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LA CORRENTE ARANISTA NEGLI ANNI DELLA TRANSIZIONE INDUSTRIALISTA

2. Luis Arana e la svolta industrialista

Nei Paesi Baschi francesi Luis Arana ebbe l'ambizione di approdare a una nuova vita, per sé e per la propria famiglia; in un ambiente rurale, lontano dai rumori della Vizcaya industriale e della vita politica bilbaina. Inizialmente, come residenza famigliare venne scelta la località di Anglet (precisamente nel quartiere di Brindos) nella Villa Durcos, nome probabilmente derivato dalla parola basca urcos (un arcaicismo che segnalava la presenza di abeti)23.

A partire dal gennaio del 1900, Luis e Maria Josefa si trasferirono nell'antico capoluogo di Uztaritze, che all'inizio del secolo conservava una forte vocazione agricola (contando con soli 2500 abitanti), risiedendo nel quartiere Hiribehere, nella casa Hiriart- Etxea (che prendeva il nome dall'antico proprietario). L'assenza di Luis rese cronici i limiti gestionali del movimento e del BBB, dimostrando l'incapacità di Sabino Arana a dominare tale impasse organizzativa, causata congiuntamente dal suo stato di salute, dalla repressione giudiziaria e dagli impegni assunti sul piano istituzionale.

La nuova vita coniugale di Sabino stabilì del resto nuove priorità, che ne limitarono gli impegni politici. In una missiva ad Aranzadi del 10 ottobre 1900, ammise la scostanza del proprio impegno; «tengo delante de mis ojos cuatros cartas de V. : una del 31 de Marzo, dos del 8 de Agosto y una del 21 de Septiembre (…) me da vergüenza mirarlas (…) Pero a lo hecho, pecho, y a lo omitido, hacerlo cuanto antes, porque cuanto – más tiempo pase, más vergüenza me dará al pensarlo»24.

Nella lettera, Sabino, si soffermò sulla celebrazione del matrimonio e sui rapporti apparentemente migliorati tra Nicole e Luis, che passò le festività natalizie del 1899 in famiglia e che accettò di essere uno dei padrini nuziali. Maggiormente traumatico fu, per i novelli sposi, il viaggio di nozze a Lourdes, trasformatosi, per Sabino, in un'autentica «luna de mierda»25.

23. J-C. Larronde, Luis Arana Goiri. Historia del nacionalismo vasco, 1862-1951, Bilbao, Sabino Arana Fundazioa, 2010, p. 99.

24. Lettera di Sabino Arana a Engracio Aranzadi, 10 ottobre 1900, in M. Elizondo (Ed), Sabino Arana,

padre de las nacionalidades: correspondencia inédita de los hermanos Arana Goiri, Bilbao, La Gran

Enciclopedia Vasca, 1981, p. 357. 25. Ivi, p. 361.

In una lettera inviata ad Aranzadi vengono minuziosamente descritte le complicazioni intestinali patite nei giorni che seguirono il matrimonio. Anche le condizioni di Nicole peggiorarono sulla via di Lourdes, dove gli fu diagnosticata un'infezione polmonare. Dopo aver consultato un medico, che lo obbligò al riposo, Sabino si risolse a scrivere alla famiglia il 6 e il 7 febbraio. L'8 febbraio Paulina e Luis giunsero a Lourdes (con una fretta che preoccupò la comunità nazionalista), seguiti il giorno seguente da Maria Josefina, descritta da Sabino come «hermana querida nuestra hace ya tiempo, mujer de solida virtud, ferviente piedad y de un corazón lleno de caridad» e dal figlio Luis, «vivo retrato del padre, chico robusto y ágil, resuelto y valiente, amable y cariñoso, reflexivo como una persona, humilde y obediente como no he visto otro, caritativo hasta el punto que todos los souses que recoge los reparte entre los pobres, los cuales todos le conocen y – bendicen»26.

