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La prima piramide d’Egitto e il suo complesso di strutture e templi si trova in un’area liminare del cimitero di Saqqara ed è generalmente conosciuto come il Complesso della Piramide a Gradoni, mentre in antico il suo nome era qbHw-nTrw, Libagioni agli Dei. Questa imponente struttura è il risultato di uno sviluppo in diverse fasi originato dai modelli architettonici delle due dinastie precedenti, e dalle concezioni culturali che invece risalgono almeno alla fase predinastica.

La prima innovazione introdotta da Neterikhet-Djoser è l’uso della pietra, invece del mattone crudo, per l’edificazione della propria struttura. La piramide e lo stesso complesso sono il primo esempio nella cultura egizia di architettura in pietra, in gran parte calcare proveniente da Tura. Le dimensioni dei blocchi non sono ancora pari a quelle che sono testimoniate durante la IV Dinastia, così come le forme e gli stili architettonici si rifanno ancora ai Palazzi Funerari e alle tombe reali in mattoni crudi di Abido e Hierakonpolis. L’introduzione della pietra è fondamentale in quanto denota un cambio radicale nell’architettura che segna l’inizio di una tradizione di strutture monumentali, che verrà recuperata anche dai funzionari privati, permettendo l’edificazione di strutture che si sono conservate sino ai giorni nostri.

La seconda grande innovazione apportata da Djoser fu l’unificazione tra il luogo di sepoltura, la piramide, e il complesso funerario dove il sovrano continuava a svolgere i riti della regalità in eterno dopo la morte.

Per ciò che concerne gli aspetti puramente architettonici della Piramide a Gradoni il primo elemento da osservare è relativo alla costruzione della struttura, avvenuta in fasi successive. Il monumento stesso ci suggerisce, grazie alle erosioni e ai sondaggi effettuati da J. P. Lauer, uno sviluppo in fasi diverse prima del completamento della forma definitiva del monumento. Queste variazioni sul progetto della struttura diventano una prassi comune fino alla costruzione della piramide di Khufu che imposta il modello base seguito dai suoi successori anche nel Medio Regno. Nel caso particolare della piramide a gradoni, Lauer ha

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ipotizzato che gli architetti della piramide avessero apportato delle modifiche nell’architettura a ogni anno di regno egizio, quindi ogni due anni solari. 135

Figura 16 - Fasi di costruzione della piramide a gradoni (Stadelmann, R. 1996. Pag. 41).

• Fase M1. La prima struttura edificata fu una mastaba quadrata di grandi dimensioni

avente diversi pozzi. La sepoltura, della quale si scorgono sulla facciata della piramide gli angoli Sud-Est e Sud-Ovest, doveva essere costruita in pietra calcarea e riempita a blocchi litici di varie dimensioni.

• Fase M2. La mastaba viene allargata con blocchi di calcare e, all’aumentare della

struttura, cresce l’angolo di pendenza delle pareti della tomba tramite l’aggiunta di blocchi ai lati. Per rendere la sepoltura più stabile ed omogenea, forse in vista degli allargamenti successivi, viene spianata la parte superiore della mastaba.

• Fase M3. La parete Orientale viene allargata con blocchi di calcare locale con lo

scopo di creare una base rettangolare.

• Fase P1. Con questo stadio ha inizio la costruzione della piramide. I primi gradini

vengono addossati gradualmente al di sopra della mastaba originaria, sulla quale gli architetti costruiscono una struttura centrale di pietra atta a sostenere il peso dei blocchi. I corsi di pietra vengono disposti in modo da creare le prime quattro gradinate.

