• Non ci sono risultati.

La crisi della gestione Zabala: verso il programma minimo del Partito Nazionalista

PRESIDENZA DI LUIS ARANA GOIR

3. La crisi della gestione Zabala: verso il programma minimo del Partito Nazionalista

Se l'intento di Zabala, nella preparazione dell'Indice organizzativo era quello di unire la fazione ortodossa (in vista di un suo possibile abbandono), il progetto si rivelò fallimentare. Luis Arana si dimostrò poco interessato a una generale revisione teorica e organizzativa del nazionalismo, considerando che i propositi di Zabala andassero più in direzione di un accordo con “Euskalduna”, che a conferma del “nazionalismo originario”. Come aveva scritto in precededenza a Cortés la struttura teorica (essenzialmente nazionalcattolica) e organizzativa (gerarchica e centrata sulle funzioni del BBB) del partito era già stata definita da Sabino nel 1895.

Le critiche di Luis all'amico riguardarono la fiducia riposta negli uomini di “Euskalduna”, dal momemto che elementi come «Acillona, Urquijo, Chalbaud, etc. no son nacionalistas aunque se aproximen unos mas, otros menos; no llegan á la raya [...] seguro que no se ofenderían si esto se les dijera, pues ellos ya lo saben y lo ocultaran cundo quieren y lo dejan ver cuando les conviene»114. Una critica venne rivolta anche a Joala, considerato un “niño” per il suo ingenuo avvicinamento ad alcuni personaggi di “Euskalduna”.

Per quanto rispetta l'elaborazione del programma, Luis dimostra una certa disponibilità, sebbene «con el carácter de amigo y sin título alguno oficial»115; ammettendo di non conoscere la situazione interna al partito e non volendo oscurare la giá provata autorità di Zabala. Fu del resto motivo di «verdadero disgusto», per Luis, vedere il suo nome in un numero di “Euzkadi”; ragione che lo porto a scrivere a Cortés «para que tache siempre mi nombre de todo escrito que vaya á prensa»116. È probabile che in un momento di gravi difficoltà economiche e famigliari, Luis Arana non voglia

113. Ibidem.

114. Lettera di Luis Arana a Ángel Zabala, 13 gennaio 1905, F.S.A., Pnv_Nac_Ebb, K.00223, C. 14. 115. Lettera di Luis Arana a Ángel Zabala, 4 febbraio 1905, F.S.A., Pnv_Nac_Ebb, K.00223, C. 14. 116. Lettera di Luis Arana ad Ángel Zabala, 13 aprile 1905, F.S.A., Pnv_Nac_Ebb, K.00223, C. 14.

essere coinvolto in dispute politiche. In particolare, si rifiutò di redarre il secondo libro dell'Indice (autoridades), considerando che «es cosa práctica que tú tienes que palparlo todos los días, todos los días»117. Nuovamente intima all'amico di non abbandonare il partito in un momento così delicato (durante l'offensiva di “Euskelduna”), perché «las cosas no están para cambios, y no mires á tu egoísmo»118. In particolare, lo invita a organizzare il «partido y sobre todo la parte más práctica en estos tiempos, que es la organización electoral»119. Dal 1903, infatti, gli ortodossi videro scemare la propria influenza rispetto a “Euskalduna”; sul piano istituzionale, dell'iniziativa politica e della stampa nazionalista.

Anche per tale ragione Zabala richiese a Luis un maggiore impegno, sia sul piano della revisione complessiva del lavoro (che avrebbe goduto di una maggiore legittimazione), che nella redazione del secondo libro dell'Indice. Piuttosto ottimista sul piano logistico e sui tempi di realizzazione, Zabala pensava che già «en febrero todos estos 5 señores (n.d.a. con riferimento ai redattori degli altri testi dell'Indice) y yo en tu representación veremos de dar unidad á lo que va á llamarse Programa y Organización del Partido Nacionalista Vasco»120. Zabala tiene a precisare che il suo programma sarà sabiniano (evidentemente pre-evoluzionista), «sin hacer una sola afirmación españolista, con solo decir que queremos la regresión al año 1839, y [...] que hasta aquel año fuimos libres y independientes»121. Zabala ribadì, in ogni caso, la volontà di abbandonare la carica di Delegato, per dedicarsi ai propri studi storici. A Luis confidò di voler fondare una società segreta che potesse gestire, in un fondo vasco, il patrimonio del partito; a partire dall'eredità che Sabino aveva lasciato alla vedova Nicolasa (un progetto effimero e di difficile attuazione, che verrà presto abbandonato).

