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co-me la fortuna allor che incomincia a favorire, ò

disfavo-rire altrui , affetta di mojlrarfi coPante ; non fù l'anno AJIj ^ ^ intero, che donò nelle mani aU'ijìeffo Duca un'altra Vit• ifys. toria di non minor confeqvenza , contra l'altro Efercito

del Re ài Francia > condotto dal Malifcalco di Termes per occupar le maremme tra Grauelinga e (aleffi.

Gran-diffima fù ancor quefia rotta ; ejfendovì reflati quattro mila de nimicifopra il campo, e quaji tutti gli altri pri-gioni ,* tra'quali fù condotto l'ijìejjo Termes carico di

fe-rite ; (3 (Anebaldoflato Luogotenente del Re in Piemon-te ; il LMoruilieri > il Senerponto , il Vilarbona

famofif-I

18 Origine & Inftitutione

fimi (japi ; oltre al numero grande dì Officiali e di fpogl 'te. Quejh fucctjfi partorirono apunto quel frutto, che il Mon-do difideraua ; peroche la Pace generale parue necejjaria à vinti, et ifpediente à Vincitori. A quegli, perche tra fvna e l'altra fconfitta , la Francia fi trouo fneruata di CauaHeria, et priua di tanti efpertt e valorofi (ampioni, che ogni cofa era piena di duolo del mal nceuuto , et di fpauento d'altropiggiore . A quefli, perche potendo met-tere in ficuro lo Stato di Milano, et delle Fiandre ; giu-dicavano gran prudenza il far fine di vincere , prima che la Fortuna facejfe fine di fauorire. Ma quel ch<L^ maggiormente difpofe il 'Re Filippo a pofar l'arme , fù vna lettera , che ITmperador farlo Quinto fcrijje di fuo Lib. 2. de vita Era. t Q ai Buca Emanuel Filiberto dal fuo romitorio ;

Philib. pag. 121. t & ^ . n

rapportata da Giouanm Toji nella fua Htfioria . Per-c'toche, dopo le honoreuoli congratulationi della Vittoria, et li felici auguri) di maggiori profperita; l'ammoniua.

Non ìniuper bitte, ne dette orecchio à coloro che attenerebbono il giouenil luo genio à tirar' in lungo la guerra, con la fperanza di nouelli trion-fi. Si ricordalle che Marte é comune,et incer-ti gli euenincer-ti dette battaglie. L e guerre.douerfi cominciare per necefsità , maneggiare con ftre-nuità, et finire con celerità: & perciò ferma-mente fi perfuadelFe, che da quella gran Vitto-ria non potea ritrarre più gloriofo frutto , che terminando la guerra con vna pace ficura. Fi-nalmente confiderafle, che vn Principe Crif-tiano de veramente attenerli da ogni mala.

opra 3

Della Compagnia dì San Paolo. > 15* opra 3 ma principalmente dallo fpargere il (an-gue de' Criftiani. L'autor della (an-guerra, edere infieme autor de' mali che da lei nafcono : ne il General dell'armi, benche 111 (e giudo et atti-nente, non e (Ter libero dalle colpe, che (i com-mettono dal fuo efercito 3 le quali fono innu-merabili . Che quefte cole gli ftauano continuo dinanzi agli occhi 3 & ne ammoniua lui, come vn vecchio Padre ammonifce il Figliuol caro : <3t gli feriti ea quella lettera con molte lagrime agli occhi, & con molti gemiti dauanti à Dio .

Tra-paffarono le vifeere al Re Filippo quelle parole : confede-rando quanto fean differenti i configli che fi danno a' pie di vn Crocifijfo, da quegli chefer'tceuono in vn Configlio

di guerra . Ma quel che maggiormente autoreggio

quef-ti ricordi, fù l'auuifo della morte dell'iBeffo I m p e r a d o r t ^ ? foprauenutogli pochi giorni dapoi delle fue lettere. Pero- ettcm 'ln8,

che, et le ultime parole che più altamente s imprimono ; (3 la profonda me Bitta, che mitiga la baldanza ; (3 il timor della herefia, che fi venta dilatando fra l'armi ; (3 il difiderio che il Concilio di Trento veniffea capo ; difi pofero il Re Filippo a confentire alla pace : laqualfù

trat-tata dagli jìeff prigioni per mezzo del (onteftabile ; (3 finalmente conchtufa nel Caftello dì fambresì all'

vndeci-mo di Aprile igfg*

La Fama di quefia pace precorrendo ( ficome fuole a principio ) le fue circonfìanze, colmo di tanto giubilo /

Tòrinefi, che traboccando nelle dimofìrationi efieriori, fer chiaramente conofcere a' Francefe , che l'amor loro verfo

8 Origine; & Inftitutione

il Prìncipe naturale non era fpento. Ma indoppib il lor r amari co dapoiche intefero diftintamente, che nella re-fa degli Stati al Duca Emanuel Filiberto , Torino con

altre cinque Piazze forti, cioè Chieri, Ciuaffo, VìUa-noua , Tinarolo > e Saudiano , reflauano nelle mani del Re dì Francia , fino a tanto che lepretenfioni del Rg non foffro gtudic talmente difcuffe. Et più affai moltiplico il lor timore circa la Religione, quando mtefcro che

nel'Par-lamento et nella Corte dì Parigi , molti già fi fcopr'wano nonché fautori, ma profeffori del Caluinefemo . Et benche il Re rifoluto di farne publico efempio, hauffe già impri-gionati nella Bajìiglta cinque de più dotti et più peruerji Bar lame nt ari : nondimeno mentre di hoggi in domane con

io.Luglio jy^. gwàiciali cauiUation't fi prorogaua il gmdicio ; foprauen* .ne la tragica morte dell' ìjlejjo Re , difajìrofamente trafitto

da vna fcheggia dì lancia nello incontro di vna publica e lieta gtoflra per le nozze della Figliuola et della Sorella. Morte altretanto funejìa a' Catolici, quanto gioconda agli

Vgonoti. Ter oche in quella età giouenile del Re Fran-cefco Secondo fuo Figliuolo, i Fratelli di Guìfa , prefe le redine delgouerno , allontanarono dalla Corte il (ontefta-bile y e i gran Signori : iqual 't animati da Calumo, e fo-mentati dà "Principi Trotefìanti di Alemagna ; per effe-re foff nuti dagli Vgonoti, altutto fiffnneroal lor partito. . Onde, ftbene i Guifi armati di fanto zelo in fui

princi-pio , per ultimare il gtudicio conti a i Parlamentari pri-gioni , et per procedere contra gli altri attìnti di fai fa

Re-ligione, aprifjero un rigorofo Tribunale, fitto Vocabolo di

Camera ardente : nuHadimeno vedendofi concitata