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I veterani del nazionalismo vizcaino: tra “bizkaitarrismo” e pragmatismo

LA FIGURA DI LUIS ARANA NEL NAZIONALISMO BASCO

4. I veterani del nazionalismo vizcaino: tra “bizkaitarrismo” e pragmatismo

In ambito storiografico la dacada sabiniana fu divisa secondo le linee stategiche indicate dal leader carismatico, corrispondenti ad una fase radicale (1892-1898), al pragmatico avvicinamento con il settore euskalerríaco (1898-1901) e alla controversa svolta españolista di Sabino, proponente la formazione di una lega regionalista basca (1901-1903).

In mancanza di una stabile organizzazione politica la storia del nazionalismo tese a coincidere con quella del suo fondatore, mettendo in secondo piano i rapporti di forza esistenti nella dirigenza del BBB. Il dibattito strategico del partito può essere comunque studiato attraverso le relazioni epistolari dei primi nazionalisti e degli amici più intimi dei fratelli Arana. Le posizioni di Luis Arana e Ángel Zabala, meno flessibili e pragmatiche di quelle sabiniane, aiuteranno a comprendere quali dubbi e resistenze suscitarono le svolte politiche intraprese nei primi anni del secolo. Sabino aveva del resto riconosciuto nel fratello l'erede naturale del movimento, perchè «él es quien me inspiró las doctrinas nacionalistas, que hoy ya todos os prestais a defender»121.

A determinare la svolta industrialista di Sabino contribuì il successo prevalentemente urbano di Bizkaya por su independencia (singolare per un movimento che faceva del ruralismo la sua bandiera) e la necessità finanziaria del nazionalismo. La pubblicazione del testo suscitò infatti l'interesse di parte del mondo fuerista, in particolare di quello rappresentato dalla società Euskalerria di Fidel de Sagarminaga (deceduto nel 1894). Fu un eminente euskalerriaco, Ramon de la Sota, a capeggiare il gruppo di 16 commensali che il 3 giugno 1893 assistettero al discorso di Larrazábal. Il

debutto politico degli Arana cercò di spiegare i termini del programma nazionalista, ma il risultato dell'incontro non fu tra i migliori, se è vero, come ricordò Sabino, che «faltó poco para que Koldobika y yo nos pegaramos con todos»”122. Dei 16 commensali, solo due, Ramon Menchaca e Ciriaco Llodio, entrarono in EB.

A distanza di pochi giorni (l'8 giugno 1893) uscì il primo periodico nazionalista, “Bizkaitarra”; che permise a Sabino e Luis Arana di divulgare il pensiero nazionalista negli strati medio-alti della società vizcaina. Il giornale ebbe comunque una vita breve e irregolare, uscendo dal giugno 1893 al settembre 1895, quando lo scandalo provocato dall'articolo di Engracio Aranzadi La invasión maketa ne determinò la chiusura.

Nel frattempo erano sorti Euskeldun Batzokija, che fu in un primo tempo l'unico organismo politico del nazionalismo e segretamente il Bizkai Buru Batzar (germe del nascente PNV). A tali esperienze, come illustrato nella sezione precedente, si deve la formazione dei primi quadri dirigenti, numericamente limitati alle giunte direttive e alle commissioni di studio. L'effimera esistenza associativa ed editoriale del mondo nazionalista alimentava del resto la centralizzazione del movimento e la mitificazione del suo leader.

Nel 1895, la carcerazione di Sabino Arana determinò la chiusura di “Bizkaitarra” e di EB, privando il nazionalismo dei pochi spazi associativi disponibili (anche in tale frangente fu l'impegno di Luis Arana a evitarne il definitivo collasso). Nei momenti di crisi i fratelli Arana cercarono forme informali di propaganda, che potessero aggirare i controlli della polizia e divulgare il nazionalismo nelle province periferiche di Vizcaya. Lo stesso Sabino raccomandò al fratello e ad Ángel Zabala di proseguire l'attività politica in suo nome «reuniendoos de vez en cuando en modestos banquetes con el fin de mantener vivo el espiritu patrio entre los afiliados de más empuje»123. In un pranzo celebrato ad Arteaga Sabino notò come «hubo gente de carrera y alcaldes, ex-alcaldes, jueces y fiscales de pueblos, gente toda de prestigio por su honradez, su entereza y sus sanas ideas en materia religiosa»124.

