• Non ci sono risultati.

La rete contabile agricola nazionale RICA : da rete di assistenza tecnica a fonte statistica

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "La rete contabile agricola nazionale RICA : da rete di assistenza tecnica a fonte statistica"

Copied!
199
0
0

Testo completo

(1)

LA RETE CONTABILE

AGRICOLA NAZIONALE

RICA

DA RETE DI ASSISTENZA TECNICA

A FONTE STATISTICA

a cura di

Carla Abitabile e Alfonso Scardera

Istituto Nazionale di Economia Agraria

i

m

et

o

d

i

R

IC

A

i

m

et

o

d

i

R

IC

A

rica

IT

A

L

IA

IT

A

L

IA

(2)

Istituto Nazionale di Economia Agraria

LA RETE CONTABILE

AGRICOLA NAZIONALE

RICA

DA RETE DI ASSISTENZA TECNICA

A FONTE STATISTICA

a cura di

(3)

Questo volume della collana I Metodi RICA è frutto della collaborazione di alcu-ni ricercatori INEA coordinati da Carla Abitabile. La redazione delle varie parti del volume si deve in particolare a:

Carla Abitabile capitolo 1 (tranne paragrafo 1.5.2) e capitolo 7, paragrafo 7.1

Patrizia Borsotto capitolo 5 (tranne paragrafi 5.1 e 5.2)

Roberto Cagliero capitolo 6, paragrafi 6.1 e 6.2

Federica Cisilino capitolo 3

Gianni Corsetti capitolo 1, paragrafo 1.5.2, ha inoltre collaborato

all'imposta-zione e elaboraall'imposta-zione dati del Capitolo 2 Antonella De Cicco capitolo 2

Paola Doria capitolo 4, paragrafi 4.2 e 4.4

Alfonso Scardera capitolo 4, paragrafi 4.1, 4.3 e 4.5, capitolo 7, paragrafo 7.2

Giorgio Seroglia capitolo 5, paragrafi 5.1 e 5.2

Stefano Trione capitolo 6, paragrafi 6.3 e 6.4

Roberta Capretti ha curato la segreteria del gruppo di lavoro

Coordinamento editoriale: Federica Giralico Fotocomposizione: Sofia Mannozzi

La collana INEA I metodi RICA ha già pubblicato:

- L'uso statistico della rete di informazione contabile nel contesto delle statisti-che agricole / a cura di Carla Abitabile - LG. - Roma: INEA, maggio 2002 - 84 p.

- L'agricoltura biologica in Italia. Metodologie di analisi e risultati dell'utilizzo dei dati RICA / a cura di Alfonso Scardera e Raffaele Zanoli - LG. - Roma: INEA, luglio 2002 - 120 p

- La revisione del catasto terreni: contributo per un dibattito / a cura di Giorgio Seroglia - LG. - Roma: INEA , maggio 2003 - 110p.

- Metodologia di analisi di tecniche produttive agricole. Risultati in Valle D'Aosta e Liguria / a cura di P. Borsotto, G. Seroglia, S. Trione - LG. - Roma: INEA, aprile 2004 - 107p.

(4)

INDICE

PRESENTAZIONE 7

PARTE 1: IL CAMPIONE RICA 11

CAPITOLO 1 - L’indagine RICA 2003 13

1.1. Premessa 13

1.2. Il disegno dell’indagine integrata RICA-REA 14

1.3. La definizione del campione RICA-REA 2003 17

1.4. L’organizzazione dell’indagine integrata 20

1.5. Gli esiti dell’indagine RICA-REA 2003 22

1.5.1. Una lettura sintetica dei risultati 22

1.5.2. I risultati dell’indagine in dettaglio 26

1.6. Le questioni aperte dell’indagine RICA-REA 2003 29

CAPITOLO 2 - Il confronto tra campione volontario e campione casuale 33

2.1. Introduzione 33

2.2. Differenze strutturali tra i campioni RICA 34

2.3. Confronto tra distribuzioni. Test chi quadro 43

CAPITOLO 3 - La serie storica RICA 49

3.1. Sulla questione della rappresentatività dei dati RICA 49

3.2. Analisi delle serie storiche: considerazioni teoriche per valutazioni

qualitative e quantitative 50

3.2.1. La post-stratificazione 52

3.2.2. Il caso del Veneto: la serie storica RICA 1990-2000 53 3.2.3. Il campione nazionale RICA 2002 e RICA 2003 60

3.3. Riflessioni conclusive 67

PARTE 2: I RISULTATI RICA 69

CAPITOLO 4 - L’agricoltura attravero il campione RICA 2003 71

4.1. Introduzione 71

4.2. Il confronto strutturale e patrimoniale tra i campioni RICA

volontario e casuale 72

4.3. Il confronto dei risultati economici tra i campioni RICA volontario

(5)

4.4. La struttura dell’agricoltura italiana attraverso il riporto all’universo

del campione RICA 90

4.5. L’efficienza economica attraverso il riporto all’universo del

campione RICA 93

CAPITOLO 5 - I risultati campionari per attività produttiva 101

5.1. Introduzione 101

5.2. La metodologia adottata ed i processi analizzati 102

5.3. Allevamenti 103

5.3.1. Bovini da latte 104

5.3.2. Ovini da latte 106

5.4. Colture per prodotti da trasformazione 108

5.4.1. Vite per vino di qualità 108

5.4.2. Olivo da olio 110

5.5. Colture permanenti 111

5.5.1. Melo 111

5.5.2. Arancio 112

5.6. Seminativi 113

5.6.1. Mais ibrido da granella 113

5.6.2. Frumento tenero 115

5.6.3. Frumento duro 116

5.7. Conclusioni 117

5.7.1. Considerazioni generali 117

5.7.2. Il riallineamento dimensionale dei campioni: il caso dei bovini

da latte del Nord Ovest 118

CAPITOLO 6 - La valutazione delle politiche pubbliche 123

6.1. L’archivio “RICA per valutazione” 123

6.2. Il sostegno pubblico alle aziende agricole italiane secondo la RICA 124

6.3. La RICA per la descrizione del contesto: il campione costante 130

6.4. Limiti e potenzialità della RICA a fini di valutazione delle politiche 130

CAPITOLO 7 - Considerazioni di sintesi e prospettive 137

7.1. Alcune considerazioni sull’indagine RICA-REA 2003 137

(6)

Bibliografia 145

Glossario 149

Appendice Statistica 161

Appendice A – Esiti indagine RICA-REA 2003 163

Appendice B.1 - Caso Veneto - Il test chi-quadro di conformità 165

Appendice B.2 - Caso Veneto -Elaborazioni per la stima delle variabili

attraverso la post-stratificazione 173 Appendice B.3 - RICA Nazionale - Elaborazioni per la stima delle variabili

(7)
(8)

PRESENTAZIONE

Questo lavoro è dedicato alla presentazione di alcuni risultati di un progetto che ha posto le basi per una trasformazione radicale della RICA italiana. Avviato alcuni anni fa da chi scrive, il progetto di ristrutturazione è stato condotto congiuntamente da un gruppo di ricercatori e tecnici dell’INEA che ne ha condiviso finalità e contenuti. L’idea di fondo era dare alla RICA, oltre all’autorevolezza di fonte ufficiale, anche una valenza più ampia di quella che le veniva usualmente riconosciuta: in particola-re, ci sembrava che la potenzialità informativa raggiunta non fosse proporzionata alle notevoli risorse impegnate nel sistema, e che quindi queste ultime non avessero modo di esprimersi compiutamente. I sintomi più evidenti di tale disagio erano, a valle del processo di produzione dati, la scarsa utilizzazione della rete a livello nazionale e le ricorrenti perplessità degli utenti sulla qualità delle informazioni prodotte e sull'effet-tiva capacità di rappresentare la nostra realtà agricola; a monte, l’incerta situazione finanziaria a sostegno del sistema, che a nostro parere (e forse anche in conseguenza della sua ridotta fruibilità) non veniva adeguatamente affrontata.

