• Non ci sono risultati.

5.2 Analisi qualitativa di “FB.Posts.2016/17”: le principali aree tematiche

5.2.1 La politica interna

La macro area concettuale relativa alla politica interna `e in assoluto la pi`u produttiva a livello di pattern metaforici. Essa comprende al suo interno 4 temi, che riprendono in parte quelli proposti da Lakoff (Lakoff, 2002, 2004): i politici, lo stato, la societ`a e la criminalit`a.

I politici e il governo

In questo ambito rientrano le espressioni riferite ai politici e alle istituzioni governative. Come si nota, la maggior parte dei pattern viene usata per criticare gli avversari e le loro scelte politiche. Un esempio `e l’espressione essere un gufo, presente in un post di Calderoli (“per anni ha accusato gli altri di essere gufi, quando invece `e proprio lui il peggior gufo”, post del 12 gennaio) e in uno di Gelmini (“Non eravamo i gufi…”, post del 6 dicembre). Il riferimento di entrambe le occorrenze `e costituito dalla metafora impiegata da Renzi, di cui si `e gi`a parlato nel terzo capitolo [cf. Sezione 3.3.2], qui ripresa ironicamente dai suoi avversari.

Alcuni dei pattern appartenenti a quest’area sono stati raggruppati in base al dominio con- cettuale fonte della metafora, come quelli che attingono al campo semantico della finzione e del doppiogiochismo:

• altra faccia della sinistra: si trova in 7 post di Giorgia Meloni e viene usato per prendere le distanze dal M5S, la cui linea di pensiero `e troppo simile a quella del PD (“…e come il PD sono forti con i deboli e deboli con i forti” post del 13 luglio), soprattutto sul tema immigrazione (12 luglio).

• ipocrisia di sinistra: impiegato da Matteo Salvini in riferimento al PD, per commentare la “sconfitta dell’ipocrisia di sinistra” alle elezioni comunali di Lampedusa (post del 13 giugno).

• sinistra delle chiacchiere: secondo Brunetta, la “sinistra delle chiacchiere” `e quella del PD e di Renzi, sconfitti dai risultati del referendum costituzionale (17 luglio).

• gioco di palazzo conta 7 occorrenze totali. Viene usata in 4 occasioni da Giorgia Meloni: una volta per indicare gli accordi poco trasparenti tra M5S e PD, le altre con riferimento

popolo (“Sono tanti e urgenti i problemi […] che non possono essere risolti dall’ennesimo esecutivo nato da giochi di palazzo”, 8 dicembre).

Oltre a essere presente nei post di Brunetta e di Calderoli (“Basta con i giochi di palazzo!”, 1 giugno), l’espressione viene riportata tra virgolette da Virginia Raggi (“L’opposizione `e troppo abituata ai ‘giochi di palazzo’ per pensare ai programmi” post del 4 aprile). • volere l’inciucio, fare l’inciucio, governo di inciucio ed evitare l’inciucio sono metafore

strettamente collegate alla precedente. Il significato di base del termine “inciucio” `e “in- trigo”, mentre quello contestuale `e “accordo informale o sottobanco tra forze politiche contrapposte” (Vocabolario Treccani). Le espressioni riconducibili a questi pattern so- no presenti soprattutto in post di Meloni (7 dicembre, 13 e 31 giugno), mentre “volere l’inciucio” `e usato anche da Brunetta (27 giugno).

• fotocopia sbiadita: pattern presente in un post di Di Maio, usato come perifrasi riferita a Gentiloni (“Il presidente del consiglio fotocopia sbiadita di Renzi”, 29 dicembre).

Accanto a questo gruppo di metafore si collocano per estensione anche le espressioni collegate al mondo della finzione per antonomasia, quello dello spettacolo, che acquisisce il significato di finzione organizzata ai danni dei cittadini:

• ennesima pantomima: pattern usato in due post di Roberto Fico per definire il decre- to Salva-Banche proposto dal governo Renzi. L’esponente del M5S specifica che tale manovra `e fatta a “danno dei cittadini e dei risparmiatori” (15 febbraio).