122. La cena de Larrazabal, Ivi, V. I, p. 163.

123. Lettera di Sabino Arana ad Ángel Zabala, 3 marzo 1896, F.S.A., Pnv_reg_b, k. 00223, c. 15.

124. Lettera di Sabino Arana a Engracio Aranzadi, 12 febbraio 1896, in M. Elizondo (Ed.), op., cit., p. 167.

Fu Luis Arana a organizzare Il 30 novembre 1895 un incontro politico nell'isola di Txatxarramendi vicino a Mundaca, mirato a coinvolgere i patrioti delle pievi vizcaine. In una lettera ad Aranzadi, si ricordò la partecipazione di 44 nazionalisti125, provenienti dalla seguenti località; Bermeo 4, Bilbao 17, Busturia 9, Ea 3, Gernika 4, Lekeito 2, Mundaka 5.

Ad affiancare Luis sul piano organizzativo troviamo Ángel Zabala, che a partire dal 1896 ascenderà a posizioni dirigenziali nel Consiglio del nazionalismo. Le 77 lettere inviate da Luis Arana a Zabala dal 1895 al 1899 testimoniano la relazione tra i due dirigenti nazionalisti (rispettivamente sono note 2 lettere nel 1895, 18 del 1896, 36 nel 1897, 12 nel 1898, 9 nel 1899)126. Quando esordì il BBB i rapporti più stretti intrapresi da Luis sul piano personale e politico riguardavano Zabala, Ispizua e Miguel Cortés Navarro; personaggi successivamente divenuti riferimenti dell'ortodossia aranista.

Nei propositi di Sabino e Luis il BBB conservava comunque un carattere temporaneo, necessario a definire un più ampio partito confederale basco e vizcaino127. Per tale ragione furono create specifiche commissioni di studio (propaganda, lingua, storia e legislazione), in grado di chiarire la natura ideologica e territoriale del movimento128. In questa sede converrà notare l'importanza della Commissione di Propaganda (presieduta da Luis Arana) nella gestione del partito e nella formazione di alcuni dei più significativi dirigenti nazionalisti. La Commissione permise l'assidua collaborazione tra Luis Arana e Miguel Cortés, che rappresentarono a partire dal luglio 1896 la neo-fondata «Junta de propaganda de la historia y del euskera de bizkaya», ed ebbe modo di occuparsi nel 1896 degli scontri elettorali di Ereño, che comportarono la morte del basco José Agustin de Arrizabalaga y Ardanza. La celebrazione di una messa ad memoriam della vittima fu strumentalizzata dai nazionalisti con chiare finalità propagandistiche, e ci permette di osservare la mappa organizzativa disegnata da Luis; a sostenere l'evento furono chiamati per Mundaca, Ispizua, Echeita e José de Arrandiaga (Joala); per Busturia, Maizu (Miguel Cortés); per Guernica, Gangoiti; per Elantxobe,

125. Lettera di Luis Arana a Engracio Aranzadi, 29 dicembre 1895, Ivi, p. 142.

126. Sono note 69 lettere di Sabino Arana ad Ángel Zabala concernenti gli anni 1895-1903.

127. Lettera di Sabino Arana a Engracio Aranzadi, 12 febbraio 1896, in M. Elizondo (Ed.), op., cit., p. 168.

Rementeria; per Ea, Cortazar e Alegria129. La diligenza mostrata da Zabala in questo primo incarico ufficiale ne garantì l'elezione nel Consiglio, dove acquisì il ruolo di mediatore nelle controversie di natura legale o religiosa130.

La pubblicazione dei testi sabiniani Lecciones de ortografia del euskera bizkaino e El partido carlista y los Fueros Vasko-Nabarros fu invece affidata alla casa editrice nazionalista, gestita da Luis Arana e Ángel Zabala per conto del gruppo di Propaganda131. I canali distributivi creati dalla Commissione di Propaganda comprendevano le località di Guernica, Bermeo, Mundaca, Lequeitio, Canala, Ea, Ereño, Ispaster, Busturia, Guerricaiz, Murelaga, Rigoitia e Mugica (un certo numero di esemplari venivano inviati a Zabala come riserva)132.

