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Nasale dentale 1 Canhv"

5. Temi in nasale

5.1 Nasale dentale 1 Canhv"

I composti in -Canhv" rappresentano un insieme formalmente omogeneo, che comprende al proprio interno due classi piuttosto produttive (-qanhv", -planhv"), oltre che varie forme isolate. Per questo gruppo, inoltre, è possibile individuare un ‘prototipo’ nella forma omerica disqanhv", che mostra l’antichità di questo tipo di formazioni. Infatti, come è stato suggerito nel capitolo precedente, è possibile che le prime forme caratterizzate da questa struttura si siano costituite per analogia dei composti in -manhv", -fanhv", alle quali va attribuita una duplice priorità cronologica e tipologica, in quanto costruite su una forma di stativo. Oltre all’analogia formale, si avrà modo di osservare che molti composti in - Canhv" condividono con le formazioni in -manhv" e -fanhv" il valore intransitivo.

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Il significato di questi composti si accorda meglio con una derivazione dal verbo piuttosto che dal sostantivo neutro keu`qo~ (antico), solitamente impiegato al plurale keuvqea ‘recessi, profondità’.

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In alternativa, il PM potrebbe essere considerato un aggettivo sostantivato (‘molte cose’, ‘tutto’) in funzione di oggetto.

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Gli aggettivi in -qanhv" < qnhv/skw (ejvqanon) ‘morire, essere ucciso’ costituiscono una classe di particolare importanza, dal momento che esse possono probabilmente essere considerate un punto di raccordo tra i composti sigmatici costruiti su forme di stativo (p. es. -manhv", -fanhv") e quelli invece ricavati direttamente dal tema verbale tramite l’aggiunta del suffisso *-es-.

Il ‘prototipo’ di questa classe è fornito dall’omerico disqanhv" ‘morto due volte’ (Od. 12.22), cui si aggiunge nel V a.C. una sola altra forma, ajrtiqanhv~ ‘morto da poco’ (E.

Alc. 600). Questa famiglia infatti, nonostante la precocità della prima attestazione, diviene

produttiva solo a partire dall’età imperiale e tardo-antica, con forme come hJmiqanhv~ ‘mezzo morto’, ajqanhv~ ‘che non muore’, dusqanhv~ ‘morto infelicemente’ e ajeiqanhv~ ‘che muore sempre’. Un notevole apporto è dato poi dagli autori cristiani, a cui si devono trisqanhv~ ‘morto per tre colpe’ (Gregorio di Nazianzo), bioqanhv~ ‘morto violentemente’ (Efrem il Siro) e oJloqanhv~ ‘completamente morto’ (Anastasio il Sinaita).

Lo scarso numero di aggettivi sigmatici in età classica ed ellenistica è dovuto probabilmente alla presenza di varie altre tipologie di composti derivati da qan- qnh-, con SM costituito da -qavnato" (p. es. ajqavnato" ‘immortale’) e dall’aggettivo verbale - qnhtov" (p. es. kataqnhtov" ‘mortale’), a cui si aggiungono varie forme atematiche in - qnhv", -qnh`to" (p. es. ajndroqnhv" ‘che uccide gli uomini’, limoqnhv" ‘ucciso dalla fame’, etc.). Se, come si vede dagli esempi, quest’ultima tipologia di formazioni può avere significato passivo (‘ucciso da’) e attivo-transitivo (‘che uccide’), i composti in -qanhv" sono invece tutti intransitivi746, e presentano un PM in funzione di modificatore avverbiale, indipendentemente dalla sua natura (prefisso, aggettivo, avverbio).

Le forme in -qanhv", dunque, proprio perché esprimono una nozione di stato (‘essere morto’)747

, presentano un tratto semantico in comune con i composti sigmatici costruiti su forme di stativo in -h- (-manhv", -fanhv") ed esprimenti una condizione (‘essere pazzo’, ‘essere visibile’). In particolare, tra tutte le forme sigmatiche che in Omero si affiancano a un aoristo/stativo in -h-, i composti in manhv" e -fanhv" possono essere ritenuti il modello ideale per la creazione degli aggettivi in -qanhv", dal momento che essi uniscono alla prossimità semantica anche una notevole somiglianza sul piano della forma, ovvero l’analoga struttura del tema verbale (fan-, man-, qan- = Can-).

