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Temi in labiale aspirata

2. Composti in C/Vahv"

3.2 Temi in occlusiva labiale

3.2.1 Temi in labiale aspirata

È possibile individuare delle classi omogenee sul piano formale (analoga struttura del SM) anche per i composti in cui il suffisso *-es- è preceduto da un’occlusiva labiale aspirata /ph/, sonora /b/ o sorda /p/. Particolarmente frequenti sono i temi in labiale aspirata, consonante che può caratterizzare o il tema dell’aoristo p. o il presente del verbo da cui tali composti derivano, nonché i nomina actionis corrispondenti241. Tra i composti in labiale aspirata, i più rappresentati sono quelli che esibiscono come SM la terminazione -Cafhv"242, seguiti da -Cufhv". Questi gruppi verranno dunque presentati per primi, seguiti

235

Per i vari composti in -Vghv~ esaminati spesso è possibile individuare dei gruppi di composti tematici con SM ricavato dalla stessa base (p. es. -sfaghv" -sfago", -plhghv" -plhvgo", -paghv -pago", ktl).

236

Forse la creazione di questo gruppo di composti può essere stata favorita non solo dalla presenza di un aoristo in -h-, ma anche dalla somiglianza con il SM del composto omerico qumodakhv~.

La terminazione -Cakhv" ricorre inoltre nella forma isolata ajbakhv" ‘silenzioso, tranquillo’, collegabile al verbo poetico bavzw ‘parlare, dire’.

237

Vd. Meissner 2006, p. 191; in Od. 6.267 l’aggettivo katwvrux ‘scavato’ compare − per necessità metriche − al dativo plurale katwrucevessi. I composti in -wruco" sono invece una ventina (vd. Buck-Petersen, p. 688).

238

Vd. DELG s.v. ptuvssw.

239

La terminazione -uchv~ caratterizza anche i numerosi composti in -tuchv~ (tuvch, tucevw).

240

Seguendo il criterio della somiglianza formale, ajyeghv~ potrebbe essere accostato p. es. ai composti in - fleghv~, per i quali vd. infra, p. 110.

241

P. es. aJvptw - aJfhv - ejvfqhn, rJavptw - rJafhv - ejrravfhn, ktl.

242

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da quelli in cui la V che precede -fhv" è diversa da /a/ e /u/; come per i temi in velare, veranno in parte inclusi anche aggettivi conformi a questa struttura ma a cui non corrisponde un aoristo in -h-. Un approfondimento particolare sarà invece riservato agli aggettivi in -trafhv" e -strafhv", per i quali vd. infra, pp. 62-67.

Le classi che ora verranno esaminate non sono accomunate soltanto dalla struttura del SM, ma anche dal significato prevalentemente passivo: infatti, molti gruppi di composti o composti isolati sono attestati soltanto come passivi, mentre lo sviluppo di un significato attivo costituisce un fenomeno – spesso proprio di fasi tarde della lingua – limitato a pochi elementi all’interno del gruppo di volta in volta considerato, che rimane in prevalenza passivo.

a. -Caf-

-(r)rafhv" < rJavptw In Omero è presente solo un aggettivo con SM caratterizzato dalla terminazione -Cafhv", eujrrafhv" ‘ben cucito’, dal verbo rJavptw ‘cucire’, al quale corrisponde un aoristo in -h- dotato di significato passivo. Un nuovo composto (linorrafhv" ‘cucito con lino’, passivo) è attestato nel V a.C. in Eschilo (Suppl. 135) e Sofocle (fr. 468.1). I composti in -(r)rafhv" costituiscono nel complesso una famiglia limitata: ai già citati eujrrafhv" e linorrafhv" si possono aggiungere ajrrafhv", due composti in cui il PM è costituito da un aggettivo (neo-, polu-) e altri due composti in cui il PM è un sostantivo (dolo-, mito-). Il significato nella maggior parte dei casi è passivo (‘cucito’), con due importanti eccezioni: linorrafhv" infatti, nato come passivo, viene adoperato in senso attivo ‘che tesse nidi’ da Nonno di Panopoli243

