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Temi in liquida

4. Altri composti cui corrisponde un aoristo in h-

4.1 Temi in liquida

-sfalhv~ < sfavllw Il più antico e diffuso composto derivato da sfavllw è ajsfalhv" ‘che non cade, sicuro, stabile’, attestato già nell’Odissea e in Esiodo, in fasi dunque anteriori alle prime occorrenze dell’aoristo p. forte ejsfavlhn, datate al V a.C.343

. I composti in -

340

Questi ultimi ammettono solo un significato attivo-intransitivo. Vd. Meissner 2006, p. 194 “Thus, the established formal distinction between active and non-active verbal compounds begins to be obscured again. This means that, since eujrrehv~ and eujvrroo~ are semantically identical, there was scope for some interchange here”.

341

P. es. katavrruto~ - katavrroo~ - katarruhv~ (katarrevw), aiJmovrruto~ - aiJmavrroo~ - aiJmarruhv~ (aiJmarroevw, aiJmovrroia), ktl.

342

A meno che non vi sia similarità con dei composti denominativi; questa possibilità, che necessiterebbe di una trattazione più approfondita, non verrà qui presa in considerazione.

343

Forse un’attestazione anteriore si ha in Alc. Suppl. 76.13 (dove è un’integrazione).

I derivati da sfavllw non sono numerosi; anche Chantraine riconosce l’origine deverbale dei composti in -sfalhv" e il carattere secondario del sostantivo neutro sfavlo", attestato per la prima volta nei tragici; vd.

DELG s.v. sfavllw.

Secondo Meissner, i composti in -sfalhv" costituiscono un’eccezione dal punto di vista semantico, rispetto ai casi in cui “the compound is normally semantically much closer to the aorist than to the noun” (Meissner 2006, p. 189); alla n.74 egli infatti scrive “the notable exception to this is the group of active compounds in -sfalhv" beside aor. ejsfavlhn which cannot be explained on this basis”. Probabilmente l’eccezionalità cui si riferisce l’autore è costituita dal fatto che in Omero manca l’aoristo p. forte.

69

sfalhv" costituiscono una classe costituitasi fin dall’inizio come attiva, per la quale non si riscontra lo sviluppo di alcun significato passivo (‘ingannato da/fatto cadere da’); tali aggettivi rimangono in genere aderenti al valore intransitivo dell’aoristo p. in -h- ‘cadere, vacillare/cadere in errore’, anche se si assiste a delle evoluzioni semantiche interessanti. A partire dal V a.C., infatti, si registrano alcuni casi di composti attivi-transitivi, vale a dire

l’eschileo domosfalhv~ ‘che fa crollare la casa’

(devdoika dÆ o[mbrou ktuvpon domosfalh' to;n aiJmathrovn Ag. 1533), con PM in funzione di oggetto, e noosfalhv~ ‘che fa vacillare la mente’, utilizzato da Nonno di Panopoli (D. 17.277) sia con questo valore sia con significato intransitivo (‘vacillante nella mente’, vd. p. es. D. 32.118 noosfalevo" Dionuvsou). Va inoltre segnalato lo sviluppo di un’accezione causativa in ajkrosfalhv~ ed ejpisfalhv~, che oltre a indicare qualcosa ‘che vacilla’ possono anche riferirsi a ciò ‘che fa cadere’. Benché non solo la creazione di composti attivi-transitivi (fatto esclusivamente poetico) ma anche il possibile uso causativo di composti originariamente intransitivi siano fenomeni minoritari, essi non di meno testimoniano un progressivo affrancamento sul piano del significato dall’aoristo p. ejsfavlhn, e la trasposizione nei composti degli altri valori propri del verbo sfavllw (che conosce usi transitivi e causativi, anche se non all’aoristo p.)344

.

