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Composti non attestati in Omero

2. Composti in C/Vahv"

3.1 Temi in occlusiva velare

3.1.2 Composti non attestati in Omero

Nella lingua post-omerica si assiste alla creazione di un numero notevole di composti e classi di composti il cui SM è caratterizzato dalla struttura -VChv", in cui C è un’occlusiva velare sonora (g), aspirata (c) o, più raramente, sorda (k).

Questo tipo di composti deverbali si estende anche a verbi per i quali non è attestato un aoristo p. forte – forma che, come si è visto, costituisce la base per la creazione dei primi esempi di queste formazioni: l’assenza dell’aoristo in -h- (che verrà evidenziata caso per caso) mostra come la derivazione di questa tipologia di composti si sia estesa a basi inizialmente escluse, che non dipendono dall’aoristo p. forte né da un punto di vista formale né semantico; ciò si verifica in particolare per gli aggettivi attestati fin dall’inizio come attivi. Pertanto, la forza del modello costituito dai composti già diffusi agisce al di là della presenza o meno nel paradigma di una forma di aoristo in -h-, e costituisce un’ulteriore prova dell’importanza dei fenomeni di natura analogica per i parlanti.

a. -ag-

-(r)raghv~ < rJhvgnumi Una notevole contiguità formale con i composti in -aghv~ -paghv~ è ravvisabile nei composti in -raghv~, derivati da una base verbale per cui è attestato l’aoristo in -h- ejrravghn (in Omero nella forma composta uJperravgh, vd. Il. 8.558)194

. Questo gruppo rientra quindi all’interno del caso in cui la formazione di composti sigmatici può essere stata agevolata dalla presenza di un aoristo forte.

191

Vd. DELG s.v. phvgnumi.

192

Ma si noti l’acquisizione di un valore attivo (‘che fa gelare’) in Thphr. CP 5.14.3.

193

Da pag- vengono ricavati anche nomina agentis in -th"; valore causativo ha l’aggettivo phktikov" ‘che fa gelare’; vd. DELG s.v. phvgnumi.

194

41

I primi composti in -raghv" datano al V a.C.: come spesso accade, le prime testimonianze di una nuova classe di composti si trovano negli autori tragici, nello specifico Sofocle (ajrraghv~, aiJmorraghv~) ed Euripide (dicorraghv~, yucorraghv~), cui si aggiunge il contributo di Ippocrate (ajrraghv~, aiJmorraghv~, pleumorrwvgh")195; sempre nel V a.C., composti in -raghv~ si trovano in autori comici (Cratino e Aristofane)196. Nuovi composti vengono creati anche nei secoli successivi, fino al II-III d.C. Il PM può essere costituito da un prefisso (aj-, dus-, hJmi-,), da un aggettivo usato avverbialmente (meso-, neo-, polu-), più raramente da una preposizione (ajna-, cfr. ajnarrhvgnumi), e, soprattutto, da un sostantivo che può ricoprire varie funzioni. I composti con PM costituito da sostantivo occorrono prevalentemente in poesia, ma sono caratteristici anche della prosa medica e botanica (aiJmo-, floio-).

Tutti questi composti hanno un significato prevalentemente passivo, aderente a quello dell’aoristo in -h-. Tuttavia, i rari casi di significato attivo si concentrano proprio nelle forme in -raghv" di più antica attestazione, dal momento che i tragici adoperano -raghv" in senso sia attivo sia passivo. Infatti, se in Euripide dicorraghv" è passivo (‘spezzato in due’), lo stesso autore adopera invece yucorraghv"197

(IT 1466) con significato attivo (LSJ ‘letting the soul break loose’), e così è attivo anche aiJmorraghv~ (‘che perde molto sangue’

GI) in Sofocle (Phil. 825)198. Di più dubbia interpretazione risultano altri due composti, polurraghv" in Nicandro (Th. 59), adoperato come epiteto di un fiume (‘molto ramificato’ o ‘molto violento’) e ajrraghv", che, pur essendo generalmente passivo (‘non spezzato’), sembra acquistare un’accezione attiva in S. fr. 736, dove qualifica ojvmma: con riferimento a questo passo, esso viene tradotto nel LSJ come ‘not bursting into tears’, dunque con significato attivo-intransitivo (‘che non si spezza’, i.e. ‘che non cede al pianto’).

