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doui quelli, non accadeua parlar di Collegdo.

Et così ha fcritto à me , che non effendoui

dilpolitione per hauer tale entrata , io non mi

affatichi in tal negotio. Ne altro

occorrendo-mi per adeffo, occorrendo-mi raccomando di tutto

cuo-re alle Orationi di V. SJ Dal Mondouì alli

5. di Febraro 1565. Di V. S. Seruo in Crii- f'

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f-to, Gio. Bàttili» Velati. Que fa era quel Padre

Velati , il qual poco dipoi San Carlo ottenne per la rifor-ma della fua C Uefa : onde ci luì fu fuftitmto in quel

Ret-torato il Padre Terzo . Il Prouinciale di Milano, era

il Padre Benedetto Pai mio , che predicando in Padoua, guadagno alla fua Religione 1 più fegnalaù Suggetti di quel Secolo ,vn de' quali fù il Pojfeuino : (3 poi fù predica* tore di Papa Gregorio Decimoterzo * In quella manie-ra dunque ti tmanie-rattato del Padre Alhofco dalla precipua rifpojìa del Prouinciale fù troncato prima che ordito.

LMaficome la [ompagnia di San Paolo, con l'ifpe-rienza fenfihde della Mtjfione , fempre più s 'infiamma-ua nel dìfiderto di quella grande Opera , giudicandola de-gmjfima del fuo Infimo : così per quefio non rimafe—s;

anzi con maggior cuore ftudtoffi dì rintracciarla per al-tra via. Viuea di que' tempi vn [ittadin Torine fe, Si-gnor di Lucento, e di Por gara ; nobile, ma fen za fallo: pio, ma fenza affettatone : ricco, ma fenza prole :

vec-chio , ma cui la vecchiezza finlfa diminuir le forze, ac-crefceua l'autorità nelle cofe publiche. Que fa fù Aleramo de Becuti, vltimo di vna delle quattro prime Famiglie

9'o Opera Seconda

Turibio Vefcouo di oAfiura , cui San Leon "Papa fcfiffe

s.Lcoep.93. Anno la Epifiola nouantefimaterza j ingiugnendoli di

congre-447- gare vn fancìlio Generale (che fu il "Bracarenfe) control

PrifcillianiHi , e Manichei, che à fegni deplorabili ha-uean condotte le fhieje della Spagna . Sopra lui dunque riuolfe gli occhi 0 le Jperanze la Compagnia dì San Pao-lo; veduto che in lui concorreuano tutte quelle conditioni, che rendono vn Huomo /ùfcettibile di perfuajìonc ad vna fimile ìmprefa. VAda perch'eglt nonhauem con la (Com-pagnia di San Paolo dime Hi ch'afa niuna ; 0

general-mente fra' Mondani tutte le perfuafioni che toccano inte-re'(Jì di roba , fi prefumono tntereffale : giudicarono i fon•» fratelli di richiedere il Padre Albofchi à (Emulare

Alera-mo con vna lettera efortatiua : perfuadendofi che la frit-tura otterrebbe maggior credenza, effendo lo Scrittore fuo-ri del Mondo : & più facilmente mouerebbe altrui à do* nare a Dio il fuo dopo fe, chi ancor viuente fi era fpro-priato del proprio per viuere à filo Iddio. CMolto di

grado ajjonfe l'Albofco vn officio così conforme alla fua~> primiera intentione : 0 la fohtaria fua penna non

per-donò à niun motiuo che fptnger potejje vn' Huom fauio à rendere al fuo Creatore quelle facultà , eh' et non potea

trafmettere a' "Difendenti ; 0 ad immortalarli con la—»

propagation di vna Pelìgiofa Famiglia che mai non muore, Hsbbe Aleramo la lettera : ma sì per il tedio della monafi itea prolifjìià ; 0 sì ancora perche dalle prime note fub-odoro il juggetto, à cui non hauea l'animo prefentemen-te difpoflo : ferrolla nello frigno come impronto e no'prefentemen-teuole

obietto fenza pur leggerla : 0 così le feconde fperanf^» de

Della Compagnia dì San Paolo. > 15*

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de'Paoli ni (3 dello Aibofeo vanirono come le prime. Ma infine, Iddio mirabile fi riferba a far fue parti ne cafi dif-perati. Tutti quejìi che parean fimi caduti fui nudo fafi fo , germinarono in vn momento quando tempo parue à

colui, che, come dijfe San Paolo, è il fol donatore d'ogni'n*

cremento. aAuuenne che il Venerdì Santo, vdendo Ale- Hift. S o c . i e f . i b i d .

