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L'ora dei compromessi: la fondazione del Centro Vasco e l'esilio volontario di Luis Arana

LA CORRENTE ARANISTA NEGLI ANNI DELLA TRANSIZIONE INDUSTRIALISTA

1. L'ora dei compromessi: la fondazione del Centro Vasco e l'esilio volontario di Luis Arana

L'accordo elettorale tra ex-euskalerríacos e nazionalisti si tradusse in un vero e proprio progetto politico, che portò alla creazione il 4 novembre 1898 di un Comité Director avente la funzione di stabilire le basi della futura associazione. L'obiettivo era quello di rifondare una società ricreativa gestita da nazionalisti (dopo la scomparsa di Euskeldun Batzokija), che potesse includere personaggi provenienti dall'insieme del mondo tradizionalista (integristi, fueristi, carlisti), con la finalità di avvicinarli alle idee sabiniane.

Per i sotisti di “Euskalduna”, a loro volta orfani della Sociedad Euskalerría, «se sentía en Bilbao la necesitad de que existiera un lugar donde se reunieran los vascongados, sin distinción de matices ni de ideas políticas”1. Si affermava la natura apolitica del progetto, perché “los fundadores de esa asociación no han ido por políticos sino por vascongados»2.

In una lettera ad Aranzadi, anche Luis Arana confermava che «la sociedad será de recreo solamente; se instalará en el antiguo local de El Sitio [...] se cree por muchos que pasaron de 1000 los socios»3. Il recente trionfo elettorale «dejó sentir en todos los individuos así nacionalistas como seminacionalistas, por más que ellos se llaman nacionalistas también, una tendencia a la unión marcadisima [...] nada más le digo de esta Sociedad sino que será un buen mercado para escoger la gente buena catequizandola con el trato»4. Per Luis Arana, la collaborazione con i sotisti favoriva la

1. Euskadi, in “Euskalduna”, n. 113, 13 novembre 1898. 2. Ibidem.

3. E. de Aranzadi, Ereintza: siembra de nacionalismo vasco, Donostia, Auñamendi, 1980 (I ed. 1935), pp. 92-93.

politica e il proselitismo dei nazionalisti, fatte salve le differenze teoriche e metodologiche. In questo senso «creíamos y creemos, los nacionalistas, que muchos», tra gli ex-euskalerriacos, «no son más que afines por no comprender bien el credo nacionalista [...] como en todas las cosas, los afines, que no ven el fin que nosotros proponemos son los que tienden siempre a que la sociedad sea política, es decir, nacionalista, como ellos dicen»5.

Il disimpegno organizzativo di Luis Arana fu condizionato dalla censura bellica, instaurata dalla Guerra Ispano-Americana (1898), e dalla conseguente chiusura di “El Fuerista”. In un primo tempo Luis Arana sembrò interessarsi alla formazione culturale dei giovani, principalmente sul piano storico e letterario. La pressione esercitata sull'amico Zabala, a proposito della costituzione di alcuni gruppi giovanili di studio, non risultò comunque particolarmente fruttuosa6.

Nella formazione del Centro Vasco, Luis non vide inizialmente alcun cambiamento strutturale nel movimento. Si trattava invece di allargare le basi sociali e le possibilità finanziarie del nazionalismo, senza perdere l'originaria impostazione ruralista ed etno-religiosa.

Il gruppo promotore venne diretto da Emiliano de Arriaga (proveniente da EB) e da Nicolás de Viar (già direttore di “Euskalduna”), in rappresentanza delle tendenze esistenti nel nascente Centro Vasco. Le prime basi programmatiche del Centro furono redatte il 25 novembre 1898 e sancirono la vocazione aperta e ricreativa della nuova società, «reconocida por muchos la conveniencia de reunir en un Circulo de recreo genuinamente vascongado, á todos aquellos hijos de este País en quienes el cariño al mismo forma la base única de todas sus aspiraciones y deseos»7. I quattro articoli su cui si sarebbe fondata l'associazione elencavano le attività ricreative e letterarie a uso e

5

. Ibidem.