Coerente con la prevalenza del significato intransitivo è anche la natura del PM, generalmente un prefisso (aj-, ajri-, ejri-), una preposizione (ajna-, ejpi-, peri-; spesso è presente il verbo composto corrispondente) o un aggettivo in funzione di modificatore avverbiale (ajkro-, polu-345). Fanno eccezione le due forme poetiche sopra citate (noosfalhv~, domosfalhv~), a cui va aggiunto mequsfalhv~ ‘vacillante per l’ebbrezza/che fa vacillare per l’ebbrezza’, altro composto poetico attestato in Nonno di Panopoli (D. 19.59) e nell’AP (6.248.1; 16.99.3) con PM in funzione di complemento di causa346

.

Le forme in -sfalhv~ non sono particolarmente numerose, ma presentano una considerevole quantità di attestazioni e una certa continuità nel corso del tempo, da Omero fino all’età bizantina.

Ai composti in -sfalhv~ possono essere accostati, per la forte somiglianza formale del SM, i derivati in -stalhv~ < stevllw (‘inviare, mandare’), verbo il cui aoristo p. forte ejstavlhn è attestato a partire dal V a.C., tenendo però presente del fatto che stevllw, contrariamente a sfavllw, è un verbo pienamente apofonico. Sempre al V a.C. data il composto di più antica attestazione, eujstalhv~, con il significato passivo-intransitivo di ‘ben equipaggiato/maneggevole, agevole, conveniente’, che si ritrova in Eschilo (Pers. 795), Sofocle (Ph. 780) e Tucidide (3.22.2)347. A eujstalhv~, che costituisce il composto più diffuso, si aggiungono altre due sole forme: ajstalhv~ ‘svestito’ (v.l. in Call. fr. 673) e monostalhv~, glossato come oJ katamovna" stellovmeno" da Esichio. Gli aggettivi sigmatici in -stalhv~ non costituiscono quindi una classe produttiva; la maggior parte dei composti (circa una sessantina) è infatti costruita sfruttando l’apofonia radicale, e presenta

344

Va comunque ricordato che, come per gravfw, sfavl- è la base verbale pura.

345polusfalhv~ è uno hapax in un autore dell’VIII-IX d.C. (Ignatius, Vita Nic. 204.29). 346

In Oppiano (C. 4.204) è presente il verbo composto mequsfalevw.

347

Sono attestati anche il sostantivo derivato eujstavleia ‘buon ordine/equipaggiamanto’ e l’aggettivo con grado forte eujvstolo". I composti con vocalismo zero sono forme tarde, forse modellate sul perfetto medio (così Chantraine, vd. DELG s.v. stevllw).

70

come SM -stolo~348; questi ultimi presentano un significato passivo, come ijdiovstolo~ ‘equipaggiato a spese proprie’ o oJmovstolo~ ‘inviato insieme’, attivo-intransitivo (con oscillazioni verso il passivo), per esempio aujtovstolo~ ‘inviato da sé, che agisce o va da sé’, ma anche attivo-transitivo, come yucoostovlo~ ‘che scorta le anime’ (Nonno, D. 44.207 e Tryph. 572). Pertanto, la mancata affermazione delle forme sigmatiche può essere dovuta al fatto che il loro (eventuale) spazio semantico era già coperto da un lato dalle formazioni in -stolo~ (per l’attivo-intransitivo), dall’altro dal participio aoristo passivo.

Si possono ora passare brevemente in rassegna alcune forme caratterizzate dalla terminazione -alhv~ o -Vlhv~, dotate di significato intransitivo o passivo, per le quali non sempre è attestato un aoristo in -h- . Nel capitolo successivo349 verranno trattati altri composti in -Vlhv~ che, al contrario di quelli che verranno ora esaminati, costituiscono delle classi produttive, caratterizzate dallo sviluppo di un significato attivo-transitivo e, in genere, dall’assenza di un aoristo p. in -h-350

.

ajollhv~ ajeilhv~ < eijvlw (‘rinchiudere - premere’) ‘radunato, ammassato’ è una forma isolata, non inserita all’interno di una classe, che ricorre a partire dai poemi omerici e continua a essere impiegata fino all’epica di età tardo-antica351