Nei composti in -qanhv" pare quindi possibile osservare una ‘tappa’ del processo di estensione della derivazione di aggettivi sigmatici da forme verbali in -h- a temi verbali di altro tipo (privi cioè di un aoristo/stativo in -h-); in seguito, infatti, lo stesso meccanismo derivazionale osservabile nei composti in -qanhv" viene poi applicato anche a basi verbali, che, al contrario, non presentano relazioni formali e/o semantiche di alcun tipo con le formazioni in -hv" tipologicamente più antiche.

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Morire rientra tra i verbi inaccusativi.

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Come è stato dimostrato da uno studio di M. Napoli (vd. Napoli 2006b), il verbo greco qnhv/skw può essere classificato come un verbo risultativo, che esprime lo stato conseguente a un’azione passata. Il valore stativo di qnhv/skw non si manifesta solo nel perfetto tevqnhka, ma anche nell’aoristo ejvqanon, che “può indicare contemporaneamente il momento del mutamento dinamico e la condizione dell’essere morto” e ha dunque “duplice valore, dinamico e stativo” (p. 190). Proprio sul tema verbale qan-, lo stesso dell’aoristo, sono costruiti i composti in -qanhv".

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Il SM -Canhv" accomuna alle forme appena esaminate il piccolo gruppo dei composti in -canhv" < cavskw canei`n ‘aprirsi, spalancarsi’ e, dopo Omero748, ‘tenere la bocca

aperta’, anch’essi dotati di significato intransitivo. Il composto più antico e maggiormente attestato è ajcanhv", documentato dal V a.C. (S. fr. 1030.1 Radt) all’età bizantina (p. es. in Niceta Coniate, Niceforo Gregoras, etc.); è necessario in realtà distinguere tra due forme, la prima con alpha rafforzativo (‘aperto, spalancato/a bocca aperta’), l’altra con alpha privativo (‘che non apre bocca’). Anche in questo caso nuovi composti sono documentati solo a partire dall’età imperiale749

(p. es. eujrucanhv" ‘che si spalanca ampio’ in Oppiano di Anazarbo e Nonno di Panopoli) e tardo antica (p. es. ajkrocanhv" ‘che si spalanca in cima’ in un epigramma di Paolo Silenziario, AP 6.57.2). Si tratta dunque di creazioni tarde ed estremamente limitate quanto ad attestazioni, che mostrano come il verbo cavskw non costituisca una base produttiva per la formazione di composti.

-candhv~ < candavnw Nonostante la presenza della dentale (/d/), formalmente assai prossimi ai composti in -canhv" risultano gli aggettivi derivati da candavnw ‘contenere, essere capace’, che presentano come SM -candhv"750

. Si tratta di poche forme attestate a partire dall’epoca ellenistica (Teocrito, Anite) e di uso poetico751

, così come il verbo da cui derivano. Il significato di questi aggettivi è ancora una volta attivo, sia intransitivo, come in polucandhv~ ‘molto capace, vasto’ (Teocrito, Nicandro di Colofone, etc.) o eujcandhv~ ‘spazioso’ (Teocrito, etc.), sia transitivo, come accade con boucandhv~ ‘in grado di contenere un bue’ (AP 6.153.1). Mentre in boucandhv~ il SM presenta il significato primario del verbo (‘contenere’), nei composti intransitivi il valore è invece traslato (‘che contiene molto’ > ‘spazioso’).

Al verbo kaivnw ‘uccidere’ e, più raramente, ‘essere ucciso’, sono invece riconducibili due composti attestati soltanto in Eschilo, dorikanhv~ ‘ucciso dalla lancia’752 (Supp. 987), passivo con PM in funzione strumentale, e polukanhv~ ‘che uccide molto’ (Ag. 1169), che invece ha significato attivo. Queste due forme dunque − chiari esempi di creazioni poetiche artificiali − rispecchiano il duplice valore del verbo da cui derivano.