− interpretazione che comporta inoltre una modifica nel ruolo del PM, che da complemento di materia diviene oggetto. Il secondo caso è costituito da dolorrafhv": in Oppiano244 tale forma sembra esser utilizzata come passiva (‘tessuto con l’inganno’), mentre sempre in Nonno si riscontra un’evoluzione verso l’attivo ‘che tesse inganni’245

. Questo autore infatti spesso riprende forme attestate in precedenza (in genere omeriche o tragiche) e le adopera trasformandone il significato a seconda delle necessità del contesto. Al tempo stesso, è probabile che le modifiche operate da Nonno siano almeno in parte inquadrabili nelle tendenze della lingua a lui contemporanea, così come sembra verificarsi proprio per gli aggettivi sigmatici deverbali, adoperati in modo indifferenziato come attivi o passivi.

Tuttavia, nel caso di dolorrafhv" non è possibile tracciare un’evoluzione cronologica lineare passivo > attivo, sia perché nel passo di Oppiano esso risulta ambiguo (e ammette dunque una duplice interpretazione) sia perché già in un frammento di Ctesia (3c, 688, F. 9.41 Jacoby) è attestato il verbo composto dolorrafevw, in cui dolo- funge da oggetto; è necessario quindi presupporre non solo l’esistenza dell’aggettivo dolorrafhv~ ma anche un suo valore attivo-transitivo.

Da rJavptw derivano anche aggettivi verbali in -rapto~ (anche in composizione) e una trentina di composti in -rafo~ (vd. p. es. aj-, polu-, diko-, iJstio-, neuro-; gli ultimi tre

243

ejndavpion skavfo" ei\ce linorrafevwn aJlihvwn aJrpavxa" D. 23.131-2.

244

H. 3.84 muriva dÆ aijovla toi'a dolorrafevwn livna kovlpwn.

245

oujde; lavqe", Diovnuse, dolorrafevo" fqovnon ÓHrh" D. 20.182; in Tzetze è attestata la forma dolovrrafo~, sempre attiva.

51

sono sostantivi)246. Vi sono dei casi di coppie aggettivo sigmatico - forma tematica: poluvrrapto~ poluvrrafo~, entrambi più antichi di polurrafhv" (EM), ajrrafhv"/ajvrrafo~, eujvrapto~ (glossa di eujrrafhv") e dolorravfo~ ‘ingannatore’ (in Tzetze, Chiliades 8.240.918).247

-bafhv" < bavptw Dal verbo bavptw ‘immergere - essere immerso o temprato’, detto principalmente del ferro o di tinture, viene derivata una classe assai numerosa di composti in -bafhv", attestati a partire dal V a.C. (per esempio polubafhv" ‘sommerso molte volte’, aJlibafhv" ‘immerso nel mare’ in A.Pers. 275, o aiJmobafhv" ‘immerso nel sangue’ in S. Aj. 219) fino al greco cristiano, all’interno del quale vengono creati nuovi esempi (p. es.

ajlourgobafhv" ‘tinto di porpora’ in Clemente Alessandrino). Anche bavptw possiede un aoristo p. forte (ejbavfhn), molto comune nell’attico, accanto al quale è però attestato l’aoristo debole (ejbavfqhn).

La produttività di questa famiglia è legata alla possibilità di combinare il SM con PM di varia natura: possono infatti figurare come PM sostantivi o aggettivi indicanti la materia (ejlaio-, cruso-) o il colore (ejruqro-, leuko-, melan-) con cui il referente viene tinto, oltre che il luogo dove viene immerso (qalasso-, ponto-); non mancano poi composti il cui PM è costituito da prefisso (aj-, hJmi-) o preposizione (ejn-, para-). Spesso alla forma sigmatica corrisponde un composto in -bafo~ provvisto dello stesso PM, attivo (p. es. porfurobavfo~ ‘tintore di porpora’)248

o passivo (p. es. colovbafo~ ‘tinto di bile, i.e. color della bile’) a seconda dell’accentazione.

