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L’efficienza economica attraverso il riporto all’universo del campione RICA

Fugura 4.1 Incidenza del Reddito Netto per lacalizzazione dimensione (dati in %)

4.5. L’efficienza economica attraverso il riporto all’universo del campione RICA

Al fine di delineare il quadro dei risultati economici delle aziende agricole, di seguito vengono commentati alcuni indicatori di produttività e redditività calcolati con riferi- mento all’azienda agricola RICA ed estesi all’universo (tab. 4.14). Accanto al valore

33Nel paragrafo 2.2 si descrivono nel dettaglio le modifiche intercorse con l’adozione del campione casua-

della produzione lorda vendibile (PLV) sono state considerate anche variabili redditua- li quali il Valore Aggiunto (VA), il Prodotto Netto (PN) ed il Reddito Netto (RN), cia- scuna delle quali, a sua volta, rapportata ai due fattori produttivi terra e lavoro. Il campione di aziende RICA mostra per il 2003 i seguenti risultati economici: il valo- re della produzione sfiora in media i 43.000 euro, il 37,6% dei quali residua quale RN aziendale, pari a poco più di 16.000 euro annui.

Veramente notevole è, però, il differenziale riscontrato nei diversi contesti territoria- li della ricchezza prodotta a livello aziendale. L’area settentrionale si distingue per i livelli di gran lunga superiori alle altre circoscrizioni; nello specifico, l’area nord occidentale mostra un valore della PLV di oltre 87.000 euro, pari a 2,5 volte quanto mediamente prodotto da un’azienda agricola dell’Italia centrale e ad oltre 3,5 volte quanto prodotto da una meridionale. A livello regionale sono le aziende agricole lom- barde a presentare i più elevati livelli di ricchezza prodotta (oltre 160.000 euro); degne di rilievo sono anche le aziende dell’Emilia Romagna e della Toscana, ben oltre gli 80.000 euro, mentre nell’area meridionale i risultati migliori sono consegui- ti dalle aziende sarde, seguite da quelle pugliesi (intorno ai 30.000 euro).

Tab. 4.14 - La perfomance economica delle aziende agricole secondo la RICA

PLV VA PN RN RN/PLV PLV VA PN RN

Dati aziendali 2003 (euro) (%) Variaz. % 2003 vs 2001-02

Valle d'Aosta 31.619 16.158 16.493 10.840 34,3 -3,2 11,2 -0,3 -0,2 Piemonte 49.077 27.501 21.421 15.750 32,1 26,2 33,1 21,1 17,1 Lombardia 162.688 90.666 83.377 65.387 40,2 81,0 94,4 89,1 86,4 P.a. Trento 32.539 22.316 16.459 11.765 36,2 -12,8 -10,9 -23,2 -30,0 P.a. Bolzano 40.863 28.617 23.823 17.498 42,8 5,1 28,8 16,3 32,4 Veneto 63.779 35.327 31.982 24.022 37,7 73,2 85,8 85,8 86,9 Friuli V.G. 38.578 19.977 17.096 13.164 34,1 2,9 1,9 -1,9 -2,1 Liguria 18.928 12.545 10.308 8.194 43,3 -33,6 -39,4 -45,5 -48,7 Emilia-Romagna 88.934 50.141 43.869 27.160 30,5 21,2 49,1 43,8 47,4 Toscana 82.636 43.888 37.567 21.892 26,5 26,4 20,0 20,4 5,3 Marche 22.873 12.457 9.638 6.159 26,9 25,4 17,8 16,7 5,0 Umbria 32.414 18.111 16.761 12.035 37,1 17,7 24,3 22,4 24,2 Lazio 25.888 17.351 15.107 7.720 29,8 16,0 11,5 5,8 -35,2 Abruzzo 21.050 14.371 11.852 8.825 41,9 -0,6 4,3 -4,3 -9,5 Molise 17.807 11.381 10.112 7.839 44,0 0,1 9,8 2,1 5,3 Campania 23.716 17.096 15.312 11.501 48,5 16,5 28,6 17,6 10,3 Calabria 16.046 11.840 11.413 8.973 55,9 11,1 23,8 15,9 13,6 Puglia 29.930 19.719 15.984 9.988 33,4 6,6 22,4 9,1 2,2 Basilicata 19.369 13.054 11.562 9.510 49,1 27,3 27,7 29,8 42,2 Sicilia 22.259 15.891 13.915 10.386 46,7 8,7 15,2 4,8 2,4 Sardegna 35.532 22.508 21.967 17.701 49,8 22,2 23,9 26,2 21,4 Nord-Ovest 87.439 49.017 43.054 33.225 38,0 54,7 62,2 55,8 52,8 Nord-Est 66.171 37.578 33.009 22.792 34,4 33,8 52,4 48,3 51,2 Centro 35.555 20.834 17.762 10.760 30,3 19,0 15,3 12,0 -8,4 Sud e Isole 23.784 16.433 14.587 10.784 45,3 12,1 21,9 13,1 9,6 Italia 42.939 25.819 22.651 16.139 37,6 29,2 37,3 31,1 26,1