6. «Amigo Zabala, nadie como tu que estas empolladísimo en la materia de derecho é historia puede dirigir mejor esas cabezas jóvenes. En ciertas cosas si yo pudiera mandar sería hasta déspota y en una de ellas sería esa, pues no te admitirían ninguna excusa, te haría ponerte á la cabeza de esa juventud estudiosa y leña y leña á trabajar y sacar hombres que desde el primer momento puedan servir á nuestra querida Patria. Todos los trabajos lo diriges tu; tu examina luego todo lo escrito, convocas á pequeñas conferencias ó actos de lectura de los trabajos en petit comité; archivas lo escrito y vas completando todo un programa de temas que cuanto mas completo sea, mejor será; el día de mañana se pueden publicar esos trabajos que al mismo tiempo que desarman dán á conocer á sus autores». Lettera di Luis Arana ad Ángel Zabala, 9 luglio 1898, F.S.A., Pnv_Nac_Ebb, K.00223, C. 14.

consumo dei soci, nel rispetto della morale e della decenza. La rapida organizzazione del Comité Director venne comunque rallentata dall'invidia dei caciques locali, timorosi di perdere il proprio sistema di relazioni clientelari. Il Governatore considerò inopportuna l'apertura del Centro Vasco e provocatoria verso i non-baschi «que hacen en Bilbao el 70 por 100 de sus habitantes»8. Il bando riportato da “El Nervion” il 20 dicembre 1898 estendeva la chiusura a «todos los círculos y casinos ó cualquiera otra sociedad ó reunión, aunque se supongan de mero recreo, siempre que tengan carácter, nombre ó significación carlista ó tradicionalista en las provincias de Búrgos, Logroño, Navarra, Santander, Alava, Guipuzcoa y Vizcaya»9.

In tale contesto si inserì la detenzione di Ángel Zabala (per l'illecito possesso di una Ikurriña), che confermò l'esistenza di un'offensiva politica e giudiziaria contro il nazionalismo10. I fratelli Arana seguirono da vicino gli sviluppi del Caso-Zabala, informando l'amico sul numero di visite al carcere e sulle reazioni popolari alla detenzione. Solo dal 29 dicembre del 1898 all'8 gennaio del 1899 il numero di visitatori aveva superato le 300 presenze11.

Nello stesso periodo venne ufficializzata la relazione tra il leader nazionalista e Nicolasa Achicallende Iturri, a cui Sabino attribuiva le virtù tipiche della donna basca, essendo “humilde y obediente, sencilla y modesta, amantísima de sus padres, caritativa, despejada, sufrida, laboriosa económica”12. Il carattere mite della ragazza ne provava, per Sabino, la purezza razziale e confermava le ricerche genealogiche previamente effettuate.

A mí, como a V., me ha dado bastante que pensar el apellido de mi amada, con ser aldeana y todo. Es un apellido único en Bizkaya, que solo allí existe: Achica-Allende. Aparecía mixto, y acordado estaba en el partido nacionalista de acá que los mixtos se han de tener como puros euskéricos para los efectos de la clasificación de los individuos; pero así y todo, estaba yo muy intranquilo. Me propuse recorrer a los libros de bautizados antes de que trascendieran al publico nuestras relaciones, y así lo hice.

8. E. Aranzadi, Ereintza..., p. 94.

9. J.Corcuera Atienza, Y. Oribe (Eds.), Historia del nacionalismo vasco en sus documentos, Bilbao, Eguzki, 1991, V.. 3, p. 43.

10. «Sigue la gente muy indignada. Esto aumenta nuestras filas. Dios os dé paciencia para sufrir. La Patria os apunta en su martirología». Lettera di Luis Arana ad Ángel Zabala, 10 gennaio 1899, F.S.A., Pnv_Nac_Ebb, K.00223, C. 14.

11. Ibidem.

De esta manera pude llegar a hallar la incógnita y tranquilizarme: pues resulta que el apellido no es así, sino simplemente Achica; el allende lo adoptó, por vez primera, un tío de su padre [...] con este motivo son ya 126 los apellidos de mi futura esposa que tengo hallados y puestos en cuadro sinóptico ó árbol genealógico: todos ellos – son euskéricos. Procuraré suprimir el Allende13.