• gettare la maschera: come gioco di palazzo, anche questo pattern viene impiegato da Meloni per sottolineare la comunit`a di intenti del M5S e della sinistra (“Finalmente la sinistra e il M5S hanno gettato la maschera e mostrato il loro vero volto: gli spalleggiatori dei delinquenti e dei teppisti”, post del 21 marzo).

• pantomima dello scaricabarile: la pantomima dello scaricabarile, afferma Meloni in un post del 16 maggio, `e quella a cui giocano il M5S e PD mentre Roma `e nel degrado totale. • smascherare la pochezza `e un pattern usato da Brunetta, per indicare il “finto leader”

• teatrino della politica: conta 3 occorrenze, tutte in post pubblicati da Calderoli. In essi il politico accusa il sindaco di Milano Sala di corruzione (“[Sala] ha fatto ripiombare Milano nel periodo della Prima Repubblica e di Tangentopoli”, post del 17 dicembre). • teatrino messo in piedi: secondo Brunetta, M5S e PD hanno messo in scena un teatrino

in merito alla proposta Richetti, ignorando le conseguenze negative per le pensioni de- gli italiani (27 luglio). In un altro post Brunetta usa invece l’espressione “teatrino dei banchieri” (16 maggio), in riferimento alla vicenda di Banca Etruria. Con qualche va- riazione (“ridicolo teatrino”, “teatrino da Prima Repubblica”, “ultimo patetico teatrino”) il politico usa la metafora complessivamente 6 volte. Anche Di Maio parla di “teatrino” a proposito delle mosse del governo sulla questione immigrazione (“Non a caso oggi la Farnesina mette su il teatrino del richiamo dell’ambasciatore austriaco”, 4 luglio). • maquillage contabile: questo pattern conta una sola occorrenza nel corpus, nel post del

17 luglio di Renato Brunetta, in merito ai tentativi di Padoan di nascondere il dissesto dei conti pubblici (“Aver nascosto la polvere sotto il tappeto con del maquillage contabile non salver`a il ministro Padoan dalle sue responsabilit`a”). La metafora richiama il trucco scenico o in generale, come riporta il Vocabolario Treccani, al “ritocco del volto praticato per abbellimento”.

In un mondo come quello della politica, dove la sincerit`a e dell’onest`a sono fondamentali per la credibilit`a del politico, l’accusa di falsit`a costituisce una grave insinuazione. Il richiamo alla finzione scenica contribuisce a delegittimare ulteriormente il politico bersaglio della metafora, alludendo da un lato all’imbroglio e dall’altro sminuendo la sua attivit`a politica, riducendola a un “gioco” o a un “teatrino”. Entrambi i gruppi di pattern sopra elencati possono essere ricollegati alla metafora concettuale la politica come gioco o intrigo, insieme ai seguenti pattern:

• insabbiamento di legge importante: attraverso questa metafora, Di Maio si rivolge agli oppositori del MoVimento, che nel corso del tempo hanno ostacolato iniziative impor- tanti come quella sul reddito di cittadinanza. “Insabbiare” significa “impedire il normale corso di un procedimento” (Vocabolario Treccani) e si ricollega all’idea di macchinazione

• gossip politico: usato da Renzi in un post del 10 luglio, in cui afferma che l’uscita del suo libro sar`a l’occasione di chiacchiere e critiche per gli appassionati del “gossip politico”. Di Battista lo impiega con riferimento ai politici e ai media, dediti al gossip politico invece che alla valutazione delle proposte (6 febbraio). Simile l’accezione nel post di Fico: mentre i media e i partiti sono in cerca di volti e leader, il M5S `e una comunit`a con al centro un programma scritto dai cittadini (“questo pu`o sembrare incomprensibile al gossip politico”, 7 dicembre). Meloni, infine, usa il pattern per distinguere il suo partito, impegnato ad offrire agli italiani serie prospettive per il futuro, dagli altri che perdono tempo dietro al “gossip politico” (12 febbraio).