I composti sigmatici sono invece (con una sola eccezione) passivi, e hanno pertanto un significato equivalente agli aggettivi verbali in -bapto~. L’unico composto adoperato in un’accezione attiva è ajkrobafhv"249

: esso infatti ricorre in Nonno di Panopoli sia come passivo ‘bagnato solo all’orlo’ (D. 48. 339) sia come attivo ‘che sfiora l’acqua’ GI/‘wetting feet’ LSJ (D. 1.65), secondo un uso che si riscontra frequentemente in questo autore. Sembra dunque che tale forma sia stata creata proprio da Nonno, per poi essere ripresa e adoperata nel suo valore passivo (‘intinto all’estremità’) da Paolo Silenziario e nell’Anthologia Graeca, con un adeguamento sul piano del significato ai composti in - bafhv" passivi250

.

-skafhv" < skavptw Un numero limitato di composti – quattro soltanto – è da ricondurre al verbo skavptw, ‘scavare’, il cui aoristo p. forte ejskavfhn è attestato fin dal V a.C.251. Sempre al V a.C. datano i due composti più antichi, entrambi passivi e attestati in Sofocle: kataskafhv" ‘scavato, sotterraneo’ (S. Ant. 891), per il quale si segnala la presenza di un verbo composto (kataskavptw) e di un sostantivo (kataskafhv) corrispondenti, e baquskafhv"252

(S. El. 435) ‘scavato in profondità’. Passivo è anche neoskafhv", attestato

246

In Buck-Petersen (p. 401) sono elencati più di trenta composti in -rafo" -ravfo".

247

Vd. DELG s.v. rJavptw; dalla stessa base è ricavato il nomen actionis rJafhv.

248

Nell’esempio riportato, il composto sigmatico è un aggettivo, l’altro un sostantivo.

249

ajkro- è abbastanza frequente come modificatore di aggettivi, di cui limita il significato in senso spaziale. 250

Un aggettivo dal valore ‘anomalo’ viene dunque normalizzato attraverso l’attribuzione del significato atteso per la classe di appartenenza.

251

Tale scarsità contrasta nettamente con l’elevato numero di composti derivati p. es. da bavptw.

252

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per la prima volta in Licofrone (Al. 1097), ma che viene ancora adoperato nel IV d.C. da Sinesio (Catast. 2.3.32). Pedoskafhv", invece, occorre unicamente in Nonno di Panopoli, che lo adopera sia in senso passivo (‘scavato nella terra’) sia attivo (‘che scava la terra’)253

, dimostrando in tal modo l’orientamento neutro quanto a diatesi assunto dai composti deverbali sigmatici nelle fasi tarde della lingua.

Sempre da skavptw derivano anche alcuni composti in -skavfo" -skafo", non molto più numerosi dei composti in -skafhv", attivi o passivi a seconda dell’accento254; si tratta di forme scarsamente attestate e, allo stesso modo dei composti sigmatici, di uso prevalentemente poetico. Contrariamente ad altri casi, non vi sono coppie formate da aggettivo in -skafhv" e aggettivo in -skafo" che condividono lo stesso PM.

-grafhv" < gravfw Anche questa famiglia può vantare solo un numero limitato di composti (sette), di uso quasi esclusivamente passivo255. Per il verbo gravfw è attestato l’aoristo p. forte ejgravfhn. I composti più antichi datano al V-IV a.C. (melaggrafhv" ‘scritto in nero’ in E. fr. 627, dove è però d.l. per meleggr-afhv"; ojstreiografhv" ‘tinto di porpora’ in Mamercus, Ep. 1.1), ai quali si aggiungono poche altre forme in età ellenistica (crusografhv" ‘ricamato in oro’) e imperiale (aj-, ajrti-, ejg-, euj-). Di particolare interesse risulta l’aggettivo eujgrafhv", l’unico che viene adoperato in senso attivo, assumendo il valore di ‘che dipinge/scrive bene’ a partire da quello di ‘dipinto bene’: questo sviluppo costituisce però un fatto marginale, limitato a un autore vissuto in epoca tarda (Paolo Silenziario, VI d.C.)256.

La scarsa quantità di composti in -grafhv" può essere forse imputata alla notevole produttività dei composti in -gravfo" -grafo" (circa 250), sia attivi (parossitoni) sia passivi (proparossitoni)257, a cui va aggiunta la presenza degli aggettivi verbali in - grapto~.

-tafhv" < qavptw Tre forme di significato passivo e con attestazioni estremamente limitate sono invece derivate dal verbo qavptw (‘seppellire’)258, il cui aoristo p. forte ejtavfhn è attestato dal V a.C. Con l’eccezione di koinotafhv" (‘di comune sepltura’, vd.

