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SULL’ECONOMICITA’ DELLE AZIENDE 3.1 Le premesse

3.2. Gli enti locali scelti come campione

3.2.5. Il Comune di Napol

Le finanze del Comune napoletano non sono delle migliori, e sulle stesse pesano anche i risultati negativi delle società partecipate. Il modello di governo delle partecipate è caratterizzato da una situazione in cui spesso sono stati nominati come rappresentanti dell’ente socio soggetti che non hanno gestito in maniera efficiente ed efficace la macchina aziendale. Questi sono stati sempre individuati dal sindaco, e nella maggioranza dei casi sono stati selezionati sulla base di rapporti fiduciari piuttosto che sulla base della comprovata professionalità; e nei casi in cui le persone designate presentavano grandi doti professionali, queste ultime spesso non erano riconducibili all’ ambito economico-gestionale. Le modalità e i criteri di nomina poco efficaci, hanno avuto riflessi sulle condizione economico-finanziaria delle aziende partecipate. Oggi si sta cercando di dare una svolta a questa situazione, cercando di fissare delle modalità di selezione degli incarichi di vertice delle partecipate, probabilmente questo testimonia che la governance incide sulle performance aziendali. Anche in merito ai controlli sulle partecipate, le procedure con le quali si effettuano gli stessi sono state poco efficaci, anche perché poco formalizzate. I flussi informativi dovrebbero essere trasmessi all’ufficio competente (all’interno del servizio finanziario), attraverso il coordinamento degli assessori con delega al settore di competenza della partecipata, per le analisi sulla situazione economico-finanziaria della società, e poi i risultati di queste analisi dovrebbero essere trasmessi al Consiglio Comunale. La procedura è stata spesso resa inefficace dalla mancata formalizzazione dei tempi e dei modi, e quindi le informazioni sono diventate poco tempestive e distorte. Questa situazione ha reso il controllo ex-ante,

81 concomitante ed ex-post poco incisivo e non funzionale alla correzione della mala gestio aziendale. Vista la situazione poco efficace dei controlli, l’ente locale sta cercando di porre rimedio definendo uno schema più rigido e preciso circa i controlli. E’ stato approvato un regolamento sui controlli interni (nel corso del 2013) che prevede il monitoraggio periodico dell’ente sullo stato di attuazione degli indirizzi strategici, ed il controllo sui bilanci e sui risultati economici effettuato da un’apposita struttura individuata nei servizi finanziari. Questo dovrebbe migliorare, negli anni a venire, l’efficacia del ruolo di indirizzo e di controllo dell’ente locale e conseguentemente potrebbe avere effetti positivi sull’economicità delle partecipate. Va ricordato che manca ancora una disciplina specifica sul “controllo analogo”55, e ciò può incidere sull’efficacia della vigilanza sulle società affidate in house.

Il Comune di Napoli ha partecipazioni di controllo in diverse società erogatrici di public utilities56. L’analisi è stata svolta su due57 società partecipate: A.S.I.A. Napoli S.p.A. e Terme di Agnano S.p.A.58 che eroga servizi termali a scopo curativo. Quest’ultima ha consiglio di amministrazione formato da tre componenti scelti dal sindaco. L’azienda versa in una situazione di notevole difficoltà, o meglio di crisi. Dall’analisi degli indicatori di redditività si evidenzia:

Indici 2010 2011 2012

ROE -21,78% -20,93% -24,46%

ROI -15,71% -13,41% -18,28%

ROS -112% -87% -95%

Il ROE è negativo in tutto il triennio, con valori che indicano un rendimento negativo del capitale proprio, cioè viene eroso dalla gestione aziendale e quindi

55

Informazioni reperite dal sito istituzionale e attraverso contatto telefonico con funzionario economico- finanziario dell’ufficio competente partecipazioni del Comune di Napoli.

56 Le società non analizzate presentano situazioni di squilibrio finanziario ed economico. Per

approfondimenti si rimanda al sito del comune di Napoli, sezione enti controllati.

57

Sottoposte a controllo analogo.