Sebbene l’assunzione di un significato attivo si configuri come uno sviluppo minoritario, riservato a poche forme poetiche, la presenza di queste ultime rimane non di meno significativa, in quanto la loro creazione e utilizzo sono resi possibili proprio dal fatto che questo tipo di aggettivi in -hv~ potessero essere intesi come attivi: benché si tratti di forme artificiali, che non entrano in generi letterari meno elevati della tragedia e dell’epica (e tantomeno nella lingua comune), esse nondimeno documentano nel V a.C. la possibilità di un’interpretazione attiva per i composti sigmatici.

Va infine ricordato che rJhg- è una base altamente produttiva, da cui vengono ricavati per esempio composti a reggenza verbale con rJhxi- come PM (-keleuqo", -cqwn, -noo",

195

Con tutte le cautele che richiede questo autore.

Perpleumorrwghv", forma che, contrariamente a tutti gli altri composti, presenta il vocalismo ō proprio del perfetto, vd. Meissner 2006, p. 191 “deverbative compounds with o-vocalism so characteristic for the perfect are hard to found. At best, pleumorrwghv" corresponds closely to, but a variant reading pleumorraghv" exists” (p. 191). Un’altra forma problematica all’interno di questo gruppo è crusorragev~, per la quale vd. Meissner 2006, p. 79; secondo l’autore “the more likely conclusion must be that -ragev" is from rJevzw”; -ragev" in questo caso corrisponderebbe alla “zero grade form of the root *werĝ-” (p. 202).

196

Accanto a purorragghv" si trova anche la forma purirragghv" in Polluce e, molti secoli dopo, Fozio.

197

Questo composto si trova anche in Olymp. in Phaed. 142; è attestato anche il sostantivo yucorragiva.

198

Si trova anche in Hp. Liq. 1; propri del lessico medico sono il sostantivo e il verbo composti aiJmorragiva e aiJmorragevw. Sofocle utilizza spesso il lessico medico, per cui è probabile che non sia lui il creatore di questa forma, anche se la si trova attestata per la prima volta in una sua tragedia.

42

-floio", attivi) e aggettivi verbali in *-to- passivi199

. Sembrerebbe dunque di poter concludere, come si è fatto in precedenza per -paghv~, che i composti sigmatici, con il loro

status ‘ambiguo’, costituiscano una sorta di gruppo di transizione tra una classe

chiaramente caratterizzata come passiva da un lato e una attiva dall’altro. -sfaghv~ < sfavzw Un’altra piccola famiglia200

di composti deverbali con SM terminante in -Caghv~ è costituita dai composti in -sfaghv~ < sfavzw ‘uccidere, sgozzare’. Il verbo è presente in Omero, ma non nell’aoristo passivo ejsfavghn, attestato a partire dal V a.C.; tale forma di aoristo è adoperata nella tragedia e nella prosa tarda, mentre l’aoristo debole ejsfavcqhn, che compare in un passo di Pindaro (P. 11.23), è impiegato con minor frequenza. I primi composti in -hv~ si trovano nella lingua dei tragici e hanno significato passivo (aujtosfaghv~ ‘ucciso da parenti’o ‘ucciso da sé’201, neosfaghv~ ‘sgozzato da poco’)202

, così come ajsfaghv~ (‘che non deve essere sacrificato’, Phil. De specialibus

legibus 3.144.1), hJmisfaghv~ (‘ucciso a metà’, Corpus Glossariorum Latinorum) e

ajrtisfaghv~ (attestato in Teodoro Studita, Ep. 51.43). Accanto a queste forme passive, il cui significato si accorda sia con l’aoristo passivo sia con il nomen actionis sfaghv, va registrata la presenza di due composti attivi: kunosfaghv~ ‘che uccide i cani’ in Licofrone (Al. 9.77) e polusfaghv~ ‘omicida’ in due passi dello pseudo-Callistene (Historia

Alexandri Magni); la creazione di composti dotati di un significato attivo rimane in questo

caso un fenomeno marginale del greco ellenistico.