A sostegno della recente polemica con il carlismo e per dare voce alla causa nazionalista si decise la pubblicazione di un nuovo periodico, annunciato da Sabino a Zabala in una lettera del 13 aprile 1897133. Per Luis, il giornale «sale para destrozar al Partido Carlista y al mismo tiempo matar dos pájaros que son: defender a mi hermano de las estupideces que él más vale que las deje pasar; y hacer ver a la gentes todas que en el nacionalismo hay plumas para defender la verdad, y para destrozar a los enemigos de la Patria»134. A dirigere “Baserritarra” venne scelto Teofilo Guiard, la cui ammissione a EB era stata precedentemente negata. Come riconosceva Luis Arana «este joven director antes no era de ideas sanas pero desde que estuvo en Loyola en Ejercicios ha venido totalmente cambiado y es ya un verdadero nacionalista»135. Sollecitando la collaborazione di Aranzadi, Luis Arana ricordava i cambi delle norme redazionali, dove gli articoli erano sottoposti all'attenzione del direttore e quindi a quella del censore (Sabino Arana); «nombrado por la Junta suprema del Partido en Bizkaya [...] de mirar a la parte doctrinal y de conveniencia política dentro de los procedimientos que sigue el

129. Lettera di Luis Arana ad Ángel Zabala, 20 aprile 1896, F.S.A., Pnv_Nac_Ebb, K. 00223, C. 14. 130. Lettera di Luis Arana ad Ángel Zabala, 14 ottobre 1896, F.S.A., Pnv_Nac_Ebb, K. 00223, C. 14. 131. «El Presidente indicó la conveniencia de que Luis de Arana y Ángel Zabala aparecieran como socios fundadores y responsables de la Casa Editorial Renacimiento». Libros de Actas del BBB, 17 gennaio 1897, F.S.A., Pnv_Nac_Ebb, K. 00316, C. 6.

132. Lettera di Luis Arana ad Ángel Zabala, 23 marzo 1897, F.S.A., Pnv_Nac_Ebb, K. 00223, C. 14. 133. Lettera di Sabino Arana ad Ángel Zabala, 13 aprile 1897, F.S.A., Pnv_reg_b, k. 00223, c. 15. 134. Lettera di Luis Arana a Engracio Aranzadi, 30 aprile 1897, in M. Elizondo (Ed.), op., cit., p. 215. 135. Ibidem.

Partido»136. Nel secondo numero di “Baserritarra” fu comunque pubblicata una Advertencia che svincolava i fratelli Arana dal periodico, dal momento «que ninguno de los dos interviene en lo más mínimo en la dirección y administración de nuestro semanario»137. Una precisazione che non proteggerà “Baserritarra” dalla malevole presenza della censura.

A distanza di poco tempo Luis Arana tornò a esigere un maggiore impegno da Aranzadi, dopo che «por yo no sé que razones ha presentado la renuncia del cargo el que hasta ahora ha sido Director de Baserritarra»138. Tale pressione fu esercitata da Sabino anche su Zabala, Cortés, Belaustegigoitia e Izpizua. Come amministratore del periodico fu nominato Sarasola «que es el encargado de cobrar y pagar, ver el déficit y cubrirlo por prorrata entre los individuos que quieran contribuir a sufragar el pasivo»139. In un primo tempo si stimava possibile la tiratura di 3000 copie, con una distribuzione che ambiva a Navarra, Guipuzcoa e Alava. In Vizcaya, Luis si affidò ai propri contatti di Mundaca, Elanchobe, Ea e Lequeitio (vale a dire a Ispizua, Echeita, Joala, Rementeria, Gangoiti, Cortazar e Alegria) e a Zabala per quanto rispettava Gernika e Bermeo. Ai problemi legali del nazionalismo (che in agosto causarono la chiusura di EB), Luis aggiunse lo stato deficitario del periodico (circa 240 pesetas nei primi 9 numeri)140. La propensione ottimista di Luis, deciso a trasformare il settimanale in mensile fu sostenuta nel BBB solo da Zabala, arrendendosi di fronte alle numerose sanzioni giudiziarie. La Commissione fallimentare fu composta da Llodio, Ispizua, Cortés Navarro, Zaracondegui, Sarasola, Arriaga, Llona.