82 la proprietà sta perdendo il capitale di rischio investito. Anche la redditività del capitale investito è negativa, infatti il ROI assume valori pessimi: questi indicano che il core business aziendale non ha capacità reddituale. Sempre in merito alla redditività, anche il ROS assume valori tali per cui si può definire l’azienda in una fase di crisi conclamata: è evidente l’incapacità dei ricavi caratteristici a coprire i costi della gestione operativa. Con riferimento alla situazione finanziaria:

Indici 2010 2011 2012

Posizione Finanziaria Netta (in €) 3.070.134 4.177.696 1.789.191

Quoziente indebitamento 0,71 0,73 0,65

Quoziente tesoreria secondario 1,51 1,24 0,48

La posizione finanziaria netta assume valori preoccupanti, soprattutto nel 2010 e nel 2011, in quanto l’indebitamento netto è la parte di debito che dovrebbe essere coperta con la capacità reddituale dell’area caratteristica, che è negativa come evidenziato sopra dal ROI. Il livello del quoziente di indebitamento invece è abbastanza accettabile considerando la situazione reddituale e l’indebitamento netto. Con riferimento alla situazione di liquidità dell’impresa, il quoziente di tesoreria secondario presenta valori accettabili nel 2010 e nel 2011, ma assume un valore preoccupante nel 2012, con un trend in forte peggioramento. L’azienda non riesce più a far fronte alle uscite finanziarie correnti con le liquidità immediate e differite, e questo è sinonimo di squilibrio finanziario. Infine, analizzando la produttività delle risorse umane, si ha la seguente situazione:

Indici 2010 2011 2012

Ricavi pro-capite (in €) 57.000 36.000 33.000

Costi pro-capite (in €) 53.000 35.000 34.000

83 Come si può notare, il rendimento del fattore umano è molto basso, addirittura si arriva nel 2012 ad una situazione in cui il lavoratore in media procura ricavi inferiori rispetto a quello che è il suo costo per la società. Questo vuol dire che anche le risorse umane incidono negativamente sulla situazione economica- finanziaria dell’impresa, in quanto la produttività è strategica e funzionale al raggiungimento dell’equilibrio economico-finanziario. Analizzando anche la situazione di un’altra partecipata del Comune di Napoli, l’Azienda Servizi Igiene Ambientale (A.S.I.A.) – Napoli S.p.A.59, controllata al 100%, si può constatare che:

Indici 2010 2011 2012

ROI -8,92% -9,01% -10,82%

ROE 1,79% -62,51% -120,80%

ROS -4,94% -7,73% -8,27%

La situazione aziendale non è molto positiva, infatti gli indici di redditività assumono valori negativi. Il ROI indica che la gestione operativa non è redditizia, ma addirittura in perdita. Anche la redditività del capitale proprio è in peggioramento, infatti il ROE passa dall’1,79% del 2010, al -62,51% del 2011 ed arriva a -120,80% nel 2012. Il risultato degli ultimi due esercizi sta erodendo il capitale di rischio dell’azionista unico. Il return on Sales (ROS) anche è negativo: sostanzialmente i ricavi operativi non riescono a coprire i costi operativi. All’incapacità reddituale dell’azienda, va sottolineato anche lo squilibrio finanziario:

Indici 2010 2011 2012

Posizione Finanziaria Netta (in €) 81.615.814 103.479.236 100.125.273

Quoziente tesoreria secondario 0,93 0,85 0,93

Quoziente indebitamento 20,74 7,25 14,54

59

Il consiglio di amministrazione è composto da tre componenti (secondo quanto prevede la legge 135 del 2012) scelti dal sindaco.

84 La posizione finanziaria netta, pari a 81.615.814 €, 103.479.236 € ed a 100.125.273 € rispettivamente nel triennio 2010-2011-2012, mostra valori di indebitamento netto negativi, anche perché l’esposizione debitoria dovrebbe essere coperta dalla redditività operativa dell’azienda, che è negativa. In merito alla situazione di liquidità aziendale, i valori assunti dal quoziente di tesoreria secondario sono negativi; infatti si scende al di sotto del valore limite di 1 in tutto il triennio, e quindi si coglie una certa fragilità della situazione finanziaria a breve termine dell’azienda. I valori squilibrati assunti dal quoziente di indebitamento mostrano un elevato livello delle passività rispetto ai valori del patrimonio netto, segnalando dunque una situazione patrimoniale preoccupante. Inoltre, circa la produttività delle risorse umane si riportano i seguenti dati:

Indicatori 2010 2011 2012

Ricavi pro-capite (in €) 79.000 72.000 62.000

Costi pro-capite (in €) 43.000 44.000 43.000

Rendimento manodopera 1,84 1,64 1,44

Dai dati indicati, non si evince un’elevata produttività del fattore umano, e soprattutto si sottolinea il trend decrescente nel triennio, in quanto si passa dall’1,84 all’1,44, cioè il ricavo pro-capite medio è di poco superiore al costo pro-capite medio. Si può dire, sulla base degli indicatori riportati nell’analisi, che anche la gestione dell’A.S.I.A. S.p.A. non è rispettosa del principio di economicità; sembra che il ruolo dell’ente socio non è efficace ad indirizzare le gestioni delle partecipate nella direzione che porta all’equilibro economico- finanziario a valere nel tempo.