La consapevolezza della mancata valorizzazione della RICA non era comunque pre-sente esclusivamente all’interno dell’INEA, se si pensa che nel 1991 un gruppo di ricercatori universitari, nell’ambito del Progetto Finalizzato RAISA del CNR, adotta-rono la RICA quale fonte principale di informazioni aziendali per tutto il proprio per-corso di ricerca nell’intento di “…valorizzazione delle informazioni comunque rac-colte per altre finalità dall’INEA ai fini della RICA,…” (Cannata, 1994). Anche gra-zie all’intensa utilizzazione dei dati da parte del gruppo RAISA, allo stretto lavoro di collaborazione tra quest’ultimo e l’INEA, ai risultati emersi durante la ricerca ed alle osservazioni e critiche volte a potenziare questo patrimonio informativo comune, è aumentata anche la consapevolezza da parte INEA delle difficoltà incontrate dagli utenti esterni alla struttura. Da qui l’idea di adattare il sistema RICA all’evoluzione delle esigenze informative ampliando il suo dominio a taluni aspetti emergenti in que-gli anni (informazioni sulle interazioni tra agricoltura e ambiente, sui redditi extragri-coli, ecc.) e definendo una nuova strategia per migliorare la sua base campionaria. Venne dunque dato avvio al progetto di ristrutturazione della RICA, progetto che si è sviluppato secondo percorsi paralleli, ma strettamente connessi e convergenti rispet-to all’obiettivo centrale di valorizzare la rete migliorandone qualità ed utilità. I due assi principali su cui si concentrò l’impegno furono, per un verso, conferire rigore sta-tistico alla base campionaria mediante la selezione casuale delle aziende e, per altro verso, intervenire sulla metodologia contabile utilizzata per la rilevazione dei dati per migliorarne la qualità.

Tuttavia, affinché tali interventi interni risultassero efficaci, era innanzitutto necessa-rio rafforzare il carattere di sistema della RICA consolidando i rapporti con le com-ponenti esterne. Si diede allora inizio ad un impegnativo lavoro sul fronte istituziona-le per favorire il coinvolgimento attivo di diversi soggetti e dare così maggiore

(9)

stabi-lità alla Rete, sia per quanto riguarda il contesto di svolgimento, sia per la parte finan-ziaria. Va infatti ricordato che la Rete contabile rappresentava e rappresenta tuttora un patrimonio informativo sull’agricoltura unico per ricchezza e dettaglio dei dati, per risorse impiegate, per organizzazione e capacità di penetrazione sul territorio nazio-nale. Questo giustificava una maggiore attenzione da parte di tutte le istituzioni pub-bliche interessate ed un lavoro di concertazione che andasse al di là degli interessi particolari dei singoli organismi e che avesse finalità di carattere generale e di pub-blica utilità.

In particolare, l’obiettivo che si condivise fu quello di lavorare per la rappresentativi-tà del campione contabile integrando le due indagini economiche sull’agricoltura gestite da ISTAT e INEA. Tale obiettivo costituiva l’elemento aggregante poiché tro-vava tutte le parti concordi: l’amministrazione pubblica che, utilizzando in maniera più efficiente le risorse impegnate, avrebbe migliorato tra l’altro la propria immagine e gli enti strumentali che, oltre all’economicità del processo, puntavano ad aumenta-re l’efficacia delle indagini.

Tra gli altri percorsi di valorizzazione vale la pena richiamare il fronte dell’utilizza-zione dei dati: considerata la natura contabile dei dati prodotti, non sempre di facile comprensione, si cercò di migliorare il rapporto di comunicazione con l’utenza mediante un meccanismo di assistenza nella fase di estrazione ed elaborazione dati da parte di personale esperto che favorisse l’utilizzazione dei dati da parte sia di ricerca-tori interni che esterni.

Un lavoro complesso ed ambizioso, dunque, che avrebbe beneficiato di un robusto aumento di risorse professionali dedicate alla RICA perché potesse svolgersi secon-do la scansione ed i ritmi previsti, ma che invece ha risentito di un graduale assotti-gliamento delle forze in campo. Anche per questo, il progetto di ristrutturazione della RICA non può certamente dirsi compiuto; esso è stato, tra l’altro, interrotto dal pro-cesso di riorganizzazione avviato recentemente all’interno dell’Istituto che ha riasse-gnato ruoli e responsabilità e ha promosso per la RICA una nuova stagione di rifles-sioni e proposte. Tuttavia, l’orizzonte temporale considerato nel volume attiene al progetto originale e quindi le analisi proposte si focalizzano sull’anno 2003 perché tale ciclo contabile si colloca interamente al suo interno ed è pertanto coerente con i suoi obiettivi. Tra le attività condotte, la ri-definizione del campione RICA realizza-ta a partire dal 2003 srealizza-ta infatti producendo i primi risulrealizza-tati e, sebbene si tratti di un processo tuttora in evoluzione, ci sembra che alcune considerazioni e valutazioni pos-sano essere espresse.

Il lavoro che viene qui presentato vuole quindi raccontare quell’esperienza di ristrut-turazione innanzitutto per una finalità conoscitiva, in secondo luogo per dare indica-zioni utili ad una interpretazione corretta delle informaindica-zioni contabili, soprattutto con riferimento ad una lettura longitudinale dei dati, cercando di mettere in evidenza l’in-fluenza del nuovo disegno campionario sulle variazioni intervenute nei risultati con-tabili. Uno degli aspetti più delicati del rinnovamento del campione è infatti rappre-sentato dalla rottura della serie storica: il campione RICA 2003 è stato modificato sia

(10)

sul piano metodologico che nella composizione, rendendo particolarmente problema-tica la connessione tra i risultati post e ante ristrutturazione.

Le analisi svolte nel volume sono finalizzate ad una prima esplorazione degli effetti dell’introduzione del campione probabilistico nel sistema RICA. In particolare, nella prima parte del lavoro si esaminano le modifiche strutturali indotte nell’articolazione tipologica del campione con l’intento di evidenziare che la RICA è ancora un osser-vatorio privilegiato delle imprese italiane di medie dimensioni, anche se si è registra-to uno spostamenregistra-to verso le grandi aziende. Viene inoltre affrontata la questione della lettura longitudinale dei dati, prendendo in esame alcune tecniche che possono con-tribuire a superare i problemi posti dalla rottura nella serie storica.

Nella seconda parte del volume le analisi vengono invece svolte sui dati della RICA 2003, anche in raffronto con la precedente “versione” del campione 2001-2002. Oltre ad una lettura aziendale delle informazioni strutturali ed economiche, vengono presi in esame i risultati di alcuni processi produttivi di rilevanza nazionale e viene inoltre esplorata la capacità del campione di fornire indicazioni per la valutazione dell’im-patto delle politiche agricole.

(11)
(12)
(13)

CAPITOLO 1 - L’indagine RICA 2003

1.1. Premessa

Alla fine degli anni ’90 le istituzioni nazionali e regionali coinvolte nel processo di produzione delle statistiche agricole tentano di realizzare concretamente un progetto di integrazione di indagini che “…eviti sovrapposizioni e duplicazioni, riduca l’one-re della risposta ed ottimizzi l’uso delle risorse disponibili.”(Serino, Tafuro, 2000). Per dare attuazione alla normativa comunitaria che introduce il nuovo sistema euro-peo dei conti nazionali (Reg. CEE 2223/96), l’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), l’Istituto Nazionale di Economia Agraria (INEA) e le Regioni e Province Autonome (di seguito Regioni) organizzano quindi la prima edizione dell’indagine campionaria integrata sui Risultati Economici delle Aziende agricole (REA),

utiliz-zando la consolidata Rete di Informazione Contabile Agricola (RICA-Italia)1per

rile-vare anche le informazioni utili per gli obiettivi di contabilità nazionale e regionale. Tuttavia, la REA compresa nel Programma Statistico Nazionale 1998-2000 ed esegui-ta in maniera sperimenesegui-tale a partire dal 1998 su un campione ristretto di aziende scel-te in modo casuale, non può essere considerata inscel-tegrata perché, rispetto al progetto iniziale di coordinamento delle indagini, la REA viene in pratica realizzata in manie-ra unilatemanie-rale dall’ISTAT, rilevando informazioni di natumanie-ra socio-economica a livello di singola azienda agricola su un campione di circa 7.000 aziende per anno a livello nazionale. Per qualche anno, dunque, vengono condotte due indagini economiche di portata nazionale sul settore agricolo che non riescono a trovare punti di raccordo pur avendo, le istituzioni interessate, definito le modalità tecniche di attuazione, rileva-zione ed esecurileva-zione dell’indagine. Dopo tre anni dall’avvio del progetto di integra-zione, l’esperienza viene considerata conclusa: di fatto le due indagini coesistono separatamente e si è comunque molto lontani dal raggiungere gli obiettivi prefissati a causa di problemi di natura tecnico-organizzativa e finanziaria. L’adozione del

cam-pione casuale derivante dagli elenchi aziendali censuari dell’ISTAT2, presupposto

del-l’integrazione, trova in realtà molti ostacoli e, insieme alla difficoltà di integrazione a livello delle reti di rilevazione regionali, rende di fatto impraticabile la realizzazio-ne del progetto. Inoltre il finanziamento della nuova indagirealizzazio-ne, in consideraziorealizzazio-ne dei notevoli fondi necessari, rappresenta un altro aspetto di difficile soluzione dovendo tra l’altro coinvolgere tutti gli enti, ciascuno per la parte di competenza.