Sul piano organizzativo, la gestione di Zabala fu prevalentemente bilbaina, come si può dedurre dal carteggio tenuto con Engracio Aranzadi; che incoraggiò a diffondere il nazionalismo in Guipuzcoa. Si rilevava del resto l'allontanamento di Acillona dal partito con cui «no ha habido inteligencia alguna [...] por más que por su parte ha sido

117. Ibidem. 118. Ibidem. 119. Ibidem.

120. Lettera di Ángel Zabala a Luis Arana, 18 gennaio 1905, F.S.A., AN, Pnv_Nac_Ebb, K. 00315, C. 1. 121. Ibidem.

solicitada [...] lo ocurrido es sencillamente, que el partido le ha abandonado el distrito por fuerza mayor»122. La posizione del Delegato sembrò indurirsi nella prima fase del 1905, durante la campagna elettorale e la difficile elaborazione del progetto organizzativo. Ad Aranzadi, Zabala spiegò che la macchina elettorale del partito procedeva bene, sebbene «no debemos esperar el triunfo»123. Più pragmatico sarà l'intervento di Aranzadi rispetto agli interventi anti-nazionalisti di un sacerdote, consigliando di ricorrere al vescovo ed eventualmente «á someter á la censura del Sr. Obispo la doctrina catolica del partido»124.

Nello stesso periodo Miguel Cortés dubitava della volontà di rottura di Zabala, che considerava «inclinado al retraimiento», mentre Joala «opinaba que debíamos de presentar candidatos porque [...] el partido que no lucha muere»125. In questa occasione, il radicale Cortés, con sorprendente realismo, considerava ridicolo opporsi alla candidatura del moderato Acillona, che rappresentava «dinero e influencia» e che avrebbe posto «todo el clero en contra» del partito; mostrando, paradossalmente, la corrente ortodossa «como la rama del nacionalismo más contagiada del error liberal»126. Comprensibilmente, gli ortodossi aranisti si mostrarono maggiormente disposti a trattare coi blocchi cattolici (sia pure quando lontani dall'impostazione nazionalista), che con il gruppo liberaleggiante di Eduardo Landeta. Tra gli ortodossi, anche Santiago Meabe si dimostrò favorevole alla candidatura di Acillona, con la ferma opposizione di Joala, questa volta allineato con Zabala e Luis Arana).

È importante sottolineare come, anche in tale occasione, Cortés chieda istruzioni a Luis Arana, avvertendolo anticipatamente della propria influenza su Ángel Zabala. Cortés pensava che, a prescindere dal risultato elettorale, le elezioni avrebbero rappresentato una sconfitta per i nazionalisti, che erano scesi ai compromessi tipici dei “carlo-liberales”, in particolare rispetto alle logiche clientelari.

122. Lettera di Ángel Zabala a Engracio Aranzadi, 11 febbraio 1905, F.S.A., Pnv_Nac_Ebb, K.00250, C.11.

123. Lettera di Ángel Zabala a Engracio Aranzadi, 25 febbraio 1905, F.S.A., Pnv_Nac_Ebb, K.00250, c.11.

124. Lettera di Ángel Zabala a Engracio Aranzadi, 16 marzo 1905, F.S.A., Pnv_Nac_Ebb, K.00250, C.11. 125. Lettera di Miguel Cortés a Luis Arana, 5 febbraio 1905, F.S.A., Pnv_Nac_Ebb, K. 00221, C. 21. 126. Ibidem.

Dopo le elezioni, continuò a mostrarsi dubbioso della sincera vocazione cattolica di politici ed elettori carlisti, citando alcuni episodi di brogli elettorali127 e riportanto che alcuni preti, a Orozco, «desde hace quince días iban éstos casa por casa diciendo que era pecado el votarnos por estar excomulgados...y recomendaban la candidatura liberal»128. Tale politica era funzionale, per Cortés, alla creazione di un grande partico cattolico spagnolo, «del que serán una rama regional los flamantes dipútados católicos-vascos, de Acillona»129. A questo proposito, riporta a Luis di essersi imposto perché la “Patria” cominci a rispondere alle provocazioni di “Euskalduna” e di Eduardo Landeta.

