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CAPITOLO 5 LA SICUREZZA PRIVATA NEL MERCATO

5.6 I dati sulla sicurezza privata

5.6.6 Il confronto con l’Europa

Nel contesto europeo l’Italia può vantare senza troppa concorrenza il primato per ciò che riguarda il numero di effettivi delle forze dell’ordine; stessa cosa potremmo dire del rapporto che sussiste tra questi ed il numero di abitanti (inferiore solo alla Bulgaria ed alla Spagna), se al novero delle forze di Polizia, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza aggiungessimo anche la Polizia municipale, parte integrante del nostro sistema di sicurezza, che innalzerebbe il computo di oltre un quarto.

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All’altro capo di questa particolare classifica troviamo il podio completamente occupato dai paesi scandinavi che, in considerazione di un rapporto equilibrato con il numero di operatori privati (circa 1 a 1), dimostrano che ogni aspetto della sicurezza è condizionato fortemente dall'ambito culturale di riferimento.

Di contro, in Italia, il sistema integrato di sicurezza nazionale può contare su un esiguo numero di guardie giurate (meno di 50.000), ultimo in Europa se messo in relazione al numero di abitanti.

Non stupisce quindi che il rapporto fra agenti di sicurezza privata e forze dell’ordine sia in Italia di 1 a 6,1 il più basso in Europa e ben distante dalla media di 1 a 1,22.

Si precisa che tali dati sono stati raccolti nell’ambito del COESS137, la

Confederazione europea dei servizi di sicurezza è l'organizzazione europeo che riunisce 27 di datori di lavoro sicuri tari in 18 paesi europei. E 'stata fondata nel 1989. Si propone di difendere gli interessi del settore della sicurezza privata. E’ riconosciuta dalla Commissione Europea) come partner europeo sociale settoriale conforme ai trattati europei .

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È interessante notare come in ben 11 dei Paesi esaminati, eterogenei per cultura e posizione geografica, il numero delle guardie private superi quello delle forze dell’ordine; unico elemento di continuità a riguardo è rappresentato dai paesi cosiddetti ex-sovietici, probabilmente trovatisi a dover riassorbire tramite l’iniziativa privata le fuoriuscite di quel sistema fortemente statalista che li ha caratterizzati fino ai primi anni ’90 138.

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Sebbene il settore della sicurezza privata possa contare in Italia su un mercato quantomeno ristretto, probabilmente chiuso dall’ampio intervento fornito dallo Stato in materia di sicurezza, le aziende italiane garantiscono un fatturato che supera del doppio la media europea, e si assestano al 4° posto per produttività degli addetti (calcolato sul fatturato del mercato).

Il dato è riferito alle sole guardie armate cui andrebbero aggiunti i circa oltre 80.000 operatori di facility managment e del settore security.

Se un’interessate chiave di lettura sulla natura della polizia privata italiana è data dalle circolari ministeriali e dalle proposte di legge riguardanti il settore, altrettanto deve dirsi in tema di profili comparativi a livello europeo.

Il dato che balza subito agli occhi è quello italiano, dove il rapporto tra poliziotti pubblici ed abitanti è di 1/202 se ci si riferisce alle sole cinque forze di polizia nazionali, che scende ad 1/167 se ad esse aggiungiamo il personale delle polizie locali. Di contro, il rapporto tra addetti alla polizia privata ed abitanti è di 1/1.206, abbastanza vicino a quello dell’Austria (1/1.208), dove il rapporto tra poliziotti pubblici ed abitanti è di 1/273.

In Germania nel 2009 si registravano 3.300 imprese e 173.100 dipendenti, con un rapporto di un addetto ogni 485 abitanti contro un rapporto di 1/330 per quel che riguarda i poliziotti pubblici. Nel Regno Unito, dove dai 150.000 addetti e le 1.700 società del 2004 si è passati 294.00 dipendenti in forza a 3.000 security

companies del 2009, il rapporto è di un poliziotto pubblico ogni 426 abitanti, mentre è di 1/401 quello relativo alla polizia privata.

In Francia, mentre il numero delle aziende è rimasto invariato (4.700) gli addetti sono aumentati dai 117.000 del 2004 ai 148.000 del 2009, con un rapporto di 1/490 contro l’1/405 del comparto pubblico.

L’unica inversione di tendenza è stata riscontrata in Spagna, dove le 1000 circa società di sicurezza del 2004 sono divenute 780 nel 2009, con conseguente diminuzione del personale, sceso da 89.500 unità a 87.000 ed un rapporto di 1/450 abitanti, mentre quello delle polizie pubbliche è di 1/208.

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In linea di massima, si può affermare che nei 27 Paesi dell’Unione Europea, fatta eccezione per l’Austria e l’Italia, esiste un certo equilibrio tra le forze dell’ordine pubbliche e quanti appartengono alla polizia privata, anche se si devono tener presenti diverse differenze, dal modo con il quale una determinata struttura viene individuata come polizia pubblica all’area operativa coperta, dal possesso o meno delle armi da fuoco all’autorità competente in materia.139

La figura successiva mette in luce alcuni importanti aspetti per quello che riguarda il fabbisogno formativo che gli operatori degli istituti di vigilanza in Europa sono chiamati a soddisfare per ottenere l’abilitazione alla fornitura dei servizi svolti; ad un primo sguardo è facile notare come i requisiti minori in termini di monte ore formativo corrispondano ai Paesi in cui la normativa in materia vieta l’utilizzo di armi da fuoco, sicuramente argomento a favore di chi insista sull’arma come strumento di qualificazione del servizio. Sono solo due i Paesi (Francia e Grecia) che autorizzano l’utilizzo di armi da fuoco a scopo deterrente esclusivamente per i servizi di trasporto valori.

139 Mazzei A., Pubbliche insicurezze, poliziotti privati. Cenni comparativi sull'evoluzione normativa della

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Sono ancora molti i Paesi in cui manca del tutto una normativa precisa in materia di formazione o la definizione dei contenuti e della durata della stessa viene affidata direttamente alle capacità di settore, mentre una linea ormai diffusa è quella che ritiene gli istituti di vigilanza non in grado di soddisfare direttamente il fabbisogno formativo degli operatori e prevede che questi si debbano avvalere di istituti di formazione indipendenti per garantire un certo controllo sui livelli di qualità e durata140.

140 Federsicurezza, Realtà e scenari della vigilanza privata italiana nel contesto europeo – Rapporto 2010, dal sito: http://www.federsicurezza.it/

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CAPITOLO 6 - IL QUADRO SOCIO-CRIMINOLOGICO DI