E’ dunque necessario posticipare l’integrazione delle indagini all’individuazione di soluzioni finanziarie ed organizzative in grado di creare condizioni adeguate alla

rea-1 Quest’ultima, come noto, viene istituita dal regolamento CEE 79/65 per soddisfare le esigenze

conosci-tive dell’Unione Europea riguardo al funzionamento economico delle imprese agricole. Le informazioni socio-economiche di campioni di aziende classificate sulla base di una tipologia comune costituiscono una fonte statistica ufficiale a livello nazionale e comunitario e rappresentano un supporto utile alla definizio-ne e alla gestiodefinizio-ne delle politiche agricole dell’U.E. In Italia la Rica viedefinizio-ne istituita con DPR 1708/65 che affida all’Inea il coordinamento della rete nazionale, operativa sin dal 1970.

2 In realtà, in questa prima edizione dell’indagine, l’universo di riferimento è costituito dall’Indagine

(14)

lizzazione del progetto. L’individuazione di un meccanismo finanziario a sostegno della RICA – che conferisce al sistema autonomia e flessibilità – e un intenso lavo-ro di raccordo e coordinamento tra gli enti consente infine il concreto avvio dell’in-tegrazione RICA-REA solo a partire dal 2003. A livello istituzionale, un Protocollo d’intesa tra INEA, ISTAT e Regioni, a cui in un’edizione successiva del Protocollo si aggiunge anche il MiPAAF, costituisce il riferimento formale per la nuova indagine RICA-REA definendo contenuti tecnici dell’indagine, ruoli e compiti degli enti coin-volti e flussi finanziari.

A partire quindi dall’anno di riferimento contabile 2003, si avvia il processo di tra-sformazione della RICA-Italia da fonte informativa, finalizzata prevalentemente al supporto per la gestione delle aziende agricole, a fonte statistica. Sul piano dell’uti-lizzazione dei dati, si tratta di un passaggio abbastanza formale se si pensa che, sin dalla sua istituzione, la RICA viene usata per i più svariati obiettivi: da esigenze cono-scitive di carattere generale agli obiettivi propri della gestione delle politiche, da ana-lisi specifiche a livello territoriale o per settore produttivo allo studio dell’agricoltura nazionale e comunitaria, da finalità soltanto metodologiche a elaborazioni statistiche. Ma questo stesso passaggio rappresenta per la RICA l’occasione per ribadire ufficial-mente la propria capacità informativa sull’agricoltura italiana, capacità da sempre messa in discussione soprattutto per il carattere volontaristico dell’indagine. E’ quindi da molto tempo che si discute di ristrutturazione della RICA e, sebbene in occasione della prima edizione dell’indagine nel 1998 fossero stati divulgati i conte-nuti del progetto (Abitabile, Scardera, 2000), questo volume rappresenta la prima occasione per l’INEA di dare informazioni dettagliate sull’integrazione ed i suoi primi risultati, anche se è opportuno sottolineare ancora una volta come l’intero pro-cesso sia da considerarsi in piena evoluzione. Questo contributo in particolare si pone l’obiettivo di descrivere brevemente il disegno dell’indagine nei suoi elementi tecni-ci ed organizzativi e nei relativi risultati printecni-cipali, mettendo in evidenza alcuni dei principali problemi dell’integrazione.

1.2. Il disegno dell’indagine integrata RICA-REA

Il disegno generale dell’integrazione RICA-REA 2003 ricalca per molti aspetti quel-lo dell’anaquel-loga indagine sperimentale tentata qualche anno addietro, a riprova della validità teorica dell’iniziativa e della sua potenziale utilità.

Il progetto di integrazione delle indagini statistiche economiche per l’agricoltura REA e RICA-Italia mira ad utilizzare l’expertise delle istituzioni interessate e la strut-tura organizzativa della rete contabile agricola nazionale per la rilevazione delle informazioni utili alla conoscenza del settore primario ed alla gestione delle politiche agricole. Rispetto alle stesse indagini considerate separatamente, il valore aggiunto della nuova indagine integrata – denominata RICA-REA – si identifica in estrema sintesi nella possibilità di disporre della ricchezza informativa della rete contabile per un campione di aziende rappresentativo della realtà agricola italiana. Sul piano dei

(15)

vantaggi, sono comunque da considerarsi gli aspetti collaterali, ma non secondari,

relativi all’elevata qualità dei dati3, all’economia di risorse, alla riduzione del fastidio

statistico alle imprese, alle aumentate possibilità di coordinamento e controllo dell’in-tera rete derivante dalla stretta collaborazione tra le istituzioni.

Gli elementi problematici dell’integrazione si possono individuare invece nella accre-sciuta complessità del sistema che richiede uno sforzo non irrilevante da parte dei soggetti coinvolti per il raggiungimento di compromessi accettabili relativamente ad obiettivi, soluzioni metodologiche, attribuzione di ruoli e funzioni, condivisione dei risultati. Per questo, malgrado il disegno dell’indagine si presenti tecnicamente piut-tosto semplice, la sua realizzazione è stata invece complessa ed onerosa soprattutto nella fase preliminare che ha garantito il coinvolgimento attivo delle istituzioni per il necessario sostegno (anche finanziario) del progetto e per la sua definizione. La for-malizzazione di un protocollo di intesa tra Ministero agricolo, Regioni e Province autonome, ISTAT ed INEA ha infine offerto il quadro normativo generale indispen-sabile per la realizzazione del progetto, completato successivamente da accordi uffi-ciali, collegati al protocollo, tra INEA e ciascuna Regione e Provincia autonoma. Un campione di aziende agricole estratto casualmente dalle indagini strutturali ISTAT costituisce la base per la rilevazione delle informazioni della nuova indagine RICA-REA destinata a rispondere sia agli obiettivi della contabilità nazionale e regionale sia a quelli propri della RICA. In particolare, il campione complessivo 2003 fa

riferimen-to all’universo UE4delle aziende agricole censite dall’ISTAT nel 2000 (ISTAT, 2002),

includendo così il campione delle aziende RICA che si riferisce invece alla quota di aziende agricole italiane relativamente più orientate al mercato, che presentano cioè una soglia minima di reddito (lordo) pari a 4.800 euro, soglia tecnicamente espressa

in Unità di Dimensione Europea (UDE)5.

Queste due differenti prospettive dell’agricoltura italiana vengono indagate tramite due strumenti di rilevazione, diversi nei dettagli delle informazioni ma integrati a

livello di variabili aggregate6e che sono conformi alle esigenze conoscitive della

con-tabilità nazionale e della RICA: più aggregate nella prima (questionario REA) (ISTAT, 2003) e con informazioni particolareggiate nella seconda (questionario RICA). Il questionario REA viene somministrato solo alle aziende con dimensione economica inferiore alle 4 UDE, mentre con quello RICA si rilevano i dati delle aziende professionali. Da quest’ultimo si desumono poi quelle informazioni

aggrega-3Il dettaglio spinto delle informazioni presenti nella RICA fornisce gli elementi per innalzare il livello di

controllo degli aggregati prodotti. Tuttavia, come viene evidenziato più avanti, l’adozione del campione casuale ha provocato una riduzione della qualità della RICA nel 2003.

4 L’universo UE è costituito da tutte le aziende agricole con almeno un ettaro di superficie agricola

utiliz-zata e dalle aziende che, pur avendo meno di un ettaro di SAU, abbiano una produzione commercializza-ta del valore di almeno 2.066 euro.

5 1 UDE corrisponde a 1.200 euro di Reddito Lordo Standard.

6 L’integrazione delle informazioni dei questionari è stata un’operazione metodologica di non semplice

(16)

te che, unite ai dati rilevati con questionario REA, forniscono i dati all’ISTAT per la contabilità nazionale.

In realtà il disegno campionario adottato per la RICA-REA del 2003 viene definito e sperimentato con l’indagine REA 2002, che utilizza la struttura RICA per la rileva-zione dei dati previsti nel questionario integrato REA. Parallelamente, e solo per que-st’anno contabile, si conduce la tradizionale indagine RICA 2002 che mantiene quin-di la classica impostazione con l’adesione volontaria degli imprenquin-ditori agricoli, caratteristica che ha mantenuto in tutti i suoi precedenti anni di vita. Tenuto conto dei risultati della REA 2002 sul piano metodologico ed organizzativo7, nel 2003 si da effettivo avvio all’integrazione secondo il modello descritto di seguito e sintetica-mente riportato in figura 1.1.

Figura 1.1 – Schema indagine RICA-REA 2003

3I risultati dell’indagine 2002 hanno dimostrano un aumento dell’efficienza della rete (Corsetti, Tommasi,

2004), ma i suoi risultati sono stati prodotti con ritardo rispetto all’avvio dell’indagine integrata 2003 che è quindi da considerarsi a tutti gli effetti di tipo sperimentale.