Una classe ben più numerosa di quelle esaminate finora è costituita dai composti in - planhv~ < planavomai ‘andare errando, vagare - sviarsi’ (anche in senso figurato)753

, le cui prime attestazioni datano al V-IV a.C. Gli esempi più antichi sono poluplanhv~ ‘che vaga molto’ e ajplanhv~ ‘che non erra, stabile’, cui si aggiungono nuove forme a partire dall’età ellenistica, per esempio triplanhv~ ‘tre volte errante’ (Lyc. 846), bioplanhv~ ‘che

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Nel GI viene evidenziato che in Omero non ricorre il presente.

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Un esempio anteriore è forse hJmicanhv" ‘mezzo aperto’, ma si tratta di una lezione dubbia in un epigramma di Leonida (AP 7.478.2).

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candavnw, verbo con apofonia, presenta il grado zero della radice, come avviene solitamente nei verbi con suffisso -an-; sullo stesso grado risultano costruiti anche i composti.

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polucandhv" ricorre però anche in un passo di Temistio (Or. 23.299c) e in un’epigrafe (Stud.Ital.(N.S.) 2.398).

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Dietro la genesi di questi composti è possibile individuare dei sintagmi ben definiti (cfr. Th. 962 Ant. dori; dÆ e[kane". Is. dori; dÆ e[qane").

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vaga per guadagnarsi da vivere, i.e. mendicante’ (Call. fr. 489.1 Pfeiffer) e, infine, eJteroplanhv~ ‘che vaga qua e là’ e skolioplanhv~ ‘che procede sinuosamente’, entrambi in Nicandro di Colofone. Come si è constatato anche per altri composti, l’età imperiale e tardo-antica vedono un ulteriore arricchimento di tale classe, soprattutto a opera dei poeti, per esempio nuktiplanhv~ ‘che vaga di notte’ in Oppiano di Apamea, o, in Nonno, ojreiplanhv~ ‘che vaga sui monti’; nel poema di astronomia di Manetone si trovano invece aijqroplanhv~ ‘che vaga nell’etere’ e aijpuplanhv~ ‘che vaga in alto’, mentre in un carme di Gregorio di Nazianzo occorre mequplanhv~ ‘che vacilla per l’ebbrezza’, con PM equivalente a un complemento di causa.

Poiché derivano da un verbo di movimento, questi composti presentano in genere un significato attivo-intransitivo (‘che vaga’), che viene precisato nelle sua modalità dal PM, costituito da un avverbio o un aggettivo adoperato in senso avverbiale (p. es. ajeiplanhv~ ‘che vaga sempre’ o poluplanhv~), da un prefisso (eujplanhv~ ‘che insegue con successo’) o da una preposizione (periplanhv~ ‘errante’). Spesso però come PM ricorre un sostantivo in funzione temporale o locativa (aJli-, nukti-, oJdoi-, ojrei-), anche in senso figurato (nooplanhv~ ‘che erra nella mente’). Al tempo stesso, si registra in alcune forme lo sviluppo di un’accezione causativa, come in yucoplanhv~ ‘che fa vagare l’anima’ (epiteto di Dioniso in AP 9.524.24) e in nooplanhv~, che è adoperato anche nel significato di ‘che fa smarrire il senno’ (vd. p. es. Nonno, D. 4.197).

Gli aggetivi sigmatici si affiancano a un gruppo piuttosto numeroso di forme tematiche con SM -plano~, anch’esse attestate a partire dal V a.C. e dotate o di significato intransitivo (p. es. duvsplano~ ‘che vaga nella miseria’) o causativo (laoplavno~ ‘che trae in inganno il popolo’). Il fatto che in molti casi lo stesso PM sia condiviso da aggettivi delle due classi (p. es. ajei-, aJli-, nukti-, polu-) senza che si riscontri alcuna differenza di significato mostra come i due diversi tipi di formazione dovessero configurarsi come opzioni equivalenti754.

5.1.2 -Cenhv"

Il SM -Cenhv" compare soltanto in un gruppo di composti deverbali, ma si ricorda che esso caratterizza l’importante classe dei derivati di mevno" ‘forza’ (> -menhv").