• Fase P1

1. La piramide subisce un successivo allargamento che la porta a espandere le

sue dimensioni verso Nord e Ovest, vengono inoltre aggiunti altri due gradini per un totale di sei. La piramide fu in seguito coperta da blocchi di calcare che avevano lo scopo di rinforzare la piramide, soprattutto verso la facciata Nord che più delle altre doveva subire la pressione dei due gradini aggiunti in seguito.136

135 Lauer, P. 1988. Pag. 5 – 11. 136 Lehner, M. 1997. Pag. 84.

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Il passaggio dalla mastaba alla piramide non fu solo dettato dalle innovazioni tecnologiche relative all’impiego della pietra, ma anche dai mutamenti in ambito religioso che iniziarono in questo periodo, per proseguire fino alla fine della IV Dinastia.137 La scelta

della forma piramidale doveva rifarsi alle concezioni cosmogoniche connesse al tumulo primordiale, di cui abbiamo fatto riferimento nei capitoli precedenti,138 e alla dottrina solare

legata all’immagine del bnbn inteso come il luogo toccato dai raggi del sole all’origine del mondo.139 Accanto all’elemento primordiale e solare ha grande importanza anche il contesto

celeste o, come definito da alcuni autori tra cui D. Arnold,140 stellare che è particolarmente

evidente nella piramide di Djoser il cui nome testimoniatoci dagli scritti contenuti nei passaggi sotterranei al complesso è Hr-sbA-xnti-pt, ovvero “Horus è la Stella alla Testa del Cielo”.141 A rafforzare l’aspetto stellare è anche la decorazione presente sopra la prima

camera di sepoltura sotterranea decorata da una volta stellata.

137 David, R. 1998. Pagg. 53 – 56. 138Supra. Pag. 14. 139 Allen, J. 2011. Pag. 36 – 38. 140 Arnold, D. 1997. Pag. 45. 141 Wilkinson, T. 1999. Pag. 1141.

50 III.1.2.1 – L’architettura.

Come si può notare nella Figura 17 il Complesso di Neterikhet-Djoser aveva dimensioni senza precedenti, soprattutto se paragonate alle strutture della II Dinastia. Sia per quanto riguarda le sepolture di Umm el-Qaab e Saqqara che i templi funerari ai margini del deserto di Abido. Le mura decorate con il motivo della Facciata di Palazzo, con lo scopo di imitare le mura bianche della capitale amministrativa dell’Antico Regno, Menfi, erano lunghe 2 km e alte 10 metri. Per tutta la loro lunghezza erano intervallate da ben 226 bastioni, di cui 15

F ig ura 17 - Pi ant a de l c om pl esso d i D jose r ( A rnol d, D . 1997. Pa g. 45) .

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di accesso, riproduzione di elementi reali. L’accesso alla struttura era posto sulla facciata Est nella parte più a Sud come nel recinto di Khasekhemwy. L’intero complesso di edifici copriva un’area di circa 15 ettari, e su tutto dominava il luogo di sepoltura del faraone defunto: la piramide. Posta quasi al centro del complesso la prima piramide d’Egitto svettava ben oltre l’orizzonte creato dalle mura, grazie ad un’altezza superiore ai 60 metri.142

Abbiamo già avuto modo di accennare in precedenza che una delle principali introduzioni fu data dall’unificazione della tomba e del complesso funerario, soluzione in precedenza mai attestata se non a Hierakonpolis.143 Da una parte l’unificazione della

sepoltura e del tempio prosegue, dato che già con Snofru sia la piramide sia il tempio mortuario sono uniti, d’altro canto però il Tempio a Valle viene posto lontano dalla piramide e connesso con il complesso solo tramite la Via Processionale. Il complesso funge da anello di congiunzione con il canone che sarà proprio della IV Dinastia in quanto riflette la tradizione antica, dove la sepoltura rappresenta la dimora vivente del sovrano, e le innovazioni successive, rappresentate dai templi funerari.

Le strutture che facevano parte del complesso di Djoser presentano delle caratteristiche particolari che non troviamo attestate in epoca successiva o precedente, in questo caso per via della mancanza di elevati conservatisi intatti fino a i giorni nostri. J. P. Lauer ha evidenziato due tipologie di strutture:

Edifici Fittizi. Adoperati forse dopo la morte dal kA come nel caso dei passaggi della tomba U-j.