CENS. AGR. 2000 C. O. CE C. O. RICA campione RICA-REA Definizione Campione RICA-REA Rilevazione Dati Questionario REA Intervista retrospettiva Metodol ogia contabil e RICA Ril evazione sistematica attuale Produzione Dati Dati REA piccole aziende

Dati RICA Informazioni RICA

Informazioni REA Dati REA aziende

(17)

Un risultato importante del progetto di integrazione è la possibilità di produrre stime delle variabili di interesse per l’agricoltura italiana partendo dai risultati dell’indagi-ne integrata RICA-REA. La metodologia di calcolo degli stimatori adottata da ISTAT tiene conto del diverso punto di vista da cui la REA e la RICA guardano all’agricol-tura, ma tiene anche conto della necessità di produrre stime coerenti rispetto ad alcu-ne variabili ritenute particolarmente significative per le due indagini. Ai fini conosci-tivi della metodologia di ponderazione RICA-REA, si rimanda alla bibliografia cita-ta (ISTAT, 2003).

1.3. La definizione del campione RICA-REA 2003

Per la definizione del campione RICA-REA, si tiene innanzitutto conto della nume-rosità della quota campionaria RICA che viene fissata a 17.000 aziende agricole (pro-fessionali) da uno specifico regolamento comunitario (Reg. (CE) 60/1997). A queste vanno aggiunte le aziende di dimensione inferiore alle 4 UDE che, sulla base di ele-menti finanziari e tecnici, si stabilisce non possano essere più di 4.000. Il campione complessivo deve dunque risultare pari a 21.000 aziende circa e questo costituisce uno dei riferimenti per i disegni campionari regionali la cui aggregazione darà luogo al campione nazionale.

Per quanto riguarda la tecnica di campionamento, si opta per quella stratificata con selezione equiprobabilistica delle unità, mentre si stabilisce che l’allocazione del campione tra gli strati, definiti come di seguito, debba essere tale da minimizzare l’er-rore atteso a livello regionale di alcune variabili economiche considerate

particolar-mente rilevanti ai fini degli obiettivi dell’indagine integrata8(AA.VV., 2004). Sulla

base della precisione desiderata, viene quindi determinata la numerosità campionaria e la sua distribuzione tra gli strati mediante il criterio di allocazione di Neyman. In tal modo si ottiene una consistenza campionaria nazionale di 12.447 aziende che non è tuttavia conforme a quanto stabilito dal regolamento europeo citato. Pertanto, rispet-tando la proporzionalità esistente tra gli strati, i singoli campioni regionali vengono integrati fino ad ottenere il campione RICA 2003 definitivo, pari a 16.126 aziende (campione RICA-REA teorico).

Questa, in estrema sintesi, la procedura adottata per la determinazione del campione teorico alla base dell’indagine integrata. Di seguito vengono presentate più in detta-glio alcune delle fasi della procedura di campionamento allo scopo di evidenziare alcuni elementi di differenziazione rispetto alla tradizionale metodologia adottata dalla RICA, elementi sui quali potrebbe essere opportuno intervenire in futuro per perfezionare il disegno campionario (per la cui descrizione particolareggiata si riman-da alla bibliografia: AA.VV. cit., ISTAT, 2003).

8Le variabili considerate sono: reddito lordo standard, produzione lorda, consumi intermedi,

ammorta-menti, contributi, costi, costo del lavoro dipendente, produzione ai prezzi di base. Per queste è stato con-siderato un errore massimo a livello nazionale pari al 3%, ed un errore massimo regionale compreso tra il 5% e il 9%.

(18)

Come noto, ISTAT classifica le aziende agricole delle indagini strutturali sulla base della Decisione CE 377/85, identificandone la specializzazione produttiva (orienta-mento tecnico-economico, OTE) e la dimensione economica (espressa in UDE). Ai fini del campionamento RICA-REA, la classificazione delle oltre 2 milioni di

azien-de azien-del campo di osservazione9consente la possibilità di stratificare le aziende sulla

base di criteri tecnico-economici, oltre che geografici, creando una griglia che per-mette di accordarsi alle analoghe fonti statistiche europee e che risulta sufficiente-mente elastica da poter considerare eventuali situazioni specifiche che richiedano una diversa articolazione degli strati.

Dal campo di osservazione così stratificato, vengono ottenuti i singoli campioni regionali RICA-REA che, aggregati, danno poi origine al campione nazionale. Al fine di migliorare la qualità delle stime ottenute dal futuro campione, limitando contemporaneamente la consistenza campionaria complessiva, viene innanzitutto sta-bilita l’inclusione nel campione di tutte le aziende agricole di maggiori dimensioni economiche presenti nell’universo: un migliaio circa di unità che presentano una dimensione economica superiore a 660 UDE entra quindi a far parte “fissa” del cam-pione RICA-REA.

Sebbene tale soluzione sia stata condivisa nella prima edizione dell’indagine per i possibili vantaggi statistici, va rilevato come tale scelta presenti delle controindica-zioni per la RICA. In primo luogo, l’introduzione di tale soglia determina tassi di campionamento molto diversi per le aziende appartenenti alle ultime classi di UDE (classi di aziende con UDE minore di 660 e classe superiore), situazione che si disco-sta dai precetti della tipologia comunitaria e che comporta una distorsione nel siste-ma di ponderazione adottato dalla EU-RICA. Si tratta di un elemento nuovo introdot-to nel sistema RICA dal disegno campionario 2003: tradizionalmente il campione RICA a carattere volontaristico si presentava piuttosto deficitario nelle classi di dimensione economica maggiore a causa sia delle difficoltà riscontrate nella rileva-zione dei dati di queste unità, sia della scarsa disponibilità di queste aziende a colla-borare. Nella nuova edizione dell’indagine tali difficoltà permangono tutte ed hanno comportato un tasso di caduta molto rilevante di aziende, come si vedrà di seguito. Le rimanenti aziende del campione sono stratificate utilizzando variabili relative alla posizione geografica, alla specializzazione produttiva ed alla dimensione aziendale. Il criterio geografico adottato ha privilegiato nella maggior parte dei casi la regione amministrativa, ad eccezione di Trento, Bolzano, Veneto e Abruzzo dove viene con-siderata l’articolazione provinciale sulla base di esigenze specifiche degli enti locali relative ad un grado di rappresentatività campionaria adeguato. Vale la pena ricorda-re che la suddivisione territoriale adottata tiene conto delle esigenze conoscitive degli enti coinvolti e risponde alle indicazioni comunitarie circa i livelli di rappresentativi-tà del campione RICA (e, più in generale, RICA-REA) che prevede, oltre al criterio

9Il campo di osservazione RICA conta invece 721.146 aziende che rappresentano circa l’88% del

(19)

geografico, anche la stratificazione economico-produttiva delle aziende. Tuttavia una segmentazione differenziata e più spinta dei collettivi regionali pone problemi nella

gestione unitaria della rete, oltre ad avere effetti sulla consistenza campionaria10.

Riguardo alla specializzazione produttiva, la stratificazione delle aziende ha previsto raggruppamenti per: seminativi, ortofloricoltura, coltivazioni permanenti, erbivori, granivori, altre specializzazioni. Anche rispetto al consueto raggruppamento tipologi-co delle aziende agritipologi-cole RICA, si registra quindi un cambiamento; nei campioni pre-cedenti, la stratificazione adottata dalla RICA teneva conto delle indicazioni del Regolamento CEE 1859/82 che fa riferimento alle 17 classi dell’orientamento

princi-pale11, pur ammettendo la possibilità di ulteriori raggruppamenti in casi specifici.

Un altro elemento di novità si riscontra nei criteri di stratificazione adottati relativa-mente alle variabili dimensionali, sia con riferimento alla più tradizionale dimensio-ne economica, per la quale sono state adottate classi diverse da quelle usate in passa-to, sia per l’introduzione di una nuova variabile di stratificazione relativa all’impiego di lavoro aziendale.

Per quanto riguarda la distribuzione del nuovo campione per classi di dimensione economica, contrariamente a quanto previsto per i campioni RICA degli anni

prece-denti12, è stata individuata una soglia di dimensione economica per ciascuna

circoscri-zione tale da individuare un numero di classi eterogeneo a livello regionale (in alcu-ne regioni è pari a 2, in altre è pari 3), a cui si aggiunge la classe delle aziende ‘gran-di’ censite. Il numero degli strati UDE viene mantenuto inferiore a quello dei prece-denti campioni allo scopo di introdurre un’ulteriore variabile di stratificazione, il numero di giornate lavorative, considerata rilevante ai fini ISTAT. Nella tabella 1.1 vengono riportati gli strati definiti dalle classi di UDE e di giornate lavorate.

