CAPITOLO 5 I risultati campionari per attività produttiva
5.2. La metodologia adottata ed i processi analizzat
L’approccio utilizzato, per le ragioni sopra esposte, non può che essere di tipo empi- rico e si basa su una serie di simulazioni di analisi su processi produttivi particolar- mente significativi a livello nazionale e sull’esame critico delle risposte fornite dalla Banca dati RICA a livello campionario, proprio come avviene nella maggior parte delle utilizzazioni che coinvolgono questo genere di informazioni. Lo scopo è quel- lo di attribuire, con ragionevole probabilità, le variazioni misurate:
- all’effetto di sostituzione del campione;
- alla dinamica congiunturale che ha caratterizzato, nell’esercizio in esame, il proces- so oggetto di analisi;
- ad entrambi i fattori precedenti.
In questa parte della pubblicazione vengono dunque prese in esame le informazioni RICA relative ad alcuni processi produttivi più tipici scelti in modo da coinvolgere,
approssimativamente in ugual misura, ogni circoscrizione geografica italiana (per brevità, d’ora in poi indicate semplicemente col termina Area) ed ogni comparto pro- duttivo principale (Allevamenti, Colture per prodotti trasformati, Colture permanen- ti, Seminativi).
Nella stesura di questo capitolo tutte le informazioni sono state dunque analizzate uti- lizzando esclusivamente due macro variabili di stratificazione: l’Area di appartenen- za (le quattro classiche circoscrizioni Nord Ovest, Nord Est, Centro, Sud-Isole) ed il processo produttivo, così come sopra definito. L’introduzione della variabile “Area” nasce dall’esigenza di suddividere il territorio nazionale in parti maggiormente uni- formi, all’interno delle quali cioè i fenomeni pedoclimatici ed economici presentano caratteristiche relativamente più omogenee.
Non sono state invece considerate come criterio di stratificazione le informazioni relative all’azienda in cui i processi sono attuati, come, ad esempio, la tipologia, dato che questo tipo di analisi è già stata svolta in altra parte di questo volume.
I dati di seguito riportati fanno riferimento al campione RICA degli anni 2001, 2002 e 2003, che comprende in media circa 17.200 aziende nel primo biennio e 15.200 aziende nel 2003. Per ciascun valore rappresentato, il confronto di norma avviene tra il valore medio riscontrato nel biennio 2001-2002 e quello registrato nel 2003; se accettiamo l’ipotesi che il riferimento temporale centrale di ciascun periodo si collo- chi a metà dei rispettivi intervalli di tempo considerati, avremo come riferimento tem- porale dinamico un periodo di 18 mesi (dal 1 Gennaio 2002 al 1 Luglio 2003), al quale dovranno essere rapportate le variazioni misurate (in particolare, quelle riferite ai risultati economici ed ai prezzi).
I processi produttivi analizzati sono riepilogati nella tabella seguente: Tabella 5.1 – Processi produttivi analizzati ed aree di riferimento
Comparto Processo produttivo Area di riferimento
Allevamenti Allevamento bovino da latte Nord Ovest e Nord Est
Allevamento ovino da latte Centro e Sud-Isole
Colture per prodotti trasformati Vite per vino di qualità Nord Ovest e Nord Est
Olivo da olio Centro e Sud-Isole
Colture permanenti Melo Nord Est
Arancio Sud-Isole
Seminativi Mais irriguo Nord Ovest e Nord Est
Grano Duro Centro e Sud-Isole
Grano Tenero Centro e Nord Ovest
5.3. Allevamenti
Come sopra anticipato, questo comparto comprende gli allevamenti bovini da latte nelle circoscrizioni Nord ovest e Nord est e gli allevamenti ovini da latte nelle circo- scrizioni Centro e Sud-Isole.