Durante la malattia e la convalescenza di Sabino, Luis richiese ad Aranzadi una bottiglia di Jerez e una confezione di citrato di magnesia; avendo modo di ospitare il fratello nella sua nuova casa, «visitando aquellos preciosos sitios de Laburdi”27. Rispetto alla nuova vita di Luis, viene menzionata nella lettera il viaggio di lavoro intrapreso in territorio spagnolo e l'imminente nascita del suo secondo figlio «al que tomaremos en brazos Paulina y yo»28. Il 13 novembre 1900 nacque infatti il secondo figlio di Luis Arana, Javier-Estanislao-Andoni (registrato all'anagrafe con il nome francese Francois-Xavier-Stanislas). Come ebbe modo di scrivere a Zabala, «es un hermoso chico que pesó al cuarto de hora de nacer 4 kilos y medio ó sea 9 libras de aquí […] desde entonces nunca ha estado malo y en esto aquí todos andamos iguales porque á Dios gracias toda la familia es mas fuerte que una roca […] está muy gordo y sano y es muy alegre»29.

A determinare il trasferimento di Luis nei Paesi Baschi francesi, oltre alla citata disillusione politica, contribuì la ripartizione dei beni famigliari il 6 settembre 1899 (due mesi prima del suo disimpegno politico). Nel 1888, alla morte della madre Doña Pascuala de Goiri y Acha i beni della famiglia furono quotati per un valore di 544.269

26. Ibidem.

27. Ivi, pp. 362-363. 28. Ivi, p. 364.

pesetas (tra beni immobili, crediti, azioni della società Diques Secos e contante). Se escludiamo la modesta distribuzione di somme contanti, che beneficiarono Luis Arana per il modesto importo di 9.148 pesetas, fu solo la più tarda ripartizione a dotarlo di un discreto potere acquisitivo. A Luis spettò in proprietà una villetta ad Albia del valore di 135.551,92 pesetas e un secondo lotto di terreno quotato 82.316 pesetas; un totale di 217.867,92 pesetas, contro le 176.656, 61 pesetas delle proprietà assegnate (per estrazione) a Paulina e le 205.475,47 di quelle di Sabino.

Rispetto alle quotazioni del 1888 i prezzi furono maggiorati dall'edificabilità dei terreni e fornirono a Luis i mezzi necessari per intraprendere un'attività di tipo imprenditoriale (anche dopo il versamento compensatorio a Paulina di 17.867,92 pesetas). La vendita della villetta di Albia, registrata il 6 aprile 1900, aiutò Luis a saldare il credito di Paulina e a disporre della considerevole cifra di 117.684 pesetas30

A partire dal 1900, gli investimenti di Luis furono comunque disastrosi. Le 50.000 pesetas affidate all'agente di borsa Arzubia furono in larga parte perse (ne fu recuperata solo la quinta parte), anche a seguito della morte dello stesso Arzubia e della perdita della relativa causa legale. Nel 1900 Luis Arana venne attratto dal mercato minerario, compiendo in pochi mesi cinque spedizioni conoscitive in Extremadura (finalizzate a un imminente investimento).

A essere coinvolti furono gli esponenti della cerchia politico-famigliare dei fratelli Arana, come Fabián Ispizua (noto dirigente nazionalista proveniente da EB), Juan Larrea, Julian de Artaza e Ángel Zabala. La relazione realizzata dall'ingegnere Rafael Sánchez Lozano riguardante la provincia extremeña di Caceres, nei pressi della Sierra de Guadalupe, fu del resto piuttosto critica, tanto delle capacità estrattive delle miniere che delle possibilità logistiche di trasporto dei materiali (le comunicazioni stradali e ferroviarie erano pressoché inesistenti). In particolare, lo sfruttamento minerario del territorio avrebbe previsto forti investimenti, certo superiori alle possibilità finanziarie di Luis Arana, che dal 19 marzo al 7 ottobre del 1900 aveva sborsato a favore della nuova società Abertzale la misera cifra di 3900 pesetas31.

