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Se `e vero che non si pu`o parlare di frame di destra e di sinistra nel panorama politico italiano, `e altrettanto vero che i frame esaminati non sono prerogativa dei singoli politici o partiti ma si diffondono trasversalmente. In questo senso `e possibile evidenziare due modalit`a di condi- visione, che per comodit`a sono chiamate condivisione semplice e condivisione per antifrasi. La prima si realizza quando un frame viene impiegato da pi`u attori politici nello stesso con- testo e con significato simile. Nel caso in cui il frame venga ripreso inizialmente usato da un politico e successivamente ripreso da un altro (o altri) con intento critico oppure ironico, si parler`a di condivisione per antifrasi. In entrambi i casi, si `e scelto di evidenziare le condivisio- ni tra attori politici di diversi schieramenti. Analogamente, si `e cercato di limitare l’analisi ai pattern e alle espressioni (“invasione in corso”), estendendola solo occasionalmente alle me- tafore concettuali (l’immigrazione `e un’invasione). Si ritiene infatti che la condivisione a livello specifico di pattern e delle singole realizzazioni linguistiche sia pi`u rilevante rispetto alla generale condivisione di metafore concettuali.

Analizzando le condivisioni semplici, si osserva che la maggior parte di esse si concentra attorno ai tre temi pi`u produttivi: i politici, la politica interna e l’immigrazione. Quanto alla prima area, le espressioni pi`u diffuse trasversalmente sono quelle che criticano gli avversari

e il loro comportamento: “essere gufo” (Calderoli, Gelmini e, con qualche variazione, Salvini), “giochi/inciuci di palazzo” (Meloni e Brunetta), “mancia elettorale” (Gelmini, Brunetta, Di Bat- tista e Rossi) e “dare le carte” (Brunetta e Bersani). I frame pi`u condivisi pertinenti alla politica interna si riferiscono ai danni causati dalle scelte degli avversari politici: tra queste rientra “mettere le mani in tasca alle famiglie/agli italiani”, presente in post di Berlusconi, Meloni, Gelmini e Zaia. Altre espressioni simili sono “sulla pelle degli italiani” (Berlusconi e Meloni) ed “essere ostaggio” (Meloni, Brunetta e Di Maio). Un gruppo di pattern che conta numerose condivisioni `e quello del “poltronismo” (il posto di lavoro `e una poltrona): metafore come “perdere la poltrona”, “spartizione di poltrone”, “poltronificio”, “poltronaro” sono rintracciabi- li in post di esponenti della Lega (Salvini, Zaia), del M5S (Grillo, Di Maio, Fico) e Forza Italia (Brunetta). Ancora sul tema della politica interna, Brunetta e Di Battista impiegano l’espres- sione “manovrina correttiva” per indicare iniziative politiche poco chiare o dannose, mentre la metafora che paragona il governo a una “macchina amministrativa” `e impiegata da de Ma- gistris, Di Maio e Raggi. Lo stesso vale per le espressioni collegate agli “inciuci”, presenti nei post di Meloni e Brunetta.

Per quanto riguarda invece il tema “immigrazione”, i pattern condivisi sono: “fermare l’in- vasione” (Salvini, Calderoli, Meloni, Gelmini e Zaia), “regalare la cittadinanza” (Salvini, Cal- deroli e Meloni), “essere complice” (Salvini, Calderoli, Meloni), “sostituzione etnica” (Salvini, Calderoli e Meloni), “ondata migratoria” (Toti e Zaia), “invasione in corso” (Salvini e Calde- roli) e “difendere il confine” (Salvini e Meloni). Altre espressioni diffuse si riferiscono alla mercificazione dell’immigrazione, tra cui “finanziare l’invasione” (Salvini e Meloni), la varian- te “business sull’immigrazione/di migranti” (Di Maio) e “mangiatoia in corso” (Salvini e Di Battista).