In effetti, Eduardo Landeta Aburto divenne successivamente uno dei personaggi più significativi del nazionalismo liberale, essendo, nei primi anni del secolo, diretta espressione dei propositi politici di Ramón de la Sota (di cui era famigliare e dipendente). A partire dal mese di maggio pubblicò una serie di articoli che incalzavano la dirigenza di Zabala, chiedendo esplicitamente l'elaborazione di un programma politico, la costituzione di commissioni elettorali autonome sul piano finanziario e l'abbandono del vecchio settarismo rappresentato dal BBB; tre punti che mettevano chiaramente in discussione l'egemonia aranista (nelle commissioni elettorali) e la struttura del nazionalismo originario130. Come se non bastasse “Euskalduna” aveva rifiutato lo statuto sulla stampa basca, varato da Zabala nel giugno 1904 e basato sugli appunti sabiniani131.

Sulle colonne della “Patria”, intanto, si cercava di rispondere all'accusa di voler rompere l'unità dei cattolici (una delle accuse più ricorrenti rivolte al PNV), sulla base di tre versanti: l'associazione della causa basca con quella cattolica tradizionalista, il rispetto dei Fueros (anti-liberali) precedenti al 1839, l'estraneità da logiche immorali e

127. «Hubo alcaldes que rompían las candidaturas nacionalistas que le entregaba el elector y depositaban otras sacadas de su bolsillo. Esto delante del elector, de la misma mesa y del público, diciendo que allí solo se votaba a quien el alcalde quería...¡estos chistes eran celebrados por los honrados, serios, y cristianos aldeanos a grandes carcajadas!». Miguel Cortés a Luis Arana, 13 marzo 1905, F.S.A., Pnv_Nac_Ebb, K. 00221, C. 21.

128. Ibidem.

129. Lettera di Miguel Cortés a Luis Arana, 26 aprile 1905, F.S.A., Pnv_Nac_Ebb, K. 00221, C. 21. 130. Argacha (Eduardo Landeta), ¿Tendremos programa?, in “Euskalduna”, n. 392, 27 maggio 1905; Argacha (Eduardo Landeta), ¿Iremos a las elecciones?, in “Euskalduna”, n. 394, 10 giugno 1905; Argacha (Eduardo Landeta), ¿Seremos prácticos?, in “Euskalduna”, n. 398, 8 luglio 1905; Argacha (Eduardo Landeta), Nada más fácil, in “Euskalduna”, n. 399, 18 luglio 1905.

anti-clericali132. I principali polemisti radicali furono mobilitati a rispondere all'offensiva, soffrendo tuttavia l'immobilismo di Zabala (che pagava i propri ritardi organizzativi e la caotica gestione della questione elettorale). Lo stesso Zabala arrivò a mettere in dubbio la fedeltà della “Patria”, che mostrava i primi sintomi di ribellione al Delegato. In questo senso, suggerì a Luis che «si tienes ocasión de escribir a Cortés, lo hagas aconsejándole en tu nombre que se abstenga por cierto tiempo de escribir nada para dicho semanario [...] veremos si sus directores obran con esto los ojos»133.

Le elezioni avevano generato pericolose frizioni tra il partito e le gerarchie cattoliche. Come Cortés, anche Zabala rilevava l'ostilità di alcuni preti e perfino dei gesuiti «que son ya nuestros más temibles enemigos [...] nos están arrancando nuestros mejores elementos y con ellos hacen armas contra el nacionalismo»134. Parole sorprendenti, soprattutto se provenienti dal capo di un partito direttamente ispirato alla Compagnia di Gesù e la cui fondazione (31 luglio 1895) coincideva con la celebrazione di Sant'Ignazio di Loyola. Realisticamente Zabala si rese conto che il PNV non poteva rispondere a un'offensiva dell'Ordine gesuita; motivo per cui era meglio «que nos hagamos los desentendidos»135. Luis rispose di aver già invitato Cortés a iniziare l'offensiva contro gli unionisti cattolici che, se lasciati operare, avrebbero potuto rinchiudere il nazionalismo in un vicolo cieco. Rispetto ai gesuiti, Luis Arana si dimostrava meno categorico dell'amico, rilevando che il problema risiedeva nei gesuiti veri: «que callan y sufren esperando el día en que los superiores llamen al orden á esos mangoneadores que se meten en todo por hacer ver que son muy celosos y trabajan mucho»136. Si trattava chiaramente di una questione delicata e Luis sembrò riportare l'amico sulla strada della moderazione, distinguendo il cattolicesimo españolista degli integristi e dei gesuiti spagnoli, da quello dei baschi, fondato sull'etica della razza euskaldun. Si trattava, per Luis, di sottolineare la missione cattolica del nazionalismo, ripetendo alle gerarchie ecclesiastiche españoliste «que atacan a un partido católico pues

