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Nasale labiale

5. Temi in nasale

5.2 Nasale labiale

La terminazione -Cemhv" caratterizza soltanto un numero limitato di composti, il più antico dei quali è una forma isolata, ajtremhv~ ‘che non trema, immobile’ (< trevmw ‘tremare, aver paura’), attestato per la prima volta in Semonide (fr. 7.37 West) e

756Il SM verbale può esprimere dunque la nozione di ‘estendersi’ anche in senso geografico; in questo caso il

valore è interpretabile come attivo-intransitivo.

757

Si può infine ricordare eujqenhv" ‘fiorente, florido’, attestato in epoca tarda (Esichio), mentre eujqenevw ‘essere fiorente’ ed eujqevneia ‘prosperità’ sono documentati fin dal V-IV a.C.

Per la forma problematica di genitivo dusponevo" attestata nell’Odissea (5.493) vd. Meissner 2006, pp. 195-6.

161

Teognide758, ma impiegato, assieme al verbo derivato ajtremevw ‘non tremare, rimanere fermo’759, fino all’età bizantina. Il significato è attivo-intransitivo così come quello del

verbo da cui deriva.

Per la notevole somiglianza formale, ad ajtremhv" ajtremevw può essere accostata la coppia formata da ajrtemhv" ‘sano e salvo’, attestato già nei poemi omerici, e ajrtemevw ‘essere sano e salvo’, che invece è documentato solo dal IV d.C. (Nonno di Panopoli, Gregorio di Nazianzo).

Se queste due forme sono le più antiche, il gruppo più consistente dal punto di vista numerico è però costituito dagli aggettivi in -kremhv~ < kremavnnumi760 ‘appendere, sospendere’, documentati soltanto a partire dal II d.C. Questi composti hanno PM preposizionale (ajmfi-, ajpo-, ejk-, ejpi-) o avverbiale (uJyi-) e significato intransitivo (‘che pende, che sta sospeso’), anche se un’interpretazione in senso passivo non può essere esclusa. Si tratta in ogni caso di una famiglia creata in epoca tarda e dalle attestazioni limitate, probabilmente perché le stesse funzioni degli aggettivi in -kremhv" potevano essere assolte dal participio del verbo composto corrispondente.

Infine, si può ricordare l’unico derivato sigmatico di ejmevw ‘vomitare’, eujemhv", che presenta il duplice valore di ‘che vomita facilmente’ e ‘facile da vomitare’; si tratta di un termine tecnico impiegato nella prosa medica e botanica, attestato per la prima volta in Teofrasto.761

6. Temi in liquida

Un notevole numero di composti presenta un tema in liquida (/l/), preceduta da vocale di timbro diverso; il gruppo più omogeneo sul piano formale è costituito dai composti con SM -Celhv", che saranno però preceduti nella trattazione dagli aggettivi in -Chlhv" (- Calhv")762, i cui primi esempi sono già omerici. Seguiranno poi ulteriori due classi, caratterizzate rispettivamente dalle terminazioni -Cilhv" e -wlh".

6.1 -Chlhv"/-Calhv"

-qhlhv"/-qalhv" < tevqhla (tevqaÑla) Al verbo qavllw ‘fiorire, prosperare’ (detto propriamente delle piante, ma anche in senso metaforico) possono essere ricondotti quattro composti il cui SM , -qhlhv" o -qalhv", è caratterizzato da una vocale lunga, e pare dunque ricavato direttamente dal tema del perfetto (tevqhla)763. L’ipotesi di una derivazione dal perfetto sembra del resto essere suffragata dal significato attivo-intransitivo di questi

758

In Omero si trova, con lo stesso significato, la forma tematica ajvtromo". Il verbo trevmw ha soltanto il tema del presente.

759

ajtremevw è attestato in un passo di Esiodo (Op. 539).

760

kremavnnumi è la forma usuale in attico, ma è di origine secondaria; più antiche risultano le due forme di presente krevmamai e krivmnhmi, con infisso nasale (vd. DELG s.v. kremavnnumi).

761

Un’ulteriore forma terminante in -Vmhv" è neogamhv" ‘sposato di recente’ (< gamevw), attestata soltanto

nella Suda (di solito questo aggettivo compare nella forma tematica neovgamo").

762

Si ricorda che questo SM compare anche in vari composti derivati da un verbo con aoristo in -h- (p. es. - sfalhv" < sfavllw), per i quali vd. supra, p. 68. L’alternanza -Chlhv"/-Calhv" è determinata dalla quantità lunga di /a/.

