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Il confronto strutturale e patrimoniale tra i campioni RICA volontario e casuale

CAPITOLO 4 L’agricoltura attravero il campione RICA

4.2. Il confronto strutturale e patrimoniale tra i campioni RICA volontario e casuale

Nel presente paragrafo vengono esaminate le modifiche che intervengono a livello strutturale e patrimoniale con l’introduzione del campione casuale. Le principali variabili e la composizione del fattore lavoro sono analizzate in funzione della loca- lizzazione geografica, della dimensione economica delle aziende ed infine dell’indi- rizzo produttivo praticato dalle stesse. Come vedremo l’analisi che meglio riesce a rappresentare le novità introdotte con il campione casuale è quella per classi di dimensione economica; tuttavia, anche le analisi per circoscrizione e per indirizzo produttivo forniscono utili indicazioni per una corretta interpretazione delle informa- zioni desumibili dal nuovo campione casuale.

La realtà agricola individuata dal campione RICA casuale è caratterizzata da una struttura aziendale in cui le dotazioni fisiche di terra e bestiame e la dimensione eco- nomica, in termini di reddito lordo standard, sono sostanzialmente aumentate rispet- to al campione volontario. In particolare, con il campione casuale la dotazione di bestiame raddoppia, la superficie aziendale cresce di circa un terzo e il reddito lordo standard aumenta di oltre il 50% (cfr. tab. 4.1).

L’aumento delle dotazioni fisiche, pur interessando tutto il territorio nazionale, risul- ta particolarmente consistente in alcune circoscrizioni: il centro, ad esempio, è inte- ressato dall’incremento maggiore di superficie e di dimensione economica e da un notevole incremento delle UBA, nella circoscrizione nord occidentale la modifica più evidente interviene nella dotazione media di bestiame ed, infine, per le aziende del Nord est si rileva l’incremento minore nella dimensione economica.

Se tutte le circoscrizioni sono interessate ad un aumento della superficie media azien- dale, è pur vero però che si evidenziano dinamiche differenti a livello territoriale nel ricorso alla superficie in affitto. L’incidenza della superficie in proprietà cresce lad- dove si registrano aumenti minori della SAU, ovvero nel Nord ovest e nelle circoscri-

30Per ulteriori approfondimenti sulla metodologia di riporto all’universo si veda http://ec.europa.eu/agri-

zioni meridionali, mentre è l’incidenza della superficie in affitto a diminuire laddove le variazioni della SAU sono maggiori (Nord est e centro)

Tabella 4.1 - Variazioni strutturali per circoscrizione (variazione % RICA 2003 vs 2001/02)

Variabili Nord Nord Centro Sud e Italia

Occidentale Orientale Isole

SAU 26 38 43 26 32 SAU proprietà/SAU 11 -8 -6 10 3 UBA 207 71 112 67 105 UBA/SAU 143 23 49 32 56 ULT 7 6 27 14 13 ULF -9 -9 0 3 -3 ULF/ULT -15 -14 -21 -10 -14 RLS 63 36 70 61 53 Fonte: BD RICA 2001, 2002 e 2003

Anche il fattore lavoro subisce importanti modifiche con l’adozione del nuovo cam- pione: si registra una variazione positiva, ma mediamente più contenuta, per le unità di lavoro totali e soprattutto un forte aumento dell’incidenza del lavoro salariato. Il ricorso a manodopera salariata fissa è, in media, più che quadruplicato e, come si evince dalle tabelle 4.2 e 4.4, senza eccezioni di natura territoriale o dimensionale, mentre la variazione dei salariati avventizi, oltre ad essere di gran lunga più circo- scritta (+ 25% a livello nazionale), non interessa le aziende della circoscrizione nord orientale (cfr. tab. 4.2) ed assume segno negativo per le aziende di piccole dimensio- ni (cfr. tab 4.4). Va evidenziato come la dinamica del lavoro salariato possa in parte ricondursi ad una più spiccata professionalità nella conduzione delle aziende del cam- pione casuale. A fronte del vecchio campione RICA, composto per circa il 95% da aziende a conduzione diretta e per il 4% da aziende con salariati, nel campione casua- le l’incidenza della forma di conduzione con salariati sale all’8%.

