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5.2 Analisi qualitativa di “FB.Posts.2016/17”: le principali aree tematiche

5.2.2 Politica estera

La seconda macro area concettuale individuata `e quella della politica estera. Questa comprende a sua volta due sotto temi: l’immigrazione e i rapporti con l’Unione Europea.

Immigrazione

Uno degli ambiti pi`u prolifici in termini di metafore `e sicuramente quello dell’immigrazione: in particolare, si osserva che il numero pi`u alto di espressioni metaforiche viene prodotto da espo- nenti di Lega Nord e di Fratelli d’Italia. Un primo gruppo di pattern metaforici `e riconducibile alla metafora concettuale l’immigrazione `e un’invasione, che si richiama all’immaginario bellico collegando il fenomeno migratorio all’irruzione di una forza nemica e pericolosa nel nostro Paese (de Lobado and Bonomi, 2012). In questa metafora rientrano i pattern che sot- tolineano l’urgenza di fermare la minaccia migratoria e le possibili catastrofiche ripercussioni qualora non si riuscisse nell’intento:

• fermare l’invasione: pattern che conta ben 21 occorrenze, 9 delle quali in post di Meloni, 5 in post di Salvini, 5 in post di Calderoli, 1 in un post di Gelmini e 1 in uno di Zaia. La variante fermare questa invasione si trova invece in 1 post di Zaia (18 aprile) e in 1 post di Meloni (15 marzo). Infine, il pattern bloccare l’invasione viene usato 5 volte: 2 da Salvini, 2 da Meloni e 1 da Calderoli.

• finanziare l’invasione viene usato 3 volte in totale: due di queste da Meloni, che indica il governo italiano e Soros come i finanziatori del fenomeno migratorio, mentre la terza volta `e impiegato da Salvini, secondo il quale sono i governi di sinistra i responsabili dell’invasione di immigrati. Questa espressione si ricollega inoltre alla metafora concet- tuale l’immigrazione `e un business, nella quale rientrano ad esempio i pattern business sull’immigrazione e business dei migranti. Si tratta di pattern usati da Di Maio, per ac- cusare varie istituzioni e politici (ad esempio il PD, le ONG e Grasso) di appoggiare e lucrare sul fenomeno migratorio: “C’`e un club di ipocriti in questo Paese che ha sempre finto di non vedere il business sull’immigrazione” (23 aprile) oppure “Caro Grasso […] dal suo partito che prendeva i soldi dal business degli immigrati” (29 aprile).

• invasione in corso: pattern usato 4 volte da Calderoli e 1 da Salvini. Il primo usa toni abbastanza drastici (“l’invasione in corso che l’Italia ogni giorno sta subendo” post del 26 maggio, “i nostri allarmi degli anni scorsi su un’invasione in corso erano fondati” post del 3 marzo), mentre Salvini impiega l’espressione in un contesto pi`u propositivo

e ottimista (“Tra poco interverr`o […] con le nostre proposte per bloccare l’invasione in corso”, 2 agosto).

• invasione clandestinit`a e invasione di clandestini sono pattern usati da Ciocca (“l’invasio- ne dei clandestini aumenta” 3 marzo, “Stop all’invasione clandestinit`a” 23 maggio). Que- ste metafore introducono una sfumatura diversa dai precedenti, perch´e si focalizzano sugli immigrati irregolari invece che sull’immigrazione in generale.

• invasione organizzata insinua l’esistenza di un piano dietro all’immigrazione. Si trova in post di Salvini (“invasione organizzata e finanziata” 16 aprile, “non `e immigrazione, `e un’invasione organizzata” 03 maggio) e in uno di Meloni (“un’invasione organizzata e pianificata dai massimi vertici dello Stato”, 7 luglio).

Connesso all’immagine dell’immigrazione come invasione si colloca la metafora concettuale l’immigrazione `e una catastrofe, a cui si ricollegano pattern quali:

• catastrofe migratoria, impiegato da Brunetta (“[…] mobilitare ogni possibile risorsa per affrontare la catastrofe migratoria”, 18 luglio).