Tabella 1.1 – Ripartizione campione RICA-REA 2003 in classi UDE e giornate lavorate

Classi di UDE Classi di giornate lavorate

Meno di 140 140-280 280-2520 Oltre 2520

UDE ≤ 4

4 < UDE ≤ soglia regionale soglia regionale < UDE < 660

In definitiva, il numero complessivo degli strati nel campione RICA 2003 corrispon-de a 1.872, corrispon-decisamente ridotti rispetto agli oltre 5.000 strati corrispon-del campione 2002 (e i

10 Una segmentazione più spinta dei campioni regionali sarebbe comunque vantaggiosa ai fini

dell’otte-nimento di stime per aree sub-regionali (Cochran, 1977).

11 I 17 OTE principali sono riportati nella tabella 3.1 del capitolo 3 di questo volume.

12 Le classi UDE adottate nelle precedenti stratificazioni del campione RICA sono: 2-4 UDE (fino al

(20)

6.426 dei campioni precedenti). Tale riduzione si giustifica soprattutto con la neces-sità di avere classi più ampie che permettano di sostenere la caduta di aziende duran-te la fase di rilevazione, caduta che in questa prima edizione dell’indagine si duran-teme piuttosto elevata. Si riduce pertanto il rischio che interi strati della popolazione non siano rappresentati dal campione. E’ evidente tuttavia che gli eventuali benefici di tale scelta andranno verificati sulla base dei risultati delle indagini successive, tenendo anche conto che, in merito alla stratificazione adottata, la CE ha rilevato la necessità di una revisione dei nostri criteri per adattare meglio il disegno campionario naziona-le a quello comunitario.

La ripartizione del numero delle aziende dei singoli campioni regionali in ciascuno strato viene effettuata in modo da minimizzare la variabilità di alcuni parametri con-siderati rilevanti per gli obiettivi dell’indagine integrata. Questi parametri vengono estratti dalle indagini strutturali ed economiche svolte negli anni precedenti: - il Reddito Lordo Standard (RLS, derivato dal Censimento dell'Agricoltura 2000); - la produzione lorda, i consumi intermedi, gli ammortamenti, i contributi pubblici

(derivati dall’indagine RICA 2000 svolta su circa 15.000 aziende);

- i costi totali, il costo del lavoro dipendente, la produzione ai prezzi di base (deriva-ti dall’indagine REA 1999 che riguarda un campione di 7.000 aziende agricole).

1.4. L’organizzazione dell’indagine integrata

Informazioni sulle modalità con cui l’indagine integrata viene realizzata possono essere utili per valutare la presenza di eventuali problemi nei risultati. Evidenziare alcuni dei punti deboli del modello organizzativo che sottende all’indagine è quindi l’obiettivo di questo paragrafo.

E’ stato già detto altrove in questo capitolo che la rilevazione dei dati di tutte le unità statistiche del campione RICA-REA viene effettuata tramite una sola rete di rileva-zione, quella che è propria della RICA coordinata dall’INEA. Questo rappresenta un elemento qualificante dell’integrazione soprattutto perché la struttura di rilevazione della RICA-Italia utilizza tecnici competenti con specifiche conoscenze in materia agricola ed esperienza di rilevazione di dati economici in agricoltura. I rilevatori ven-gono selezionati da albi appositamente costituiti in seguito a selezioni pubbliche, oppure fanno capo ad organizzazioni di categoria che hanno specifica competenza sul territorio e, in ogni caso, vengono adeguatamente formati e seguiti lungo tutto il pro-cesso di rilevazione dei dati.

Ci sono tuttavia casi in cui la molteplicità dei soggetti istituzionali cui fanno capo le reti locali di rilevazione pone problemi di coordinamento, ostacolando la possibilità di controllo e verifica dell’operato dei tecnici. Il progetto di integrazione ha amplifi-cato tali problemi, aumentando il numero dei referenti istituzionali ed alterando il pre-cedente assetto di alcune reti locali con la necessità di una ri-definizione di ruoli e competenze. Questi problemi naturalmente hanno riflessi negativi sulla qualità dei dati e sulla tempestività dell’indagine, e non limitatamente ai casi direttamente

(21)

inte-ressati, poiché la chiusura del ciclo di produzione dei dati è da considerarsi univoco per organizzazione e prodotti finali (banche dati nazionale ed europea). Vale la pena ricordare tuttavia che, anche ai fini della reale efficacia del sistema informativo agri-colo nazionale, le reti contabili regionali vanno considerate come sistemi informativi con una propria identità e con esigenze conoscitive specifiche, elementi di cui va tenuto conto nella gestione della corrispondente rete nazionale.

Per quel che riguarda la rilevazione, i dati della metodologia contabile RICA-Italia vengono raccolti tramite un pacchetto informatico che consente, oltre alla raccolta dei dati, il controllo degli stessi ed una serie di analisi per la valutazione dell’efficienza di gestione complessiva e dei risultati dei singoli processi produttivi. Il pacchetto RICA-Italia viene utilizzato in tutte le Regioni e Province autonome ad eccezione dell’Emilia Romagna che adotta una propria metodologia. Si tratta di un prodotto messo a punto dall’INEA diversi anni fa e progressivamente aggiornato ed adattato alle nuove istan-ze conoscitive RICA, ma poco adatto ai nuovi obiettivi dell’indagine (Seroglia,

2003)13. I dati REA vengono invece prodotti in due “segmenti” diversi. Mediante

un’intervista retrospettiva strutturata utilizzando il più compatto questionario REA14,

vengono raccolti dati nelle aziende con UDE minore di 4 e in tutte quelle aziende che, pur presentando un UDE superiore a 4, non hanno dato disponibilità a fornire i propri dati contabili, oppure che non è stato possibile rilevare con il software RICA-Italia per motivi di ordine vario (ad esempio, le aziende troppo grandi, tecnicamente impossibi-li da rilevare con lo strumento RICA-Itaimpossibi-lia attualmente disponibile). Nelle aziende proprie del campo di osservazione RICA, i dati REA vengono invece prodotti median-te un’elaborazione dei dati contabili già rilevati con metodologia RICA. A chiusura dei due cicli di rilevazione, dopo essere stati sottoposti a specifiche routine di controllo, i dati dei due segmenti vengono unificati ed ulteriormente controllati.

Anche i tempi programmati per la rilevazioni delle due tipologie di informazioni dif-feriscono, poiché la rilevazione contabile è di tipo sistematico e coincide con l’anno di riferimento, mentre la REA esegue un’indagine retrospettiva durante l’anno suc-cessivo a quello di riferimento.

Va rilevato che sia le metodologie distinte sia i tempi diversi di rilevazione dei dati possono essere da ostacolo ad una efficace integrazione dando origine a prodotti che possono anche differire sensibilmente. Le difformità rilevate nella prima edizione dell’indagine sono state studiate in maniera puntuale per poi apportare opportune cor-rezioni metodologiche, tuttavia questo tipo di controlli “incrociati” dovrebbe rappre-sentare un percorso obbligato anche per il futuro.

13 La consapevolezza dei limiti del prodotto attuale che rileva i dati aziendali per la RICA è stata da

sti-molo, alcuni anni fa, per avviare uno studio per la realizzazione di una nuova procedura, fondata su una diversa metodologia contabile. Si prevede che il nuovo prodotto diventi operativo a partire dall’anno con-tabile 2008.

(22)

1.5. Gli esiti dell’indagine RICA-REA 2003

1.5.1. Una lettura sintetica dei risultati

L’analisi delle risultanze dell’indagine consente di individuare le fasi più delicate del processo di integrazione su cui poi sarà possibile intervenire nell’ottica di perfezio-nare l’intero disegno. Quale obiettivo più immediato, inoltre, tale analisi fornisce indicazioni su eventuali problemi sorti durante l’esecuzione dell’indagine, problemi che possono introdurre elementi di distorsione nelle informazioni. Per questa finali-tà, in questa parte del volume si prendono in considerazione gli esiti dell’indagine esaminando alcuni parametri campionari, mentre si rimanda alla seconda parte per una lettura dei suoi contenuti informativi.