132. Aulestia, La unión de los catolicos, in “Patria”, n. 92, 29 aprile 1905.

133. Lettera di Ángel Zabala a Luis Arana, 27 aprile 1905, F.S.A., Pnv_Nac_Ebb, K. 00315, C. 1. 134. Ibidem.

135. Ibidem.

ellos ya lo saben que lo es y por ahí les tiene que entrar el remordimiento á la corta o á la larga»137.

Así, pues, creo que con toda franqueza se debe exponer la doctrina nacionalista en el punto ó unión; no se debe atacar á ningún religioso y menos culpar por este ó estos, á la compañía; hacer siempre ver lo que es verdad aquí, esto es: que con ello tratan de matar al Nacionalismo vasko138.

Nell'omaggio annuale che il periodico nazionalista rendeva a Ignazio di Loyola, la figura del santo rappresentava il modello basco per eccellenza, soldato della fede e della razza139. Luis Arana cercò di controllare il serpeggiante anti-clericalismo nazionalista (che si stava diffondendo negli ambienti ortodossi), condannando la leggerezza argomentativa con cui Anitua spiegava il libero arbitrio e la separazione tra politica e religione.

Me sorprendió la carta de Anitua por su ligereza. Soy partidario de la Santa libertad que Dios ha dado al hombre, pero aquella para ser sana y santa debe ser prudente y no ligera. Aparte los rudimentarios principios de la disciplina en un Partido que si se robustece y vive con la libertad, en cambio se destruye y muere con la indisciplina140.

A questo proposito, Luis Arana ricordò i danni causati dalla svolta españolista, responsabilizzando il fratello di aver aperto le porte «á cierta gentes miradas con prevención antes»141, concedendogli legittimazione e posizioni di potere. In particolare, «con la malhadada idea de la evolución se concluyó de matar el partido sobre todo en lo que tuviera de tal como concentración de capacidades que al parecer de las gentes tenían alguna autoridad; con aquello se desacreditaron estos, aparecieron enterrados»142.

137. Ibidem.

138. Ibidem.

139. Deun=Iñaki Loyola 'tara, in “Patria”, n. 106, 31 luglio 1905.

140. Lettera di Luis Arana ad Ángel Zabala, 3 luglio 1905, F.S.A., Pnv_Nac_Ebb, K.00223, c. 14. 141. Ibidem.

Verso giugno, Zabala cominciò a rendersi conto che il precedente progetto di riforma, monopolizzato dal settore radicale, non era più praticabile143. In una lettera ad Aranzadi del 21 giugno chiese consiglio all'amico rispetto alla coordinazione tra delegati regionali e municipali, proponendo l'elezione di un delegato della Merindad, incaricato del settore giudiziario e delle elezioni generali144. La confusione organizzativa fu spiegata da Aranzadi a Luis Arana nei seguenti termini: «en esta situación que solo V. conoce, me nombraron, a pesar de mi reiteradas instancias en contra, Delegado Regional en Guipuzcoa, obligándome a trabajar sólo, completamente sólo aquí»145.

In questo contesto, l'iniziativa politica fu assunta da “Euskalduna” come conseguenza della crisi del settore ortodosso. In generale i probleni dei radicali furono determinati da una traballante leadership (Zabala), dall'abbandono di personaggi rappresentativi della corrente, come l'ex rappresentante di Juventud Nacionalista Luis Urrengoechea (avvicinatosi a “Euskalduna”) e Joala (critico dell'immobilismo della dirigenza), dall'autonomia della stampa nazionalista e dalla subalternità economica ai potentati baschi (a partire da Ramón de la Sota).