• mancia elettorale: con l’espressione mancia elettorale si allude al fatto che gli incentivi voluti da Renzi (ad esempio il contributo di 80 euro mensili) siano serviti per invogliare gli elettori a votare il Partito Democratico. Gelmini afferma infatti che la richiesta dell’UE all’Italia di una correzione di tre miliardi e mezzo sui conti pubblici `e il risultato della politica economica di Renzi fatta di “mance elettorali”, per la quale adesso saranno gli italiani a pagare (16 gennaio e 2 febbraio). Praticamente identico l’uso e il contesto nei post di Brunetta (post del 22 gennaio, 1 marzo, 16 marzo, 4 aprile, 16 maggio e 19 luglio). Anche gli esponenti del M5S si servono della metafora per criticare l’ex premier: “per vincere il referendum ha dato mance elettorali a destra e sinistra” (Di Battista, 23 marzo), “il risultato del referendum `e la vittoria della democrazia e del popolo italiano che, nonostante le mance elettorali promesse da Renzi […] non si `e fatto ingannare” (Fico, 6 dicembre). Rossi ribadisce infine l’importanza di un “discorso di verit`a e un programma organico e di lungo periodo” invece di “grandi spot fondati su improvvisazione, mance elettorali e tagli indiscriminati” (7 marzo). Da parte sua, Renzi riprende la metafora per rispondere alle critiche (“altro che bonus o mancia elettorale, si tratta di un’entrata stabile che aumenta il potere di acquisto”, 1 marzo).

• dare le carte: nel gioco delle carte il mazziere gestisce il mazzo e distribuisce le carte ai giocatori, scandendo i tempi della partita. Il senso contestuale del pattern `e quindi “avere il potere decisionale” sulle questioni politiche. Nel corpus la metafora `e presente in alcuni post di Brunetta, in cui il politico afferma che il potere non `e pi`u in mano a

Renzi o al PD (“mai pi`u Renzi a dare le carte sulla legge elettorale” 10 gennaio, “Renzi e il PD non possono pi`u dare le carte” 3 gennaio, “pensa ancora che sia il PD a dare le carte e a dettare i tempi” 2 gennaio). Analogo l’uso da parte di Bersani (“Non sar`a Renzi a dare le carte”, 11 giugno). Di Maio, invece, impiega il pattern per ribadire la sovranit`a del popolo all’interno del M5S (“Ma da noi il pubblico d`a le carte, non si inchina”, 24 febbraio).

• balletto della sinistra e partecipare al minuetto: sono due pattern usati da Gelmini. Il primo `e usato per descrivere il fallimentare tentativo della sinistra di ottenere voti a Milano (“inutile balletto della sinistra”), mentre il secondo `e riferito al sindaco Sala, che “partecipa al minuetto con #Renzi per ottenere le solite promesse impossibili” (12 giugno).

Un’altra categoria di pattern riunisce le metafore che additano la condotta immorale e le azioni illegali dei politici. In questo gruppo sono state incluse le metafore che si ricollegano alla sfera della criminalit`a:

• sulla pelle degli italiani: Meloni e Berlusconi usano questa metafora contro il governo del PD, che ha lucrato a spese degli italiani. Diversa `e l’accezione con cui Gelmini si serve del pattern: l’indecisione del PD circa il provvedimento sulla legittima difesa ha delle conseguenze negative per gli italiani, a cui viene negato il diritto di difendersi (“Basta fare melina sulla pelle degli italiani”, 14 giugno). L’aspetto interessante di questa metafora `e la concettualizzazione delle conseguenze negative per i cittadini in termini di danni fisici. Un altro esempio `e il pattern sulla testa degli italiani, usato due volte da Brunetta per riferirsi al debito pubblico che cade sugli italiani come una “tegola” (post del 12 febbraio).