-staghv~ < stavzw Al tema verbale di stavzw (stag-) sono riconducibili diciotto composti (di cui uno è una congettura, vari sono di epoca bizantina)203. Per il verbo stavzw (‘versare, cadere goccia a goccia’) è attestata una forma di aoristo p. forte (ejstavghn) in Dioscoride, molti secoli dopo la creazione dei primi composti, che si trovano a partire dal V a.C., nei tragici (aiJmatostaghv~, aiJmostaghv~, ajstaghv~) e in Aristofane (aiJmatostaghv~, nektarostaghv~). Fin dalle prime attestazioni questi composti hanno significato attivo, intransitivo nel caso in cui il PM sia costituito da prefisso o aggettivo (p. es. ajstaghv~ ‘che non gocciola’ o glukustaghv~ ‘che cade dolcemente’), transitivo se il primo elemento è un sostantivo (che indica ciò che fa da oggetto a stavzein, p. es. melistaghv~ ‘stillante miele’ o nektarostaghv~ ‘stillante nettare’)204

. Questa classe di composti, così come il verbo, è caratteristica soprattutto della lingua poetica (teatro, epica, epigramma), e presenta una notevole continuità nel tempo: nuovi composti sono attestati infatti anche in autori di epoca bizantina (vd. n.203). L’unica forma – se si eccettuano

199

Vd. DELG s.v. rJhvgnumi; si possono citare anche l’aggettivo rJhktikov" ‘in grado di rompere’ e il sostantivo rJaghv ‘fessura’ con lo stesso vocalismo dei composti sigmatici. Chantraine sottolinea la differenza semantica tra l’ambito di ajvvgnumi, che esprime “l’idée de ‘morceau, débris’” e di rJhvgnumi, che invece esprime la nozione di ‘fendere’.

200

Poco numerosi sono anche i composti dell’aggettivo verbale sfaktov", tutti passivi.

201

In questo caso agente e paziente coincidono.

202aujtosfaghv~ S. Aj. 841 (prob. spurio), E. Ph. 1316; neosfaghv~ S. Tr. 1130, Aj. 546, 898, E. Hec. 894. 203

Si tratta di zwostaghv~ (Theod.Stud.), luqrostaghv~, fonostaghv~ (Const. Manass.), aJbrostaghv~, murostaghv~ (Suda).

204

Il verbo stavzw può reggere sia il dativo sia l’accusativo. I composti che presentano un sostantivo come primo membro costituiscono la maggioranza. Melistaghv~ può assumere anche il significato di ‘dolce come miele’, simile dunque a quello di melivstakto~.

43

quelle tarde – che ricorre in un testo di prosa è yucrostaghv~ ‘congelato’, congettura in Areta SD 2.7.

-kraghv~ < kravzw (‘gridare’) Dotato di significato attivo-intransitivo come il verbo da cui deriva è invece ajkraghv~ ‘che non grida’, hapax di Eschilo (Pr. 803). Si tratta di una formazione isolata nella lingua poetica che non dà origine ad alcuna classe di composti205. -praghv~ < pravssw (‘fare, compiere’) Dalla radice verbale prag- vengono ricavati cinque composti: duspraghv~ (‘sventurato’), ajdikopraghv~ (‘che agisce iniquamente’), dikaiopraghv~ (‘che agisce con giustizia’), eujpraghv~ (solo come avv. ‘correttamente’ in Giovanni Crisostomo), kakopraghv~ (‘che fa del male’). Si tratta di forme dotate di significato attivo e attestate a partire dal II d.C. (duspraghv~ in Vett.Val. Astr. 16.21). A ciascuno di questi composti corrisponde un verbo composto in -evw di più antica attestazione206, ed è possibile che essi siano stati creati come alternativa al participio presente del rispettivo verbo composto207.