Da una prima analisi dei risultati si osserva che Salvini, Calderoli e Meloni sono i politici che pi`u frequentemente condividono i frame. Questo dato `e particolarmente evidente nel caso di metafore riferite fenomeno migratorio. Le aree tematiche della politica interna e dei politi- ci presentano invece una situazione pi`u eterogenea, dove Meloni e Salvini sono affiancati da Brunetta, Grillo, Di Maio e Berlusconi. A livello di partiti e movimenti politici si pu`o affermare che la condivisione di frame metaforici avviene pi`u frequentemente tra Lega e Fratelli d’Italia, a cui si aggiungono occasionalmente Forza Italia e M5S. Questa osservazione `e in linea con i

risultati raggiunti dall’analisi quantitativa: i politici pi`u produttivi a livello di frame metaforici presentano un numero di condivisioni maggiore. Il risultato interessante di quest’area tema- tica `e la presenza di esponenti del Movimento Cinque Stelle accanto a quelli di Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Tale risultato conferma un’idea che viene ripresa nella prossima sezione, ovvero che per la comunicazione politica italiana non `e possibile parlare di una di- stinzione tra retorica di destra e di sinistra sulla scia delle affermazioni di Lakoff (Lakoff, 2002), ma la presenza di stili comunicativi e di linguaggio trasversali. Un’altra tendenza `e la scarsa partecipazione di politici del centrosinistra e della sinistra italiana all’interno degli schemi di condivisione. Oltre alle gi`a citate “mancia elettorale” (Rossi) e “dare le carte” (Bersani), l’unica altra espressione condivisa `e “ricostruzione del centrosinistra”, presente in un post di Orlando e uno di Serracchiani.

Un numero pi`u esiguo di condivisioni rientra nella seconda categoria, quella per antifrasi. Individuare questo tipo di condivisione pu`o rivelarsi problematico, perch´e non sempre `e facile rintracciare la fonte: anche un caso apparentemente evidente come “risorsa boldriniana” (Sal- vini), in cui sembra ovvio il collegamento all’ex presidente della Camera, `e complicato dalla difficolt`a di risalire alle affermazioni originali. Altri casi sono invece facilmente identificabili, perch´e citano espressioni presenti nel corpus. Un esempio `e fornito da Renzi che, come si `e vi- sto, riprende “mancia elettorale” per difendersi dalle accuse degli altri politici che usano questa espressione contro di lui (Gelmini, Brunetta, Di Battista e Rossi). Similmente, Raggi riprende la metafora “giochi di palazzo” (presente nei post di Meloni e Brunetta) e la pone tra virgolette per accentuare il distacco. Significative sono anche le metafore: “gufo” (Salvini, Calderoli, Gel- mini), che riprende e la metafora usata da Renzi [cf. Sezione 3.3.2] e “rottamazione di cartelle”, ripreso da Meloni e Brunetta per criticare il provvedimento voluto dal governo Renzi. Anche “strappo nel tessuto sociale”, presente nei post di Grillo e Di Maio, cita alla lettera l’espressione usata da Napolitano.

“Dare le carte” costituisce infine un caso a parte, perch´e non si tratta della condivisione di un frame, ma della sua rielaborazione. Mentre nei post di Brunetta e Bersani sono Renzi e il Partito Democratico gli agenti dell’azione, il M5S capovolge il frame indicando il popolo come protagonista dell’azione (“Ma da noi il pubblico d`a le carte non si inchina” Di Maio). Volendo ipotizzare un’interpretazione della metafora, si pu`o dire che mentre i primi due politici mirano

a screditare Renzi e il PD sminuendo la loro importanza all’interno del gioco politico, nel post di Di Maio la metafora viene declinata in ottica populista per enfatizzare la presa di controllo della politica da parte dei cittadini.

Nello scorso capitolo `e stata introdotta l’espressione “errore dell’elefante”, che avviene nel momento in cui si cita il frame di un avversario politico. Come abbiamo visto, si tratta di una pratica rischiosa perch´e rafforza e legittima la retorica degli oppositori. A livello di condivi- sione di frame, l’errore dell’elefante pu`o essere commesso non solo attraverso la condivisione per antifrasi, ma anche attraverso quella semplice. I tre esempi pi`u evidenti che rientrano in quest’ultimo caso sono “evitare gli inciuci” (Orlando), “dare le carte” (Bersani) e “mance elet- torali”, in cui tre politici fanno uso di frame metaforici comuni agli ambienti del centrodestra e della destra italiana per criticare Renzi.

Un’ultima considerazione. Esaminando questi dati, si osserva che le metafore trasversal- mente pi`u diffuse sono quelle che presentano un grado maggiore di convenzionalit`a (ad esem- pio, “lotta all’evasione” oppure “combattere la povert`a”). L’idea di un legame tra il grado di con- divisione e la convenzionalizzazione della metafora porta a formulare l’ipotesi che pi`u la meta- fora `e convenzionalizzata e pi`u viene condivisa. GSi pu`o quindi supporre che la metafora con- venzionalizzata fa parte delle risorse espressive della lingua e viene usata indipendentemente dagli schieramenti politici.