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SULL’ECONOMICITA’ DELLE AZIENDE 3.1 Le premesse

3.2. Gli enti locali scelti come campione

3.2.6. Il Comune di Palermo

La situazione della città di Palermo, non è molto lontana dalla realtà napoletana: infatti anche nel capoluogo della regione Sicilia, non mancano delle carenze nei meccanismi di governance delle partecipate. Attualmente in merito alla nomina dei rappresentanti del Comune presso enti ed aziende partecipate, nello statuto viene previsto che la competenza è riservata al sindaco a seguito di bando

85 pubblico. Si specifica che il sindaco deve accertare i requisiti curriculari idonei alla carica da assegnare, ovviamente questa circostanza potrebbe assumere caratteri molto soggettivi dal momento che la scelta ultima è dello stesso primo cittadino. In passato, le procedure di nomina erano meno trasparenti e ciò avevo reso ancor più probabile la scelta di rappresentanti poco competenti.

Con riferimento alle attività di indirizzo e controllo esercitate dall’ente socio, per molto tempo non vi è stata una procedura formalizzata e ben definita. Il regolamento che disciplina i controlli sulle società partecipate è stato definito nel corso del 2011, quindi questo avrebbe dovuto produrre effetti positivi sulla condotta aziendale a partire dal 2012 purché effettivamente applicato60. In questo regolamento si definiscono poteri autorizzativi, ispettivi e di richiesta di rapporti,dati ed informazioni affinché possa essere garantito un controllo sulla gestione aziendale efficace. Vengono individuate anche le funzioni dell’ufficio società ed enti controllati, in particolare si definisce che deve redigere una relazione sugli esiti dell’attività di controllo e garantire la trasmissione tempestiva dei flussi informativi al sindaco, all’assessore delegato, al Consiglio Comunale per le conseguenti determinazioni. Prima del regolamento, i poteri ispettivi ed autorizzativi che avrebbero dovuto garantire un valido controllo di gestione non erano individuati in una specifica unità organizzativa; poi non vi erano strutture adeguate e specifiche per garantire un costante flusso informativo tra partecipata e amministrazione locale. Inoltre, i controlli dell’ente socio, vista la scelta di soggetti dell’amministrazione di nomina del sindaco, spesso sono stati rimessi in capo agli stessi soggetti nominati in quanto il primo cittadino li ha scelti sulla base della fiducia riposta in loro. Così, i controlli sono stati spesso poco efficaci, perché il soggetto che dovrebbe essere controllato (cioè l’amministratore) diventa controllore di se stesso in quanto la proprietà (l’ente locale) abdica l’attività di controllo a favore dei rappresentanti nominati. Il Comune di Palermo ha partecipazioni di maggioranza in sei società61 (di cui

60

Contatto telefonico con la segreteria dell’Ufficio Servizio Organismi Partecipati.

61

Le società escluse dall’analisi non versano in buone condizioni economiche-finanziarie, eccezione fatta per la SISPI S.p.A. che presenta una situazione di equilibrio economico e finanziario. Per ulteriori dettagli in merito, si veda il sito dell’Ente Locale socio, nella sezione aziende partecipate.

86 l’AMIA S.p.A. fallita e la GESIP S.p.A. in liquidazione). Le società analizzate sono l’AMAT S.p.A. e l’AMIA S.p.A.; la prima società analizzata, è l’AMAT S.p.A.62 controllata al 100% dal Comune di Palermo ed è l’azienda che gestisce il trasporto pubblico locale. Il consiglio di amministrazione è formato da tre soggetti nominati dal sindaco nel rispetto della normativa vigente in materia di composizione dell’organo gestorio. Innanzitutto, si riportano:

Indici 2010 2011 2012

ROI 0,03% -4,58% -6,73%

ROE -4,81% -14,68% -15,05%

ROS 0,03% -5,15% -6,09%

I valori del ROI esprimono l’incapacità della gestione operativa di produrre reddito, con un trend in peggioramento visti gli ultimi due esercizi dove l’indice diventa negativo. La redditività del capitale proprio negativa sta ad indicare una situazione in cui la gestione aziendale erode il capitale di rischio, con gli ultimi due esercizi che segnalano un peggioramento. La redditività delle vendite (ROS) mostra l’incapacità delle gestione operativa di produrre ricavi atti a coprire i costi caratteristici.