Analoga struttura presentano infine alcuni composti isolati o gruppi di composti il cui significato rimane passivo:

-plaghv~ < plhvssw208 Sono attestati solo tre aggettivi composti, ejkplaghv~ (‘colto da

stupore o panico’), kataplaghv~ (‘spaventato’) in Polibio (II a.C.), ejkplaghv~ in Luciano (II d.C.) e infine kratoplaghv~ (‘colpito sulla testa’), congettura in Man. 4.284209. Il verbo ha un aoristo in -h- passivo (ejplhvghn).

I primi due aggettivi corrispondono quanto a significato al participio aoristo passivo dei verbi composti corrispondenti (ejkplhvssw, kataplhvssw), e vengono adoperati nell’accezione metaforica/traslata di ‘colpiti dal panico, terrorizzati’.

-taghv~ < tavssw (‘schierare, ordinare’) Ben più produttiva è la famiglia dei composti in - taghv~210

, attestata a partire dall’età ellenistica (se si eccettua ijsotaghv~, v.l. in Filolao Filosofo, V-IV a.C.). Il SM è impiegato nel significato di ‘schierato, disposto’ o ‘ordinato’, mentre il PM, solitamente un aggettivo adoperato in senso avverbiale, indica la modalità dello schieramento o della disposizione (p. es. prwtotaghv~ ‘schierato per primo’, ajrtiotaghv~ ‘ordinato secondo i numeri pari’). Un gran numero di questi aggettivi risulta proprio della prosa filosofico-scientifica (matematica).

Questo caso mostra ancora una volta l’estensione delle formazioni sigmatiche a temi verbali privi di aoristo in -h-211.

-traghv~ < trwvgw (‘mangiare’) melantraghv" è una forma isolata dell’AP (6.299.3 Phan.)212, ripresa soltanto nella Suda (cfr. eujfaghv~); essa viene tradotta con ‘black when

205

Kravzw non ha aoristo passivo, ma l’aoristo tematico ejvkragon.

206

duspragevw A. Ag. 790 (anap.), Plu. Ant. 63; ajdikopragevw Plu. 2.501a, Ph. 2.329; dikaiopragevw Arist. EN 1135a16, PTeb.183 (II a.C.), Ceb.41, Plu. Sol.5, Sallust.19; Jason ap. Plu.2.135f; Arist.

Rh.1373b22; eujpragevw Th. 2.60, 6.16, X. Ap. 27; kakopragevw Th. 4.55, 2.43; Arist. Rh.1386b26, cfr. Aphth. Prog.1, Gal. 10.789.

207

Per il rapporto tra aggettivi composti sigmatici e participio presente del verbo composto corrispondente vd. Meissner 2006, p. 214.

208

Vd. anche infra -plhghv~.

209

kratoplagei'", ajcivtwna", ajei; korufh'/si falakrouv".

210

Molto numerosi sono anche i composti dell’aggettivo verbale taktov~.

211

In realtà per tavssw un aoristo ejtavghn è attestato (vd. SIG 708.9) come forma più tarda e secondaria rispetto a ejtavcqhn (V a.C.).

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eaten’ nel LSJ e ‘che si mangia nero’ nel GI; il significato è passivo. Rispetto al presente, il secondo elemento del composto esibisce lo stesso vocalismo dell’aoristo tematico attivo ejvtragon213, anche se è chiaramente ravvisabile l’influenza analogica di altri composti in -

a±g-. b. -hg-

-plhghv~ < plhvssw I composti sigmatici tratti dal tema verbale di plhvssw (‘colpire’) sono attestati a partire dal V a.C.: il primo esempio è infatti costituito da frenoplhghv~214 ‘che colpisce la mente’ in un passo di Eschilo (Pr. 878), dotato di significato attivo e con PM in funzione di oggetto. Il verbo possiede un aoristo in -h- (ejplhvghn), presente già in Omero (part. plhgeiv" in Il. 8.12) e nei tragici e portatore di un significato passivo. Passivi (‘colpito’) sono anche i composti noti a partire dai secoli successivi, con l’eccezione di karteroplhghv~ ‘che colpisce con forza’, detto dei Celtiberi in Diodoro Siculo (5.34), dove però il verbo è adoperato con accezione intransitiva. Anche se per questo gruppo lo sviluppo di un significato attivo rimane un fatto minoritario, è tuttavia significativo che proprio il composto più antico sia attivo-transitivo.