I forti incrementi di manodopera salariata concorrono alla diminuzione dell’inciden- za della manodopera familiare a livello complessivo, tuttavia la dinamica della mano- dopera familiare è influenzata in misura evidente dalla localizzazione geografica. Per la manodopera familiare a tempo pieno la leggera diminuzione registrata a livello nazionale è la risultante dell’aumento nel Sud e della diminuzione nelle circoscrizio- ni del Nord, mentre per la manodopera familiare part-time prevalgono le variazioni di segno opposto che si verificano nelle circoscrizioni settentrionali.

Tabella 4.2 - Composizione manodopera per circoscrizione (variazione % RICA 2003 vs 2001/02)

Variabili Nord Nord Centro Sud e Italia

Occidentale Orientale Isole

ULF a tempo pieno -8 -10 0 3 -3

ULF part time -26 14 -3 0 -3

UL salariata fissa 276 126 361 570 249

UL salariata avventizia 51 0 67 19 25

Fonte: BD RICA 2001, 2002 e 2003

Confrontando la composizione della manodopera familiare nelle quattro circoscrizio- ni, (tab. 4.2), non si evidenzia nessuna dinamica comune: nelle aziende del nord ovest diminuiscono sia le unità di lavoro familiare a tempo pieno che quelle part-time; nella circoscrizione nord orientale aumentano le unità di lavoro familiari impiegate parzial- mente in azienda e diminuiscono quelle a tempo pieno; nel centro la manodopera familiare fissa non subisce alcuna variazione mentre diminuisce, seppur di poco, il ricorso ai familiari part-time ed infine nelle circoscrizioni meridionali le unità di lavo- ro familiari part-time non registrano variazioni mentre aumentano i familiari impie- gati a tempo pieno in azienda.

Tabella 4.3 - Variabili strutturali per dimensione economica (variazione % RICA 2003 vs 2001/02)

Dimensione SAU incidenza UBA UBA/ ULT ULF ULF/ RLS

economica SAU in SAU ULT

proprietà GRANDE 48 3 116 46 28 -4 -25 65 MEDIA 0 2 22 22 0 -2 -2 -2 PICCOLA -11 7 5 18 -6 -7 0 -4 TOTALE 32 3 105 56 13 -3 -14 53 Fonte: BD RICA 2001, 2002 e 2003

L’analisi effettuata per classi di dimensione economica (tab. 4.3) è forse ancor più interessante di quella per circoscrizioni, in quanto meglio permette di analizzare le variazioni fino ad ora descritte alla luce delle modifiche intervenute nel disegno cam- pionario del campione casuale in cui, come descritto nel capitolo 2, sono state censi- te le aziende di grandi dimensioni (sopra le 660 UDE) e le altre aziende sono state estratte casualmente dalle liste censuarie.

La tabella 4.3 evidenzia, infatti, come le modifiche alla struttura aziendale, quali l’au- mento della SAU e delle UBA, l’incremento del fattore lavoro e la contemporanea diminuzione dell’incidenza del lavoro familiare, siano da riferire principalmente, se non esclusivamente, alle aziende di grandi dimensione economica del campione. Anche laddove si registrano aumenti su tutte le classi dimensionali, come nel caso della dotazione di bestiame, la variazione per le aziende di grandi dimensioni è deci- samente più marcata.

Analizzando le variazioni strutturali che intervengono nelle aziende medie, in gene- rale di modesta entità, con l’unica eccezione nel caso della dotazione di bestiame, e nelle aziende piccole, si conferma come il passaggio dal campione volontario al cam- pione casuale abbia in sostanza modificato la rappresentazione delle classi dimensio- nali minore e soprattutto maggiore, mentre ha lasciato pressoché inalterata la realtà delle aziende medie che, evidentemente, veniva già colta e descritta in modo soddi- sfacente attraverso il campione RICA volontario.

E’ interessante esaminare le variazioni strutturali che intervengono nella classe dimensionale più piccola in quanto tali variazioni, pur se di minore intensità rispetto a quelle registrate nelle grandi aziende, sono anch’esse esplicative delle modifiche avvenute nella selezione delle unità campionarie con l’introduzione del campione casuale, soprattutto se lette insieme alle variazioni patrimoniali e di performance eco- nomiche che vedremo successivamente.