In tale occasione, Sabino non rinunciò a rimproverare bonariamente Engracio Aranzadi, per la poca curiosità dimostrata verso la genealogia della rispettiva fidanzata; «el apellido, como se lo ha dicho su novia, debe de ser francés, y probablemente provenzal [...] ¿No es V. capaz de tomarse la molestia de indagar su origen por los libros bautizados? Pudiera ser euskérico del Pirineo»14.

L'appartenenza all'umile pieve di Sukarrieta (Pedernales) provava, per Sabino, la genuina purezza razziale e quindi l'ortodossia confessionale di Nicolasa. Un'impostazione ancora saldamente ruralista che trovava l'opposizione di Luis Arana (che pure sarà il più valido interprete del primigenio ruralismo nazionalista), preoccupato della bassa posizione sociale di Nicolasa. Per Sabino, coerentemente con il proprio indirizzo teorico, lo status sociale della fidanzata era definito dalla provenienza vizcaina e dalla conseguente nobiltà universale ereditata. Il suo matrimonio avrebbe pertanto confermato, per Sabino, la sincerità dei propositi democratici nazionalisti15. Il dibattito sul fidanzamento ufficiale del leader nazionalista acquisiva quindi una valenza ideologica, laddove pretendeva confermare e aggiornare gli antichi miti basco- cantabrici.

Nel frattempo, il Centro Vasco venne inaugurato il 23 aprile 1899, nel segno della legalità e rispettoso delle esigenze della buona borghesia basca. Se il Centro possedeva una vocazione ricreativa e pubblica, a una settimana di distanza fu seguito dalla fondazione del secondo batzoki (nella località di Bermeo), che promuoveva una maggiore territorializzazione del nazionalismo vizcaino.

L'apertura del Centro Vasco (con il sorprendente numero di 1114 soci) e del batzoki bermiotarra, influenzò l'esito nazionalista nelle elezioni municipali del 14 maggio; determinando l'elezione a Bilbao di cinque candidati su otto (Vicente de

13. Ibidem. 14. Ibidem. 15. Ibidem.

Larrínaga, Santiago Meabe Labiduria, José de Azaola y Zabala, José María Arana de Eugenio de Zarautz) e a Bermeo dei cinque candidati proposti.

Fu Sabino Arana a redigerelo statuto del batzoki bermiotarra, che approfondiva il carattere ricreativo e apolitico precedentemente assegnato a EB. Nel regolamento non comparvero riferimenti all'appartenenza etnica degli iscritti, divisi in base alla residenza tra soci vecinos e soci forasteros. Le regole d'ammissione al batzoki bermiotarra ricordavano invece quelle di EB; dove ai soci fondatori si richiedeva la maggiore età, la conformità al regolamento e il pagamento delle quote16.

Il nazionalismo recuperava pertanto alcuni spazi associativi e rivitalizzava, attraverso il Centro Vasco, la propria iniziativa politica (considerando la crisi gestionale del BBB). Sul piano editoriale la collaborazione tra aranisti e sotisti preparava l'uscita di una nuova rivista, che avrebbe ridato spazio alle posizioni nazionaliste (orfane di un periodico dalla chiusura di “El Fuerista”).

Il primo aprile vennero stilate le basi generali del quotidiano da Sabino Arana, Juan Ortiz y Artiñano e Ramón de la Sota; che proponevano la costituzione di una Giunta direttiva biennale responsabile della linea editoriale. In un secondo tempo venne creata la struttura aziendale del periodico, composta da 31 soci (16 dei quali provenienti da EB), tra cui Luis Arana, Sabino Arana, Fabián Ispizua, Ángel Zabala, Miguel Cortés, Juan Aramburuzabala, José de Arrandiaga (Joala) e Ciriaco Llodio. I soci sottoscrissero una quota paritaria di 100 pesetas, con l'eccezione di Ramón de la Sota e Fausto Ibañez de Aldecoa (che apportarono 1000 pesetas). Nel documento costitutivo si menziona che la «sociedad no tiene razón ni denominación social, nombrándose para administrarla a Dn. Juan Ortiz y Artiñano, y en falta de él Dn Miguel Cortés Nabarro, quienes realizarán las gestiones que interese a nombre propio y de cuenta de la Sociedad, siempre dentro del objeto social, confiándoles al efecto todas las facultades necesarias para ello»17.