Il primo elemento del composto è costituito da prefisso (aj-, hJmi-), preposizione (ejm-), aggettivo in funzione avverbiale (ijso-, kartero-) e in due casi da un sostantivo, freno- (oggetto) e qeo- (agente, ‘colpito da Dio’).

Questa famiglia di composti non risulta particolarmente produttiva215, e va analizzata in rapporto agli altri aggettivi composti tratti dallo stesso tema verbale, i composti radicali in -plhvx, -plh`go" (passivi) e gli aggettivi verbali in *-to- (-plhkto"). Si possono avere infatti coppie in cui aggettivo sigmatico e aggettivo in -to" hanno lo stesso significato (ejmplhghv~ ejvmplhkto", cui si aggiunge il verbo composto ejmplhvssw) o casi in cui tutte e tre le forme sono attestate, con uguale significato (qeoplhghv~ qeovplhkto" qeovplhx) o con una differenziazione, come accade con ajplhghv~ avjplhkto~ ajplhvx216 (l’aggettivo verbale in -to- infatti sviluppa il significato attivo ‘che non colpisce’, attestato a partire dal I-II d.C.) e, soprattutto, con frenoplhghv~ frenovplhkto~ frenoplhvx. Infatti, sia frenoplhghv~ (attivo) sia frenovplhkto~ (passivo) sono adoperati da Eschilo nella stessa tragedia (Pr. 878, 1054): il poeta dunque crea una coppia caratterizzata dallo stesso primo

212

Favrso" soi; gerarou` tovde bovtruo", eijnovdiÆ JErma`, kai; truvfo" ijpneuvta pialevou fqovio" pavrkeitai su`kon te melantrage;" aJv te filouli;", ktl.

213

In qualche modo paragonabile risulta la forma eujfaghv~ (‘che mangia bene?’; cfr. aor. ejvfagon), attestata in una lunga sequenza di aggettivi in un fr. astrologico pitagorico Selhvnh shmaivnei leukocrovou", skevlh ejvconta" paceva, platuswmavtou", condrou;", kondotevrou", eujofqavlmou", gunaikoproswvpou", ajlhqei`", eujfagei`", eujruvqmou", ijdiopravgmona", kalosunhvqei", eujqevtou" panti; tw/` swvmati.

Per la presenza di aggettivi composti sigmatici che sembrano derivati direttamente dalla base verbale pura vd.

infra, cap.2, p. es. i composti in -ferhv" (p. 169). Nel caso di eujfaghv~, è possibile che la derivazione sia

stata agevolata dalla presenza di altre forme in -ag-, anche in assenza di un aoristo passivo.

214

Si noti la presenza della vocale o anche se il PM è un sostantivo atematico (frhvn) come elemento di collegamento tra i due membri del composto.

215

Si hanno attestazioni anche in epoca tarda, p. es. qeoplhghv~ in Anna Comnena, Aless. 15.8.5.10. 216

Tuttavia, il termine tecnico ajplhghv~ ‘senza difetto metrico’) potrebbe essere inteso anche come un possessivo (plhghv).

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elemento, riservando al composto sigmatico il significato attivo217. Frenoplhvx è adoperato con significato passivo in AP 9.141.

