + 13,1 Fonte: U n i o n e Italiana delle C a m e r e di c o m m e r c i o .

Tabella 5 - Distribuzione delle importazioni e delle esportazioni della provincia di Torino per paesi di provenienza e di destinazione (gennaio-dicembre 1984)

IMPORTAZIONI ESPORTAZIONI

Dati assoluti Composizione % sul totale Variazione % Dati assoluti Composizione % sul totale Variazione %

PAESI (000) % Italia ' 8 3 / ' 8 4 (000) % Italia ' 8 3 / ' 8 4

BELGIO 2 0 2 . 3 8 9 . 0 2 6 3,2 4,6 + 27,2 305.343.769 3,1 10,4 + 13,2 FRANCIA 1.581.386.795 24,7 10,9 + 15,2 1.816.102.410 18,4 12,0 - 3,7 GERMANIA R.F. 1.249.152.223 19,5 5,9 + 15,3 1.590.152.375 16,1 8,6 + 12,6 OLANDA 194.981.754 3,0 2,6 + 54,7 226.496.614 2,3 8,0 + 8,8 GRAN BRETAGNA 4 8 0 . 3 2 5 . 1 6 6 7,5 3,7 + 46,2 1.042.793.313 10,6 11,2 + 20,3 IRLANDA 34.735.699 0,5 10,9 - 4,4 33.358.173 0,3 12,6 + 3,9 DANIMARCA 70.728.530 1,1 6,4 - 3,7 129.829.309 1,3 15,7 + 44,1 TOTALE CEE 3.813.699.193 59,7 6,0 + 19,9 5.144.075.963 52,2 10,4 + 7,9 U.S.A. 469.734.527 7,3 3,5 + 49,9 925.092.435 9,4 7,5 + 80,1 ALTRI PAESI 2.1 10.019.61 1 33,0 4,0 + 24,0 3.787.661.381 38,4 7,2 + 10,2 TOTALE 6.393.453.331 100,0 4,9 + 23,1 9.856.829.779 100,0 8,6 + 13,1 Fonte: Unione Italiana delle Camere di commercio.

Tabella 6 - importazioni ed esportazioni (gennaio-dicembre 1984)

IMPORTAZIONI LIRE (000) ESPORTAZIONI LIRE (000)

LOCALITÀ 1983 1984 Variaz. % 1983 1984 Variaz. %

Torino 5.193.659.557 6.393.453.331 + 23,1 8.716.708.010 9.856.829.779 + 13,1

Piemonte 7.700.083.851 9.660.834.899 + 25,5 12.614.225.000 14.616.939.746 + 15,9

Italia 105.391.479.601 129.627.894.409 + 23,0 97.799.698.764 1 14.298.854.882 + 16,9

Fonte: Unione Italiana delle Camere di commercio.

I SINGOLI SETTORI INDUSTRIALI Alimentare

Il primo trimestre dell'anno è stato caratterizzato da una prevalenza di elementi positivi che hanno con-sentito un lieve innalzamento dei ritmi produttivi. Successivamente però si è registrata una sostanziale stazionarietà, che non ha consentito di superare in modo apprezzabile i livelli operativi conseguiti nel corrispondente periodo dell'anno precedente. Anche il luglio-settembre ha manifestato una certa debolezza e un andamento addirittura involutivo ri-spetto a tre mesi prima.

Nell'ultimo trimestre i ritmi produttivi sono rimasti abbastanza modesti e di poco superiori ai corrispon-denti del 1984. Questo fatto è però in parte dovuto ai già relativamente alti livelli del quarto trimestre dell'anno passato, periodo già caratterizzato da di-screte lievitazioni operative.

In sintesi si può valutare che l'industria alimentare locale abbia conseguito tra il 1 9 8 4 e il 1 985 un gua-dagno produttivo a valori costanti praticamente nul-lo, per cui si può parlare di sostanziale stazionarietà. Il 1985 si è invece concluso abbastanza bene sotto il profilo della domanda globale, specie nella compo-nente interna e ha presentato una situazione dei ma-gazzini di prodotti finiti in equilibrio.

Le previsioni a sei mesi, infine, sono discrete per pro-duzione, mentre scontano qualche modesto cedi-mento nei confronti del tiraggio sia del mercato in-terno che di quelli esteri.

Tessile e abbigliamento

Il comparto tessile già ad inizio anno evidenziava un quadro congiunturale in sostanziale evoluzione sui

periodi precedenti. In particolare vi erano crescite dal lato della domanda, sia interna che estera, con la produzione in fase di modesto irrobustimento. Tale situazione ha poi trovato conferma nei mesi centrali del 1985 ove si è riusciti a consolidare i recuperi operativi rispetto all'anno scorso.

Occorre però notare che il terzo trimestre è apparso, soprattutto dal lato della domanda, lievemente meno brillante dell'aprile-giugno.

L'ultimo scorcio dell'anno ha poi manifestato ulterio-ri, seppur modeste, spinte evolutive della produzione che dovrebbero aver consentito di conseguire un bi-lancio d'annata tutto sommato soddisfacente, valu-tabile in un accrescimento, a lire costanti, del 3% sul

1984.

Pure la domanda si è rivivacizzata, specie nella com-ponente estera, riuscendo a superare di alcuni punti percentuali la corrispondente di dodici mesi prima. La situazione delle giacenze di prodotti finiti era ab-bastanza confortante così come i livelli medi di utiliz-zazione degli impianti, assai prossimi all'80%. Le at-tese per la prima metà del 1986 erano però di segno negativo lungo l'intera linea del fronte, cioè sia per la produzione che per la domanda, italiana ed estera. È perciò probabile che nei prossimi mesi si assista a un rallentamento congiunturale per questo settore operativo.

Quanto all'abbigliamento, esso in avvio d'anno è sta-to caratterizzasta-to da un rilancio della domanda inter-na, che si è in parte ripercossa sull'attività operativa e ha contribuito ad accelerare il già avviato processo di smaltimento delle scorte esuberanti. Nel contem-po le cose sui mercati esteri sono apparse caratteriz-zate da una sostanziale stazionarietà. Tale situazione di relativo incremento dei ritmi produttivi è prosegui-ta fino a tutprosegui-ta l'esprosegui-tate, mentre si sono leggermente attenuati i cenni di recupero dal lato della domanda. Nel corso del luglio-settembre si è assistito a un

Nel documento Cronache Economiche. N.001, Anno 1986 (pagine 113-121)