Il settore sotista del nazionalismo, frustrato dall'immobilismo di Zabala, pensò di presentare una candidatura nazionalista autonoma per le elezioni municipali di novembre. Miguel Cortés, accortosi della notizia, scrisse a Luis Arana che «estos de Euskalduna pensaban presentar candidatura nacionalista para concejales [...] enterado Arroyo, nuestro director electoral, de esta canallada, llamó ayer a Gorostiza y nos hizo asistir a la conferencia a Landeta y a mí»146. Cortés riportò come il gruppo di “Euskalduna” si riconoscesse nella tradizione sabiniana, contestando però l'autorità di Zabala nella redazione del programma e nella direzione del partito. In questo senso “Euskalduna” propose la redazione congiunta di un programma, stilato da un rappresentante nominato da Zabala e di uno nominato dalla corrente sotista. In questo

143. Nella primavera del 1905 fu affidato a Luis Eleizalde un progetto di riforma (come testimoniato da una sua lettera del 10 ottobre 1905), probabilmente interrotto per i sopraggiunti accordi con il settore di “Euskalduna”. F.S.A., AN, DP-969-23.

144. Lettera di Ángel Zabala a Engracio Aranzadi, 21 giugno 1905, F.S.A., Pnv_Nac_Ebb, K.00250, C.11.

145. Lettera di Engracio Aranzadi a Luis Arana, 5 maggio 1905, F.S.A., Pnv_Nac_Ebb, K.00221, C. 24. 146. Lettera di Miguel Cortés a Luis Arana, 14 settembre 1905, F.S.A., Pnv_Nac_Ebb, K. 00221, C. 21.

senso, Gorostiza (delegato di “Euskalduna”) considerò che un programma «dentro de la más absoluta legalidad», con il ritorno alla situazione precedente il 1839, avrebbe favorito la legittimità del movimento e l'ingresso di finanziatori responsabili.

La scelta di Zabala era pertanto obbligata e il 27 settembre 1905 le due fazioni nazionaliste stabilirono un accordo di massima, firmato rispettivamente da Ángel Zabala, Antonio Arroyo, Miguel Cortés, Félix de Pertica e José Maria de Goya, per la corrente ortodossa, e da José María de Gorostiza y Onzoño (Delegato di “Euskalduna”), Eduardo Landeta, Nicolás de Viar, Mariano de la Torre e Francisco de Ulacia, per la corrente moderata147. La tregua, annunciata da Landeta nell'articolo Unión es fuerza148, favorì la nascita di una commissione bilaterale di due membri, Antonio Arroyo Olabe (nominato da Zabala) e Nicolás de Viar (nominato da Gorostiza). I lavori di redazione, la cui conclusione era prevista per il primo gennaio 1906, avrebbero goduto dell'arbitrato di Engracio Aranzadi e Daniel Irujo.

La sostanziale disgregazione del partito renderà tuttavia complessi i lavori statutari, soprattutto durante il periodo elettorale. Nuovamente Cortés sentì il bisogno di consultare Luis Arana, sul veto posto da Zabala alla candidatura di Pedro Anitua, già accettata dalla commissione elettorale (composta da Arroyo e Landeta)149. Cortés confidò a Luis di desiderare la realizzazione di tale “dichoso” programma, superando i conflitti e la costante minaccia di dimissioni del Delegato. Tale stato di cose dovette rafforzare le convinzioni gerarchiche di Luis, che consigliò a Cortés di sostenere l'autorità, ormai compromessa, del Delegato del partito. A questo proposito, Cortés, conformandosi con l'opinione di Luis Arana, aggiunse «que más que afirmar y reforzar el prestigio de Zabala, hace falta dar á este ánimos para que no decaiga y para que haga valer siempre su autoridad, mientras se halle de ella revestido»150.

Luis Arana scrisse nello stesso periodo a Zabala consigliandogli una particolare cura nella definizione delle commissioni elettorali, considerando opportuna una nomina dall'alto. In particolare Luis sperò che, nella tornata elettorale, potessero uscire buoni

147. Il vertice nazionalista venne reso noto solo a distanza di mesi nell'articolo Acta de Unión, in “Euskalduna, n. 451, 14 luglio 1906.