763

162

composti (‘essere in fiore’), che risultano dotati dello stesso valore stativo764

proprio del perfetto stesso.

Nell’Iliade sono presenti due forme, ejriqhlhv~ ‘che fiorisce molto, lussureggiante’ (vd. p. es. 10.467) e neoqhlhv~ ‘appena fiorito’ (14.347), cui si aggiungono tra V-IV a.C. panqhlhv~ ‘lussureggiante, fiorente’ e ijoqhlhv~ ‘fiorente di viole’765

. Questi aggettivi condividono con il verbo qavllw il carattere poetico, come dimostra la concentrazione delle attestazioni in autori di poesia (epica, lirica, epigramma).

Accanto ai composti in -qhlhv"/-qalhv" si registra la presenza di una classe piuttosto ampia di aggettivi (una ventina di forme) che presentano come SM -qalhv~ (o -qallhv~)766, caratterizzato dalla quantità breve di /a/ (p. es. ajeiqalhv~ ‘che fiorisce sempre’, eujqalhv~ ‘fiorente’, coroiqalhv~ ‘che fiorisce nella danza’). Sebbene il significato di molte forme si accordi con una derivazione verbale (< qal- con vocale breve come nell’aoristo ejvqalon), essa tuttavia non può essere stabilita con certezza, a causa della presenza del sostantivo neutro qavlo" ‘germoglio’, attestato già nell’Iliade; poiché è dunque possibile che si tratti di possessivi in secondo momento reinterpretati come deverbali, essi non verranno qui presi in esame767.

Attestato per la prima volta nell’Iliade, dove ricorre con notevole frequenza, è l’aggettivo nhlehv~ (con allungamento metrico nhleihv~) ‘che non prova compassione, spietato’768

, derivato da ejleevw, hjlevhsa769 ‘provare compassione’. nhlehv~ è dunque un ulteriore composto omerico che presenta significato attivo-intransitivo, corrispondente all’uso assoluto del verbo (senza cioè che venga specificato per chi si prova compassione). Dal V a.C. è documentato però anche un impiego in senso passivo ‘non compatito, non compianto’ (p. es. in S. OT 180)770

: lo sviluppo semantico, in questo caso, procede dall’attivo al passivo. nhlehv~ è stato poi ricaratterizzato in età ellenistica come ajnhlehv~ tramite l’anteposizione del prefisso negativo aj-, in modo analogo a quanto si è visto con nhmerthv~ ajnhmerthv~.

Per tale composto è stata proposta anche una derivazione da ajlevomai ‘evitare, sfuggire’, in virtù della quale nhlehv~ significherebbe ‘al quale non si può sfuggire’;

764

Da intendere non solo come ‘essere in uno stato’ ma anche ‘entrare in uno stato’.

765

eujqalhv~ ‘florido, rigoglioso’ (con /a:/) nel GI viene considerato un derivato da qhlhv (mentre con /a/ breve viene ricondotto a qavllw), anche se la /e:/ di qhlhv è etimologica. La derivazione da qhlhv anziché da qavllw non è però necessaria, e inoltre non dà conto del passaggio di /e:/ di qhlhv a /a:/.

766

La presenza di -ll- in alcune forme nominali è spiegata da Chantraine o come geminazione espressiva o come derivazione dal tema del presente (vd. DELG s.v. qavllw); si trova anche nel sostantivo (maschile) qallov" ‘germoglio, ramoscello’, attestato per la prima volta nell’Odissea.

767

Non veranno affrontati neppure i composti in -palhv", nei quali non sempre è agevole stabilire la trafila derivazionale, a causa della presenza, accanto a pavllw ‘agitare, brandire’, del sostantivo pavlh.

768

Si ricorda la presenza del sostantivo ejvleo" ‘compassione’, inizialmente attestato come maschile, dal II a.C. anche come neutro.

769

La derivazione dall’aoristo è in Meissner 2006, pp. 98 e 192.