• ondata migratoria, presente in un post di Toti (“a seguito dell’ondata migratoria in Li- guria”, 21 dicembre). L’espressione ondata di sbarchi ricorre invece in un post di Zaia (“ondata di sbarchi record” 8 maggio) e in uno di Calderoli (“migranti, altra ondata di sbarchi” 16 aprile).

Le metafore concettuali l’immigrazione `e una catastrofe ambientale e l’immigrazione `e un’invasione possono essere riunite se si ipotizza l’esistenza di una metafora pi`u generale come l’immigrazione `e una minaccia. In tal modo, oltre a quello della guerra e della cata- strofe ambientale, viene considerato un terzo dominio concettuale: quello della malattia fisica e del parassitaggio. Quest’ultima comprende metafore diffuse anche a livello di comunicazio- ne politica internazionale, come evidenziato da Musolff (2010). Nel nostro corpus sono stati evidenziati i seguenti pattern:

• stop parassiti: “stop parassiti!” `e lo slogan di Salvini (7 luglio) contro gli immigrati che danneggiano la societ`a non lavorando o impedendo il lavoro altrui (il riferimento qui `e a

un episodio di cronaca, in cui una richiedente asilo ha attaccato fisicamente il controllore che l’aveva sorpresa sprovvista di titolo di viaggio).

• infestare le nostre citt`a: Salvini distingue gli immigrati regolari dalla “marmaglia che infesta le citt`a” (20 aprile).

• fare pulizia: pattern usato in diverse occasioni da Salvini (“Nel 2017 faremo pulizia in tut- ta Italia! #STOPINVASIONE” 30 dicembre, “non molleremo finch´e non saremo riusciti a fare pulizia” 2 gennaio), anche attraverso l’hashtag “#FACCIAMOPULIZIA” (5 febbraio). Dalla percezione del fenomeno migratorio come una minaccia scaturiscono i pattern che inci- tano alla difesa del territorio italiano, attingendo al dominio concettuale della guerra:

• blindare il confine: pattern che conta 3 occorrenze in post Salvini (“blindare i confini e bloccare gli sbarchi” 9 aprile, “blindare i confini, espellere tutti i clandestini!” 12 aprile, “L’Austria `e pronta a blindare il confine. Noi?” 20 luglio).

• sigillare la rotta, presente in un post di Calderoli (“L’Europa ha stanziato sei miliardi alla Turchia per sigillare la rotta balcanica e impedire che la Germania venisse invasa da milioni di immigrati siriani […]” 6 aprile).

Al fine di rafforzare l’idea di uno scontro imminente, Meloni riprende il pattern battaglia di civilt`ausato dal PD per concettualizzare il tema dello ius soli e lo riformula: “Per il PD lo ius soli `e una battaglia di civilt`a. In realt`a `e una battaglia per distruggere la nostra civilt`a” (16 giugno). Il fenomeno migratorio viene dunque rappresentato come uno scontro inevitabile tra culture diverse e inconciliabili. Rifiutarsi di riconoscere il pericolo o fallire il tentativo di difendere il Paese porta a conseguenze disastrose per la popolazione italiana: quella della sostituzione etnica, processo che per alcuni politici sarebbe gi`a avviato e addirittura voluto dallo Stato.