Ath.Mitt.10.405 =IG 2.3903), attestata già nel IV a.C, ejrhmotafhv" (‘sepolto nel deserto’)

253

Vd. p. es. D. 12.331 kai; skopevlou" ejlavchne, pedoskafevo" de; sidhvrou (attivo); D. 30.145 hJmiqanh;" kekuvlisto, pedoskafevo" de; melavqrou (passivo).

254

Vd. DELG s.v. skavptw; anche Chantraine riconosce l’origine deverbale dei composti in -skafhv".

255

Vd. DELG s.v. gravfw; Chantraine afferma che si tratta di forme tarde e secondarie.

256

Passivo AP 6.221.9 oiJ de; pavqh" e[rgon tovdÆ ejugrafe;" ajkrolofi'tai (Leont.); attivo AP 6.66.6 kai; mevlano" staqeroi'o dochvion, ajlla; kai; aujtw'n/eujgrafevwn kalavmwn ajkrobafei'" ajkivda" (Paul. Sil.). Bisogna notare che Paolo Silenziario si comporta nel modo apposto con ajkrobafhv": tale aggettivo infatti, adoperato con senso attivo da Nonno, è qui passivo.

257

Da gravfw deriva anche il nomen actionis grafhv, su cui si basa -grafo", forma che ricorre solo in composizione (vd. DELG s.v. gravfw).

258

Al verbo qavptw, seppure con riserve, Meissner riporta anche la forma kathfhv" ‘con gli occhi bassi’ (attestata in Luciano nella forma ulteriormente composta uJperkathfhv"), altrimenti ricondotta a aJfhv, aJvptw, vd. Meissner 2006, p. 193 e DELG s.v. kathfhv". E. Tucker cita accanto all’aggettivo kathfhv" il verbo corrispondente kathvfhsan ‘they became despondent’ (Od. 16.342); l’autrice considera il rapporto tra kathfhv" - kathvfhsan analogo a quello intercorrente tra qavrso" - qavrshse, rJi`go" - rJivghse, ktl (vd. Tucker 1990, p. 28).

53

e neotafhv" (‘di recente sepoltura’) sono invece forme tarde, attestate rispettivamente in Giorgio Sincello (VIII-IX d.C.) e negli scolii a Licofrone259, che confermano la produttività del tipo sigmatico anche in età tarda260.

-afhv" < aJvptw Un piccolo numero di composti sigmatici è derivato anche dal verbo aJvptw ‘toccare’, per il quale non è attestato un aoristo p. forte, ma solo la forma debole hJvfqhn. Tuttavia, la presenza del nomen actionis aJfhv e di derivati in -afo" e -apto", che accomunano questa base verbale a quelle precedentemente esaminate, può aver favorito la creazione dei composti in -afhv", così da consolidare la solidarietà con le altre classi. I composti in -afhv" costituiscono comunque un gruppo limitato sia nel numero sia nella tipologia dei PM ammessi (solo prefissi e preposizioni, con corrispondente verbo composto). Il significato è passivo, a eccezione di prosafhv" ‘vicino’ GI/ ‘touching upon’

LSJ e di eujafhv" ‘che tocca dolcemente, morbido’, dotati entrambi di un valore attivo-

intransitivo261.

Tra i composti con tema in labiale, le forme in -Cafhv" costituiscono un gruppo compatto e riconoscibile, caratterizzato, come si è visto, dalla somiglianza del SM, dalla presenza di derivati nominali anch’essi omogenei sul piano della forma (nomina actionis in -afhv, aggettivi o sostantivi composti in -afo" e aggettivi verbali in -apto") e, soprattutto, dal fatto che per questi composti il tipo attivo non è produttivo: tranne i pochi casi di evoluzione passivo > attivo segnalati, tali aggettivi rimangono aderenti nel significato all’aoristo p. forte.