• bugiardo seriale, epiteto che Grillo impiega per Renzi (14 aprile). Questa metafora viene inclusa tra quelle che paragonano i politici a criminali perch´e suggerisce la connessione con l’espressione “killer seriale” (Vocabolario Treccani).

• essere ostaggio conta 3 occorrenze nel corpus. Il 15 febbraio Di Maio afferma che gli italiani sono ostaggio della guerra tra “bande” del PD, mentre Meloni afferma che i cit-

tadini perbene sono stanchi di essere ostaggio di “anarchici, antagonisti e cialtroni vari” (post del 20 giugno). Brunetta si serve invece dell’espressione per affermare che la legge elettorale `e “ostaggio delle primarie del PD” (30 marzo).

• essere complice viene usato 11 volte in totale, in contesti diversi tra loro. Secondo Calde- roli lo stato italiano non deve rendersi complice, col suo silenzio, del traffico degli umani e dell’invasione prodotta dai flussi migratori (10 maggio). Per Salvini il “complice” `e Ma- rio Draghi, che si schiera dalla parte degli europeisti che hanno “massacrato” l’economia italiana (6 febbraio). Ancora di Salvini sono le frasi-slogan che seguono lo schema chi x `e complice: “chi non vota `e complice”, “chi lo nega `e complice”, “chi tace `e complice”. Giorgia Meloni si riferisce invece ai complici dell’immigrazione incontrollata (in 4 oc- correnze), a coloro che negano di essere in una guerra di civilt`a col mondo islamico (19 dicembre) e infine alla mancanza di una certezza della pena, che rende lo stato complice dei delinquenti (2 giugno).

• mettere le mani in tasca: questa espressione ricorre 6 volte nel corpus. Come abbiamo visto nel 3 capitolo [cf. Sezione 3.3.1], si tratta di una metafora che paragona il governo a un ladro che deruba i cittadini. In passato, tale espressione `e stata il tormentone di Silvio Berlusconi (Cosenza, 2018). Nel corpus, il Cavaliere usa la metafora per elencare i meriti del governo di centrodestra (“Abbiamo realizzato 36 grandi riforme di sistema senza mai mettere le mani nelle tasche degli italiani”, post del 9 giugno). Le altre occorrenze si trovano invece in post di Gelmini (6 febbraio), Zaia (3 e 11 luglio) e Meloni (9 giugno). Il riferimento per Gelmini e Meloni `e a Equitalia e, pi`u in generale, allo Stato che attraverso le tasse mette le mani in tasca dei cittadini. Al contrario, nei post di Zaia si legge che nel Veneto i cittadini sono riusciti a evitare tale furto grazie agli interventi della Lega. Nel corso della nostra indagine sono state individuate alcune espressioni metaforiche che pa- ragonano il posto di lavoro, solitamente una carica all’interno delle istituzioni governative, a una poltrona, che rimanda a sua volta all’idea di riposo e di ozio. L’immagine finale `e quella di una classe di politici che ozia sul posto di lavoro e non merita i soldi guadagnati. Di seguito vengono presentati i principali pattern della metafora concettuale il posto di lavoro `e una poltrona:

• perdere la poltrona `e presente in un post del 30 gennaio pubblicato da Brunetta, in cui il Ministro dell’Economia e delle Finanze Padoan viene descritto come un politico che si “inchina agli ordini dei suoi superiori per non perdere la poltrona”. La variante perdere la poltrona di ministro`e invece usata da Calderoli con riferimento al Ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda (2 febbraio).

• poltronificio per decenni: Di Battista riporta le parole di Di Maio in merito alla situazione dell’azienda livornese Aamps (Azienda Ambientale di Pubblico Servizio), che si trova sull’orlo del fallimento perch´e usata per decenni dal PD come un “poltronificio” (15 gen- naio). Il poltronificio `e la fabbrica di poltrone e, fuor di metafora, un’azienda i cui posti di lavoro vengono assegnati ad amici e parenti dei politici.