Ricostruendo la parabola storica di “El Correo Vasco”, Ceferino de Jemein ne sottolineò l'impostazione strettamente nazionalista, attribuendo a Sabino Arana

16. Reglamento, in J. Corcuera Atienza, Y. Oribe, op., cit., V. 3, pp. 78-81. 17. Constitución de El Correo Vasco, Ivi, p. 93.

(nell'antologia Obras Completas) molti articoli di dubbia paternità. La memorialistica nazionalista fu del resto influenzata dai ricordi di Paulina Arana, secondo cui:

Queriendo Luis y Sabino propagar la idea nacionalista, fundaron un diario, ‘El Correo Vasco’, comprometiéndose varias personas a contribuir para su sostenimiento y otras a colaborar; unos y otros faltaron, y Luis y Sabino tuvieron que emplear en ese diario mucho dinero, y para llenar el periódico Sabino tenía que pasar los días y muchas noches escribiendo, quedándose los dos hermanos las noches en la imprenta, Sabino para escribir y corregir las pruebas y Luis ayudándole. Así que por la mañana volvían a casa cansados, desencajados, faltos de descanso. ¡Cuantos motivos tenían mis hermanos para echarlo todo al traste y vivir tranquilos, después de tantos desengaños! Solo Luis y Sabino sabían de verdad amar a su Patria; así que hasta los mayores sacrificios los arrostraban en silencio, sin haberles oído la menor queja ni disgusto. Claro está, no pudiendo con sus solas fuerzas Luis y Sabino sostener el diario ‘El Correo Vasco’, éste tuvo que morir.

In realtà l'azione politica dei fratelli Arana fu condizionata dai nuovi impegni istituzionali di Sabino e dalla vocazione di Luis a “organizarlo todo”, che si risolse nel licenziamento del direttore Octaviano Mir y Mata (considerato incapace ed españolista) e l'assunzione di Pedro Torrontegui (proveniente da EB e fedele ai propositi aranisti).

Le difficoltà gestionali del periodico generarono in Luis Arana una persistente frustrazione, tanto che scrivendo all'amico Zabala confidò di essere «hastiado y reventado, suspirando por ir á Kanala dejando esta mierda de pueblo»18. A Zabala si riconosceva del resto e nei seguenti termini il ruolo di “factotum” del nazionalismo: «te felicito por ser el corresponsal más activo y laborioso [...] ¡Bien por Gotzon! Si todos hicieran lo que tú no habría periódico en el mundo mejor informado»19.

Luis Arana cercò soprattutto di rafforzare la componente radicale e ortodossa di “El Correo Vasco”; un periodico finanziato dal settore moderato di Ramón de la Sota e che si reggeva grazie all'appoggio di “Euskalduna” e dei suoi collaboratori. Nei

18. Lettera di Luis Arana ad Ángel Zabala, 20 luglio 1899, F.S.A., Pnv_Nac_Ebb, K.00223, C. 14. 19. Ibidem. Ángel Zabala respinse amichevolmente i complimenti di Luis; «No soy tal, ni mucho menos, de como V. me pinta. Por lo pronto le aseguro que necesitaré su ayuda desde el primer momento. Confío en que no me la negará V. ni los demás amigos, y entonces, sí le aseguro que haré algo. Mi intención es recta y decidida. Mis fuerzas pocas; pero mi confianza en que Dios nos ayuda, nó por mí sino por la causa, ilimitada». Lettera di Ángel Zabala a Luis Arana, 26 luglio 1899, F.S.A., Pnv_Nac_Ebb, K. 00315, C. 1.

regolamenti sociali del quotidiano, Sabino Arana appare come un semplice membro della Giunta direttiva, subordinato sul piano finanziario alla linea editoriale sotista.

Dal punto di vista teorico, e dei principi statutari, le istruzioni redazionali al direttore imponevano che il quotidiano «se atendrá rigurosamente a la doctrina nacionalista, la cual, por sumisión a Dios, único señor del universo, es perfectamente católica-apostólica-romana», ricordando «que el nacionalismo vasco (como en general todo patriotismo) prohíbe hacer de la religión o la moral medio para fines humanos»20.