• sostituzione etnica e sostituire gli italiani contano rispettivamente 8 e 4 occorrenze. La sostituzione della popolazione italiana (“sostituire gli italiani”, “sostituzione etnica”) pro- spettata dai post di Calderoli, Meloni e Salvini non sarebbe solo una conseguenza dell’im- migrazione incontrollata, ma il risultato di un progetto architettato dal governo. Questa espressione si collega alla teoria complottista del piano Kalergi (Coudenhove-Kalergi,

1925), secondo cui sarebbe in atto un progetto di incentivazione all’immigrazione in Europa che mira alla sostituzione della popolazione presente con una pi`u facilmente controllabile. Alcune occorrenze di questi pattern si trovano nei post di Calderoli (“Il PD evidentemente vuole la sostituzione etnica” 6 luglio, “una sostituzione etnica con- fermata anche a livello occupazionale e previdenziale” 6 luglio, “all’invasione segue la sostituzione etnica dei nuovi italiani” 23 aprile), Meloni (“La UE complice del progetto di sostituzione etnica dei cittadini europei voluta dal grande capitale e dagli speculatori internazionali” 3 febbraio, “completare il piano di sostituzione etnica” 14 giugno) e Sal- vini (“il tentativo di sostituzione etnica a danno degli italiani” 7 maggio, “gli immigrati servono a sostituire gli italiani che non nascono” 21 giugno).

• pentola a pressione: Un’altra conseguenza del business dell’immigrazione e degli accordi di Dublino `e quella di aver creato una situazione precaria all’interno della societ`a, una “pentola a pressione che prima o poi esploder`a” (Di Maio, post del 9 marzo).

• regalare la cittadinanza agli immigrati e regalare la cittadinanza ai figli. Si tratta di pat- tern estremamente diffusi, che si riferiscono alla proposta sostenuta dal PD di modificare la legge sulla cittadinanza italiana (ius soli). A impiegare questa metafora sono: Salvi- ni (25 gennaio, 24 maggio, 4, 15 e 24 giugno), Meloni (13 giugno, 7 e 17 luglio), Ciocca (17 e 22 giugno) e soprattutto Calderoli (24 aprile, 30 maggio, 2, 6, 13 e 22 giugno, 16 luglio), che utilizza anche l’espressione “svendere la cittadinanza” (9 luglio). La conno- tazione negativa di questa metafora, accentuata in alcuni casi dall’uso dell’iperbole (“a centinaia di migliaia di persone”, “a tutti”), emerge dal fatto che la cittadinanza viene conferita senza uno specifico merito (“per il solo fatto di essere nati in Italia”). La me- tafora concettuale si ricollega quindi al modello metaforico del Padre Severo, tipico del partito repubblicano americano (Lakoff, 2002), secondo cui i diritti dei cittadini devono essere guadagnati attraverso dei doveri specifici. Mentre per Lakoff i doveri erano di natura economica, ad esempio il pagamento delle tasse, in questo caso si tratta di un do- vere di tipo sociale, ovvero l’adeguamento ai costumi della societ`a italiana (“senza aver compiuto un adeguato percorso di integrazione”). Il pericolo derivato da una mancata integrazione degli immigrati `e concretizzato dalla minaccia terroristica.

Esiste infine una categoria di pattern che sono indirettamente riconducibili alla metafora con- cettuale l’immigrazione `e un business, ma che attingono anche da altri campi semantici:

• mangiatoia in corso: pattern che ricorre in un post di Salvini (“Anche la Rai documenta l’invasione e la mangiatoia in corso”, 3 maggio) e in uno di Di Battista nella variante oscena mangiatoia(“combattere l’oscena mangiatoia che hanno creato sull’immigrazio- ne”, 14 giugno). L’immagine della mangiatoia, letteralmente il recipiente in cui si dispone il foraggio per il bestiame ma qui con il senso figurato di “fonte di guadagno”, disuma- nizza e paragona a delle bestie coloro che si approfittano del fenomeno migratorio per arricchirsi (gli scafisti ma anche il governo).

• taxi di mare pone l’accento sulla speculazione derivata dal traffico di migranti. Il leader del MoVimento Di Maio denuncia il fatto che le ONG e gli scafisti siano in contatto te- lefonico e prelevino i migranti direttamente dai barconi, rendendo di fatto il salvataggio un “servizio di traghettamento” (10 giugno).