Anche la polemica con “Euskalduna” risale al principio del 1897, quando Sabino domandò al Consiglio se non era venuto il momento de “desenmascarar” il fuerismo di Euskalerría. Per Sabino, «Sagarminaga, fundador del partido liberal fuerista de la sociedad Euskalerria y el periódico Euskalduna, fue un traidor á Bizkaya, y no tiene defensa»141. Tra gli errori “fenici”, ovvero della borghesia commerciale integrata a

136. Lettera di Luis Arana a Engracio Aranzadi, 3 maggio 1897, in M. Elizondo (Ed.), op., cit., p. 222. 137. Advertencia, in “Baserritarra”, n. 2, 9 maggio 1897.

138. Lettera di Luis Arana a Engracio Aranzadi, 10 giugno 1897, in M. Elizondo (Ed.), op., cit., p. 228. 139. Lettera di Luis Arana ad Ángel Zabala, 3 maggio 1897, F.S.A., Pnv_Nac_Ebb, K. 00223, C. 14. 140. Lettera di Luis Arana ad Ángel Zabala, 6 luglio 1897, F.S.A., Pnv_Nac_Ebb, K. 00223, C. 14. 141. Argumentos Fenicios, in “Baserritarra”, n. 8, 20 giugno 1897.

Euskalerria, v'era soprattutto, per Arana, l'interpretazione sovrana dei Fueros aboliti nel 1876 e l'atteggiamento permissivo verso le ideologie razionaliste e liberali.

La polemica intrapresa tra “Baserritarra” ed “Euskalduna” ebbe modo di condizionare l'ambiguo avvicinamento del periodico integrista guipuzcoano “El Fuerista” (che contava Aranzadi tra i suoi collaboratori) al nazionalismo bilbaino. In un primo tempo il posizionamento di “El Fuerista” reagiva all'accordo elettorale in Guipuzcoa tra conservatori e integristi. In precedenza Sabino Arana aveva felicitato dalle pagine di “Baserritarra” il graduale sfilacciamento del movimento integrista guipuzcoano «que cuenta en su seno (a diferencia del de Bizkaya) elementos de gran prestigio en el pais y de reconocido valer»142. Dopo un incontro tra integristi dissidenti, svoltosi il 28 ottobre 1897, il proprietario de “El Fuerista” Ignacio de Lardizábal e il direttore Aniceto Rezola optarono per una svolta politica, pubblicando il 31 ottobre (in nome di 25 dissidenti) l'articolo Nuestra Bandera.

El lema Jaungoicoa eta legue zarra, es el único que despierta nobles entusiasmos en medio de la general indiferencia en que la presente sociedad sucumbe; y, sin duda, por eso mismo, porque prevalece sobre todos los programas que mueren, prestandoles la savia de que carecen, ha pretendido hacerlo suyo partidos politicos que, o no saben entenderlo, o lastimosamente, y a pesar de la buena intención que en ellos pueda reconocerce, conducen al país por caminos opuestos a sus verdaderos intereses143.

L'indirizzo assunto dal periodico guipuzcoano non convinse del tutto Sabino Arana, che confidò ad Aranzadi che il giornale «metamorfoseado (pues de ello se trata), no llegará, hoy por hoy, desde su nacimiento, a ser nacionalista»144. In tale frangente sembrò emergere il lato più settario di Sabino, dal momento che «se trata ahí de que salga un periódico nacionalista de manos que no son nacionalistas, y esto no es posible […] Rezola, Sanz y Aguiñaga no son nacionalistas, a no ser que se hayan hecho de la noche a la mañana: realmente del no ser al ser se pasa en un solo istante, pero el escribir un periodico españolista al escribir uno nacionalista, es indudable que tiene que

142. El integrismo español en Gipuzkoa, in “Baserritarra”, n. 8, 20 giugno 1897. 143. Nuestra Bandera, in J. Corcuera, Y. Oribe, V. II, op., cit., p. 519.

transcurrir no poco tiempo»145. Al possibilismo di Aranzadi e Luis, Sabino contrappose un forte scetticismo, che assunse tratti quasi melodrammatici:

Como V. piensan aquí, en esta cuestión, mi hermano y todos los demas correligionarios a quienes he oido hablar de ella. He quedado solo en este punto. ¿Estaré equivocado? ¡Ojala! Pero creo que V. y a éstos los ciegan los buenos deseos [...] Al ver esto que ocurre entre nosotros, una idea espantosa me ha asaltado la mente: moriré, y no nacerá otro que conciba el nacionalismo como yo lo he concebido146.