Nel metodo si consigliava un atteggiamento “negativamente” nazionalista, nel senso che «no será españolista o de otro genero de extranjerista, ni en las propias aspiraciones, ni en las apreciaciones de los hechos [...] ni publicará nada por donde pueda suponerse que aspira a algún genero de dominación española para el Pueblo Vasco [...] no obstante, deberá siempre que pueda, desprestigiar a la nación española (al pueblo principalmente, pues al gobierno todos los españoles le atacan), no publicando hechos que puedan honrarla, y no desperdiciando ninguno que pueda demostrar cuán falta de virtudes y de buenas cualidades y cuán saturada de vicios y defectos se halla»21.

A partire dal mese d'agosto, Luis Arana cercò di coinvolgere Pedro Grijalba (1860-1934) con tre missive insistenti, in cui si offriva la direzione di “El Corre Vasco” in cambio di stabilità professionale e di una remunerazione adeguata. La risposta evasiva di Grijalba disilluse le aspettative di Luis, che ricordò come in quell'occasione «nos hemos reventado, le esperábamos a V. como al Mesías para completar la redacción, hoy coja, y tan coja que nos va a ser imposible enderezarla sin su concurso [...] nos habíamos formado la mar de ilusiones, creíamos dejar el periódico ya perfectamente arreglado y organizado para poder descansar tranquilos y llenos de confianza para el porvenir [...] si, Grijalba, V. venía a llenar un buen hueco que ahora nos será difícil taparlo, atendiendo a mil razones que mejor son para habladas que para escribirlas en carta [...] siento, repito, su inesperada contestación, y conmigo téngalo entendido mi hermano y los finos y leales nacionalistas que aquí mejor piensan y más se interesan por la Patria»22.

20. Instrucciones al director, in J. Corcuera Atienza, Y. Oribe, op., cit., V. 3, p. 96. 21. Ivi, p. 97.

22. Lettera di Luis Arana a Pedro Grijalba, 30 agosto 1899, in J. Corcuera Atienza, Y. Oribe, op., cit., V. 3, p. 101.

Le richiesta a Grijalba, ulteriormente reiterata alla vigilia della chiusura di “El Correo Vasco”, denuncia la frustrazione e la crescente stanchezza di Luis Arana. In questo senso la collaborazione di un giornalista esperto avrebbe favorito il suo disimpegno redazionale, favorendo un indirizzo maggiormente ortodosso.

La collocazione di “El Correo Vasco” entro i parametri moderati del nazionalismo sotista, vocazionalmente legalitario e aperto verso soluzioni autonomiste, non rispecchiava evidentemente l'esperienza e le posizioni politiche di Luis Arana. Anche la funzione ricreativa del Centro Vasco non si addiceva ai canoni dell'ortodossia aranista e del primordiale nazionalismo. La repressione giudiziaria che nel settembre 1899 determinò la chiusura del Centro Vasco e della stampa nazionalista, “El Correo Vasco” ed “Euskalduna”, fu voluta principalmente dai caciques locali, sempre più esasperati dai progressi elettorali del nazionalismo. Il movimento aranista fu nuovamente privato di un organo editoriale e limitato nell'organizzazione della base e delle attività ricreative (il batzoki bermiotarra non era sfuggito alla repressione), e della dirigenza del BBB (convocata nel 1899 in solo tre occasioni).

La repressione spinse Sabino a concentrarsi sui propri impegni istituzionali (che ne influenzarono la svolta moderata), all'interno della deputazione provinciale vizcaina; lasciando Luis orfano di quella struttura ricreativa, etnica e politica che aveva contribuito a fondare. Il matrimonio di Sabino con un'umile ragazza della provincia vizcaina, in opposizione alla volontà famigliare e della parte più conservatrice del movimento (preoccupata del prestigio sociale del leader nazionalista) rese probabilmente più labile il vincolo famigliare che legava i fratelli Arana. In tale contesto le dimissioni di Luis dal BBB furono quasi obbligate. Nel novembre del 1899 Luis Arana si trasferì con la moglie e il figlio Luis, nei Paesi Baschi francesi. All'età di 37 anni Luis Arana cercò nell'attività imprenditoriale una soluzione alle proprie disillusioni politiche, rimanendo allo stesso tempo uno dei baluardi dell'ortodossia nazionalista (rispetto alle innovazioni teoriche e organizzative introdotte dal fratello).