• poltronificio Renzi: espressione usata da Beppe Grillo come commento a un link (“UL- TIM’ORA: APERTO IL POLTRONIFICIO RENZI. ECCO COSA STA SUCCEDENDO IN ITALIA. CONDIVIDI ANCHE TU”, post del 21 marzo).

• poltrona di parenti compare in due aggiornamenti dal contenuto identico, pubblicati da Grillo e Di Maio il 20 febbraio. Ancora una volta il riferimento `e al PD, la cui unica preoccupazione sarebbe quella di trovare un posto di lavoro ai parenti e agli amici dei politici.

• spartizione di poltrone viene usato, di nuovo a proposito del PD, da Di Maio (“I cittadini non ne possono pi`u di questa spartizione di poltrone…”, post del 10 dicembre) e da Fico (“partiti alle prese con scissioni e spartizioni di poltrone”, post del 3 aprile).

• ammucchiata di poltronari, pattern trovato in un post di Salvini, in cui il politico com- menta il governo Gentiloni (“Non `e un governo, `e un’ammucchiata di poltronari”, post del 12 dicembre).

• poltronari di professione: usato da Brunetta per elogiare la condotta controcorrente di Enrico Costa rispetto a quella del “mondo di poltronari di professione” (19 luglio). Il 19 luglio Costa decide infatti di dimettersi dal proprio incarico di Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, a causa di divergenze di opinioni con il consiglio dei ministri.

Lo stato, il governo e le leggi

Un’altra sezione tematica pertinente alla macro area della politica interna riguarda lo stato, il governo e le proposte di legge. Al suo interno, il gruppo di pattern pi`u prolifico comprende le espressioni che paragonano il governo e le sue iniziative a opere in fase di costruzione e quindi a qualcosa che pu`o essere costruito, modificato e tagliato. Questa categoria di pattern rientra nella metafora il governo `e un’opera in costruzione:

• tassello del programma di governo: pattern presente in due post di Fico (entrambi del 14 dicembre) e in uno di Di Maio (ancora del 14 dicembre), in cui si discute la realizzazione del programma del M5S.

• tagliare la burocrazia: conta 2 occorrenze all’interno del corpus. La prima appartiene a Di Maio e si riferisce ai possibili vantaggi che l’introduzione del reddito di cittadinanza porterebbe ai cittadini (“[…] si spera possa tagliare la burocrazia, ridurre la povert`a e aumentare l’occupazione”, 5 gennaio). L’altra occorrenza si trova in un post di Zaia, in cui il politico annovera tra le iniziative di Lega Nord in Veneto il taglio della burocrazia nel settore sanitario (4 gennaio).

• ricostruzione del centrosinistra: `e un pattern usato da Andrea Orlando (“La nostra batta- glia non `e interna al PD ma un tutt’uno con la ricostruzione del centrosinistra” 31 mag- gio). La variante ricostruire il centrosinistra viene impiegata da Debora Serracchiani in un contesto simile a quello di Orlando (“abbiamo bisogno di ricostruire il centrosinistra non di farlo a pezzetti”, post del 28 gennaio).

• limare il programma: compare in un post di Brunetta, nel quale il politico invita Sal- vini a lavorare a un programma di governo insieme a Forza Italia (“programma che ha tantissimi punti condivisi e che andrebbe limato per essere presentato al Paese”, 28 maggio).

• fabbricare un governo: pattern presente in un post di Di Maio in cui Gentiloni e il PD sono accusati di aver fabbricato un governo per evitare le elezioni (3 agosto).

• backstage dell’iniziativa, usato da Meloni per parlare dell’iniziativa “Italia Sovrana” (25 marzo). Il termine backstage richiama le quinte di un teatro o l’insieme delle fasi di la- vorazione di un film, quindi si potrebbe ipotizzare l’esistenza della metafora concettuale l’iniziativa politica `e uno spettacolo.

