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Harry Frankfurt: Bullshit

Nel documento Il tamburo e l'iPad. Mutamenti tecnologici (pagine 109-111)

8. MEMORIA E SAPERE

8.5 Harry Frankfurt: Bullshit

Traendo ora alcuni spunti di riflessione dal breve testo di Harry G. Frankfurt28,

Stronzate29, cerchiamo di procedere nell'indagine sul sapere in rete.

Negli antichi tempi dell'arte

i costruttori lavoravano con la massima cura ogni parte minuscola e invisibile,

perché gli dei sono ovunque.

Il senso di questi versi è chiaro. Nei tempi antichi, artisti e artigiani non si concedevano scorciatoie. Lavoravano con attenzione, e curavano ogni aspetto della loro opera. Prendevano in considerazione ogni parte del prodotto, e ciascuna era progettata e realizzata per essere esattamente come avrebbe dovuto. Non allentavano la loro attenta autodisciplina nemmeno riguardo ad aspetti che di norma non sarebbero stati visibili. Anche se nessuno si sarebbe mai accorto di tali imperfezioni, essi dovevano rispondere alla propria coscienza. Perciò non si nascondeva lo sporco sotto il tappeto. O, si potrebbe forse dire, non c'erano stronzate.

In effetti sembra appropriato considerare i prodotti scadenti e realizzati con incuria come qualcosa di analogo, in qualche modo, alle stronzate. Ma in quale modo? Perché anche le stronzate sono prodotte invariabilmente con incuria o eccessiva autoindulgenza,non sono mai finemente lavorate, non vengono mai fatte con quella meticolosa cura dei particolari a cui allude Longfellow? Perché chi spara stronzate e per natura rozzo e sbadato? Perché i suoi prodotti sono di necessità malfatti o poco raffinati? La derivazione dalla parola stronzo ci spinge senza dubbio in questa direzione. Gli escrementi non sono progettati o lavorati; sono semplicemente emessi, o scaricati. Possono avere una forma più o meno

28 Harry Frankfurt è professore emerito presso l'Università di Princeton dal 1990, dei suoi libri ricordiamo, oltre a quello citato, Le ragioni dell'amore, Donzelli, Roma, 2005

29 H. G. Frankfurt, Stronzate. Un saggio filosofico, Rizzoli, Milano, 2005. L'inglese bullshit viene tradotto con stronzate

coerente, ma di sicuro non sono mai lavorati30.

Chi dice stronzate è una persona che non ha interesse per la verità, nessun interesse per lo stato delle cose, per una descrizione della realtà. Diversamente dal bugiardo che per mentire si oppone alle esigenze della verità e la deve conoscere, chi dice stronzate semplicemente non se ne cura. La colpa non consiste nel non riuscire ad esprimersi in modo esatto, ma di non provarci neanche. L'essenza delle stronzate non sta nell'essere false, ma nell'essere finte: una cosa finta o contraffatta non risulta necessariamente inferiore nel risultato rispetto alla cosa vera, a quella genuina, ciò che cambia è il modo in cui è stata prodotta.

Dato che le stronzate non devono di necessità essere false, differiscono dalla menzogna nel loro intento. Chi racconta stronzate può benissimo non ingannarci, e nemmeno volerlo fare, né riguardo ai fatti, né riguardo alle sue credenze su quei fatti. La cosa su cui di necessità vuole ingannarci è la sua attività. [...] Quello che di sé ci nasconde chi racconta stronzate […] è che i valori di verità delle sue asserzioni non sono al centro del suo interesse; ciò che non dobbiamo sapere è che la sua intenzione non è né di riferire la verità né di nasconderla. Questo non significa che il suo discorso sia mosso da un impulso anarchico, ma che la ragione che lo guida e controlla non si cura di come stanno davvero le cose di cui parla31.

Indulgendo troppo nell'attività di affermare stronzate, ossia parlare senza curarsi di come stiano davvero le cose, preoccupandosi solo di ciò che risulta comodo al proprio discorso, si attenua e si rischia di perdere anche l'abitudine a prestare attenzione a come stiano davvero le cose. Chi afferma stronzate «non rifiuta l'autorità della verità, come fa il bugiardo, e non si oppone ad essa. Non le presta attenzione alcuna. A causa di ciò, le stronzate sono un nemico per la verità più pericoloso della menzogna»32.

Perché ci sono tante stronzate in circolazione? Sebbene non si possa affermare che ce ne siano in proporzione di più che in altre epoche, il filosofo offre comunque alcune considerazioni. Si dicono stronzate, quando per necessità si è costretti a parlare di cose di cui non si sa abbastanza: siamo costretti dalle circostanze, dagli obblighi, o 30 Ibidem, pp. 27-28

31 Ibidem, pp. 52-53 32 Ibidem, p. 58

dall'opportunità di parlare di cose che eccedono le nostre conoscenze. Ciò avviene frequentemente nell'ambito della vita pubblica in cui le persone sono spinte, per richiesta altrui o per proprie inclinazioni, a parlare di materie in cui sono ignoranti. Si collega strettamente a ciò un problema tipico in democrazia in cui si ritiene che ogni cittadino debba esser in grado di affrontare problemi ed avere opinioni su tutto; l'assenza di correlazione fra le opinioni e la comprensione della realtà diventa ancora più grave nel caso in cui si ritenga di essere responsabili della valutazione di ciò che accade nel resto del mondo.

La proliferazione di stronzate che si osserva nella contemporaneità ha radici anche più profonde in diverse forme di scetticismo secondo le quali noi comunque non abbiamo accesso a nessuna forma di verità, poiché non abbiamo accesso ad alcuna realtà oggettiva. «Simili dottrine “antirealistiche” minano la fiducia negli sforzi disinteressati per determinare cosa è vero e cosa è falso, e perfino nell'intellegibilità dell'idea stessa di indagine obiettiva»33. È così che al principio di fedeltà ai fatti, si è

sostituito quello della fedeltà a sé stessi. Visto che non è possibile arrivare ad ottenere rappresentazioni accurate di un mondo condiviso, l'individuo cerca di fornire una rappresentazione sincera di sé stesso. All'esattezza si è sostituita la sincerità. Ritenere che sia possibile conoscere sé stessi e giungere alla verità di sé stessi, mentre è un errore ciò che sappiamo del mondo esterno, è assurdo. Inoltre, «come esseri coscienti, esistiamo solo nella nostra reazione alle altre cose, e non possiamo in alcun modo conoscere noi stessi, senza conoscere quelle»34. Quindi, ci ricorda Frankfurt, se è vero

che la nostra interiorità non è più facilmente accessibile e conoscibile della realtà esterna, allora più realisticamente, anche il concetto di sincerità è una stronzata.

Nel documento Il tamburo e l'iPad. Mutamenti tecnologici (pagine 109-111)