La classe delle piccole aziende registra una contrazione della SAU insieme ad un con- temporaneo aumento dell’incidenza della superficie in proprietà. Una spiegazione alle modifiche intervenute in questa classe dimensionale va cercata nella modalità con cui, in prevalenza, venivano selezionate le aziende nel campione volontario. Il campione precedente proprio in quanto volontario, favoriva per la classe dimensiona- le minore, la partecipazione all’indagine delle aziende più professionali, più rivolte al mercato e più attente ai segnali delle politiche agricole ovvero di quelle che, seppure piccole, erano comunque più propense alla rilevazione delle loro performance produt- tive ed economiche. Si attuava in pratica un’auto selezione delle aziende più dinami- che quali ad esempio quelle beneficiarie di misure a favore dell’agricoltura biologi- ca, degli investimenti o dell’insediamento in agricoltura di giovani imprenditori. Evidentemente con il passaggio al campione casuale questa “autoselezione” viene meno.

Tabella 4.4 - Composizione manodopera per dimensione economica (variazione % RICA 2003 vs 2001/02)

Dimensione ULF a tempo pieno ULF part time UL salariata fissa UL salariata

economica avventizia GRANDE -4 -13 211 38 MEDIA -2 2 194 7 PICCOLA -9 13 438 -15 TOTALE -3 -3 249 25 Fonte: BD RICA 2001, 2002 e 2003

L’esame della composizione della manodopera (tab. 4.4) oltre a confermare il ruolo delle classi dimensionali grande e piccola, evidenzia la diversa capacità da parte dei due sistemi campionari di descrivere l’impiego del fattore lavoro.

Nel passaggio dal campione volontario a quello casuale le unità di lavoro familiare a tempo pieno registrano variazioni percentuali negative in tutte le classi dimensionali, mentre per i familiari impiegati part-time le variazioni nelle aziende grandi e in quel-

le piccole hanno identica intensità e segno opposto. Per le piccole aziende l’aumento dei familiari part-time, insieme con le modifiche nel titolo di possesso della SAU ana- lizzate in precedenza, avvalora l’ipotesi di una realtà aziendale meno professionale e più “hobbistica”. L’impiego di salariati fissi registra in tutte le classi dimensionali, ed ancor più nelle piccole aziende, variazioni positive consistenti che tuttavia vanno lette anche alla luce dell’incremento dell’incidenza della forma di conduzione con salaria- ti che si registra nell’intero campione. In sintesi le variazioni nella composizione del fattore lavoro non sono riconducibili né ad una sola classe dimensionale né ad alcu- ne circoscrizioni, esse evidentemente riflettono una diversa capacità di descrivere l’impiego del fattore lavoro da parte dei due sistemi campionari.

Concludiamo l’analisi delle principali variabili strutturali con un breve cenno all’ul- tima dimensione della tipologia RICA: l’ordinamento tecnico-economico (tabb. 4.5 e 4.6). Per tutti gli ordinamenti la superficie aumenta nelle grandi aziende, mentre pre- senta ridotte variazioni, per lo più di segno negativo, nelle aziende medie. Le azien- de di minore dimensione presentano diminuzioni in termini di superficie più intense nel caso dei granivori e della policoltura. La dotazione di bestiame esplode nelle pic- cole aziende ortofloricole, aumenta in misura considerevole nella grandi aziende poli- colturali e nelle arboree di media dimensione. Per gli ordinamenti zootecnici gli aumenti maggiori si registrano nelle aziende di piccole dimensioni specializzate in granivori ed ancor più nei poliallevamenti di grandi dimensioni. L’aumento dell’im- piego del fattore lavoro si registra per tutti i poli nelle aziende grandi, mentre in quel- le piccole la tendenza è a una diminuzione nell’impiego del fattore lavoro con l’uni- ca eccezione per i granivori in cui le ULT aumentano del 35%. Le variazioni delle unità di lavoro familiare sono genericamente negative e più contenute (entro il 10%) ad eccezione delle piccole aziende ortofloricole, in cui l’impiego dei familiari dimi- nuisce in misura più sensibile, e delle granivore in cui aumenta del 13%.