30. J-C. Larronde, op., cit., p. 108.

Anche come uomo d'affari Luis Arana non rinuncerà a riflettere, nelle sue ricerche “genealogiche”, sulle caratteristiche razziali dei baschi, nella speranza «que en este siglo veamos á esta salir de su letargo! Vosotros, los que podéis dirigir la oposición, moveros, trabajad, poned en práctica lo que se pueda y estudiad los medios legales para la propaganda, en fin, dad vida á la idea»32.

Piuttosto che rendere conseguente sul piano teorico la propria scelta imprenditoriale, Luis sembrò ricercare nei Paesi Baschi francesi la genuina radice religiosa e rurale della razza euskaldun. All'amico Zabala, Luis descrisse la casa di lapurdiana di Hiriartetxea nei termini del caserío tradizionale; «aislada, con […] sus dos castaños de Indias, una pequeña huerta que la mitad está destinada á hortalizas y la otra mitad á las aves y una cuadra completan las dependencias […] tenemos 50 gallinas y un palomar con 6 parejas de palomas de las que 3 están criando otras nuevas; dos cerditas que han venido á sustituir á uno que vendimos y á otro que hemos matado hacia poco […] todos estos bichos nos sirven de sencillo entretenimiento y de mucha utilidad para la casa»33. Un'immagine arcadica che pretendeva stimolare la fantasia di amici e parenti. Come trasciveva Zabala: «amigo Koldobika, se me presenta en mi imaginación el nido de tu casa, de su jardín y ellos á ti, rodeado (si la comparación no te molesta) como gallo de su gallina y pollitos, libre, feliz, entregado al bienestar de la familia y a los estudios»34. Luis rese omaggio anche alla propria compagna (con cui aveva celebrato un matrimonio discreto e riservato), dal momento che «Dios me dio por mujer á una que ni con candil se hubiera podido encontrar mejor […] todo el día estamos alegres, todo el día contentos, jamás soñé con tanta dicha […] mutuamente nos ayudamos á conseguir la eterna salvación que es nuestro norte»35. A completare il bucolico ritratto si segnalavano le doti, d’obbedienza cristiana, d’impegno e d’allegria del figlio maggiore, e la vita patriarcale e pia intrapresa dalla famiglia.

32. Lettera di Luis Arana ad Ángel Zabala, 20 gennaio 1901, F.S.A., Pnv_Nac_Ebb, k.00223, C. 14. 33. Ibidem.

34. Lettera di Ángel Zabala a Luis Arana, 31 gennaio 1901, F.S.A., Pnv_Nac_Ebb, K. 00315, C. 1. 35. Ibidem.

Se leé el Catecismo explicado de P. (Deharbe), la Vida del Santo y el ‘Espíritu de S. Francisco de Sales’. Nos dedicamos á mirar al otro barrio ya que en este la vida es un continuo desengaño. En fin, la vida patriarcal. Los hijos serán buenos cristianos y buenos vaskos, pues su madre y su padre es lo que ansían con toda su alma y á dios ruegan que si ván á ser malos Él se los lleve desde ahora. La Sagrada Familia es la especial protectora de esta feliz casita36.

Nello stesso periodo, ma con un diverso approccio, Sabino considerò inevitabile un aggiornamento modernista del nazionalismo, tanto da rimettere in discussione la ragioni puramente etniche e indipendentiste (non quelle religiose) dell'ideologia originaria. In questo senso, in una nota lettera ad Aranzadi, Sabino Arana espose i propri dubbi nei seguenti termini:

¿Qué medios me parecen más eficaces? Cuando me pongo a pensar, así sobre esto de como va la raza, comprendo claramente que esto se va: se va antes que termine el siglo que acaba de empezar. El único remedio está en el dinero: y éste no se encuentra. El aldeano sabe de sobra que el euzkera de nada le sirve al hijo. El remedio está pues en fundar industrias, adquirir caseríos, sostener compañías navieras, organizar sociedades de artes y oficios, hermandades benéficas y de mutualidad de pesca, de agricultura, de ganadería, apoderarse o abrir vías de comunicación...nacionalizando todas esas esferas de la vida...37

La lingua basca doveva essere, per Sabino, la lingua degli affari e della borghesia industriale, e non la semplice testimone di un mondo agricolo prossimo alla scomparsa. Si trattava pertanto di coinvolgere nel partito finanziatori benestanti e trovare i fondi per una moderna e funzionale politica educativa.