E’ opportuno sottolineare come le risposte derivate da questa parte dell’analisi siano rilevanti al fine di comprendere la reale possibilità di proseguire nella direzione avviata ed, infine, per decretare il successo o l’insuccesso dell’integrazione stessa una volta che sia stato stabilito un orizzonte temporale per la fase di transizione e che sia stata fissata una percentuale accettabile di aziende che rifiutano di partecipare all’in-dagine. La possibilità di una elevata quota di aziende non disponibili a partecipare all’indagine ha da sempre rappresentato un forte elemento di preoccupazione per il gruppo di lavoro, ben consapevole che l’introduzione del campione casuale in una rilevazione di dati di tipo contabile - quindi molto onerosa per gli imprenditori agri-coli – avrebbe potuto provocare tassi di rifiuto insostenibili. Ciò avrebbe infatti com-portato un campione casuale irrisorio oppure una sostituzione eccessiva delle azien-de “cadute”; esiti in ogni caso tali da compromettere tutti gli sforzi fatti.

Un’avvertenza preliminare è forse necessaria per la lettura corretta dei dati qui ripor-tati. Come si vedrà più chiaramente di seguito, il numero delle aziende non rilevate non coincide con quello dei rifiuti, ma è la determinante di una serie di cause che ne ha reso impossibile la rilevazione. Oltre alle unità che non si sono rese disponibili, rientrano in questa categoria (cfr. nota 16): le aziende che non è stato possibile rin-tracciare (per assenza del conduttore o per indirizzo errato), quelle non esistenti (per cessata attività oppure perché temporaneamente inattive), le aziende che hanno rifiu-tato di partecipare alla rilevazione di tipo contabile ma hanno dato la propria dispo-nibilità per l’intervista REA ed, infine, altri casi che si possono ascrivere all’ineffi-cienza della rete di rilevazione (tra cui la mancata disponibilità dei tecnici, i ritardi nella consegna dei dati, i problemi organizzativi locali).

La composizione del campione RICA rispetto a questi elementi si può apprezzare nel grafico successivo (fig. 1.1). Qui le aziende sono state raggruppati in 4 categorie, aggregando le aziende che hanno rifiutato la rilevazione RICA (ma una parte delle quali ha risposto alla REA) e quelle la cui mancata rilevazione è attribuibile ad erro-ri di lista (aziende inattive, inesistenti, non repeerro-ribili).

Dal grafico si può verificare innanzitutto come il tasso di rifiuto della nuova indagi-ne RICA risulti piuttosto contenuto, rappresentando il 17% del campioindagi-ne totale. L’inefficienza della rete di rilevazione e gli errori di lista comportano invece la

(23)

man-cata rilevazione di un quinto del campione. Va subito rilevata la bontà di questo primo risultato, soprattutto se si guarda alla possibilità di recuperare una parte (stimata in circa il 40%) delle aziende non rilevate intervenendo su alcune fasi dell’indagine per migliorarne l’organizzazione e l’efficienza della rete di rilevazione.

Figura 1.2 – Aziende del campione casuale RICA 2003: risultati della rilevazione

Dalle tabelle successive si può verificare più in dettaglio come le 16.126 aziende del campione casuale RICA 2003 siano ripartite tra la quota di aziende che ha partecipa-to all’iniziativa (61%) e quelle escluse (39%).

In particolare, la tabella 1.2 rappresenta la situazione a livello territoriale, mostrando il maggior successo dell’iniziativa nelle regioni settentrionali dove si rileva un tasso di partecipazione pari al 67%. Esito meno positivo registra l’indagine per le altre due aree dove il numero delle aziende rilevate rappresenta circa il 57%. Una più ampia varietà degli esiti dell’indagine si ritrova nella disaggregazione del campione a livel-lo regionale, esame che viene riportato nel paragrafo successivo.

Tabella 1.2 – Campione casuale RICA 2003: aziende rilevate e non rilevate

Zone Campione casuale Aziende non rilevate aziende non rilevate (%)

NORD 6.024 1.972 32,74

CENTRO 3.005 1.288 42,86

SUD 7.097 3.025 42,62

ITALIA 16.126 6.285 38,97

Le tabelle 1.3 e 1.4, oltre a riportare le aziende rilevate e non, ripartite rispettivamen-te per tipologia produttiva e classi di dimensione economica, evidenziano anche come si distribuiscono i rifiuti della rilevazione contabile RICA (per maggiori dettagli si vedano anche le tabelle A.1 e A.2 dell’appendice).

Si tenga conto che nella presentazione degli esiti dell’indagine e, più avanti, in quel-la dei requel-lativi risultati, viene privilegiata quel-la distribuzione dei collettivi di aziende per

polo OTE15e le classi di UDE tradizionalmente adottati nella RICA. Ciò è tra l’altro

61% 17% 9% 13% rilevate (61%) REA e rifiuti (17%) errori lista (9%) inefficienza rete (13%)

15 I poli OTE indicano il grado di specializzazione produttiva meno spinto previsto dalla tipologia

comu-nitaria: 1 = seminativi; 2 = ortofloricoltura; 3 = colture permanenti; 4 = erbivori; 5 = granivori; 6= poli-coltura; 7 = poliallevamento; 8 = aziende miste (colture ed allevamento).

(24)

funzionale alla comparazione dei campioni, filo conduttore di questo lavoro. Dall’esame della tabella 1.3 emerge come i problemi maggiori dell’indagine naziona-le si concentrino nelnaziona-le aziende ortofloriconaziona-le (polo OTE 2) ed in quelnaziona-le con granivori (polo OTE 5), che registrano una mancata risposta (46 e 49%) maggiore di quella media (39%). Considerato che la percentuale dei rifiuti in queste tipologie di aziende non si discosta particolarmente dalla media, tale esito è ascrivibile alle altre motiva-zioni (errori lista ed inefficienza rete).

Rispetto alla dimensione economica, sono le quote campionarie che si collocano agli estremi a riportare la situazione più problematica, con il 49 ed il 47% di mancata risposta nella propria classe ma, mentre nella classe delle piccole aziende i rifiuti e l’inefficienza del sistema contribuiscono in egual misura a determinare la caduta, in quelle grandi è la rete a dimostrare maggiori difficoltà nel catturare questa porzione del campione.

Tab. 1.3 – Campione RICA 2003: risultati rilevazione per tipologia produttiva

Poli OTE 1 2 3 4 5 6 7 8 totale rilevate 2.072 1.027 2.770 1.892 372 948 174 586 9.841 non rilevate 1.122 868 1.674 1.293 360 564 110 294 6.285 totale 3.194 1.895 4.444 3.185 732 1.512 284 880 16.126 rifiuti+REA(%) 15 17 17 17 19 18 20 17 17

Tab. 1.4 – Campione RICA 2003: risultati rilevazione per classe dimensionale

Classi di dimensione economica (UDE)

4 - 8 8 - 16 16 - 40 40 -100 >100 totale

rilevate 1.868 2.174 2.679 1.468 1.652 9.841

non rilevate 1.792 1.253 1.112 636 1.492 6.285

totale 3.660 3.427 3.791 2.104 3.144 16.126

rifiuti+REA(%) 24 17 11 12 19 17

Va evidenziato come l’esito dell’indagine relativamente ai rifiuti sia risultato piutto-sto sorprendente rispetto alle aspettative, poiché esperienze analoghe condotte in altri Paesi europei avevano dato in passato risultati molto diversi in seguito all’introduzio-ne del campioall’introduzio-ne casuale, raggiungendo il tasso di rifiuto livelli del 50%. D’altra parte va rilevato come i risultati che dimostrano l’inefficienza del sistema fossero in parte stati previsti – quanto meno nelle tendenze – avendo considerato i fattori che poteva-no essere di ostacolo alla conduzione della prima edizione dell’indagine. Questo chia-risce che quello che qui viene definito come inefficienza della rete può essere consi-derato come un impedimento temporaneo in larga parte dovuto alle condizioni diffi-cili in cui si è trovato il nuovo sistema nella fase di avvio. Stante gli obiettivi genera-li ed il disegno dell’indagine integrata 2003 anche nelle versioni successive, azioni correttive delle disfunzioni e problemi qui evidenziati possono quindi contribuire a migliorare la realizzazione del progetto.

(25)

Nella tabella che segue (tab. 1.5), attraverso la rappresentazione per classi di dimen-sione economica, viene riportata la modalità di definizione del campione effettivo RICA 2003 che in definitiva risulta costituito da 14.188 unità, di cui le aziende sele-zionate casualmente (e rilevate) rappresentano il 70% circa. La restante quota è costi-tuita da altre aziende che vengono selezionate a livello regionale dai cosiddetti

cam-pioni-satellite16cercando di rispettare, laddove possibile, le quote delle unità cadute

per profilo tipologico e appartenenza alla classe dimensionale (strato OTE-UDE). Tali sostituzioni hanno sostanzialmente lo scopo di ricomporre le consistenze campio-narie regionali per uniformarsi a quelle stabilite da Bruxelles.