In merito alla situazione finanziaria, bisogna evidenziare:

Indici finanziari 2010 2011 2012

Posizione Finanziaria Netta (in €) 42.048.190 44.457.842 25.791.656

Quoziente indebitamento 2,05 2,38 2,76

Quoziente tesoreria secondario 1,65 0,59 1,06

L’indebitamento netto è abbastanza elevato, e se si considera il fatto che la gestione caratteristica non riesce a produrre un reddito, anzi è addirittura in perdita, questa posizione finanziaria netta è negativa. I valori del quoziente di indebitamento indicano un peggioramento della situazione finanziaria in quanto

87 il livello di passività rapportato al patrimonio netto sta aumentando soprattutto in virtù dell’erosione dei mezzi propri dovuti alle perdite d’esercizio molto elevate registrate nel 2011 e nel 2012 (pari rispettivamente a -10.560.663 € ed a - 9.409.388 €). Per quel che riguarda la liquidità aziendale, i valori del quoziente di tesoreria secondario indicano una situazione positiva nel 2010; una situazione negativa nel 2011 in quanto le liquidità non consentono di far fronte alle passività correnti; ed una situazione di miglioramento nel 2012 per effetto della scadenza dei crediti commerciali nei confronti del Comune di Palermo entro i 12 mesi. Gli indicatori della produttività assumono i seguenti valori:

Indici 2010 2011 2012

Ricavi pro-capite (in €) 58.500 57.000 57.000

Costi pro-capite (in €) 41.000 40.000 41.000

Rendimento manodopera 1,43 1,41 1,40

Si può affermare che i livelli di produttività non sono soddisfacenti in quanto inferiori all’1,5 nel triennio considerato, ciò significa che in media un dipendente produce poco più di quello che costa alla società. La realtà aziendale esaminata, presenta difficoltà reddituali evidenti, ed una struttura finanziaria poco solida con particolare evidenza del peggioramento del quoziente di indebitamento. Quindi la gestione aziendale non riesce a garantire il perseguimento dell’economicità e questo in parte va attribuito anche alla mancanza di un ruolo efficace di governo della partecipata da parte della proprietà. Da segnalare con riferimento al Comune di Palermo, è il fallimento di Amia S.p.A. e della sua collegata Amia Essemme S.r.l., che permette ancor di più di evidenziare le difficoltà delle partecipate nel Comune di Palermo. Dopo tre anni di amministrazione straordinaria (dal 2010), guidata da commissari nominati dal ministero dello sviluppo economico, nell’Aprile 2013 la società Amia S.p.A. viene dichiarata fallita. La società sotto la guida dei commissari straordinari, è arrivata ad avere

88 perdite per 2 milioni di € al mese nel corso del 2012 e del 201363. I bilanci a disposizione che sono stati esaminati riguardano l’esercizio 2007 e 2008 (perché erano gli unici a cui era possibile accedere), non sono recenti, ma fanno ben capire la situazione di dissesto economico-finanziaria dell’Amia S.p.A. e del gruppo aziendale di cui faceva parte. Il risultato d’esercizio del 2007 è stato pari a -30.832.928 € e nel 2008 è stato raggiunto un risultato di -181.314.361 €. Il ROE nel 2007 è stato pari a -129%, nel 2008 è andato oltre il -200%. Il capitale di rischio è stato praticamente azzerato dalla gestione aziendale ed addirittura nell’esercizio 2008 il patrimonio netto ha raggiunto un valore pari a -77.506.322 €, cioè vuol dire che i soci non solo avevano perso il capitale di rischio, ma questo aveva assunto addirittura un valore negativo. Questi dati bastano a far capire il dissesto reddituale e il crollo della finanze aziendali che hanno portato poi all’amministrazione straordinaria nel 2010 ed infine al fallimento nel 2013. Quest’altra realtà partecipata, oramai fallita, è una testimonianza di come l’inefficacia del modo di governare le partecipate incide sui disequilibri economici e finanziari delle stesse, perché un’attività seria e responsabile della proprietà cerca di porre rimedio agli squilibri prima che si giunga a situazioni irrecuperabili.