La svolta “industrialista” di Sabino precede e in qualche modo rende conseguente la successiva tappa españolista. Tale passaggio fu comunque condizionato e limitato dal trasferimento di Luis nei Paesi Baschi francesi (responsabile fino a quel momento della propaganda e dell'organizzazione). A questo proposito va segnalato il progressivo impegno di Pedro Grijalba (socio dei fratelli Arana nell'impresa mineraria) nel partito nazionalista.

36. Ibidem.

Come prospettiva politica non fu inizialmente esclusa la collaborazione coi catalanisti o «la promoción del regionalismo en Galicia, Aragon y Valencia»38. Privato di una stabile organizzazione partitica e limitato dalle proprie condizioni fisiche, Sabino sembrò invece perdere il contatto con il territorio, credendo addirittura possibile e imminente l'improbabile alleanza tra Euskadi e Regno Unito.

Dice la prensa que por ésa banquetea un coronel inglés propalando la especie de una posible alianza de Inglaterra, cuyo resultado sería la desmembración de España. Nos precisa saber a la brevedad posible […] si el tal que así se expresa existe y no es un quidam, nos conviene aprovecharnos de la ocasión: porque con esa alianza, es muy probable nuestra libertad; y sin ella imposible nuestra salvación39.

La promozione del nazionalismo tra le classi colte e benestanti (principalmente in Vizkaya e in Guipuzcoa), non eliminò l'antico rancore sabiniano verso i “fenici” di “Euskalduna”, accusati dai veterani nazionalisti di voracità elettorale. Sabino si mostrò particolarmente irritato dall'iniziativa sotista nell'edizione della nuova rivista nazionalista, il cui gruppo promotore era composto da una maggioranza di ex- euskalerríacos. Sabino ricorda inoltre che «hace no mucho Euskalduna emprendió una campaña contra nuestro partido en general y en particular contra mí […] se le contestó, perdió un sin numero de suscripciones y tuvo que pasar a manos de uno de los nuestros para no morir»40. Dopo poco tempo però, «creyéndose repuestos, lo han restituido a la dirección de antes, si bien creo que con la condición, impuesta por sus mismos amos, de no mortificarnos»41. Sabino era comunque convinto che «los fenicios están de capa caída», e affidava la riorganizzazione del movimento ai prossimi incontri congressuali. La concorrenza con i fenici riguardava il piano editoriale, dove maggiore era la potenza finanziaria degli ex-euskalerriacos, l'assegnazione dei posti nelle elezioni municipali e nei vertici del partito. Per Sabino «este año, primero de siglo, será de grandes acontecimientos para el nacionalismo […] me falta tiempo para apuntártelos aun someramente: gran asamblea reorganizadora = extensión del partido y consiguiente

38. Lettera di Sabino Arana a Engracio Aranzadi, 25 luglio 1901, Ivi, p. 384. 39. Lettera di Sabino Arana a Engracio Aranzadi, 13 agosto 1901, Ivi, p. 387. 40. Lettera di Sabino Arana a Pedro de Arrupe, 16 luglio 1901, Ivi, p.404. 41. Ibidem.

ruina del fenicio = explanación detallada de la doctrina = reorganización del partido y previo examen del Consejo actual»42.