Come commento alla lettera, Luis scrisse il seguente appunto per Aranzadi: «Creo que mi hermano le escribe a V. indicandole conviene evitar que El Fuerista se entienda con Euskalduna»147. I timori di Sabino riguardavano pertanto la possibile degenerazione regionalista e liberale del nazionalismo. A confermare tali sentimenti v'era l'appoggio di “Euskalduna” alla svolta di Ignacio de Lardizábal, con la riproduzione dell'articolo Nuestra Bandera (con il titolo ¡Aurrera!). Pochi giorni più tardi, sulle colonne di “El Fuerista” e con lo stesso titolo di ¡Aurrera!, Engracio Aranzadi cercò di distinguere gli obiettivi nazionalisti. Per Aranzadi, i redattori di “Euskalduna” «son todos ellos, menos uno, según tenemos entendido, liberales; y que está sostenido, principal ó exclusivamente, por quienes profesan el liberalismo»148. In particolare, «es el periódico que en orden a los intereses católicos, no recordamos que haya hecho nunca declaraciones concretas, categóricas de anti-liberalismo, ni nada que a esto se parezca, con ser tan esencial»149. In un contesto dove la religione cristiana si sovrapponeva a quella nazionale, si rilevava che «los vientos del liberalismo y del regionalismo se oponen a esa identificación santa»150. La risposta di “Euskalduna” non si fece attendere e venne affidata al suo direttore Nicolás Viar (1865-1947), con l'articolo ¡Aurrera Beti!.

Pues bien, no somos liberales, ni hemos sido ni lo seremos con el favor de Dios. Por eso no queremos la separación de la Iglesia y del Estado: por eso no somos partidarios de la libertad de

145. Ivi, p. 242. 146. Ivi, p. 243. 147. Ibidem.

148. ¡Aurrera!, in J. Corcuera, Y. Oribe, V. II, op., cit., p. 523. 149. Ibidem.

pensamientos y errores que de ella se deducen lógicamente. Entre todos los números de nuestra colección no hay ataque a ninguno de los preceptos de la Católica, Apostólica, Romana y única religión verdadera, y no solamente ataque, sino ni siquiera duda contra ellos, franca ó encubierta. ¿Y por qué? Porque

ninguno de los que continuamente escriben en nuestro semanarios son liberales, es más, ni lo han sido. Si

EUSKALDUNA no ha dado preferente atención a los asuntos religiosos, es sencillamente porque no se conceptúa con autoridad suficiente para definir en tal materia, en si misma considerada, ni siquiera en sus relaciones con el orden político. Para eso existe una Autoridad151.

Sabino Arana fu confortato dalla polemica tra “El Fuerista” ed “Euskalduna”, rimanendo tuttavia convinto che il nazionalismo dei guipuzcoani conservasse un valore meramente culturale, distinto da quello che «proclamamos nosotros para la restauración de la nación euskeriana, fijando las primeras bases de su confederación»152. In una missiva ad Aranzadi confiderà che «a Zabala y Koldobika, después de darles a leer su carta de V. les dije eso mismo: ese cambio no lo puede dar ‘El Fuerista’ tan pronto; hoy por hoy no será nacionalista; si el Director absoluto fuese Arantzadi, sí; con cualquier otro de los que se han reunido, no; podrá llegar a ser nacionalista, si no retrocede, si sigue su camino, y no hace alianza con ‘Euskalduna’; pero hoy por hoy no podemos decir que es nacionalista […] porque no lo es»153.