Significativa è l’osservazione dell’efficienza aziendale, vale a dire della capacità di produrre reddito a parità di valore prodotto e dunque la capacità di contenere il livel- lo dei costi (variabili e fissi). In questo caso, però, sono le aziende meridionali a far registrare le migliori prestazioni, essendo capaci di produrre un reddito (nello speci- fico RN) che costituisce il 45,3% di quanto prodotto; meno efficienti risultano esse- re le aziende della circoscrizione centrale, in cui il RN rappresenta appena il 30,3% del valore della produzione.

Passando all’esame della produttività e redditività dei fattori terra e lavoro (tab. 4.15), il dato globale medio nazionale fa registrare valori di rilievo, con una produttività della terra che sfiora i 3.700 euro per ettaro, ed una redditività del fattore lavoro che giunge quasi a 22.000 euro per addetto.

Tab. 4.15 - La perfomance economica delle aziende agricole secondo la RICA (medie aziendali 2003) (euro)

PLV/ha PLV/ULT VA/Ha VA/ULT PN/ha PN/ULT RN/ha RN/ULF

Valle d'Aosta 1.229 28.303 628 14.463 641 14.763 421 11.098 Piemonte 3.149 45.544 1.765 25.521 1.375 19.879 1.011 15.750 Lombardia 6.477 109.418 3.610 60.979 3.320 56.076 2.603 59.694 P.a. Trento 7.256 35.291 4.976 24.205 3.670 17.851 2.623 15.262 P.a. Bolzano 6.846 36.321 4.794 25.436 3.991 21.175 2.931 17.706 Veneto 6.060 67.997 3.357 37.663 3.039 34.097 2.282 29.836 Friuli V.G. 3.956 42.083 2.048 21.791 1.753 18.649 1.350 15.312 Liguria 8.150 21.387 5.402 14.175 4.439 11.647 3.528 9.628 Emilia-Romagna 4.098 75.207 2.311 42.401 2.022 37.098 1.252 27.879 Toscana 3.790 51.979 2.013 27.606 1.723 23.630 1.004 17.701 Marche 1.918 31.834 1.045 17.337 808 13.414 517 9.029 Umbria 2.318 42.188 1.295 23.571 1.199 21.815 861 18.118 Lazio 3.377 33.738 2.263 22.613 1.970 19.687 1.007 11.141 Abruzzo 3.144 24.492 2.146 16.721 1.770 13.790 1.318 11.134 Molise 1.756 27.044 1.122 17.285 997 15.358 773 12.885 Campania 5.908 30.102 4.259 21.699 3.815 19.436 2.865 16.777 Calabria 2.983 26.558 2.201 19.597 2.122 18.890 1.668 19.908 Puglia 2.705 40.900 1.782 26.946 1.445 21.842 903 18.568 Basilicata 1.490 29.188 1.004 19.672 890 17.422 732 16.141 Sicilia 2.786 37.495 1.989 26.768 1.742 23.439 1.300 21.503 Sardegna 1.398 37.541 886 23.781 864 23.209 696 22.470 Nord-Ovest 4.934 72.412 2.766 40.593 2.429 35.655 1.875 32.659 Nord-Est 4.905 64.057 2.786 36.377 2.447 31.954 1.690 25.898 Centro 3.079 38.195 1.804 22.381 1.538 19.081 932 13.282 Sud e Isole 2.588 34.146 1.788 23.592 1.587 20.941 1.173 19.074 Italia 3.698 49.042 2.224 29.489 1.951 25.871 1.390 21.979

Fonte: INEA Banca Dati RICA e ISTAT V° Censimento Generale Agricoltura

Anche in questo caso i dati nazionali, apprezzabili nei loro livelli complessivi, appa- iono tuttavia come la risultante di una situazione regionale alquanto differenziata, peculiarità dell’agricoltura del nostro paese più volte messa in luce in precedenti

approfondimenti condotti attraverso i dati RICA34. Al tempo stesso, l’analisi della redditività fatta registrare dai principali fattori della produzione (terra e lavoro), svol- ta nel prosieguo di questo studio, se da un lato conferma la variabilità territoriale esi- stente, dall’altro lato pone in evidenza come l’efficienza economica dei fattori pro- duttivi (intesa come capacità di produrre reddito a parità di fattore produttivo impie- gato) non sia necessariamente correlata con i migliori risultati economici ottenuti a livello aziendale.