La creazione delle forme in -Cafhv" – fenomeno prevalentemente postomerico – va di pari passo con la diffusione degli aggettivi in -trafhv" < trevfw e -strafhv" < strevfw, con lo stesso grado dell’aoristo passivo, a discapito delle forme con vocalismo e, presenti in Omero262.

b. -uf-

Un’altra classe di composti con tema in labiale aspirata è costituita dagli aggettivi in - ufhv", che, pur essendo meno numerosi dei precedenti, formano comunque un raggruppamento ben individuabile. Questi composti sono quasi esclusivamente passivi e non sempre si accompagnano a un aoristo p. in -h-.

-drufhv" < druvptw L’unico composto omerico riconducibile a questo gruppo è la forma di significato passivo ajmfidrufhv", ‘dalle guance graffiate’ (vd. p. es. Il. 2.700)263. Si tratta di uno dei casi che testimoniano già in Omero l’estensione del tipo sigmatico anche a verbi privi di aoristo in -h-; per druvptw infatti è attestato soltanto l’aoristo p. debole ejdruvfqhn.

259

In ogni caso, si deve ricordare che il materiale utilizzato negli scolii può essere antico (e così anche la forma in questione); la sua origine non è facilmente verificabile e non può essere affrontata in questa sede.

260

Molto numerosi sono invece i composti (aggettivi e sostantivi) in -tafo", vd. Buck-Petersen, pp. 402-3.

261

Forse non è da escludere un’interpretazione come possessivi (< aJfhv). Nonostante la presenza di aJfhv, mi sembra che il significato degli aggettivi possa essere interpretato come se fossero derivati dal verbo.

Si segnala che aJvptw ricorre anche come PM (aJyi-) in un piccolo numero di composti, dotati di significato atttivo, ma che non formano una classe produttiva (aJyivkoro", aJyivmaco", aJyivmoqo"); vd. DELG s.v. aJvptw.

Sebbene caratterizzato da una struttura in parte diversa, riportiamo qui la forma isolata ajkarfhv" < kavrfw ‘non disseccato’, attestata unicamente come v.l. nel fr. 70.9 di Nicandro di Colofone.

262

Il rapporto tra questi fenomeni verrà esaminato in seguito, vd. infra, pp. 61-2.

263

54

Vi è soltanto un altro composto in -drufhv", sempre passivo, aijnodrufhv" ‘terribilmente lacerato’, attestato in Antimaco di Colofone (fr. 156.1) e in Apollonio Discolo (De Pron. 2.1,1.75.20)264.

-krufhv" < kruvptw Appena più numerosi sono gli aggettivi derivati da kruvptw, ‘nascondere’, verbo per cui sono attestati sia un aoristo p. debole ejkruvfqhn sia un aoristo in -h- (nella forma ejkruvbhn, ma vd. il part. krufeiv" in S. Aj. 1145). I due composti più antichi (eujkrufhv", nuktikrufhv") datano al IV a.C. e sono entrambi passivi (rispettivamente ‘facile da nascondere’ e ‘nascosto dalla notte’265

, con PM in funzione di causa efficiente). L’unico esempio di composto attivo con PM come oggetto è qeokrufhv" ‘che nasconde Dio’, attestato in Giorgio di Pisidia (Hex. 1489)266

, autore del VII d.C. -kalufhv" < kaluvptw (‘nascondere’) ajkalufhv" è una forma isolata e passiva (‘non velato, scoperto’) in Sofocle (Ph. 1327) e Aristotele (De An. 422a 1), equivalente per significato all’aggettivo verbale in -to- ajkavlupto".

-ufhv" < uJfaivnw (‘tessere’) I composti in -ufhv" costituiscono invece un gruppo numeroso, attestato a partire dal V a.C. nelle opere dei tragici. Questi composti sono tutti passivi (‘tessuto, cucito’ con PM indicante la materia o esprimente una qualità), con l’eccezione di linoufhv" (attivo-transitivo), che compare nell’EM come glossa di linovufo" ‘che tesse lino’267. Il verbo possiede solo l’aoristo p. debole (uJfavnqhn).

-glufhv" < gluvfw Solo passivi sono i composti derivati da gluvfw ‘incidere, scavare’, attestati a partire dall’epoca ellenistica (nell’AP e in Teocrito); in questo caso, ai composti sigmatici (otto nella lista di Buck-Petersen) si affianca un gruppo numeroso di forme in - gluvfo" (attive o passive a seconda dell’accento)268

. 3.2.2 Altre forme in -Vfhv"

Un esiguo numero di composti è invece caratterizzato dalla terminazione -ifhv".