-qhghv~ < qhvgw I composti in -qhghv~ costituiscono un piccolo gruppo di cinque composti attestato a partire dall’età ellenistica (in A.R. 3.1388). Il verbo qhvgw (‘affilare’) non ha aoristo passivo, né forte né debole; il secondo elemento -qhghv~ sembra formato direttamente dal tema verbale privo di suffissi. Il significato è passivo (‘affilato’) in quattro casi, mentre soltanto eujqhghv~ (AP 6.63.5 donavkwn eujqhgeva kovsmon) è impiegato nel senso attivo di ‘che affila bene’. A ciascuna di queste forme corrisponde un aggettivo verbale in -qhkto", anch’esso passivo e anteriore quanto ad attestazione (con l’eccezione di neovqhkto")218. L’unico caso in cui è possibile riscontrare un’opposizione tra aggettivo verbale passivo e forma attiva è dunque la coppia eujvqhkto" eujqhghv~ (‘ben affilato’/‘che affila bene’).

-hghv~ < hJgevomai Dal verbo hJgevomai ‘condurre, guidare’ (o da avjgw), attestato nella forma composta perihgevomai ‘condurre intorno - descrivere’ a partire dal V secolo a.C., viene ricavato un solo composto sigmatico219, anch’esso impiegato dal V a.C. in poi. Sebbene questo composto sia caratterizzato da un’ampia sfera semantica, il significato base rimane attivo-intransitivo (LSJ ‘lying in a circle, round about, circular; revolving, surrounding’), con un’unica eccezione, ‘girato, fatto girare indietro’, in un epigramma di Satiro (APl. 4.195- AP 16.195.3). In questa forma isolata la terminazione -hghv~ compare senza essere preceduta da ulteriori elementi.

c. -ig-

-mighv~ < meivgnumi Al tema verbale di meivgnumi ‘mescolare’, per il quale l’aoristo p. forte ejmivghn è attestato fin da Omero, vanno ricondotti i numerosi composti con secondo elemento -mighv", noti dal V a.C. (summighv~ S. Tr. 762, pammighv~ A. Pers. 269) fino all’età bizantina (p. es. ajprosmighv" in Eustazio di Tessalonica). La maggior parte di queste forme ha il significato passivo ‘mescolato’, e presenta come PM una o più preposizioni (ajmfi-, ajpara-, ajpros-, ktl), un aggettivo (pam-, polu-) o, assai di frequente, un sostantivo indicante ciò a cui l’elemento qualificato dal composto in -mighv~ viene mescolato (p. es. xulomighv~, uJdromighv~). Solo due forme presentano significato attivo-intransitivo (ajprosmighv" ‘che non si mescola agli altri, privo di relazioni’, ajsummighv" ‘che non si mischia o confonde’); esso sono tarde e del tutto minoritarie all’interno di questa classe molto produttiva, per la quale rimane esclusa un’evoluzione in

217

toiavde mevntoi tw`n frenoplhvktwn bouleumat’ ejvph t’ ejvstin ajkou`sai Pr. 1054-55; ejleleu', ejleleu', uJpov mÆ au\ sfavkelo" kai; frenoplhgei'"/ manivai qavlpousÆ Pr. 878-9.

218

ojxuvqhkto" si trova in Sofocle ed Euripide; neovqhkto" compare in Plutarco, Gregorio di Nissa e nella Suda; eujvqhkto" in Licofrone e Nonno; ajmfivqhkto" in Sofocle. I composti in -qhkto", oltre che più antichi, sono anche più numerosi (una decina).

219

Sempre a partire dal V a.C. è attestato il verbo perihgevw. Il rapporto tra i SM in -hg- e i verbi ajvgw hJgevomai è controverso e dibattuto; sia Chantraine sia Beekes, in ogni caso, riconducono il SM -hghv" a hJgevomai (vd. DELG e Beekes s.v. hJgevomai).

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senso attivo-transitivo (‘che mescola’)220. Inoltre, solo nel caso di polumighv" accanto al significato passivo (‘molto mescolato’) si registra la possibilità di un uso attivo (‘che si unisce a molti’), limitata però a un solo autore (Filone di Alessandria).

Analogamente ai composti in -paghv", non sempre è però possibile pronunciarsi in modo univoco per un valore attivo o passivo, a causa della forte similarità tra attivo- intransitivo e passivo (‘che non si mescola’ - ‘che non è mescolato’, vd. p. es. ajprosmighv"). Inoltre, va segnalata la presenza di forme ambigue, per esempio qhriomighv", in cui -mighv" funziona come una sorta di suffisso con il significato ‘mezzo, per metà’221

, con il conseguente spostamento di categoria del composto, che diviene un determinativo.