Prendendo avvio dalla Produzione Lorda Vendibile ottenuta dall’unità di superficie, i risultati in tabella 4.15 presentano, come già detto, un dato medio nazionale di 3.698 euro per ettaro. Rilevante è però la differenza di valori rilevata tra le diverse regioni italiane, quale conseguenza degli ordinamenti produttivi praticati e dell’organizzazio- ne aziendale adottata: dal valore minimo di 1.229 euro della Valle d’Aosta, dove pre- valgono coltivazioni foraggere estensive destinate per lo più all’alimentazione di bovini, si giunge agli oltre 8.000 euro della Liguria, in cui pesa il ruolo delle produ- zioni ortofloricole. In generale, volendo individuare una chiave sintetica della produt- tività della terra, si segnalano valori abbondantemente oltre la media nazionale per entrambe le circoscrizioni settentrionali, con risultati di poco al disotto dei 5.000 euro per unità di superficie; per contro, mentre il Centro, con poco più di 3.000 euro per ettaro, è poco distante dal dato nazionale, il Sud e le Isole (mediamente quasi 2.600 euro per ettaro) si allontanano sensibilmente dal valore globale italiano.

Continuando nell’esame del dettaglio regionale presentato in Tabella 4.15, tutte le regioni del Nord-Est hanno una produttività della terra superiore alla media italiana, mentre di quella nord-occidentale solo il Piemonte (con 3.149 euro per ettaro) ed ancor più la Valle d’Aosta hanno valori inferiori al dato nazionale. In particolare l’ele- vata produttività del fattore terra è sostenuta nell’ordine, oltre che dalla già citata Liguria, dalle due Province autonome di Trento e di Bolzano, dalla Lombardia e dal Veneto. Eterogenea appare la situazione anche nella circoscrizione centrale, con il solo dato della Toscana a porsi al di sopra della media nazionale; in queste regioni il valore della produzione appare significativamente sostenuto dalla presenza di proces- si di trasformazione dei prodotti agricoli in azienda. Passando dal Lazio, all’Abruzzo, all’Umbria e quindi alle Marche, il valore della produzione ottenuta per unità di superficie va via via riducendosi, anche grazie ad una meno spiccata differenziazio- ne nella specializzazione produttiva delle aree agricole. Se si esclude il caso della Campania, che con 5.908 euro di produzione per ettaro raggiunge livelli prossimi a quelli del Veneto, la produttività del fattore terra nelle regioni del Sud Italia e delle Isole risulta essere molto più bassa della media nazionale. Nell’Italia meridionale accanto ad una agricoltura estensiva, fatta di colture continentali e di prati pascolo, convive dunque una agricoltura capace di raggiungere elevati livelli unitari di valore della produzione, in particolare grazie alla realizzazione di prodotti ortofrutticoli.

Queste situazioni, rappresentate dalla realtà campana, sono presenti anche in altre regioni meridionali, seppure in contesti territoriali più limitati; per contro, l’agricol- tura unitariamente meno produttiva si localizza in Sardegna (1.398 euro/ettaro), in Basilicata (1.490 euro/ettaro) ed in Molise (1.756 euro/ettaro), dove le coltivazioni praticate sono spesso legate alla zootecnia, per lo più a carattere estensivo (pastori- zia).

Sempre in riferimento al dettaglio regionale, l’analisi della redditività del fattore lavoro, condotta in termini di reddito netto, mostra una situazione alquanto differen- ziata: la circoscrizione nord occidentale presenta i livelli migliori di redditività del lavoro, con remunerazioni di circa 32.600 euro annui, a cui si contrappongono com- pensi di poco superiori ai 13.000 euro rilevabili nella circoscrizione centrale. Le differenze emergono anche in riferimento alla stessa circoscrizione geografica. Per esempio, il dato del Nord ovest è sostenuto specialmente dalla redditività riscontrata in Lombardia, visto che tutte le altre regioni nord occidentali presentano retribuzioni addirittura inferiori alla media nazionale. Allo stesso tempo, nell’area nord orientale solo il Veneto e l’Emilia Romagna presentano valori consistenti, superiori al dato medio nazionale. Molto più omogenea appare la retribuzione del fattore lavoro nella circoscrizione centrale (con l’esclusione del dato marchigiano, ben al di sotto della media della ripartizione geografica di appartenenza ed ancor più di quella nazionale) ed in quella circoscrizione meridionale, dove le remunerazioni del fattore lavoro rimangono comprese tra i quasi 13.000 euro rilevati in Molise ed i 22.500 euro della Sardegna.