5.3.1. Bovini da latte
Le informazioni fondamentali relative a questo processo produttivo desunte dal cam- pione RICA sono riepilogate nella successiva tabella 5.2:
Tabella 5.2 – Caratteristiche dell’allevamento bovino da latte per area di riferimento
Area N° osservazioni UBA medie per allevamento Lattifere medie per azienda 2001-02 2003 2001-02 2003 2001-02 2003
Nord Ovest 707 521 66,64 128,35 41,68 81,74
Nord Est 361 279 52,92 54,28 36,59 36,10
Nord 1.067 800 62,00 102,52 39,96 65,82
Fonte: nostre elaborazioni su dati RICA
Già dalla lettura di queste prime sintetiche informazioni, si desume che nel passaggio dal campione 2001-02 a quello 2003 sono avvenute significative variazioni, ed in par- ticolare:
- diminuisce sia la numerosità che la frequenza delle osservazioni complessive dello strato: gli allevamenti bovini da latte delle regioni del Nord, presenti nel 2001-02 nel 6,2% del campione complessivo rilevato in Italia, nel 2003 si riscontrano solo nel 5,3% del nuovo campione. Tale diminuzione coinvolge in modo sostanzialmen- te uniforme entrambe le aree considerate;
- la dimensione media dell’allevamento, espressa sia dalle UBA medie che dal nume- ro medio di lattifere, è aumentata sensibilmente, e tale crescita dimensionale si rea- lizza quasi esclusivamente nell’area Nord Ovest, mentre l’area Nord Est presenta una sostanziale stabilità dimensionale. Questo fenomeno è da attribuire esclusiva- mente alla variazione del campione RICA per l’anno 2003, in quanto tra le azien- de del nuovo campione casuale sono state inserite per la prima volta anche impre- se di grandi e grandissime dimensioni, che tuttavia per difficoltà varie di rilevazio- ne (evidentemente più diffuse nell’area Nord Est) non sempre hanno potuto essere incluse nel campione reale.
Per approfondire la conoscenza della dinamica dimensionale dei campioni analizzati è stato elaborato il grafico 5.1, che evidenzia come il campione 2003, nonostante la sensibile riduzione numerica rispetto all’anno precedente, includa addirittura aziende con oltre 2.000 UBA nel Nord Ovest, mentre nell’anno precedente non arrivava nep- pure a 500. Molto diverso il caso del Nord Est, dove invece le due distribuzioni, sia pure in presenza di una diversa numerosità delle aziende, sono sostanzialmente simi- li, arrivando comunque a valori massimi di UBA intorno a 1.000.
Figura 5.1 – Distribuzione degli allevamenti bovini da latte del campione RICA del Nord Italia in base al numero di UBA allevate per azienda
E’ evidente che in presenza di dinamiche dimensionali così forti è difficile pensare ad una analisi dei risultati del processo basata sui valori assoluti; la successiva tabella 5.3 rappresenta pertanto tali risultati sotto forma di indici rapportati alle UBA o al numero di lattifere, procedimento che in seguito utilizzeremo anche per l’analisi degli altri processi.
Tabella 5.3 – Risultati tecnico-economici dell’allevamento bovino da latte per area di riferimento
Area Resa unitaria Margine lordo Spese spec.
(q/lattifera) (¤/UBA) (¤/UBA)
2001-02 2003 Indice 2001-02 2003 Indice 2001-02 2003 Indice
Nord Ovest 60,78 69,07 13,6 961,6 954,8 -0,7 830,8 908,3 9,3
Nord Est 62,58 64,23 2,6 904,1 826,9 -8,5 997,1 970,7 -2,7
Nord 61,34 68,14 11,1 945,0 931,2 -1,5 878,8 919,8 4,7
Fonte: Nostre elaborazioni su dati RICA
I fenomeni notevoli da registrare nel passaggio dal campione 2001-02 a quello 2003 sono:
- un sensibile aumento (+11,1%) delle rese unitarie per lattifera, particolarmente con- centrato (+13,6) nell’area Nord Ovest;
- un forte aumento delle spese specifiche concentrato nell’area Nord Ovest (+9,3%), che si contrappone alla lieve diminuzione (-2,7%) registrata nel Nord Est; - una considerevole flessione del margine lordo unitario riscontrabile questa volta nel
0 500 1000 1500 2000 2500 0 100 200 300 400 500 600 700 800 Aallevamenti n° N u m e ro d i U B A Nord Ovest 2002 Nord Ovest 2003 Nord Est Nord Est 2003
Nord Est (-8,7%), a fronte di una sostanziale stabilità del medesimo valore nel Nord Ovest.