I composti in -tenhv" < teivnw ‘tendere - estendersi’ rappresentano un ulteriore esempio di una classe di forme sigmatiche, costruite sul grado normale di un verbo con apofonia, che si affianca con successo ai composti tematici che presentano invece il grado forte della radice (-tono"). Infatti, benché questi ultimi siano più numerosi755, le forme in -tenhv" costituiscono comunque un gruppo considerevole sul piano numerico (una trentina).

Inoltre, anche per i composti in -tenhv" si ripropone una difficoltà analoga a quella che si è riscontrata in precedenza nei composti in -peiqhv" e -briqhv", dal momento che spesso

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La terminazione -Canhv" compare anche in ojligodranhv" ‘debole, senza forze (lett. che fa poco)’ < draivnw ‘essere pronto, aver forza’; mentre tale composto è attestato per la prima volta in Aristofane (Av. 686), in tre passi dell’Iliade compare invece ojligodranevwn, che è a tutti gli effetti il participio presente del verbo ojligodranevw ‘essere debole’, che sarebbe dunque documentato ben prima del composto. Secondo Meissner, tale participio va considerato una forma artificiale, creata come alternativa metrica del composto sigmatico, di cui risulta equivalente sul piano semantico (Meissner 2006, pp. 214-5). Per altri composti in - dranhv" vd. Appendice, p. 234.

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varie forme si prestano a una duplice interpretazione, in senso attivo-intransitivo (‘che si tende’) e passivo (‘che viene teso’).

Il composto più antico è ajtenhv~ ‘ben teso, fisso’ e, con significato figurato, ‘intento, attento/inflessibile, ostinato’, che occorre per la prima volta in un passo di Esiodo (Th. 661, nel valore traslato) e risulta la forma maggiormente documentata. Nel V a.C. si aggiungono peritenhv" ‘teso tutt’intorno’, uJpertenhv" ‘teso sopra, prominente’, e, con PM costituito da un sostantivo, scoinotenhv" ‘teso come una corda’ (in seguito anche ‘intessuto di corde’), bursotenhv" ‘di pelle tesa’ (hapax in E. Hel. 1347) e aJlitenhv" ‘che si protende nel mare’ (E. fr. 151b.15 Austin). I composti attestati in seguito presentano come questi PM preposizionale (dia-, ejk-, ejn-, pro-) o sostantivale, in funzione di strumento (neurotenhv" ‘teso per mezzo di corde’) o di complemento di luogo (eijlitenhv" ‘che si estende sulle paludi’)756

. Molto frequenti diventano pure i PM costituiti da aggettivo, per esempio eujqutenhv" ‘teso diritto’, ijsotenhv" ‘di estensione uniforme’ o loxotenhv" ‘che si estende di traverso’.

Tali forme, adoperate tanto in poesia quanto in prosa (storia, filosofia, medicina), si trovano spesso accompagnate da un composto in -tono" con lo stesso PM: se in alcuni casi il significato è equivalente (p. es. makrovtono"/makrotenhv" ‘prolungato’), in altri è possibile osservare una differenziazione tra aggettivo in -tono", che presenta un significato tecnico, e quello in -tenhv", dotato invece di un valore più generico (vd. p. es. ojrqovtono", che, assieme a baruvtono" e ojxuvtono", indica nei grammatici un particolare tipo di accentazione vs. ojrqotenhv" ‘disteso, diritto’). Tuttavia, molti composti in -tono" e in -tenhv" possono essere ugualmente impiegati con un significato generale (‘teso, che si estende’) per acquisire un’accezione specialistica quando occorrono come termini tecnici in diversi generi di prosa, che vanno dalla geometria e dalla geografia alla medicina e alla retorica.

Se in nessun aggettivo sigmatico il SM assume valore attivo-transitivo, nei composti in -tono" ciò si verifica in un’unica forma, ceirovtono" ‘che tende le mani’ (cfr. ceirotoniva ‘alzata di mano’, ceirotonevw ‘alzare la mano’). Per il resto, le due classi di composti risultano omogenee quanto a tipologia e funzione degli elementi che compaiono come PM. Maggiori restrizioni operano invece sulle forme con SM costituito dall’aggettivo verbale - tatov", che ammettono come PM solo preposizioni e/o prefissi (p. es. ejvktato" ‘estensibile’, ajparavtato" ‘non esteso’) e, per significato, oscillano tra passivo e intransitivo757.