• Strutture Funzionali. Connessi probabilmente ai riti di preparazione del corpo del sovrano e alla Hb-sd.

La presenza di queste due varietà di ambienti suggerisce un uso duplice della struttura: quello del mondo dei vivi e un secondo relativo alla sfera oltremondana. Gli edifici fittizi sono stati definiti dei geroglifici architettonici poiché rappresentano strutture che non venivano fisicamente adoperate ma hanno un significato ben preciso che può essere letto esattamente come fossero un geroglifico.

L’accesso al complesso di Djoser, simile ai modelli dei Palazzi Funerari di Abido, aveva un tetto composto da lastre di pietra calcarea affiancate le une alle altre. L’elemento che caratterizza la decorazione di tutte le strutture è la plasticità delle forme, dettata dalla volontà di riprodurre in pietra l’architettura in materiali deperibili. L’ingresso al complesso avveniva attraverso una doppia porta di pietra che richiama i modelli lignei in uso nelle abitazioni e nel palazzo. Segue un vestibolo con quaranta pilastri di pietra, che richiamano le strutture deperibili di Hierakonpolis, e che dovevano essere decorati con fregi di

142 Lauer, J. 1979. Pagg. 63 – 64. 143 Friedman, R. 2010. Pagg. 36 – 39.

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divinità.144 Un fregio di urei, simbolo della sovranità presente sulla corona dell’Alto e del

Basso Egitto decora tutta la parte superiore del colonnato.

Figura 18 - Padiglioni della Corte dell'Hb-sd (Lauer, J. 1980. Pag. 556).

Oltrepassando il Cortile Sud si raggiunge un’area avente ai lati diversi edifici ben allineati connessi al culto del sovrano: la Corte della Hb-sd. Queste strutture restaurate da P. Lauer in realtà non sono accessibili, le facciate con copertura arcuata e colonne sottili riproducono nella pietra i santuari di mattoni crudi e canne dei distretti dell’Alto e del Basso Egitto.145 Gli

edifici avevano un significato ben preciso e sono riconducibili a geroglifici dei modelli architettonici predinastici. Probabilmente dovevano rappresentare i principali santuari presenti nelle diverse regioni dell’Egitto, rispondendo così a due funzioni: quella geografica e quella religiosa già presente dei Palazzi Funerari di epoca Predinastica. Alcune delle strutture disposte sul lato Occidentale della corte rappresentavano il sH-nTr, il padiglione divino dedicato al dio Inpw. La seconda tipologia invece era quella conosciuta come pr-wr, la Grande Casa, che rappresentava gli edifici tipici dell’Alto Egitto. Sulla parete Orientale invece vi erano le cappelle pr-nw associate a pilastri osiriaci. È dai rinvenimenti fatti in quest’area che si è ipotizzata la funzione di struttura ad ambito cerimoniale per i Palazzi Funerari di Abido, oltre che per le testimonianze sui Seguaci di Horus.146

Nell’angolo Nord-Est della piramide erano presenti due edifici fittizi: La Casa Sud e la Casa Nord. Entrambi erano rivolti verso Sud e la facciata era decorata da quattro colonne in rilievo a sostegno del tetto curvo. Le colonne della Casa Sud erano decorate con capitello che doveva riprodurre i gigli dell’Alto Egitto, mentre al contrario nella Casa Nord i capitelli presentavano il papiro del Basso Egitto.147 La Casa del Sud presentava nella parte superiore

una modanatura tipica delle strutture templari dedite alla divinità tutelare della sovranità

144 Radwan, A. 2011. Pag. 111. 145 Lauer, J. 1980. Pag. 556 – 558. 146 Baud, M. 2002. Pagg. 106 – 110. 147Ibid. Pag .113.