. Il prefisso aj- ha funzione intensiva, e il significato del composto oscilla tra intransitivo e passivo. Il verbo eijvlw, cui viene ricondotta, presenta un aoristo in -h- (ejavlhn) attestato già nell’Iliade (vd. p. es. 13.408); tuttavia, le forme omeriche di questo composto352 non sono costruite sul tema dell’aoristo passivo, al quale è invece possibile ricondurre aJlhv~, forma ionica attestata a partire dal V a.C. (Erodoto e Ippocrate). ajollhv~ infatti viene considerato un eolismo, caratterizzato dalla vocalizzazione -ol- di ḷ353.

Significato attivo-intransitivo hanno i due composti derivati da aJvllomai ‘saltare, balzare’354

, proalhv~ ‘che balza in avanti/che precipita, tumultuoso’, attestato a partire da Omero (dove ricorre in un solo passo, Il. 21.262) ed ejpialev~, glossato come terpnovn da Esichio (forse ‘che balza’)355

.

La medesima terminazione -alhv~ caratterizza inoltre tre composti derivati da aJlivskomai ‘essere catturato’. Si tratta di forme tarde e di significato passivo: nealhv~ ‘catturato di recente’ (Ammon. Diff. 95)356

, dourialhv~ ‘catturato con la lancia’ (Gregorio di Nazianzo, Esichio)357 ed eujalhv~ eujalw`~, glossato con eujcerw`~ qhrwvmeno" (‘cacciato/catturato agevolmente’) in un passo (di non facile lettura) di Esichio.

348

In alcuni casi questi composti sono possessivi da stovlo" o stolhv (p. es. ajvstolo" ‘slacciato’).

349

Vd. infra, pp. 161ss.

350

In -alhv~ terminano p. es. i composti in -qalhv~ < qavllw o -palhv~; un gruppo uniforme è poi rappresentato dai composti in -elhv~.

351

Ricorre inoltre in opere di lessicografi e commentatori anche di età più tarda.

352

Di solito è attestato come ajollhv~; ajellhv~ è hapax in Il. 3.13; questa è la forma in Chantraine, mentre Meissner riporta come alternativa ajeilhv~, con grado pieno (presente ejl-j- > eijl-).

353

Vd. DELG e Beekes s.v. aJlhv~, per cui ajollhv~ < * aj-üolnhv~.

354

aJvllomai non ha aoristo passivo.

355

La forma ejpialhv~ può essere forse restituita in IG 4.760, cippo rinvenuto a Trezene recante una dedica a Eracle; ejpialh` viene tradotto come ‘favorevole’ da M. Guarducci; esso infatti si riferisce all’oijwnovn che deve essere avvistato dal fedele prima di compiere un sacrificio (vd. EG I, p. 365 ).

356

Da non confondere con l’omofono nealhv~ ‘che è nella freschezza della gioventù, fresco, nuovo’.

357

71

Infine, terminano in -alhv~ altre due forme isolate: palimbalhv~ ‘riverso, supino’ da bavllw (‘gettare, lanciare’, verbo che non presenta aoristo passivo forte; anche in questo caso però bal- è semplicemente la base verbale), che ricorre in vari lessicografi e raccolte lessicografiche, da Eudemo (II d.C.?) alla Suda, sempre spiegato come oJ ajnavtaura peswvn (il significato sarebbe dunque intransitivo) e ajsalhv~ ‘incurante’, attestato in Eschilo (fr. 319), connesso forse al verbo ajsavlein, tramandato da Esichio con il significato di ajfrontisqh`nai358.