Tab. 1.5 – Aziende del campione RICA 2003 per classe di UDE

Classi di UDE

4 - 8 8 - 16 16 - 40 40 - 100 > 100 Totale Campione casuale A 3.660 3.427 3.791 2.104 3.144 16.126 Campione casuale rilevato B 1.784 2.358 2.728 1.558 1.413 9.841 Altre aziende (sostituzioni) C 509 1.207 1.581 773 277 4.347 Campione effettivo D = B + C 2.293 3.565 4.309 2.331 1.690 14.188

Per concludere questa sintetica presentazione dei risultati aggregati dell’indagine, si riportano nel grafico di figura 1.3 i collettivi di aziende esaminati nel lavoro: la distri-buzione percentuale delle aziende del campione RICA 2003 viene confrontata sia con quella del precedente campione 2002 sia con quella del campo di osservazione RICA 2000.

Senza entrare nel dettaglio dell’analisi che viene d’altronde sviluppata nel capitolo successivo, ci limitiamo a mettere qui in evidenza come le due distribuzioni campio-narie non siano diverse nella forma, ma che la versione 2003 presenta una maggiore omogeneità dovuta alla presenza più rilevante di aziende appartenenti nelle classi estreme e, viceversa, minore nelle classi centrali.

Fig. 1.3 - Confronto tra collettivi RICA: aziende per classi dimensionali

16I campioni-satellite rappresentano ai fini della nuova RICA “serbatoi” di aziende da cui è possibile

estrarre sub-campioni con caratteristiche note. Vengono costituiti a livello regionale e vi fanno parte azien-de agricole che rientrano nella rete di assistenza tecnica locale e/o che fanno parte di archivi amministra-tivi regionali (vedi capitolo 6 di questo volume).

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 4 - 8 8 -16 16 - 40 40 - 100 > 100 Classi di UDE va lor i%

Campo osservazione RICA (cens. 2000)

campione 2002 campione 2003

(26)

1.5.2. I risultati dell’indagine in dettaglio

La tabella 1.6 riporta l’estrema sintesi dei risultati della rilevazione per regione. Nell’esame dei dati si tenga conto che una parte delle unità statistiche da rilevare non è stata contattata dai rilevatori per una scelta consapevole: si tratta di circa 1.000

aziende su cui non si ha alcuna informazione17. Tale fenomeno si è verificato con

maggior intensità per le aziende cosiddette professionali (con UDE maggiore di 4) per le quali la riorganizzazione della rete di rilevazione per l’adattamento al campio-ne casuale è risultata maggiormente problematica.

Tabella 1.6 – Campione RICA-REA 2003: risultati della rilevazione

Regione Campione teorico Aziende rilevate (1) Rilevato/teorico

(numero di aziende) (numero di aziende) %

TOT UDE<4 UDE≥4 TOT UDE<4 UDE≥4 TOT UDE<4 UDE≥4

Piemonte 1.225 126 1.099 861 64 797 70 51 73 V. d'Aosta 378 113 265 325 95 230 86 84 87 Lombardia 1.051 175 876 478 45 433 45 26 49 Trentino- AA 839 248 591 697 165 532 83 67 90 Veneto 1.376 499 877 1.267 445 822 92 89 94 Friuli V. G. 855 99 756 601 55 546 70 56 72 Liguria 816 342 474 604 231 373 74 68 79 Emilia R. 1.210 124 1.086 850 57 793 70 46 73 Toscana 780 135 645 594 62 532 76 46 82 Umbria 760 117 643 364 48 316 48 41 49 Marche 1.024 117 907 665 90 575 65 77 63 Lazio 1.291 481 810 690 264 426 53 55 53 Abruzzo 1.139 355 784 813 206 607 71 58 77 Molise 540 102 438 450 59 391 83 58 89 Campania 941 295 646 639 194 445 68 66 69 Puglia 1.064 127 937 753 96 657 71 76 70 Basilicata 1.140 109 1.031 810 80 730 71 73 71 Calabria 1.030 193 837 660 189 471 64 98 56 Sicilia 1.429 190 1.239 796 141 655 56 74 53 Sardegna 1.331 147 1.184 1.029 97 932 77 66 79 Italia 20.219 4.093 16.126 13.946 2.683 11.263 69 66 70

(1) in questa colonna sono comprese anche le nuove aziende nate da smembramenti o fusioni.

Il tasso di risposta complessivo – che comprende aziende rilevate sia con metodolo-gia RICA che con il questionario REA – è pari al 69% a livello nazionale, con una situazione piuttosto variegata se la lettura dei dati viene fatta con riferimento alle regioni. In questo caso, a regioni con una percentuale di adesione superiore all’80% (con una punta del 92% per il Veneto) si accompagnano casi in cui le imprese rileva-te rappresentano solo la metà dei rispettivi campioni rileva-teorici (con un valore minimo registrato in Lombardia), a dimostrazione della maggiore difficoltà delle rispettive reti regionali ad adattarsi al nuovo disegno campionario. Per questi ultimi casi (in par-ticolare Lombardia, Sicilia, Lazio, Umbria) c’è infatti da rilevare la maggiore

(27)

trazione di aziende non contattate cui si accennava sopra (cfr. tabella 1.7, colonna “non rilevata (altro)”).

Con riferimento al sub-campione RICA (aziende con UDE maggiore di 4), il tasso di risposta complessivo aumenta leggermente, mentre si riduce al 61% per il sub-cam-pione di aziende piccole dove, a livello regionale, si registrano anche i tassi di rispo-sta più bassi in assoluto.

La tabella 1.7 riporta le aziende non rilevate per regione, sia piccole che grandi, ripartite in due blocchi: le aziende recuperabili corrispondono alle unità di rilevazio-ne che rilevazio-nelle edizioni successive dell’indagirilevazio-ne sono in teoria rilevabili, perché gli osta-coli alla base della mancata rilevazione sono potenzialmente rimuovibili; al contra-rio, le aziende non recuperabili sono eventualmente da sostituire nelle prossime

edi-zioni dell’indagine perché del tutto escluse18

.

Si sottolinea che tale bipartizione delle aziende non rilevate è necessariamente approssimativa, considerata la natura sconosciuta delle aziende non rilevate per altro motivo e quelle il cui esito non è noto.

Le aziende cadute corrispondono complessivamente al 31% del campione teorico. Di tale percentuale, solo il 9% ha rifiutato di partecipare all’indagine, mentre il 7% risulta avere cessato la propria attività agricola. Si tenga presente che una quota rile-vante delle aziende cadute (circa il 10%) fanno capo ad aziende non rilevate per ”altro motivo” e per “esito non disponibile”.

Analizzando l’esito della rilevazione in base alla metodologia di rilevazione adottata nella fase di avvio dell’indagine, si riscontra una maggiore incidenza dei rifiuti per quanto riguarda le grandi aziende rispetto a quelle con UDE minore di 4; al contrario è di molto superiore la rilevanza delle piccole aziende non rilevate perché non più esi-stenti. Delle 11.221 aziende attive o temporaneamente inattive che in avvio di rileva-zione erano considerate grandi, solo l’88% (9.841) è stato rilevato con metodologia RICA-Italia. Svariati fattori sono alla base di tale situazione:

- alcune aziende sono risultate inferiori alle 4 UDE all’inizio della rilevazione e per-tanto i rilevatori hanno proseguito la raccolta dati compilando il questionario REA;

18 In particolare:

- le aziende non rilevate per indirizzo errato e quelle per assenza del conduttore sono unità non reperite: non è stato possibile individuare l’unità né è stato possibile ottenere informazioni sul territorio. Per le prime, è teoricamente possibile incrociare più archivi per ottenere informazioni corrette;

- le aziende temporaneamente inattive sono unità che nell’anno di riferimento, per motivi vari, non rea-lizzano alcuna produzione agricola. La rilevazione di queste aziende consiste nella raccolta dei dati rela-tivi ai costi dovuti alla loro gestione;

- le aziende non rilevate per altri motivi sono unità che non sono state contattate dai rilevatori incaricati della rilevazione per mancanza di tempo utile o per altri motivi connessi all’organizzazione della rete di rilevazione regionale;

- le aziende con esito non disponibile sono unità non rilevate per le quali non è stata fornita dai rilevato-ri la motivazione del mancato rilevato-rilievo;

- le aziende non rilevate per rifiuto del conduttore sono unità che non hanno dato la propria disponibili-tà a fornire i dati;

- le aziende non rilevate perché cessate sono unità che hanno definitivamente abbandonato ogni tipo di attività agricola (aziende non più esistenti).

(28)

- in alcuni casi i rilevatori hanno potuto portare a termine la rilevazione soltanto con il questionario REA per ragioni di tempo (soprattutto in Emilia Romagna, Abruzzo e Sardegna);

- alcuni conduttori d’azienda hanno rifiutato di partecipare alla rilevazione contabile ma si sono invece mostrati disponibili a fornire i dati per la compilazione del que-stionario REA;

- in sporadici casi, la dimensione aziendale elevata e la conseguente onerosità della rile-vazione di tipo contabile ha costretto i rilevatori ad utilizzare il questionario REA.