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dell’Alto Egitto Nekhbet, mentre quella del Nord richiamava la dea tutelare della corona del Basso Egitto Wadjit. Questi due edifici si possono associare ai santuari conosciuti con il nome di Itrti.148 Recenti teorie vedono in queste due strutture la riproposizione delle

sepolture dei sovrani predinastici del Nord e del Sud, rispettivamente i bAw di Buto e i bAw di Nekhen.149 La critica egittologica però riconosce generalmente in queste due strutture i

santuari nazionali delle due aree geografiche del paese.

A circa 150 m dal tempio funerario era presente un altro complesso di strutture fittizie, che avevano lo scopo di rappresentare magazzini contenenti le derrate alimentari forse atte a sostentare il defunto, come già visto per il caso della tomba U-j.150

Una struttura particolarmente importante, che sarà recuperata nei complessi delle piramidi dalla IV Dinastia in poi, è la Tomba Sud. Questa struttura viene attualmente considerata il prototipo delle piramidi di culto, o piramidi satellite. Al proprio interno era presente una cappella di culto decorata sulla parte superiore da un fregio di urei manifestazione dell’occhio di Ra, irt ra, apportatore di nuova vita.151

Figura 19 - Fregio di urei della Tomba Sud (Radawan, A. 2011. Pag. 116).

Al di sotto della struttura è stata recentemente portata alla luce una sottostruttura che si componeva di una piccolo pozzo all’interno del quale è stato rinvenuto un sarcofago di granito di piccole dimensioni. Si trattava perciò di un cenotafio contenente il kA del defunto legato alle celebrazioni della Hb-sd.

Una struttura adoperata probabilmente nel culto del defunto era posta a Nord della piramide, come nel caso della tomba di Qaa, e consisteva nel tempio funerario. Questo

148 Arnold, D. 1997. Pag. 42. 149 Lauer, J. 19790. Pag.76. 150 Dreyer, G. 2011. Pag. 129. 151 Radawan, A. 2011. Pag. 116.

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edificio si componeva di due cortili, limitati da un portico colonnato, e da due stanze dall’uso ancora non identificato. Da questa struttura si accede alla zona sotterranea del complesso, composta da una intricata serie di gallerie scavate al di sotto della prima mastaba sulla quale fu impiantata successivamente la piramide.152 Il complesso di

Neterikhet-Djoser ha una grande estensione in superficie, ma non tanto quanto la sottostruttura che si compone di passaggi che si sviluppano in profondità per circa 6 km. I corridoi sotterranei ruotano attorno ad un Pozzo Centrale largo 7 e profondo 28 m al quale interno è stata rinvenuto il sarcofago del faraone, mentre nei pozzi originariamente scavati nella mastaba dovevano esservi sepolte le regine o le figlie del faraone.153 Le decorazioni

presenti nella sottostruttura richiamano nuovamente alla celebrazione della festività del rinnovamento del potere del sovrano, a sottolineare l’uso di questo edificio e probabilmente dei precedenti Palazzi Funerari. In tre stanze rivolte verso Nord, sono presenti decorazioni parietali in faïance che formano giunchi e pilastri Dd.Di grande importanza è la presenza di tre false porte che definiscono questo luogo come abitazione oltremondana del kA del sovrano.154 La presenza delle tre false porte è fondamentale in quanto vedremo esservi

testimonianza di questa importante decorazione anche in uno dei complessi delle piramidi di Snefru, oltre a permetterci di definire lo scopo di alcuni ambienti dei templi funerari di Antico e Medio Regno.

Il complesso di Djoser assume in sé molti elementi che saranno introdotti nei complessi delle piramidi di epoca successiva, ma allo stesso tempo raccoglie secoli di tradizioni che affondano le proprie radici da una tradizione molto antica. Tramite la pietra e una nuova simbologia, che vede nella piramide il perno centrale attorno alla quale ruotano le nuove concezioni oltremondane, continuano ad essere espresse le manifestazioni culturali che avevamo trovato già a Hierakonpolis e ad Abido, e che perdureranno nei Templi delle Piramidi.