L'anteriore ruolo di Luis nel nazionalismo venne assegnato ad Ángel de Zabala, elogiato da Sabino per la moderazione politica e per la conoscenza storico-giuridica di Euskadi. In questo senso Sabino sembrò prendere le distanze dalla vocazione esclusivamente polemica di Joala, impegnato in battaglie giornalistiche di scarsa utilità politica. Riflettendo sulla polemica intrapresa da Joala nei confronti di una maestra locale (una certa Doña Adelina) rilevava «que tal vez no sea muy político que una pluma de conspicuo nacionalista se entretenga en refutar (siquiera sea muy indirectamente) lo que haya escrito una sencilla maestra, cuando hay otros peces más gordos y el nacionalismo ha contestado ya a muchos de ellos»43. Nella battaglia educativa e culturale immaginata da Sabino era più utile coinvolgere Ángel Zabala nell'ambito dei giochi forali, dedicati alla preparazione di una «Monografía del desarrollo de la marina vizcaína desde los tiempos medios», e rispettivamente Belausteguigoitia, Guiard e Luis per le questioni economiche e letterarie44.

Sabino rammentava del resto a Zabala la sua crescente disillusione per la razza basca (corrotta sul piano morale ed etnico), ammirando invece l'ottimismo con cui l'amico guardava alla causa euskaldun; come condizione necessaria per guidare il movimento45.

La svolta politica sabiniana fu pertanto graduale e discontinua ed è correttamente esemplificata dalla questione “catalanista”, appoggiata su basi “volontariste” e allo stesso tempo respinta su un piano etnico. Le posizioni di “Euskalduna” si facevano del resto interpreti di un nazionalismo culturale e linguistico, dove «bastará saber que el catalanismo es la aspiración de Cataluña, que pretende vivir vida catalana en todas las esferas de la actividad humana»46.

42. Lettera di Sabino Arana a Ángel Zabala, 23 giugno 1901, F.S.A., Pnv_reg_b, k. 00223, c. 15. 43. Lettera di Sabino Arana ad Ángel Zabala, 12 maggio 1901, F.S.A., Pnv_reg_b, k. 00223, c. 15. 44. Lettera di Sabino Arana ad Ángel Zabala, 4 giugno 1901, F.S.A., Pnv_reg_b, k. 00223, c. 15.

45. «Cuanto mas avanzo en edad, mas aumentan ante mis ojos el numero y la gravedad de los yerros históricos de nuestra raza y de sus defectos y vicios así en el pasado como en el presente». Lettera di Sabino Arana a Ángel Zabala (senza data), F.S.A., Pnv_reg_b, k. 00223, c. 15.

Nel messaggio rivolto alla Unió Catalanista congiuntamente da Sabino Arana e dagli ex-euskalerríacos, si distingueva la questione basca da quella catalana, dal momento che «no es la causa de nuestra Patria, ni hay siquiera semejanza entre ambas ni por el testimonio histórico que consignan, ni por los fundamentos de derecho que alegan, ni por el sugeto a quien se aplican, ni por los motivos que han concurrido a originarlos, ni aun por el fin a que se dirigen»47. Allo stesso tempo, il documento riconobbe che «Catalunya tiene derecho a ser libre porque quiere serlo» e dal momento che «el opresor de Catalunya es el dominador de Euzkadi […] es útil se concierten Catalunya y Euzkadi para el logro de sus respectivos fines»48.

A rinvigorire le distinzioni teoriche tra le due tendenze nazionaliste troviamo il polemico Joala (questa volta con l'appoggio di Sabino Arana) nell'articolo El Catalanismo, pubblicato al principio di dicembre del 1901. Per Joala, i catalani non possedevano l'unità etnica e la tradizione storica necessarie per rivendicare l'indipendenza, condividendo l'elemento latino con le altre popolazioni peninsulari (con l'eccezione di quella basca).

Cataluña no es raza aparte, Cataluña no ofrece unidad étnica. Entre las trece razas que pueblan el Continente europeo no hay raza alguna que lleve el nombre de raza catalana, y en prueba de ello hé aquí la lista: vaska, latina, germana, eslava, magiar, finlandesa, turca, otomana, letona, griega, celta, albanesa y gitana49.

La redazione di “La Patria”, gestita da Felipe de Zabala, tenne a precisare in una nota il carattere privato ed extra-ufficiale delle posizioni di Joala, ricordando che il giornale avrebbe dato spazio a eventuali repliche50. La polemica di Joala possedeva evidentemente un carattere strumentale, con il fine dichiarato di espellere o rendere ininfluente la corrente sotista.

