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Cittadino libero e membro di tribù

L'affettività, che pervade tutto il megapsichismo, si distingue dalla coscienza, che nel super organismo descritto da Lévy è presente solo a livello dell'individuo. A quest'ultimo, pur essendo cellula di questo organismo collettivo, non cessa di essere richiesto di rispondere delle proprie azioni e di essere cosciente di sé, di essere responsabile nei confronti degli altri e di sé stesso. I vari livelli del megapsichismo non sono quindi del tutto identici e la metafora della struttura frattale non è perciò interamente corretta: l'individuo è e deve rimanere cosciente.

Uno degli aspetti che McLuhan metteva in rilievo sul messaggio della tecnologia elettrica era la partecipazione e il coinvolgimento di tutti nella vita del cosmo, era il ritorno ad uno situazione tribale o l'utopia di un possibile rientrare in seno ad una coscienza cosmica38. In che modo pensare la responsabilità dell'individuo all'interno

37 Occorre aggiungere che la sopravvivenza della società si gioca sulla conoscenza in un duplice modo: nel caso del nostro sistema tecno-economico, infatti, se da un lato la conoscenza che la società trasmette è sempre quella necessaria alla sua sopravvivenza, essendo questa una società dell'informazione, la conoscenza e il fatto che venga trasmessa è necessario letteralmente alla sopravvivenza del sistema tecno-economico che vi si fonda.

38 Cfr. M. McLuhan, Strumenti del comunicare, cit., p. 70-71 Leggendo queste teorie, diventa molto forte il richiamo delle tesi sostenute anche da Longo, sull'ipotesi di un ritorno alla multimedialità originale, in una comunione con il mondo che non passa attraverso il linguaggio. A nostro parere tutto ciò avrebbe più senso se non passasse attraverso altre forme di rappresentazione di un sistema simbolico strutturato e a suo modo vincolante come quello informatico e della rete. La coscienza cosmica di cui parlano, allora, non è un momento di comunione con il tutto, ma un momento di comunione con il tutto dell'organismo collettivo e artificiale in cui ci troviamo immersi. Forse li accomuna la mancanza di coscienza personale individuale, immersi nell'incoscienza del tutto, ma il tutto di cui parliamo è assolutamente diverso. Non solo come oggetto e ambiente nuovo, ma anche perché si tratta di un ambiente artificiale, simbolico. Siamo più vicini al caso narrato in Matrix, che a

della struttura organica e del megapsichismo? Secondo quali valori e quali possibilità di scelta e di azione? Uno degli effetti dell'elettricità è, secondo McLuhan, la comparsa di logiche non lineari e sequenziali, legate al carattere di simultaneità dell'elettricità. Fra gli effetti del medium vi è anche la trasformazione dell'individuo in un essere consapevole e coinvolto in profondità nella vita del mondo intero. Longo, fra le varie conseguenze cui accennava nel saggio che abbiamo citato, parlava di «disinteresse per le argomentazioni» e una pratica della contiguità anche occasionale. Quello che ci domandiamo, facendo riferimento a questi suggerimenti e a osservazioni su ciò che accade, è se, e in che modo, questa partecipazione in profondità e consapevolezza si stia attuando. L'elaborazione di logiche non lineari e l'abbandono della fiducia nell'argomentazione, poggiata su una visione discorsiva e logica del pensiero, su cui si fonda il pensiero occidentale, può essere del tutto abbandonata? Può l'individuo tornare ad essere coinvolto nella vita di una grande tribù, smettendo di individuarsi in quanto singolo, e quindi con concezioni diverse sui cui si fondano le relazioni e la responsabilità? Da un certo punto di vista, il cambiamento eventuale del ruolo dell'individuo nella società o anche una sorta di ritorno ad un sistema tribale, in cui l'individuazione della persona è minore rispetto a quanto sia attualmente, ed in cui la sua capacità critica nei confronti di sé stesso, della società di cui è parte e del ruolo che vi svolge è pressoché assente, non sarebbe spaventoso in sé. È concepibile un cambiamento del genere, ed il turbamento che possiamo provare potrebbe risiedere effettivamente nella paura dell'ignoto e nell'essere affezionati al presente stato di cose.

Diventa però un problema se si considerano le differenti condizioni in cui ci troviamo al giorno d'oggi. La coscienza collettiva primitiva aveva posto in una situazione tecno-economica totalmente diversa, senza industria di massa, senza consumismo ed educazione al consumo, senza media di massa e pubblicità, senza produzione industriale, disastri ecologici, sfruttamento del territorio e delle popolazioni, senza gli interessi delle grandi industrie e dei grandi poteri. Inoltre il ruolo dell'individuo e del suo agire all'interno della società erano diversi e si inserivano in una quello di una primitiva immersione nella coscienza cosmica strettamente intesa. Non per i risvolti politici e di controllo, ma per l'inserimento in un universo costruito simbolicamente. Si può intendere il virtuale come un'estrema simbolizzazione di spazio e tempo; la capacità di simbolizzare ci accompagna da sempre, è qualcosa attraverso cui ci rapportiamo al mondo. Tuttavia al giorno d'oggi sembra che ci si stia concentrando solo su uno dei due poli, ossia il soggetto e il sistema simbolico che crea, dimenticando però l'altro polo: il mondo. Sempre più artificiale, sempre più costruzione simbolica, e astrazione. Perché nel virtuale è principalmente con il simbolico che abbiamo a che fare: con il linguaggio, le immagini, le strutture che lo gestiscono, i sistemi di valori autoreferenziali.

diversa concezione della responsabilità. Che ruolo rivestiamo oggi nella società? Che responsabilità sentiamo nei confronti degli altri in quanto membri di una comunità con un ruolo e compito preciso in vista del bene collettivo? L'uomo comune (Occidentale) ha una responsabilità nei confronti dei suoi vicini, che però non conosce e non rispetta; e soprattutto nei confronti delle persone che vivono in paesi lontani e che rendono possibile il suo stile di vita.

Non è quindi possibile cedere al lusso della metafora della coscienza collettiva e dell'intelligenza collettiva senza partire quindi dalla coscienza individuale e dalla responsabilità personale, dalla comprensione del senso delle nostre azioni delle nostre scelte, del loro peso e della loro portata. É necessario non abdicare alla richiesta di responsabilità e di autonomia che dobbiamo pretendere da noi stessi e dagli altri.