• stock di disperati, usata da Brunetta, `e una metafora che reifica gli immigrati paragonan- doli a un blocco di merce da deposito (“Seicentomila, quant’`e lo stock dei disperati che sono arrivati in Italia dal 2014 ad oggi […]” 17 luglio).

• risorsa boldriniana: questo pattern conta 3 occorrenze da parte di Salvini (“Meglio igno- rante che risorsa boldriniana!” 29 luglio, “Un presunto profugo senegalese, una risorsa boldriniana […]” 30 luglio, “il presunto profugo, preziosa risorsa boldriniana, gli ruba la pistola e spara quattro colpi!” 2 agosto). L’espressione suggerisce una citazione ironica delle parole di Laura Boldrini. Secondo un articolo del 2014 apparso su America24, Bol- drini avrebbe pronunciato questa frase in occasione di una visita a New York2. Dichiara-

zioni simili sono state espresse dall’ex presidente della Camera durante un convegno del 2015 dal titolo Immigrazione: un’opportunit`a economica3. In quella occasione Boldrini ha

2“I migranti sono una risorsa. Per avere risposte non si devo aspettare le tragedie ma dobbiamo dare prima

delle condizioni di lavoro dignitose”. L’intero articolo si trova al link: http://america24.com/news/boldrini-new- york-migranti-sono-una-risorsa.

3“Chi si pone in maniera pregiudiziale verso la presenza degli immigrati e dei rifugiati non coglie l’impor-

sottolineato il valore economico e culturale che gli immigrati apportano ai Paesi che li ospitano. Al contrario, Salvini utilizza ironicamente l’espressione per commentare fatti di cronaca che riportano comportamenti scorretti o illegali da parte di richiedenti asilo.

L’Italia e l’Unione Europea

Un altro aspetto della politica estera riguarda i rapporti che intercorrono tra l’Italia e l’Unione Europea. La maggior parte dei pattern metaforici riconducibili a questo sotto tema sono pro- dotti da politici antieuropeisti e hanno accezione negativa: solitamente, si tratta di espressioni che assegnano all’Unione Europea il ruolo di potenza sfruttatrice e al nostro Paese quello di servitore.

• essere il fanalino di coda: pattern usato in riferimento alle conseguenze della manovra finanziaria chiesta dall’UE (“L’Italia `e il fanalino di coda tra i 19 Paesi dell’Unione Eu- ropea per crescita di PIL” 14 febbraio e “Cos`ı continuiamo a essere il fanalino di coda dell’Unione Europea” post di Brunetta dell’11 aprile).

• sbattere la porta in faccia: pattern che si riferisce al comportamento dell’Unione Europea nei confronti del nostro Paese in generale (“L’Europa prima si `e presa tutto dall’Italia, poi ci ha sbattuto la porta in faccia” Di Maio 12 luglio) e riguardo all’emergenza immi- grazione (“L’Europa sbatte le porte in faccia al nostro Paese sugli sbarchi” Brunetta 12 luglio).

• servo di Europa: pattern presente nel post del 5 aprile in cui Salvini afferma: “I servi dell’Europa possono minacciarmi quanto vogliono ma io non taccio!”. In un aggiorna- mento del 29 dicembre, Salvini pubblica una foto di Gentiloni e la didascalia: “Ecco un altro servo dell’Unione Germanica Europea”.

• svendere l’Italia e svendere per 80 euro: pattern che ricorre nel corpus con alcune variazio- ni, presente in numerosi post di Grillo, Brunetta (“Renzi ha svenduto l’Italia all’Europa per un piatto di lenticchie” 9 luglio). Si riferisce a Renzi, colpevole di aver lasciato che l’Italia venisse trasformata nel “pi`u grande porto d’Europa” (Di Maio, 11 luglio).

economico, ma anche da quello culturale.” Trascrizione mia, l’intero video `e visionabile online all’indirizzo: http://webtv.camera.it/evento/8772.