Tabella 4.5 - Variabili strutturali per polo e dimensione economica (variazione % RICA 2003 vs 2001/02)

Polo Dimens. . SAU %SAU UBA UBA/ ULT ULF ULF/ RLS

Econom propr. SAU ULT

Seminativi GRANDE 74 -8 57 -9 21 -3 -20 63 MEDIA -1 5 -7 -6 2 -1 -3 -5 PICCOLA -10 1 -28 -20 1 -1 -2 -3 Ortofloricoltura GRANDE 148 -5 48 -40 25 0 -20 117 MEDIA -10 10 -46 -40 1 -2 -3 -5 PICCOLA 4 26 970 926 -18 -17 2 -9 Arboreo GRANDE 53 6 27 -17 27 -7 -27 70 MEDIA -1 6 126 129 -2 -3 -1 -3 PICCOLA -8 4 6 16 -9 -8 1 -3 Erbicolo GRANDE 42 19 71 20 22 0 -18 52 MEDIA 14 -2 3 -9 1 -1 -2 1 PICCOLA 2 23 -11 -13 -8 -9 -1 -3 Granivoro GRANDE 37 -17 51 10 12 -3 -13 0 MEDIA -8 23 -10 -2 -1 2 3 -12 PICCOLA -33 17 150 273 35 13 -16 2 Erbaceo-Arboreo (Policoltura) GRANDE 61 1 106 28 35 -10 -33 52 MEDIA -6 7 -13 -8 -3 -5 -3 -3 PICCOLA -21 3 -29 -10 -8 -9 -1 -6 Allevamento Misto (Poliallevamento) GRANDE 134 -4 487 150 106 -5 -54 192 MEDIA -3 1 13 16 0 -3 -3 1 PICCOLA -12 10 -11 1 0 1 1 -3 Misto Coltivazioni- Allevamenti GRANDE 67 2 96 18 31 -3 -26 61 MEDIA 4 1 13 9 1 0 -1 2 PICCOLA -15 8 -6 10 -11 -9 2 -6 Fonte: BD RICA 2001, 2002 e 2003

Anche per la composizione della manodopera (tab. 4.6) l’analisi per ordinamento tec- nico economico non aggiunge molto rispetto a quanto già messo in evidenza con l’analisi per circoscrizione e per classe dimensionale. Si conferma la lieve riduzione della manodopera familiare a tempo pieno ad eccezione delle aziende piccole dei due ordinamenti zootecnici, granivori e poliallevamento. Le unità di lavoro familiare part- time presentano delle riduzioni nelle aziende ortofloricole, nella policoltura, nei gra- nivori e nell’ordinamento misto colture-allevamenti indipendentemente dalla classe dimensionale. Mentre aumenti della manodopera familiare part-time si registrano nelle piccole aziende specializzate in seminativi ed in colture arboree. Le variazioni più consistenti sono di segno negativo e si verificano nelle piccole aziende a granivo- ri e ad allevamento misto.

I salariati fissi confermano gli aumenti in tutti gli ordinamenti indipendentemente dalla classe dimensionale, l’unico indirizzo produttivo che presenta una situazione differenziata è quello granivoro con variazioni decisamente più contenute e di segno

opposto nelle due classi dimensionali grande e media. Altra variazione che si disco- sta dall’aumento generale dei salariati fissi è quella delle piccole aziende policoltura- li che registrano una diminuzione superiore all’80%.

Tabella 4.6 - Composizione manodopera per polo e dimensione economica (variazione % RICA 2003 vs 2001/02)

Polo Dimensione ULF a ULF UL salariata UL salariata economica tempo pieno part time fissa avventizia

