ueneuoli allo ^Altare ; incomincio ad ìnuitarui hoggt vno, domane vn'altro de più honoreuoli mercatanti ; et nobili personaggi di fpada e toga : facendotii' nteruenir per ifcorta inguifa di Delfini a alquanti (onfrateili dì
San "Paolo , ìquali terminando le font ioni della Compa-gnia prima che cominciaffer quelle della Congregatane ;
re-citavano infieme l'Officio della Vergine ; 0 feruian lor di nSMaefìri et di efemplarì. Ine ami naie dunque felice-mente le cofe, non poffendo il Padre Magnano abbando-nare il fuo Oratorio ; fu commejja la diretlton di quell'al-tro al Padre "Bafilio Alemanni Lettor delle Rettoricht; ilqual di cinque Fratelli in dottrina et religione, nella tf~ teffa Religione fegnalatifjìmi, era il più fegnalato . Ne molto tempo andò , che la Compagnia dt San Paolo fè di molti di loro vn ricco acqui/io ad imitation de' quali altri & altri feguentemente concorfero . Onde nel Pcgif-tro de' Paolmt fi leggono in vn biennio folo del ifP7*
0 if 98. ricevuti fra molli altri,Giovanni Antonio Gal- A n ' &
lo di Crefcentino Avvocato famofifftmo, Bartolomeo Mar-rone che fu Primo Prefidente del Senato , il Senator Gi-rolamo Gaffante , Guido di Riualba Signor dt Mom-bello, Girolamo Ponte Signor di Cafalgraffo , il Contea della GMotta C^alier dì San Giacomo, Giovannino Zametto Agente del Re di Francia ; 0 l'ifteffo Duca Carlo Emanuele non ifdegno di cumular quel Catalo-go col fuo Gran Tfome. Laonde ritrouandofi hauere
la Compagnia , non che ri fiorate le perdite, ma fupera-te le mefupera-te della profperità ; non folamenfupera-te foffupera-tenne, ma di molto aumentò le Opere Sante del fuo Infittito.
i c>4 Opera Terza
Ma come nelle Sfere Celefìi falito ogni Pianeta al ponto fvpremo dell' Apogèo incomincia rivolger fi al Perigèo ; 0 di diretto diuten retrogrado : così neUe^» cofe humane, etiamd/o ordinate à fine eterno, il firn-mo della felicità fon ente fi con giunge col principio dell' infortunio ; non ejfiendo la Virtù tjìeffà, infinche non ì in Cieloj ficura dalle vicende. Quell'anno i fi e fio
Anno 1598. jp pS. che agli due Oratori) di S. Paolo , 0 dell' Annvntiata hauea comincialo sì projperofo, non finì, che l'vno e l altro da vn turbine foprahumano fur mejfi in ifiompiglio . Quejìo fu quel dium Flagello
chiamato Pefie, prcfò il nume dal Souuertire : ..ptk
roche tutti gli altri morbi vecidono gl'i ndiuidui ; ma quello le Republiche e' Regni interi fouuerte. Occut pò quejìo malore in vn ifiejfo tempo e Vineggia m
Mattci Hift J e Lione in Francia : Inficiando gli Scrittori
dì Francia, lib. 1. pcrplejfi qual delle due Città foffe cagione del mal dell' Narrai. altra. Certa cofa è, che di Lione venne ferpendo à
Su fa di qua dalle Alpi; 0 di quindi à Rivoli, poi à foUegno, dando l'allarme alle porte di quefìa Au-gufla » Il Duca , per mettere in fieuvo le cofe à fe più care che fe medefimo ; incarnino i Figliuoli à Fof-fano; fofiandofi egli m Torino, sì per dar cuore à Cittadini col fuo coraggio ; come ancora per celebrar le folenn't efequie ad vn tempo al Re Filippo fuo
Dalle memorie del Suocero , et alla Infante fua Moglie : hauendo com-TefauroAleflandr° metfa ^ ^nmnttone & ^ direttione del funebre ap-parato ad Aleffandro Tefauro Conte di Salmor. Ma
in mezzo aà opra feopertofi il morbo dentro le mura j
con-Della Compagnia dì San Paolo. > 15*
convenne f i tojìo abandonarle , 3 fuggirfene co9 Ma- Anno ii99.
gijìrati f ti con la Corte ; non ripugnando alla Virtù
detta Fortezza il timor di que' mali, che formontano ogni forza, humana . Brieue, ma crudelijftma fù
quel-la Strage detta mtfera Città ; effendouene morti diccemi- Dalie mete
memo-la: numero affai volte maggior de fuperfhti. E glie ben116'
difficile il viuere, quando l'aria ifiejjà diventa veneno ;
N tanto più poffente all' veritiere, quanto più necejfana al
refpirare. Fu perciò marauigliofa la cottavi za dt molti Baolini che sfidarono la morte dentro atta Patria per giovare atta Patria . Durò quella maladittione tuffino
al-la revolution deh Anno Secoal-lare 1600. Ali aprir fi delal-la Anno 1^00.