Isolato da Zabala e Luis, Sabino si propose di guidare “El Fuerista” su un terreno nazionalista, pur diffidando degli obiettivi politici di Lardizábal. I dubbi di Sabino Arana concernevano la possibile ammissione di “El Fuerista” nel novero dei giornali nazionalisti (ad opera del BBB), che avrebbe fatto cadere il veto normativo che impediva la collaborazione dei nazionalisti vizcaini. Se ciò fosse avvenuto, confidò Sabino, avrebbe presentato le proprie dimissioni, lavorando «por mi raza aisladamente, sin volverme a meter jamas a asociarme con nadie; y lo hubiera hecho: porque no era este el nacionalismo tal como yo lo había concebido en mi mente»154. Ai nazionalisti guipuzcoani Sabino Arana riconobbe comunque una maggiore flessibilità, dattata dal particolare contesto politico (l'evidente debolezza del nazionalismo in Guipuzcoa).

151. ¡Aurrerá Beti!, in “Euskalduna”, n. 63, 14 novembre 1897.

152. Lettera di Sabino Arana a Engracio Aranzadi, 13 novembre 1897, in M. Elizondo (Ed.), op., cit., p. 265.

153. Ibidem. 154. Ivi, p. 268.

Verso “Euskalduna” la chiusura sabiniana era ancora radicale, anche a seguito dell'articolo intitolato ¡Aurrera Beti!, dove «aún en sus palabras puede descubrirsele a Euskalduna su liberalismo y su españolismo [...] ¡De Autoridad eclesiastica habla el periodico que es evolución (según el) de aquel otro, fuerista tambien (La Union Vasco- Navarra), que tan groseramente atacó el libro apostolico y universal El Liberalismo es Pecado, aprobado por la Congregación del Indice! Euskalduna no tiene hoy más remedio que, o callarse, o decir, cuando le preguntan, que no es liberal ni extranjerista [...] ¡Dios nos libre de que, informada en el liberalismo, aparezca una política que proclama la independencia de nuestra Patria!»155.

Diversamente da Sabino le posizioni di Luis Arana si mostrarono conformi al manifesto della dissidenza integrista, dove «vi mucho catolicismo y mucho gipuzkoanismo, y aun en el párrafo en que reasume lo que ellos van á defender en adelante vi mucho catolicismo y que de la parte política querían llevar á Guipuzkoa a los tiempos mas limpios y gloriosos de su historia nacional»156. Luis Arana si compiacque dell'impostazione anti-Euskalduna che sembrava avere assunto l'ex- giornale integrista dopo la pubblicazione dell'articolo di Aranzadi, che «le pega a Euskalduna hasta que le deja muerto»157. Il 16 novembre le sue speranze furono rafforzate dall'interessamento di Lardizábal e Rezola all'esperienza di “Bizkaitarra”, considerata «como modelo al que hay que llegar»158, e di cui avevano chiesto ad Aranzadi l'intera collezione. A sostenere “El Fuerista” erano stati mobilitati i canali distributivi e finanziari del nazionalismo vizcaino. Pochi giorni prima (il 3 novembre) la posizione di Luis Arana e Ángel Zabala nell'organizzazione era stata rafforzata dal BBB, che aveva confermato le basi generali dalla Commissione di Propaganda (che si proponeva di risolvere la crisi gestionale del movimento).

Il 17 novembre Aniceto de Rezola sembrò però confermare le paure sabiniane circa una possibile alleanza tra “El Fuerista” ed “Euskalduna”, riproducendo l'articolo ¡Aurrera Beti! e «manifestando ante todo nuestro profundo reconocimiento á las frases

155. Ivi, p. 271.

156. Lettera di Luis Arana ad Ángel Zabala, 14 novembre 1897, F.S.A., Pnv_Nac_Ebb, K. 00223, C. 14. 157. Ibidem.

de exquisita cortesia y distinguida consideración, con que bondadosamente juzga (Euskalduna) de nuestra publicación y de nuestras personas»159.

...vamos á decir dos palabras acerca de los dos puntos que tanto han mortificado, con harto sentimiento nuestro, al citado semanario: su liberalismo y su regionalismo. En cuanto al primero ¿qué hemos de decir en confirmación de nuestra anteriores aseveraciones que Euskalduna rechaza, después de su categorica manifestacion que no son liberales, ni lo serán, con el favor de Dios, retractandose en definitiva, después de otras rectificaciones, de cuanto inadvertidamente hubiera podido escribir contra el lema Jaungoikoa eta Legue-Zarra? Después de esto, nada podemos decir, que no sea felicitar á