770

163

quest’interpretazione − che renderebbe conto del significato della formula omerica nhlee;~ h\mar − comporta la distinzione tra due nhlehv~ omofoni, ma derivati da verbi differenti771

. 6.2 -Celhv"

Questa terminazione772 caratterizza diversi gruppi di composti, che, pur non essendo ampi quanto a numero di forme, comprendono però aggettivi che ricorrono con frequenza considerevole. In tutti i casi il SM risulta ricavato direttamente dal tema verbale puro. -skelhv~ < skevllw Dal verbo skevllw ‘seccare’ derivano due soli composti sigmatici773

, ajskelhv~ ‘disseccato, esausto/ostinato’ (come avverbio ‘ostinatamente, senza tregua’)774

e periskelhv~ ‘duro, forte/ostinato’; il primo è attestato nei poemi omerici, mentre periskelhv~ ricorre a partire dal V a.C. La diffusione di questi aggettivi, e in particolare di periskelhv~, è legata all’assunzione da parte di queste forme del significato traslato di ‘inflessibile, ostinato’, che, al di fuori degli impieghi specialistici775

, risulta il più frequente. Il valore di queste forme può essere considerato intransitivo, in quanto entrambe descrivono una condizione (‘che è secco’), che viene poi interpretata come una semplice proprietà o caratteristica del referente, con perdita del valore verbale del SM. Come viene rilevato da Chantraine, skevllw e i suoi derivati esprimono in modo congiunto le nozioni di secchezza e durezza, mantenendosi però distinti dalle famiglie di xhrov~ e au\o"776.

Mentre dal grado pieno skele- derivano poche forme, delle quali la più importante è l’aggettivo verbale skeletov~ ‘seccato, consumato’, la forma a grado zero sklh- ha dato vita all’aggettivo sklhrov~ ‘duro’, che ricorre come PM in un ampio numero di composti (p. es. sklhrogevw~ ‘dal suolo duro’, sklhrokavrdio~ ‘dal cuore duro’). Poiché nelle forme in -hv~, come si è visto, la funzione verbale del SM non viene più percepita, la loro scarsa produttività è dovuta forse proprio alla concorrenza di sklhrov~ e dei suoi composti. In generale, i derivati appartenenti alla famiglia di skevllw sono poco numerosi, così come scarsa è la frequenza con cui ricorre questo stesso verbo777.

Accostabile ai composti in -skelhv" per la notevole somiglianza formale è lo hapax erodoteo (Hdt. 9.5.13) aujtokelhv" ‘esortato da sé, non costretto’, equivalente per significato ad aujtokevleusto" (< kelevuw), ma, contrariamente a quest’ultimo, derivante da kevlomai ‘ordinare, invitare a’778, verbo di uso quasi esclusivamente poetico. Anche

771

La derivazione da ajlevomai è respinta da Risch (vd. Risch 1974, p. 82) ma accolta sia da Meissner (vd. Meissner 2006, p. 192) sia da Beekes, per il quale nhlehv~ ‘senza pietà’ continua *ṇ-h1leu-es-, mentre

nhlehv~ ‘a cui non si può scampare’ *ṇ-h2leu- (vd. Beekes s.v. ejvleo" 2). 772

Essa inoltre è propria dell’ampia classe dei composti in -telhv", alcuni dei quali interpretabili come derivati di televw, altri come possessivi (< tevlo", telhv).

773

I derivati di skevllw non vanno confusi con i possessivi di skevlo" ‘gamba’ (p. es. ajskelhv" ‘senza gambe’). La derivazione da skevllw è accettata anche da Chantraine (vd. DELG s.v. skevllomai).

774

Beekes distingue tra ajskelhv~ con alpha privativum (‘non seccato’) e con alpha intensivum (‘secco’); da quest’ultimo si sviluppa il valore metaforico di ‘ostinato’ (vd. Beekes s.v. skevllw).

775

Per esempio, periskelhv~ riferito all’aria o al calore significa ‘violento, eccessivo’, mentre ‘aspro, irritante’ quando adoperato per certi tipi di piante.

776

Vd. DELG s.v. skevllomai.

777 skevllw è attestato soprattutto nelle forme del perfetto (vd. DELG s.v. skevllomai).

778

Vd. Meissner 2006, p. 196 “[aujtokelhv"] is more likely to be derived from kevlomai rather than from keleuvw”. Per il rapporto tra kevlomai e keleuvw vd. DELG s.vv. kevllw (dove è discusso kevlomai) e keleuvw;

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questa forma isolata può essere considerata un segno della crescente produttività dei composti sigmatici deverbali nel V a.C.