La base meig- mig- mostra una notevole produttività: infatti, oltre ai composti in - mighv", va segnalata la presenza di numerosi aggettivi verbali in -mikto" e di composti a primo membro verbale mixo-222, caratterizzati da un’evoluzione analoga, in quanto il PM perde progressivamente il significato verbale ‘che si mescola’. Quanto alle forme in - mikto", in alcuni casi esse si affiancano all’aggettivo sigmatico, senza sostanziali differenze di significato (vd. p. es. la coppia pavmmeikto" pammighv" in Eschilo, dove l’alternanza può essere forse attribuita a ragioni metriche223

). In un solo caso (ajvmikto" ajmighv") la forma in -to- oltre al significato passivo può assumerne uno attivo. I derivati in -mikto" sono nel complesso meno numerosi e, con l’eccezione di qhrovmikto" in Licofrone, escludono l’impiego di un sostantivo come PM.

-pnighv~ < pnivgw Aggettivi composti in -pnighv~ sono attestati in età ellenistica e imperiale; il SM può esser fatto derivare sia dal verbo pnivgw (‘soffocare’)224 sia dal sostantivo neutro pni`go~, che compare nei testi a partire dal V a.C.; in tal caso questi composti andrebbero considerati denominativi, anche se la presenza ormai affermata di composti sigmatici deverbali può aver agevolato lo sviluppo di un significato prossimo a quello del verbo pur in presenza di un sostantivo neutro225.

Il composto più frequente è peripnighv~ (cfr. peripnivgw), attestato per la prima volta in Nicandro (Th. 432) – autore responsabile anche di altre creazioni – e dotato di significato passivo (‘soffocato’). Attivi-intransitivi risultano invece gli altri due composti: uJperpnighv~ ‘che ansima eccessivamente’ compare solo nella Suda226

, e sumpnighv~ ‘che soffoca’ in Diodoro Siculo (diovper sumpnigou'" peristavsew" th;n cevrson ejpecouvsh",

220

Nel GI viene registrato per pantomighv" anche il significato di ‘che produce ogni specie di frutto’ in un passo dello storico di III-IV d.C. Eunapio; più che rispecchiare il valore originario del composto, questa traduzione risulta essere determinata dal contesto.

221

Così anche altri composti in cui il primo elemento è un nome di animale: iJppomighv", leontomighv", ojrneomighv". Un analogo processo di grammaticalizzazione, per cui il SM finisce per funzionare come una sorta di suffisso, si riscontra anche per altre classi di composti particolarmente produttive, p. es. gli aggettivi in -fanhv", per i quali vd. infra p. 82.

222

Per questi composti vd. Risch 1944, pp. 48-9.

223

pavmmeikto" occorre negli anapesti, pammighv" in versi lirici.

224

L’aoristo passivo ejpnivghn è attestato a partire dal V-IV a.C.

225

La regola di derivazione sostantivo neutro→ aggettivo sigmatico non è più attiva.

226

47

Bibl. 3.51.3.1; cfr. sumpnivgw), utilizzato in riferimento a una malattia. Lo sviluppo di un

significato attivo rimane nel complesso un fatto marginale.

-stighv~ < stivzw Dal verbo stivzw (‘segnare con un marchio’) viene ricavato un gruppo molto limitato di composti solo passivi e scarsamente attestati; il primo esempio, che data all’età ellenistica, è peristighv~, ‘punteggiato, variegato’, in due passi di Nicandro (Th. 376, 749)227; il verbo composto peristivzw ricorre invece a partire dal V a.C. All’età tardo-antica datano invece gli altri composti, per esempio crusostighv~, ‘punteggiato d’oro’, in Epifanio di Salamina (IV d.C.) e ajstighv~, ‘non punteggiato’, in Stefano di Bisanzio (VI d.C.). La presenza di queste forme più tarde può essere considerata un segno