Un altro gruppo di metafore paragona le istituzioni a macchinari: in questo senso, il governo e lo stato sono macchine, il cui funzionamento `e manovrato da leggi. Di seguito vengono elencati i pattern che appartengono alla metafora lo stato/il governo `e una macchina:

• macchina amministrativa `e un pattern piuttosto diffuso usato da Virginia Raggi (26 di- cembre, 17 gennaio, 5 e 7 febbraio, 12 marzo, 7 e 27 maggio, 19 giugno), Luigi de Magistris (3 luglio) e Di Maio (28 dicembre). In ciascuno di questi post si parla di iniziative vol- te al miglioramento dell’apparato amministrativo di alcune citt`a: Napoli nel caso di de Magistris, Roma nei post di Raggi e Accumoli (RI) in quello di Di Maio.

• manovrina correttiva viene usato 3 volte in totale e ha sempre un’accezione negativa. Nei post di Di Battista il riferimento `e ai provvedimenti imposti dall’Unione Europea all’Italia (17 gennaio e 23 febbraio), mentre Brunetta impiega l’espressione per criticare il governo Gentiloni (“un governo fatto di Def, piano nazionale delle riforme, manovrina correttiva, provvedimenti sul terremoto”, 12 aprile).

• mescolare manovrine: anche questo pattern, usato da Brunetta (“in compenso fa confu- sione, mescola manovrine”, post dell’11 aprile), critica le iniziative del governo Gentiloni. • rottamazione di cartelle: impiegato da Matteo Renzi (2 marzo), Meloni (24 maggio) e Bru- netta (4 e 5 aprile), si riferisce al provvedimento che consente alle famiglie, alle societ`a e alle imprese di sanare il debito con Equitalia senza incorrere in interessi e sanzioni. I tre politici usano la metafora con accezioni differenti: mentre Renzi elogia la riforma, a cui hanno gi`a aderito molti cittadini, Meloni e Brunetta la criticano. In particolare, la prima esprime l’urgenza di cambiare il provvedimento per alleggerire le modalit`a di estinzione del debito. Brunetta si limita invece a definire la rottamazione una “presa in giro che non pu`o coprire il deficit strutturale” del Paese.

• direzione di marcia: questo pattern conta due occorrenze, entrambe di Matteo Renzi. Nella prima, l’ex premier si riferisce al bonus cultura elargito ai cittadini che compiono 18 anni, definito come il “simbolo della direzione di marcia” del PD (26 giugno). Nel secondo, invece, Renzi esprime la volont`a di non lasciare che Bruxelles decida la “dire- zione di marcia” dell’Italia, ossia di non accettare passivamente le richieste dell’Unione Europea (26 aprile).

Un’altra categoria di frame metaforici pu`o essere ricondotta alla metafora concettuale lo stato `e un corpo, diffusa anche all’interno della retorica politica inglese e americana (Charteris- Black, 2009; Musolff, 2010). A questa metafora si ricollegano ad esempio le espressioni che concettualizzano i problemi dello stato come malattie o difetti fisici:

• infettare l’istituzione: pattern che ricorre in due post di Di Maio (11 e 16 maggio). Entram- bi si riferiscono a Boschi e a Renzi, colpevoli di aver infettato le istituzioni democratiche con le loro menzogne: tale espressione potrebbe essere spiegata attraverso la metafora concettuale la menzogna `e una malattia. Negli stessi post si trova inoltre il renzi- smo `e una malattia (“Boschi se ne deve andare insieme al renzismo che ha infettato le istituzioni democratiche”, 16 maggio).

• paralisi istituzionale: questo pattern si ritrova in tre post di uguale contenuto, pubblicati nello stesso giorno (10 dicembre) da Di Maio, Di Battista e Fico. La paralisi istituzionale in cui si trova il Paese `e “dolosa”, causata dall’irresponsabilit`a del PD e di Renzi (19 dicembre).

• burocrazia miope: secondo Zaia la burocrazia miope `e quella che trascina gli imprenditori