Felipe de Zabala rappresentava del resto una dirigenza estranea all'esperienza sabiniana e certamente distante dai postulati del nazionalismo originario. Asceso rapidamente ai vertici del partito, aveva sfruttato a suo vantaggio l'accordo tra Sabino

47. Mensaje a los catalanistas, 21 giugno 1901, in J, Corcuera Atienza, Y. Oribe, op., cit., V. 3, p. 200. 48. Ivi, p. 201.

49. Joala, El Catalanismo, in “La Patria”, n. 6, 1 dicembre 1901. 50. Aclaraciones, in “La Patria”, n. 7, 8 dicembre 1901.

Arana e Ramón de la Sota, e poteva vantare, oltre alla direzione di “La Patria”, della presidenza del Centro Vasco e della posizione di consigliere comunale a Bilbao.

La polemica sul catalanismo coinvolse anche il sotista Francisco de Ulacia, che respinse le argomentazioni di Joala riguardanti l'identità catalana. In particolare «siendo también el primer firmante de otro Mensaje de adhesión al catalanismo radical que á nuestro regreso de Barcelona enviamos en nombre del partido algunos nacionalistas de los más caracterizados, entre los que se encontraba el señor Arana y Goiri, y viéndome por las causas que acabo de exponer en tan estrechas relaciones con nuestros amigos de Cataluña, me he propuesto hacer publico el natural disgusto que me ocasionó la lectura del mencionado articulo»51. Per Ulacia le ragioni basche e catalane erano simili sul piano storico e culturale, e Joala, con le sue posizioni, «demuestra no poseer ni un atomo de diplomacia»52.

La polemica scoppiata tra le due correnti nazionaliste permise comunque agli aranisti ortodossi di licenziare Felipe de Zabala dalla direzione di “La Patria”. Sabino Arana convocò il Consiglio nazionalista per sancire l'esclusione dal partito di un personaggio scomodo e ingombrante, separandolo, più de jure che de facto, dal gruppo consiliare nazionalista di Bilbao53. Successivamente, nel biennio 1903-1905, Felipe de Zabala venne del resto riproposto dal partito «para ocupar una tenencia de alcaldía en el ayuntamiento»54. Chiaramente ambigua fu la posizione sabiniana riguardante l'egemonia sotista nel Centro Vasco e nella presentazione delle candidature; posizioni utili e funzionali agli interessi dell'alta borghesia nazionalista.

La polemica catalanista fu dibattuta in una delle ultime convocazioni del Consiglio supremo. Il 10 gennaio 1901 si era del resto ufficializzato l'abbandono di Luis Arana, annunciato nell'aprile del 1900 da tre lettere di dimissioni, che informavano il BBB della prossima restituzione «de todos los documentos que afectando a la historia del Partido Nacionalista obren en su poder, por haber él directamente intervenido en

51. Dos Cartas, in “La Patria”, 15 dicembre 1901, n. 8. 52. Ibidem.

53. «En cumplimiento de orden B-B-B, comunico á usted que desde esta fecha D. Felipe de Zabala: 1º Cesa en todo cargo que dentro del Partido Nacionalista Vasco de Bizkaya le esté encomendado; 2º Queda desautorizado para representar al Partido en corporaciones populares». Cese de Felipe Zabala, 14 dicembre 1901, J. Corcuera Atienza, Y. Oribe, op., cit., V. 3, p. 222.

ellos»55; con riferimento a “Baserritarra”, “El Fuerista”, e alle elezioni municipali bilbaine del 1899. Nella terza lettera infine, Luis si dimise dalla Junta de la Casa Editorial; entità attraverso cui aveva gestito buona parte dell'organizzazione nazionalista (lasciandone i documenti a Pedro Grijalba).

Il compromesso politico che Sabino aveva stabilito, pur con molte contraddizioni, con “Euskalduna” (evidenziate dall'ambiguità sabiniana rispetto alle