ramo il dolorofo racconto della Baffone acerbìfpma del Sai- ^II4-fubAnno

mtore, nel punto eh'e' fi fentia più compunto, vn fuo Fa-miglio tutto anelante e sbigottito foprarriuolli, dicendo, che - vn'altro Famiglio, di [ferrata fur imamente la fianza , et

forzata l'arca, gli hauea trafugato il cofanetto delfuo

de-naro. Cui rijpofe Aleramo : Sciocco, parti egli

ques-to il tempo di penlare à cofe di móndo ? (3>

fenza più , leuo dì nuouo il vifo al Predicatore. LMa

ti follìe ito etfedel feruidore, maggiormente rabbiando che la pietà del Padrone fojfe profitteuole à vn dimeftico ladro-ne : procaccio/fi da fe la Famìglia della Giuditta ; (3 rat-tamente feguitolo, il raggiunfe : (3 prima che il Padron rmeniff dagli Off ci Diurni, riportò intatta la preda, a prejo il Predatore . [osi ancor taluolta fi vni[cono Virtù, et Seruitù . Quefio cafo accaduto in quelle congruenze di fanti penfieri che rendono più efficaci le mfpiratiom

D'tu't-ne, incominciò feoier l'animo di Aleramo à diuifar tra fe ;

E non farebbemi egli migliore, s'io collocalsi il

mio teforo colà , doue ladro non giugne, ne ti- t

gnuola non rode ? LMa quefio fauiodìfeorfonon

paf-sb più là . aAffai più alta impresone gli fi la lettura di vn libro , ilqual per fargli pajfar l'otto [peroche quandi era sfacendato volentieri leggea cofe curiofe ) vn famofo

9'o Opera Seconda

Dredicator Domenicano detto ti Luchino gli meffi fra le

Hift. Soc.ief. 3. p. mant# Quelle fur le aAnnue lettere delle Indie,

do-lub anno 1 ^ 7 . 7 . r > • y , „ r , r

ue tra mille curioje notitte di que Paeji , legge uanji gli egregi fatti della (Compagnia di Giesù ; le

pellegn-natiom laboriofe , hora tra monti dt acque , 0 hor tra fecchi diferti; le dtfpute co Bonft , e co Brac-mani ; la conuerfion distanti Regni del Mondo nuo-UQ ; 0 le intrepide morti di tanti Religiofi di quell' Ordine fra genti di clima e di nome barbare e fco~ nofciute : 0 principalmente le mira colofe attieni dì San Francefco Sauerio ìlqual pochi anni auanti,

ha-Annoine utA trouato h mste del VMondo et della Vita nel

vefltbolo della fhina. Delle quali cofe maravigliato forte

( Aleramo conchmdea feco, Quegli iquali non per

pro-cacciarli oro e gemme, ma per guadagnare An'tmt^ à Dio : ne per conquijìar 'Regni , ma per abatter' Idoli, iuano à cercar la morte [otto l'ardente e l'al-gente zona : non poter effere fenon da Spirito aApof

tolico veramente animati, Et già dando luogo à più particolare applicatone ; difeorrea tacito , Qual mer-io gli farebbe il donare alla fua Patria vna Fami-glia dt tali Herot. Ma l' ultima fpinta al perpleffo

Hiftor. Socier. ief . e vacillante animo, die finalmente vn manifefio

Ibid.num.up. : /

mar auigito fi prodigio : che tante quante volte Alera-mo cere aua dentro lo Scrigno qualche frittura ; lo—> lettera del Padre oAlbofco prima di verurì altra gli correa fitto la mano : 0 come più et più volte la rigittajfe dfotto alle altre ; pure allo aprir dello fri-gno, quefia gli fi par aua dammi.. Laonde parendo

quafi

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