Le forme in -alhv~ sopra esaminate sono accomunate da alcuni elementi: innanzitutto, contrariamente a quanto si verifica con -stalhv~ < stevllw, l’elemento -al- non corrisponde al grado zero ma alla radice del verbo, che, talvolta (vd. il caso dei composti di aJlivskomai), si oppone al tema del presente. Inoltre, con la sola eccezione di bavllw, altro verbo che può sfruttare nella derivazione l’apofonia radicale359

, esse sono inserite in famiglie complessivamente poco produttive; come nota Chantraine, i derivati nominali di aJlivskomai sono poco numerosi (i più importanti sono la coppia aJlwtov" ajnavlwto" ‘prendibile’/‘imprendibile’ e aijcmavlwto" ‘prigioniero’), mentre da aJvllomai, oltre a proalhv", è ricavato un solo altro aggettivo, aJltikov" ‘abile a saltare’. In questi casi, dunque, le poche forme sigmatiche rimediano effettivamente all’assenza di altri derivati. 4.2 Composti in nasale

Verranno qui presentati solo i composti il cui SM è -Cinhv" e -Cunhv"; per la trattazione dei composti in -Canhv", che necessita di un particolare approfondimento, vd. infra.

-klinhv" < klivnw Un gruppo piuttosto numeroso di composti sigmatici derivano dal verbo klivnw ‘far pendere, inclinare’360

, che presenta entrambe le forme di aoristo passivo, ejklivnqhn ed ejklivnhn, di cui l’ultima è propria dell’attico e ricorre in composizione.

I composti in -klinhv" sono attestati a partire dal V a.C. (p. es. sugklinhv" ‘inclinato insieme’, vd. A. fr. 84) e possono essere generalmente intesi come attivi-intransitivi (che si inclina/inclinato); un eventuale significato passivo è difficile da determinare, dato che nessuno di questi aggettivi presenta come PM un sostantivo in funzione di agente. Si ha dunque in questo caso un’ulteriore classe di composti che nasce come portatrice di un significato intransitivo e a questo rimane legata. Anche la natura dei PM avvalora un’interpretazione in senso intransitivo di tali forme: essi infatti sono costituiti per la maggior parte da preposizioni (ejk-, ejpi-, kata-, peri-, ktl), anche composte e precedute dal prefisso aj- (presente anche in ajklinhv"), avverbi (palig-, camai-) o aggettivi (ijso-, oJmo-, polu-, ktl) in funzione avverbiale361

. Solo due composti presentano come PM un

358 Un’altra forma passiva è poluqrulhv~ (< qrulevw) ‘oggetto di molti discorsi’, che ricorre come v.l. in

Tolomeo (Tetr. 170); il significato equivale a quello di poluqruvlhto". Si può infine ricordare neohlhv~ < ajlevw ‘macinato da poco’, hapax di Nicandro di Colofone (Al. 412 hjvia kriqavwn neohleva fullavda t’ ijscnhvn); si tratta di una v.l., non accolta da tutti gli editori, che preferiscono inserire nel testo il composto − già omerico − neoqhlhv".

Per nhlehv"vd. infra, p. 162.

359

Per i composti in -bolo~ vd. DELG s.v. bavllw.

360

klivnw viene usato anche in senso intransitivo (‘inclinarsi, girarsi’). La nasale costituisce il suffisso del presente, ma essa viene estesa anche all’aoristo (vd. DELG s.v. klivnw).

361

In un caso il PM è costituito da un elemento pronominale (taujtoklinhv" ‘con la stessa latitudine’ in Posidonio e Strabone).

72

sostantivo, gonuklinhv" ‘che si piega sulle ginocchia’ (POxy.1089.31, datato al III d.C., e vari autori cristiani) e qeoklinhv" ‘che si volge a Dio/diretto verso Dio’, attestato in vari passi di Teodoro Studita (p. es. Ep. 255.17). Si tratta dunque di due forme tarde, proprie del lessico degli autori cristiani, dai quali vengono impiegate quasi in un’accezione tecnica; gonuklinhv" in particolare si specializza per indicare la postura di chi prega o del supplice362. Inoltre, l’interpretazione della relazione tra primo e secondo membro è tutt’altro che immediata, e risulta condizionata sia dal significato del PM sia dal contesto d’impiego del composto stesso363

. I due PM gonu- e qeo- non svolgono infatti una funzione obbligatoriamente richiesta dalla struttura argomentale del verbo, ma si configurano piuttosto come due circostanziali (complemento di luogo il primo, luogo figurato o fine il secondo), che forniscono ulteriori precisazioni sull’azione espressa da klivnw. Infatti, come si è visto, nei composti in -klinhv" il PM in genere si limita ad apportare una semplice modificazione avverbiale al significato base, e tende a non ‘incorporare’ nozioni di altro tipo364

.