La rilevanza dei risultati ottenuti in riferimento al 2003 emerge in maniera ancora più netta osservando le variazioni percentuali riscontrate rispetto al valore degli stessi indicatori nel biennio 2001-02, calcolati quindi in riferimento al campione volonta- rio, anch’essi estesi all’universo (tab. 4.16).

Tab. 4.16 - Variazioni % 2003/2002-01 delle performance economiche delle aziende agricole secondo la RICA

PLV/ha PLV/ULT VA/Ha VA/ULT PN/ha PN/ULT RN/ha RN/ULF

Valle d'Aosta 3,1 27,5 18,4 46,4 6,1 31,2 6,2 39,9 Piemonte 15,8 37,8 22,2 45,4 11,1 32,2 7,4 34,0 Lombardia 50,5 68,8 61,7 81,3 57,3 76,4 55,1 110,4 P.a. Trento -28,5 -1,0 -27,0 1,1 -37,0 -12,8 -42,6 -22,4 P.a. Bolzano -9,3 12,0 11,1 37,2 0,3 23,8 14,2 27,1 Veneto 22,9 68,4 31,9 80,7 31,9 80,7 32,7 95,0 Friuli V.G. 0,1 2,4 -0,9 1,4 -4,5 -2,3 -4,8 -1,9 Liguria -36,5 1,2 -42,1 -7,7 -48,0 -17,0 -51,0 -23,0 Emilia-Romagna 6,4 19,1 30,9 46,5 26,3 41,3 29,4 41,2 Toscana 26,1 36,3 19,6 29,3 20,1 29,8 5,1 21,0 Marche 13,8 36,6 6,9 28,3 5,9 27,1 -4,7 17,8 Umbria 18,7 56,4 25,3 65,1 23,5 62,7 25,2 75,0 Lazio 22,8 33,7 18,1 28,6 12,0 22,0 -31,4 -20,9 Abruzzo 17,9 21,5 23,6 27,4 13,5 17,0 7,3 13,4 Molise 12,6 40,0 23,5 53,6 14,8 42,8 18,4 53,5 Campania 19,6 34,4 32,0 48,4 20,7 35,7 13,2 29,4 Calabria 1,5 33,4 13,0 48,6 5,9 39,2 3,7 40,3 Puglia 2,9 28,6 18,1 47,6 5,2 31,5 -1,4 15,6 Basilicata 36,3 53,4 36,7 53,9 39,0 56,4 52,3 79,0 Sicilia 18,9 48,9 26,0 57,8 14,7 43,6 12,1 44,6 Sardegna 7,9 20,8 9,3 22,4 11,4 24,8 7,1 32,7 Nord-Ovest 35,6 64,1 42,2 72,0 36,6 65,2 33,9 80,0 Nord-Est 10,6 33,2 26,0 51,7 22,5 47,6 25,0 51,7 Centro 21,1 36,7 17,3 32,5 14,0 28,8 -6,8 10,6 Sud e Isole 11,2 35,9 20,9 47,8 12,2 37,2 8,8 35,4 Italia 20,7 44,6 28,2 53,7 22,4 46,7 17,8 46,4

Fonte: INEA Banca Dati RICA e ISTAT V° Censimento Generale Agricoltura

Per il fattore terra i dati del 2003 mostrano in generale una crescita rilevante, che rimane sostanzialmente stabile man mano che dalla produttività si passano ad analiz- zare i diversi indicatori di reddito. Nello specifico, se la produttività della terra aumenta del 20,7%, la sua capacità di produrre reddito (in particolare Reddito Netto) aumenta nel 2003 grosso modo nella stessa misura, pari al 17,8% (tab. 4.16). Merita attenzione l’osservazione delle variazioni rilevate per i diversi indicatori di reddito in confronto con quella assunta dal valore della produzione, sempre rapporta- ta all’unità di superficie. Se si tiene conto delle sole spese specifiche sostenute per la produzione di beni e prodotti agricoli (in altri termini, se si osserva il Valore Aggiunto) l’incremento del 28,2% appare significativamente superiore a quanto regi- strato in termini di valore della produzione (20,7%). Ciò indica come le spese speci- fiche rilevate nel campione casuale del 2003 incidano sul valore della produzione in misura minore a quanto registrato in riferimento al campione volontario 2001-02, tanto che l’incremento registrato in termini di valore aggiunto appare superiore a quello registrato per la produzione.