Sebbene i composti in -melhv~ < mevlw ‘aver cura, interessarsi di - stare a cuore’779 siano attestati soltanto a partire dal V a.C., la presenza in Omero di ajmevlhse ‘non si prese cura di’, che si configura come un verbo denominale ricavato proprio da un composto sigmatico780, induce a retrodatare le formazioni in -hv~ all’epoca omerica. La forma di aoristo ajmevlhse sarebbe infatti derivata dall’aggettivo ajmelhv~ ‘incurante, negligente’, attestato direttamente solo dal V a.C. (Aristofane, Tucidide) assieme al sostantivo derivato ajmevleia ‘negligenza’. Sempre in autori del V a.C. è documentato ejpimelhv~ ‘che si prende cura, diligente’, anch’esso accompagnato dal sostantivo corrispondente ejpimevleia ‘cura, attenzione’.

Sia ajmelhv~ sia ejpimelhv~ sono adoperati, oltre che nel significato attivo-intransitivo sopra riportato, anche in senso passivo, rispettivamente ‘disprezzato, trascurato’ e ‘preso a cuore, curato’. Il fatto che entrambi gli usi siano documentati dal V-IV a.C. e possano ricorrere nel medesimo autore permette di attribuire ai composti in -melhv~ un valore neutro in quanto a diatesi, per cui l’assunzione dell’uno o dell’altro significato deve essere di volta in volta chiarita dal contesto. Qualora si volesse individuare un’evoluzione, questa eventualmente procederebbe dall’attivo al passivo, considerando il valore attivo del verbo ajmevlhse in Omero (che spiega l’iniziale impiego di ajmelhv~ come attivo).

A questi composti, ampiamente impiegati tanto in prosa quanto in poesia, va forse aggiunta la forma tarda *ajmetamelhv~ < metamevlomai ‘pentirsi’, attestata come avverbio (ajmetamelw`~ ‘senza pentimento’) in Didimo il Cieco (De. Trin. 39.953.2), autore del IV d.C.781

Il persistere della produttività delle formazioni sigmatiche anche in fasi linguistiche tarde è confermata dalla creazione di nuove classi di composti, tra le quali si possono ricordare gli aggettivi in -qelhv" < (ej)qevlw ‘volere’. Al II d.C. data l’esempio più antico di questo gruppo, aujtoqelhv" ‘che agisce di propria volontà’ (AP 5.22.3), cui si aggiungono tra IV-VI d.C. kakoqelhv" ‘malevolo’ e i due sinonimi ajgaqoqelhv" e kaloqelhv" ‘benevolo’ (interpretabili forse anche come ‘dalla cattiva/buona volontà’). Molte forme si concentrano poi in età bizantina, come eJteroqelhv" ‘dal diverso volere’ (Giovanni Damasceno), ajpathloqelhv" ‘dalla volontà ingannevole’, ejnantioqelhv" ‘dalla volontà contraria’ e eijrhnoqelhv" ‘dalla volontà pacifica’ (tutti in Teodoro Studita).

secondo Chantraine il rapporto tra queste forme è evidente, ma l’elemento -eu- che compare in kelevuw rimane inspiegato.

779

Il SM -melhv" è proprio anche dei possessivi di mevlo" (p. es. polumelhv" ‘di molte membra’-‘di molte melodie’).

780

Vd. Meissner 2006, pp. 213 e 215. ajmevlhse non compare mai nel tema del presente, che viene ricavato solo in un secondo momento (ajmelevw). Nel caso di ajmevlhse l’intero composto, e non solo il SM verbale, è stato preso come base per la creazione del verbo.

781

Possono essere qui ricordate alcune forme caratterizzate da una notevoe somiglianza formale e semantica con i derivati di mevlomai, ma etimologicamente non correlate: ajthmelhv~, attestato dal V a.C., che presenta valore attivo (‘negligente’) e, dal I-II d.C., anche passivo (‘trascurato’); la forma senza alpha privativum

thmelhv~, che ricorre (come avverbio) in Massimo di Tiro, e il verbo thmelevw ‘aver cura, occuparsi’ (cfr.

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Mentre le forme citate finora presentano tutte significato attivo-intransitivo (‘che vuole’), negli scolii all’Iliade è attestato qeoqelhv" ‘voluto dagli dei’, dotato invece di valore passivo e con PM in funzione di agente782.

Come derivati più antichi di qevlw, si possono ricordare la coppia costituita da qevleo" ajqevleo" ‘che vuole’/‘che non vuole’ (A. Supp. 862) e gli aggettivi a PM verbale ejqelo-, per esempio ejqelovdoulo" ‘che serve volontariamente’, ejqelourgov" ‘che vuole lavorare’ e la coppia antonimica ejqelovkako" ‘deliberatamente cattivo, che vuole il male’ - ejqelovkalo" ‘che mostra buona volontà’.