Questi fenomeni, certamente non semplici da interpretare sono, a nostro parere, la risultante di diverse dinamiche sovrapposte, sia di origine congiunturale che campio- naria. Premesso che la dinamica dei prezzi del latte tra il biennio 2001-02 ed il 2003 nelle aree considerate è risultata pressoché omogenea in senso fortemente negativo (- 7,7%), nel caso del Nord Ovest si può immaginare che la sostanziale stabilità del mar- gine lordo sia la risultante dell’azione combinata dei seguenti fattori:
- forte incremento delle rese in latte; - prezzi del latte calanti;
- aumento dei costi intermedi, a sua volta giustificato sia dalla maggior produttività dei capi, sia dal maggior ricorso ad alimenti acquistati che è risultato necessario a seguito della particolare siccità riscontrata in quest’area nel 2003.
In particolare, proprio il grande recupero di efficienza riscontrato in quest’area attra- verso l’incremento delle rese in latte può essere messo in relazione solo con l’altret- tanto forte variazione del campione, che evidentemente ha portato ad includere pro- cessi produttivi notevolmente più grandi ed efficienti di quelli considerati in prece- denza. In presenza del regime di quote, è infatti da escludere che una simile dinami- ca delle rese possa essere avvenuta in termini congiunturali, dato che avrebbe com- portato un generale ed ingiustificato superamento dei quantitativi consentiti. La dimostrazione indiretta di questa ipotesi è fornita dai dati rilevati nella circoscri- zione Nord Est, dove invece, in presenza di una maggiore stabilità del campione, la diminuzione del prezzo non è stata adeguatamente compensata dalla crescita delle rese, e la lieve riduzione dei costi unitari, finalizzata forse al tentativo dei produttori di bilanciare i minori ricavi, non ha tuttavia raggiunto lo scopo. L’effetto prezzi si è quindi trasmesso dai ricavi fino al livello del margine lordo, dove si è manifestato addirittura ampliato in termini percentuali.
5.3.2. Ovini da latte
Le aziende presenti nella contabilità RICA 2001-2003, caratterizzate dalla presenza di allevamento ovino da latte, sono localizzate quasi esclusivamente nelle circoscri- zioni Centro e Sud-Isole mentre la quota residuale (circa lo 0,5% del totale italiano) nella circoscrizione Nord Ovest; non si riscontrano aziende con allevamento ovino nell’area Nord Est.
Va precisato che col termine “allevamento ovino da latte” in questa sede non ci si rife- risce a tutti gli allevamenti di ovini in cui è presente la produzione di latte, ma solo a quelli in cui questo tipo di prodotto rappresenta effettivamente una fonte considere- vole di entrata. Ciò in quanto l’allevamento ovino è, per sua natura, particolarmente orientato ad ottenere produzioni multiple: la carne (adulti a fine carriera e agnelli), che ovviamente è sempre presente, poi il latte ed infine la lana. La classificazione effettuata dal rilevatore in base all’indirizzo considerato prevalente (carne, latte,
misto) è quindi particolarmente difficoltosa, in quanto non sempre i criteri classifica- tori utilizzati sono omogenei; per questo motivo i dati di seguito esposti considerano anche l’applicazione di un ulteriore criterio di selezione, basato sull’effettiva presen- za nel processo considerato di una produzione lattiera minima (fissata in 100 kg di latte per pecora/anno) tale da rendere plausibile l’indirizzo produttivo assegnato dal rilevatore.