Seminativi GRANDE -4 6 148 50 MEDIA -1 9 407 38 PICCOLA -4 48 - 15 Ortofloricoltura GRANDE 3 -31 326 36 MEDIA -2 -8 263 -16 PICCOLA -14 -35 -29 -43 Arboreo GRANDE -7 -8 182 10 MEDIA -4 8 179 -8 PICCOLA -14 48 579 -29 Erbicolo GRANDE 1 -16 206 65 MEDIA -1 -1 121 34 PICCOLA -10 9 - 23 Granivoro GRANDE -3 -2 24 11 MEDIA 3 -11 -24 -25 PICCOLA 31 -69 - - Erbaceo-Arboreo (Policoltura) GRANDE -9 -24 266 19 MEDIA -4 -13 35 21 PICCOLA -7 -23 -81 40 Allevamento Misto (Poliallevamento) GRANDE -3 -45 828 34 MEDIA -5 13 345 56 PICCOLA 12 -70 - -100 Misto Coltivazioni- Allevamenti GRANDE -1 -32 276 50 MEDIA 0 -5 373 -5 PICCOLA -10 -5 - -74 Fonte: BD RICA 2001, 2002 e 2003.

Per la manodopera avventizia nel complesso non si evidenziano delle tendenze attri- buibili in maniera esclusiva all’ordinamento produttivo ma piuttosto si confermano le variazioni già sintetizzate per classe dimensionale, unico dato degno di rilievo è la diminuzione del 100% che si registra nelle piccole aziende specializzate in polialle- vamento.

Anche l’analisi patrimoniale conferma il ruolo prevalente svolto dalle grandi aziende nelle dinamiche poste in essere dal passaggio al campione casuale. In generale comunque in tutte le classi dimensionali ed in tutte le circoscrizioni le dotazioni di capitali e gli investimenti fondiari registrano variazioni positive. Gli aumenti più consistenti oltre che nelle grandi aziende si rilevano nelle aziende del Centro e del Nord ovest (tab. 4.7). Il dato più interessante è relativo alle ridotte variazioni che si

registrano nelle aziende di piccole dimensioni, tale dato conferma ulteriormente l’au- mento pressoché irrilevante nella dinamicità aziendale di questa classe dimensionale rispetto alla realtà già descritta dal campione volontario.

Tabella 4.7 - Variabili patrimoniali per circoscrizione e dimensione economica (variazio- ne % RICA 2003 vs 2001/02)

Investimenti fondiari Capitale di Capitali (soprassuolo) Esercizio totali

Dimensione economica GRANDE 90 79 72 MEDIA 18 4 10 PICCOLA 7 2 8 Circoscrizone Nord Occidentale 85 78 65 Nord Orientale 26 35 50 Centro 99 93 95 Sud e Isole 65 52 51 Totale ITALIA 62 59 60 Fonte: BD RICA 2001, 2002 e 2003

L’incrocio della dimensione economica con la tipologia produttiva (tab. 4.8) eviden- zia poche variazioni negative e solo per le classi piccole e medie, gli ordinamenti inte- ressati alle maggiori riduzioni patrimoniali sono quelli zootecnici, granivoro e polial- levamento, seguiti dalle piccole aziende ortofloricole in cui si riducono del 18% gli investimenti fondiari rispetto al campione precedente.

Tabella 4.8 - Variabili patrimoniali per polo e dimensione economica (variazione % RICA 2003 vs 2001/02)

Dimensione Investimenti fondiari Capitale di Capitali economica (soprassuolo) Esercizio totali

Seminativi GRANDE 73 77 81 MEDIA 23 9 9 PICCOLA 24 17 16 Ortofloricoltura GRANDE 108 190 132 MEDIA 44 35 4 PICCOLA -18 6 -8 Arboreo GRANDE 87 75 68 MEDIA 15 -6 1 PICCOLA 18 5 10 Erbicolo GRANDE 53 60 73 MEDIA 10 8 25 PICCOLA -12 -11 0 Granivoro GRANDE 73 19 52 MEDIA 15 -19 0 PICCOLA -32 23 -2 Erbaceo-Arboreo (Policoltura) GRANDE 141 116 72 MEDIA 10 -6 4 PICCOLA 17 -9 7 Allevamento Misto (Poliallevamento) GRANDE 247 224 273 MEDIA 22 24 29 PICCOLA -22 24 9 Misto Coltivazioni- Allevamenti GRANDE 52 80 80 MEDIA 16 15 27 PICCOLA 1 5 1 Fonte: BD RICA 2001, 2002 e 2003