I composti di questa classe, abbastanza produttiva, continuano a essere adoperati anche in età bizantina inoltrata365. I concorrenti diretti delle forme sigmatiche sono principalmente gli aggettivi verbali in -klitov~366; gli aggettivi in -klino~, infatti, possessivi da klivnh, si specializzano per indicare i partecipanti a un banchetto (sug-) o, quando il PM è costituito da un numerale, la superficie di una sala (deka-, ejnnea-, tri-, ktl).

Una struttura formale molto simile si trova nei composti in -krinhv" < krivnw (‘separare, distinguere, scegliere’), famiglia costituita da soli cinque aggettivi, quasi tutti di significato passivo. In questo caso il SM non dipende dal tema dell’aoristo passivo, in quanto il verbo krivnw presenta solo la forma debole ejkrivqhn. Gli aggettivi maggiormente rappresentati sono eujkrinhv" ‘ben separato/distinto, chiaro’, già esiodeo (Op. 670), ed eijlikrinhv" ‘non mescolato, puro, distinto’, da cui vengono derivati i corrispettivi verbi e sostantivi composti (eujkrinevw - eujkrivneia; eijlikrinevw - eijlikrivneia). Il numero delle attestazioni − che riguardano quasi esclusivamente la prosa − aumenta in modo sensibile a partire dal V-IV a.C. Alle forme già citate si aggiungono dal II d.C. duskrinhv" ‘difficile da distinguere’, dieukrinhv" ‘chiaro, distinto’ (attestato solo nella Suda)367

e mesokrinhv" ‘che separa nel mezzo’ (Plutarco, Polluce), l’unica forma attiva. La scarsa produttività di questa famiglia va forse imputata alla presenza di un elevato numero di composti (una cinquantina) in -kritov", aggettivo verbale attestato nella forma semplice già in Omero368.

362

In quest’ultima accezione viene adoperato anche in contesti non propriamente cristiani, p. es. in vari passi dell’Historia Alexandri Magni.

363

Per il ruolo del contesto nell’interpretazione dei composti vd. Stefanelli 1994.

364

Anche i verbi composti hanno come PM una preposizione (ajpo-, ejk-, suj-, ktl); fa eccezione il secondario gonuklinevw in Eustazio di Tessalonica.

365

Oltre a gonuklinhv", si può citare ajmetaklinhv" in Anna Comnena, Alex. 14.4.7.10 e 15.8.6.16.

366

L’aggettivo verbale klitov~ è tardo e ricorre di solito in composizione; dal verbo klivnw deriva anche il suffisso di nomen agentis -klith~ (vd. DELG s.v. klivnw).

367

Il verbo dieukrinevw è invece antico; probabilmente la presenza di dieukrinhv" è stata dedotta dalla proporzione tra dieukrinevw e altri verbi composti in cui corrispondeva un aggettivo sigmatico.

368

73

Passivi sono anche i due composti derivati da pluvnw369, eujplunhv" ‘ben lavato’ e neoplunhv" ‘lavato da poco’. Il primo è attestato a partire da Omero (Od. 8.392, etc.), il secondo in Polluce e nell’atticista Frinico, nonché negli scolii a Esiodo370

; la forma neoplunhv" probabilmente deriva dall’adeguamento alla flessione atematica del più antico e diffuso neovpluto" (già in Od. 6.64). Come nota T. Meissner, -plunhv" con il significato di ‘lavato’ occorre solo in Omero (tranne i casi citati sopra), mentre il greco di età successiva utilizza soltanto -pluto"371. Il SM -plunhv" non sviluppa alcun significato attivo (‘che lava’).