La successiva tabella 5.4 riepiloga le informazioni principali relative a questo proces- so produttivo, desunte dal campione RICA 2001-2003.
Tabella 5.4 – Caratteristiche dell’allevamento ovino da latte per area di riferimento
Area N° osservazioni N° ovini medi N° pecore medie per allevamento per allevamento 2001-02 2003 2001-02 2003 2001-02 2003
Sud – Isole 637 467 206,48 224,46 162,88 180,69
Centro 111 79 247,34 306,10 212,77 258,47
Centro e Sud - Isole 748 546 212,54 236,27 170,29 191,94
Fonte: Nostre elaborazioni su dati RICA
Come si vede, il maggior numero di allevamenti ovini rilevati dalla RICA (85% del totale) ricade nella circoscrizione Sud-Isole; numericamente più contenuta, ma carat- terizzata da greggi più grandi, la presenza degli ovini nella circoscrizione Centro. La dinamica di transizione al nuovo campione in entrambe le circoscrizioni fa registrare una contrazione nel numero assoluto di aziende (tra il 25 ed il 30%) ed una variazio- ne positiva, particolarmente accentuata nell’area del Centro, nel numero medio di capi per allevamento, intesi sia come capi in complesso sia come capi in produzione (pecore).
Tabella 5.5 – Risultati tecnico-economici dell’allevamento ovino da latte per area di riferimento
Area Resa unitaria Margine lordo Spese spec.
(q/pecora) (¤/UBA) (¤/UBA)
‘01-02 2003 Indice ‘01-02 2003 Indice ‘01-02 2003 Indice
Sud – Isole 2,29 2,32 1,6 126,1 125,6 -0,4 66,1 73,8 11,6
Centro 2,04 2,60 27,6 152,4 200,3 31,4 79,9 91,6 14,6
Centro e
Sud - Isole 2,24 2,38 6,12 130,7 139,6 6,9 68,5 77,1 12,60
Fonte: Nostre elaborazioni su dati RICA
Nonostante la presenza di questa dinamica dimensionale, nelle aziende del Sud ed Isole si registra, nel passaggio dal campione 2001-02 a quello del 2003, una notevo- le stabilità dal punto di vista sia tecnico che economico: la produzione di latte per pecora ed i margini lordi sono sostanzialmente stabili, e solo le spese unitarie risulta- no incrementate di circa il 12%. Si consideri però che tale maggior costo in pratica è stato quasi interamente compensato dai maggiori ricavi, che non dipendono però dal
prezzo del prodotto principale (anche per il latte ovino la RICA segnala nel periodo una sfavorevole dinamica dei prezzi), ma va invece ricercata in una buona crescita dei ricavi diversi (agnelli e lana). Inoltre è probabile che all’origine dell’incremento dei costi vi siano cause congiunturali, quali la prolungata siccità del 2003 che ha deter- minato in particolare un incremento del costo dei prodotti per l’alimentazione (forag- gi e mangimi) peraltro avvertito anche al Centro.
A parte questa similitudine sul comportamento delle spese specifiche, la situazione negli allevamenti del centro è profondamente diversa. Qui la variazione del campio- ne (tasso di variazione 54%), oltre all’aumento del gregge, ha determinato un incre- mento della resa in latte di oltre il 25%, che ha avuto evidenti riflessi anche sui risul- tati economici: nonostante il rilevante incremento dei costi unitari (+15%) e la fles- sione dei prezzi del latte, si osserva infatti un cospicuo aumento (+31%) del Margine lordo per capo. I positivi risultati economici registrati nel 2003 rispetto al biennio pre- cedente sono dunque sicuramente e principalmente influenzati dalla variazione cam- pionaria nel frattempo intervenuta, che ha interessato allevamenti non solo più gran- di, ma anche tecnologicamente più evoluti, come dimostrano le maggiori produzioni rilevate.