Un primo gruppo è costituito dalla forme in -hlifhv" < ajleivfw ‘ungere’, solo passive e attestate a partire dal V a.C. (milthlifhv" ‘colorato col minio’ in Hdt. 3.58 e dihlifhv" ‘unto di profumo’ in S. fr. 564). In due casi è presente un composto in -hlifo" con medesimo PM (ajnhvlifo", ajnuphvlifo"). Il verbo conosce entrambe le forme di aoristo passivo (hjleivfqhn, hjlivfhn), e i composti, caratterizzati da vocalismo zero, mostrano chiaramente la dipendenza dal tema dell’aoristo p. forte.

-(r)rifhv" < rJivptw In maggioranza passivi sono anche i composti in -rifhv", attestati a partire dal V a.C. (dhmorrifhv" ‘lanciato dal popolo’ in A. Ag. 1616, petrorrifhv" ‘precipitato/scagliato da rupe’ in E. Ion. 1222), così come le due forme di aoristo p. ejrrivfhn e ejrrivfqhn. L’unico composto che può essere interpretato come attivo è lo hapax

264

Lo stesso verso citato da Apollonio Discolo ricorre anche in un frammento anonimo (SH 1002.1).

265

Nel GI viene invece tradotto come ‘che si nasconde di notte’, con valore attivo.

266

La creazione di composti con qeo- come PM è un fenomeno frequente negli autori cristiani. Anche i composti in -krufo" sono poco numerosi (vd. Buck-Petersen, p. 408).

267

Sono presenti anche composti in -ufo", la maggior parte dei quali è costituita da forme tarde e/o attestate nei papiri (vd. Buck-Petersen, p. 407).

268

Vd. Buck-Petersen, pp. 407-8. Per il verbo sono attestate entrambe le forme di aoristo passivo, di cui quella debole è la meno frequente.

Si segnala infine la presenza delle forme isolate ejntrufhv" ‘voluttuoso’ e ijqukufhv" ‘concavo in avanti’. Per le altre forme in -fhv" (-alfhv", -memfhv", ktl) vd. cap.3, pp. 136ss.

55

aujtorrifhv" ‘che precipita da sé, cadente’ GI, in uno scolio a Euripide (Ph. 240)269

; la presenza di questa forma di significato attivo è uno sviluppo assolutamente marginale e tardo, che sfrutta comunque la possibilità offerta dalla lingua di creare composti attivi anche se tutti gli altri membri della classe di appartenenza sono passivi.

Sempre in Euripide (Hel. 1326) è attestato polunifhv", composto dotato di significato passivo ‘coperto di neve’270

. N(e)ivfw, ‘nevicare’, verbo cui è possibile ricondurre questa forma, presenta un aoristo p. debole (ejneivfqhn). Sono attestati anche alcuni aggettivi in - nifo", di cui il più antico (ajgavnnifo" ‘molto innevato’) si trova in Omero.

Un ulteriore caso di composto che presenta la terminazione -ifhv" è qeodifhv" < difavw, ‘che cerca Dio’, hapax in un inno di Sinesio (Hymn. 4.262)271

. La somiglianza con i composti esaminati finora è puramente formale, in quanto il significato di qeodifhv" non è passivo, ma attivo e transitivo. Il verbo difavw (‘cercare’) è usato solo al presente, ed è attestato a partire da Omero; il suo utilizzo come base per ricavare un composto sigmatico risulta piuttosto singolare272. Si tratta di un caso molto interessante, che fa comprendere la produttività dei composti in -hv" nella lingua tarda (IV d.C.), tale da permettere la creazione di un composto isolato, non inserito in alcun gruppo caratterizzato dalla comunanza del SM (anche se i vari composti in qeo-, p. es. qeosebhv", possono aver rappresentato una classe di riferimento).

La terminazione -fhv" compare inoltre in almeno altri due gruppi di composti, -stefhv" < stevfw, -hrefhv" < ejrevfw, verbi per cui non è attestato un aoristo passivo in -h-. Per questi composti vd. cap. 3, pp. 136ss.