148. Argacha (Eduardo Landeta), Unión es fuerza, in “Euskalduna”, 23 settembre 1905

149. Lettera di Miguel Cortés a Luis Arana, 20 ottobre 1905, F.S.A., Pnv_Nac_Ebb, K. 00221, C. 21. 150. Lettera di Miguel Cortés a Luis Arana, 10 novembre 1905, F.S.A., Pnv_Nac_Ebb, K. 00221, C. 21.

nazionalisti e «que no pase lo que con muchos de los salidos otras veces que tienen tanto de nacionalistas como yo de chino»151. Luis consigliò all'amico la convocazione di un banchetto elettorale (come nel 1903), come luogo adatto a celebrare la propria autorità. Il tema dell'autorità divenne quasi un ossessione per Luis e non è improbabile che fu la tragica esperienza dirigente di Zabala a rafforzare il suo posteriore autoritarismo. All'amico, nella possibile celebrazione del banchetto elettorale, offrì un saggio del suo concetto di gerarchia:

Debe en ese banquete prohibirse los brindis y que nadie hable más que tú como Delegado General, el Delegado de Bizkaya, el de Bilbao y Elguezebal en nombre de los concejales nacionalistas. No debe darse ese banquete si no asistes tú, pues precisamente, precisamente (insistiré siempre) conviene que tú presidas y hables en ese banquete para que tu autoridad se asiente y convalide por encima de los demás. Estás en el deber de no mirarte a tí sino á lo que representas en el Partido y tu deber es dar fuerza á tu cargo, mucho más en las circunstancias en que andamos hace tiempo152.

Nelle elezioni, come Cortés riportò a Luis Arana, i risultati non furono deludenti; a Bilbao i nazionalisti ottennero 6 consiglieri. Cortés riporta anche la totale indifferenza di Zabala verso la celebrazione del banchetto, motivo per cui ricorda di averlo apostrofato come «raro y anticuado»153.

Cortés consultò Luis Arana anche su due questioni di fondamentale importanza, la possibile nomina governativa di un sindaco nazionalista a Bilbao e la posizione nazionalista rispetto alla Convenzione economica (quest'ultima consulta richiesta da Zabala). In entrambi i casi il settore di “Euskalduna” esercitò una forte pressione, che portò Zabala ad accettare la nomina reale dei sindaci nel dicembre del 1905.

Il nuovo anno si aprì infine con la detenzione di Aranzadi e di importanti rappresentanti del nazionalismo guipuzcoano. Luis credette, non senza ragioni, «que esta persecución se ha tramado en San Sebastian por los caciques de allí con el fin de pretender ahogar el naciente nacionalismo en Gipuzkoa»154. Conviene notare che la detenzione di Aranzadi iniziò una polemica interna tra Guipuzcoa e Vizcaya, per lo

151. Lettera di Luis Arana a Miguel Cortés, 9 novembre 1905, F.S.A., Pnv_Nac_Ebb, K. 00314, C.6 152. Ibidem.

153. Lettera di Miguel Cortés a Luis Arana, 14 novembre 1905, F.S.A., Pnv_Nac_Ebb, K. 00221, C. 21. 154. Lettera di Luis Arana ad Ángel Zabala, 8 febbraio 1906, F.S.A., Pnv_Nac_Ebb, K.00223, C. 14.

scarso appoggio che i vizcaini diedero ai propri compagni di partito. Come riportava Cortés a Luis Arana, Aranzadi dopo la detenzione «se me quejó de la nada que habíamos hecho por su libertad, diciendo que si no es por los diputados guipuzcoanos nosotros estarían todavía presos»155. Il celebre articolista Ituráin invece, «llegó en su furor por no salir un día antes a cagarse en Bizcaya y renegar de los vizcainos, y a insultar al nacionalismo»156.

A tali screzi si può aggiungere la graduale insofferenza di Aranzadi per la direzione bilbaina e le prime differenze teoriche emerse durante il suo arbitrato. Luis Arana mantenne del resto un certo scetticismo sulle possibilità di un accordo con “Euskalduna” e rispetto ad Aranzadi segnalò che «conozco alguna nueva idea de nuestro Ingartzi que á mi juicio no solo no es conveniente sino anti-legal»157.