superficie, ossia quando si sottraggono dal VA le quote dei costi fissi derivanti dal cal- colo degli ammortamenti e le imposte e le tasse che gravano sull’azienda agricola, l’incremento registrato nel 2003 del 22,4% diventa molto più simile all’aumento della PLV. In altri termini si registra una contrazione della crescita di PN, determinata dalle differenze strutturali esistenti tra i due campioni, con il campione casuale 2003 in cui il livello dei costi fissi e delle imposte pesa relativamente di più sul valore della pro- duzione, ragion per cui l’incremento di PN si riduce, collocandosi su livelli simili all’aumento del valore della produzione.

Proseguendo in questa analisi e passando a considerare anche i costi della manodo- pera aziendale, gli affitti passivi ed infine la cosiddetta gestione straordinaria, passan- do cioè ad esaminare il Reddito Netto (RN), l’incremento registrato è sì sostenuto, ma inferiore a quello registrato per la PLV: 17,8%. In questo caso, gli elementi struttura- li ed organizzativi che caratterizzano il campione casuale 2003 conducono ad una riduzione del divario tra i due campioni, dato che l’incremento di RN è inferiore all’aumento rilevato in termini di PN, e questo a causa di un relativo maggior peso

assunto dai salari35, dagli affitti passivi e magari anche dalla gestione extracaratteri-

stica.

Un andamento lievemente diverso viene invece rilevato in riferimento alle variazioni riguardanti le performance economiche del fattore lavoro. Il valore di ricchezza pro- dotta dall’unità di lavoro registra nel 2003 un incremento davvero notevole, che giun- ge al 44,6%. Esso è al tempo stesso frutto dell’aumento della dimensione economica delle aziende del campione casuale (come commentato nei primi paragrafi di questo capitolo), misurata anche in termini di produzione lorda vendibile, e della contrazio- ne dell’impiego del fattore lavoro a livello aziendale. Come osservato in riferimento al fattore terra, la minore incidenza relativa dei costi fissi rilevata per il campione casuale 2003 conduce ad un innalzamento del PN ottenuto dall’unità di lavoro (pari a quasi 26.000 euro) del 46,7% rispetto ai valori 2001-02. Quando si passa poi ad ana- lizzare il RN prodotto dalla singola unità lavorativa l’incremento rilevato rimane sostanzialmente immutato collocandosi al 46,4% rispetto all’anno precedente. Come già ampiamente riportato nel confronto strutturale e patrimoniale svolto nel secondo paragrafo di questo capitolo, il campione casuale adottato a partire dall’eser- cizio 2003 si differenzia dal precedente campione volontario per una più elevata dota- zione unitaria di capitali fissi, cui corrisponde una maggiore incidenza delle voci rela- tive agli ammortamenti; allo stesso tempo, le aziende del campione casuale 2003 si avvalgono anche di un minor impiego del fattore lavoro, sempre più proveniente dal- l’esterno all’azienda, con un conseguente aumento dei compensi per salari. L’effetto congiunto di questi due cambiamenti conduce ad una contrazione della parte residua- le di reddito a favore dell’imprenditore agricolo e della sua famiglia, coincidente con

35Si ricorda come nel campione RICA 2003 sia cresciuto notevolmente il ricorso in azienda al lavoro for-

il reddito netto, che cresce in misura minore dell’aumento di valore della produzione, come indicato in tabella 4.14.

Infine, circa la composizione e struttura del campione casuale adottato a partire dal 2003, è opportuno ribadire come le modifiche introdotte non abbiano prodotto effet- ti identici in tutti i contesti regionali. È infatti interessante osservare come per regio- ni quali la Basilicata e la Lombardia l’adozione del campione casuale conduca ad un significativo incremento dei risultati economici, ben oltre il dato medio nazionale; per contro, per regioni quali la Liguria e la provincia di Trento l’attuazione del nuovo campione abbia determinato una sensibile contrazione dei livelli di produttività e red- ditività dei fattori produttivi terra e lavoro, le cui variazioni presentate in tabella 4.16 appaiono pressoché tutte negative.