Torta Santa ne vfcì fuori vn Secolo più bello , e più felice. Il Cielo altresì aperfe le porte delle grafie
Orni-ne con Pvniuerfal Giubileo ; con cui tornò il perdono a Peccatori 3 3 per confequente la faluhrità all'aria , la forte alla fitta , i ilM agi frati a' Tribunati 3 al Popo-lo rabbuiato dal duoPopo-lo , il Sereniamo afpetto de fuoi Pa-droni . [olmo tutte le gioie (a Pace fiabilita quell'Anno trai duo quafi Numi della Guerra > con la permutatone del Marchefato di Salu^zo . L'Hatta del Gran Carlo Emanuele piantata in terra ( come quella di Romolo) fi cambiò in arbore ameno , alla cui felice ombra
torna-rono feftant't le Virtù, 3 le LMufe. Quel fù il princi-pio del tranquillo Decennio , che fù quanta pace habb'ta
veduto il Piemonte da fecento e più anni infino à quello giorno. LMa fe à riafeun Cittadino tornato à riveder li patri) alberghi, tra quelle publìche allegrezze corfero
i c>4 Opera Terza
mortifera influenza ; deplorabili filmo certamente fù
ri-trovato lo fato della Compagnia di San 1Paolo , rimafa
come butto fenza Capo per la morte delfuo Rettore Gio -Libro del riceui- vanni Francefco Claretta Dottore in leggi ; 3 del Vice-mento^de' Fratelli. retiore Marcantonio Magnano fratello del loro Padre
Spirituale : con diecenoue Confratelli tutti e finti di quel veneno : e tutti de' più efemplari et vidi all' Jn^flauto,
Neil' ifieffo libro, com è notato nel Regittro alla margine de loro nomi. Et oltre à ciò , di que' Fratelli che fuor di Torino hauean cercato /' efiho per loro fcampo ; molti adope-rando quell' antidoto famofo contra la peJhlenZa , di Fadn.epidem.anti-fuggir
tofto , andar lungi, e tornar tardi
3 ancor dot. c. 1. foggiornauano in varie parti . Talché i Paoltniripa-tnantt, ritrovando così menomato il numero, fcarfe le limofne , 3 °gni co fa piena di folitudine et di fqualo-re, sbigottirono forte ; 3 à poco fi attennero, che non—* i abandonafero anch' effi la fanta Imprefia. Piche
preue-di s^Pa^m a 2P" derido e temendo il buono Arciuefcouo Carlo Broglia ;
35.41. 0 per quella gemina relatione ,ch' egli haueua di Padre
del Popolo , 3 di Fratello della ttejja Compagnia di
Litene Ann.manu- San Paolo; confortagli à non douer perdere animo nel ÌinePn ^0"54''Tau" feruigio di Dio : 3 ficome proteggevano la Vera
Fede, hauefiero fede vera degli aiuti Diurni ad vn' 0 -pera tanto piz, che vi era interefiato l'tttefio Iddio.
Et per concorrervi anch'effo con la Pajìoral prouiden• Za ; fpiccb da eiafcuna Confraternità di Torino duo
de' più idonei et Zelanti Soggetti y et fecene nuouo
innefto nella (ompagnia ài San Paolo : (3 aggtuntifi altri affai di molta dignità, che aguifa delle [olombe
memo-Della Compagnia dì San Paolo. > 15*
fieguiuano la fragranza del buon e [empio; tra brie-ue^ fiat io la Compagnia rifiorì più vigorofa , 0 più feconda di fante Opere , che per addietro fife fiata gì amai. Ancora la Congregation
dell'Annun-Uata in quella tranquillità del nuouo Secolo rinte-rrata, venne moltiplicando in numero , qualità, e deuotione. Ma per efiere Receduti alla fua
diret-tone alcuni Padri non informati delfine della pri- Nelle mc<teillclì
mi era infiitutione: 0 ancora perche la Compagnia™ cil San Pacl
°-di San Paolo poteua horamai reggerfi su pie da fe fteffa 5 ne andò pianamente in difufanza quel
paffaggio dall' vno ali altro Oratorio , come fe l v-no ali altro v-non fojfe fiato ordinato. Talché per lo
tralafiàmento di quel tragitto, 0 per la maggiore
ageuolezza del fuo Infhtuto , quefi Oratorio rima-fe poi rima-fempre afiai più numerofo 0 frequentato che quel di San Paolo : ficome nelle Annue lettere di
quel Collegato del 1607. ri e fatta mentione con quef- Anno «^.Annu?
te parole translatate dal fuo latino. L a Compa- S S '