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Come Internet cambia l’assetto dell’informazione 147

CAPITOLO III: LA COMUNICAZIONE NELL’ERA DELLA

3.2 Internet e l’assetto dell’informazione: i nuovi modelli d

3.2.1 Come Internet cambia l’assetto dell’informazione 147

Le nuove tecnologie digitali, l’incremento della capacità di raccogliere, immagazzinare, trattare dati, la connessione permanente che ci consente di essere iper-connessi, la riduzione dei costi di comunicazione hanno innescato una vera e propria quarta rivoluzione che non riguarda solo i mercati, l’economia o i modelli di businnes, ma investe e incide profondamente anche sulla produzione e la distribuzione dell’informazione, sulla cultura, sulla politica e sul modo di percepire gli altri e noi stessi. I confini tra vita on-line ed off-

line tendono a scomparire, siamo organismi informazionali (inforg)

connessi gli uni agli altri senza soluzioni di continuità: siamo parte integrante di una “infosfera globale”181.

L’innovazione tecnologica ed Internet stanno modificando radicalmente il modo in cui l’informazione viene prodotta, distribuita ed utilizzata e stanno portando ad un cambiamento del modo in cui le democrazie liberali e l’economia di mercato si sono evolute parallelamente per circa due secoli. A dirla con Yochai Benkler siamo di fronte alla network information economy182.

Due sono i mutamenti cruciali sui quali bisogna porre l’attenzione: in primo luogo, il sistema di produzione dell’informazione radicalmente decentralizzato ed in secondo luogo, il ruolo giocato dai gatekeepers. Per ciò che concerne il primo aspetto è sufficiente avere un tablet, uno

smartphone o un computer per diventare produttori di informazioni,

                                                                                                               

181FLORIDI L., La quarta rivoluzione. Come l’infosfera sta trasformando il mondo,

Raffaello Cortina Editore, Milano 2017.

182BENKLER Y., The Wealth of Networks. How social Production Transforms

reagire all’informazione immessa da altri, esporre idee, fatti, critiche, opinioni, foto e video attraverso la creazione di un sito, un blog, un

social media, il cinguettio di un tweet o di un re-tweet, la

partecipazione ad una chat, il caricamento di un video su You Tube, o la pubblicazione di foto e commenti su Instagram. Il basso costo di accesso alla rete ed alla tecnologia necessaria per accedervi ha fatto sì che una parte sempre più significativa della popolazione mondiale potesse avere accesso al materiale culturale ed informativo. Inoltre, i flussi di informazione hanno carattere aperto e globale ed hanno la capacità di circolare velocemente183.

Tutto ciò costituisce la “ricchezza delle reti” che consente l’ampliamento della nostra sfera di libertà e potenzia la nostra partecipazione democratica. Internet è diventato, infatti, non solo un importante veicolo di informazioni ma anche un potente mezzo di controllo dell’operato dei detentori del potere politico, dove i

watchdogs si sono moltiplicati. Si pensi all’importante ruolo giocato

dai social network nel promuovere manifestazioni e rivolte contro regimi oppressivi e sistemi illiberali, ma anche nel potenziamento della trasparenza della vita politica e amministrativa, avvicinandosi all’ideale democratico definito da Bobbio di “governo del potere pubblico in pubblico”.

Quanto al secondo aspetto, è divenuto rilevante, di fronte ad una massa enorme di informazioni e contenuti, il ruolo di quei soggetti in grado di razionalizzare il collegamento tra coloro che immettono le informazioni e coloro che vogliono fruirne, facilitandone l’accesso e la ricerca ed ordinandone i contenuti. Questi soggetti, motori di ricerca e social media, con i loro algoritmi stabiliscono la rilevanza delle informazioni e come portieri dell’informazione nel cyberspazio                                                                                                                

183PITRUZZELLA G., POLLICINO O., QUINTARELLI S., Parole e potere.

(c.d. gatekeepers) detengono le chiavi della rete, accompagnando gli internauti nella navigazione come dei moderni Virgilio danteschi e consentendo ad essi di giungere ai contenuti desiderati.

Nonostante l’intrinseca apertura dei protocolli della rete, gli alti costi tecnologici e di ricerca necessari a sostenere l’attività di indicizzazione dei contenuti ha fatto si che solo pochi attori a livello globale potessero assumere il ruolo di intermediari tra chi produce informazioni e chi le riceve: le tech companies come Google,

Facebook, Twitter, YouTube, Instagram184.

La rete è quindi caratterizzata da un’ambiguità congenita: da un lato nasce come aperta e decentrata, come luogo dove la libertà di espressione può esprimere al massimo il suo potenziale, e dall’altro si caratterizza per una forte concentrazione dei servizi che vedono la distribuzione dell’informazione stretta nelle mani di poche compagnie multinazionali, gli Over the Top (c.d. OTT). Siamo di fronte ad un mercato ad altissima concentrazione, di tipo oligopolistico se non addirittura monopolistico e tutto ciò influenza e si riflette inevitabilmente ed in modo penetrante anche sulla libertà di informazione.

Come tutte le grandi rivoluzioni, anche quella legata al mondo di

Internet e delle nuove tecnologie porta con sé numerosi benefici sia

per i singoli sia per la collettività, ma anche un insieme di nuovi e                                                                                                                

184Google detiene a livello mondiale il 70-90% del mercato delle ricerche. Negli Usa

la quota scende al 64-80% a fronte della penetrazione di una fetta di mercato da parte di altri operati (Yahoo! e Bing ), in Italia e in Europa raggiunge il 90%.

Google svolge anche un importante ruolo nel mercato dei servizi di ricerca on-line

attraverso il servizio Google news (un aggregatore di notizie automatizzato che raccoglie contenuti da più di 50.000 fonti e

raggruppa e seleziona gli articoli legati ad un particolare ambito di interesse personalizzato e segnalato dall’utente ciascun utente).

Un ruolo di primo piano è assunto, però da Facebook che ha raggiunto una quota di utenti di 2 miliardi (in Italia il 96%). Per una mappa dei social network del mondo, VINCOSBLOG consultabile alla pagina http://vincos.it/2018/02/05/la- mappa-dei-social-network-nel-mondo-gennaio-2018/

vecchi problemi. Riconoscere infatti ad Internet e alle grandi piattaforme una serie di meriti, non significa negare l’esistenza di fenomeni negativi che via via sono emersi, con l’aumento del numero degli utenti da un lato, e la mancanza di una regolamentazione chiara in materia dall’altro. Finiremo altrimenti con il fare affermazioni di Panglossiana memoria, “Questo è il migliore dei mondi possibili”, negando le storture e i problemi che questo nuovo mezzo porta con se.

3.2.2 La selezione dell’informazione da parte dei Social network e