Tabella 1.7 – Campione RICA-REA 2003: aziende non rilevate

Regione Aziende recuperabili Aziende non recuperabili

Tot. Indirizzo temp. non n.d. Totale assenza rifiuto cessata TOT.

errato inattiva rilevata (altro) Piemonte 8 6 2 295 18 142 135 303 V. d'Aosta 1 1 34 5 29 35 Lombardia 246 6 240 197 62 118 17 443 Trentino AA 3 2 1 60 5 29 26 63 Veneto 11 6 1 4 44 5 15 24 55 Friuli V.G. 5 5 205 16 160 29 210 Liguria 101 101 2 2 103 E. Romagna 53 49 4 240 78 81 81 293 Toscana 15 15 107 17 33 57 122 Umbria 135 135 192 5 183 4 327 Marche 334 334 2 2 336 Lazio 280 22 258 110 55 36 19 390 Abruzzo 19 14 5 160 7 107 46 179 Molise 5 3 2 44 10 17 17 49 Campania 61 29 5 27 146 23 70 53 207 Puglia 50 50 234 38 135 61 284 Basilicata 130 37 4 89 177 40 85 52 307 Calabria 41 41 338 68 265 5 379 Sicilia 420 40 7 373 178 38 98 42 598 Sardegna 91 47 5 39 163 53 25 85 254 Italia 2.009 328 37 1.209 548 2.928 538 1.604 786 4.937 %camp.teor. 12,46 2,03 0,23 7,50 3,40 18,16 3,34 9,95 4,87 30,62

Viceversa, su 2.720 aziende ritenute piccole in fase di avvio, 190 sono state rilevate con metodologia RICA poiché risultate professionali (con UDE maggiore di 4) in seguito alla riclassificazione tipologica.

Ancora una volta si registra una notevole differenziazione a livello regionale. Per quanto riguarda le aziende professionali in avvio di rilevazione con metodologia RICA-Italia, si passa da oltre l’85% di unità rilevate in Valle d’Aosta e Veneto ad un tasso di risposta minore del 50% in Lombardia, Umbria, Sicilia e Sardegna. I tassi di rifiuto più alti si registrano in Calabria (oltre il 30%), Umbria (28%) e Friuli Venezia Giulia (21%) mentre in Sardegna ed Abruzzo si registrano le percentuali più alte di

(29)

aziende che in partenza erano da rilevare con metodologia RICA-Italia ma, nel segui-to delle operazioni di raccolta dati, sono state osservate con questionario REA. Sono state evidenziate marcate differenze a livello regionale anche per ciò che con-cerne le aziende “piccole” da rilevare con il questionario REA. In particolare, risul-tati molto variati si registrano per il tasso di risposta e la percentuale di aziende non più esistenti, mentre il tasso di rifiuto risulta piuttosto stabile.

Considerando l’orientamento tecnico delle aziende rilevate (tabelle A.1 e A.2 in appendice), gli allevamenti zootecnici specializzati e le colture ortofloricole risulta-no avere i tassi di risposta più bassi in assoluto. Le cause principali possorisulta-no essere ricercate nelle alte percentuali di aziende cessate (tra le piccole aziende) ricadenti in queste tipologie e nella difficoltà intrinseca di rilevazione di queste unità che presen-tano una struttura produttiva relativamente più complessa; va inoltre sottolineato che molte delle aziende con allevamenti zootecnici specializzati del campione teorico ricadono nelle regioni che più delle altre hanno mostrato difficoltà nelle operazioni di raccolta dati.

Per quanto riguarda una lettura dei risultati dell’indagine per classi dimensionali (tabelle A.3 in appendice), facendo riferimento alle sole aziende con UDE maggiore di 4, si rileva che le percentuali più alte di risposta si ha nella classe di media dimen-sione economica, secondo un andamento parabolico su cui agiscono vari elementi: - nella classe UDE 4-8 molte aziende cambiano la dimensione aziendale verso il

basso, scendendo sotto la soglia delle 4 UDE e ciò fa sì che queste unità vengano rilevate mediante il questionario REA (quasi il 15%);

- rispetto alle classi centrali, le due classi di UDE estreme presentano una più alta porzione di aziende cessate. In particolare, tra le unità appartenenti alla classe di UDE “100 e più”, si registrano molte aziende facenti capo ad enti pubblici che spes-so spes-sono state dichiarate inesistenti dai rilevatori perché non presentavano alcuna produzione agricola;

- i rifiuti dei conduttori a fornire sia i dati contabili che quelli utili alla compilazione del questionario REA si registrano in modo più significativo nella classe di UDE più grande (12%);

- nella classe maggiore di UDE, svariate aziende sono state rilevate con il questiona-rio REA perché la rilevazione contabile si è rivelata troppo onerosa. Si tratta di unità molto grandi, con milioni di euro di fatturato, La dimensione aziendale non sembra invece incidere sulle altre cause di non risposta, mentre all’aumentare della classe di UDE aumentano anche le aziende non rilevate per altri motivi, che passa-no dal 4% nella classe di UDE mipassa-nore a quasi il 9% in quella più grande.

1.6. Le questioni aperte dell’indagine RICA-REA 2003

L’indagine integrata RICA-REA condotta nella sua prima edizione 2003 presenta svariate questioni da risolvere, alcune delle quali sono state già introdotte nei prece-denti paragrafi. Qui si intende riportare solo alcuni dei problemi più rilevanti la cui

(30)

soluzione sarebbe da ricercarsi con priorità.

In linea generale, nonostante l’impegno di tutti i soggetti coinvolti ed i lunghi tempi di preparazione, si può affermare che la complessità del progetto e le difficoltà della sua realizzazione sono state per certi aspetti sottovalutate. Conseguenza diretta di ciò è stato il notevolissimo ritardo della conclusione dell’indagine rispetto al calendario previsto, ritardo che per quanto riguarda la RICA ha contribuito ad appesantire ulte-riormente una rilevazione contabile che, per propria natura, risulta già impegnativa e richiede lunghi tempi di gestione. Il ritardo può – almeno in parte – essere imputato alla scansione prevista per il progetto che forse riportava tempi obiettivo riferibili alla fase a regime, più che ad una versione dell’indagine necessariamente di transizione, sottovalutando quindi i tempi necessari per la riorganizzazione della rete di rilevazio-ne. D’altra parte vanno tenuti presenti alcuni fattori non necessariamente interni al progetto, ma ugualmente determinanti, tra cui i lunghi tempi necessari alla prepara-zione della lista campionaria 2003 (a sua volta derivata dalla lista censuaria) che hanno reso possibile l’avvio concreto delle attività soltanto nell’autunno 2004. A que-sto riguardo va tenuto presente che la complessità del quadro istituzionale di riferi-mento per l’indagine integrata comporta, oltre ai tempi strettamente tecnici, anche quelli relativi alle attività burocratiche connesse (formalizzazione di Protocolli d’in-tesa, di convenzioni tra enti pubblici e privati, di contratti per la rilevazione dei dati). Nella pianificazione dell’indagine devono quindi essere considerati sia i tempi tecni-co-organizzativi che quelli amministrativi, migliorando per un verso le previsioni nel calendario dell’indagine e permettendo sul piano operativo di procedere lungo un per-corso amministrativo corretto, con la possibilità di avviare l’attività di rilevazione mediante atti ufficiali coerenti con gli accordi istituzionali assunti.

La questione della tempestività dell’indagine è senza dubbio strategica ai fini di decretarne il successo o, viceversa, l’insuccesso dell’iniziativa e, pur nella consape-volezza che le prime edizioni dell’indagine necessitano di aggiustamenti progressivi, va tenuto presente come i ritardi accumulati si ripercuotano negativamente sulle edi-zioni successive, come già registrato per la RICA-REA 2004 e 2005. A questo riguar-do va rilevato come un potenziamento dell’attuale riguar-dotazione di risorse professionali dedicate a tale attività a livello nazionale non possa che essere benefico al fine di garantire uno svolgimento fluido dell’indagine.

Per quanto riguarda la qualità dei dati, bisogna rilevare che, se per un verso la rileva-zione dei dati REA con metodologia contabile (aziende professionali) consente una maggiore possibilità di controllo degli aggregati ed in definitiva una migliore qualità degli stessi, per altro va segnalato che la RICA 2003 ha in generale registrato una diminuzione della qualità rispetto al passato, sia con riferimento all’aumento nel numero di interventi necessari per la correzione degli errori, sia - e soprattutto - nel

numero di dati mancanti (con particolare riguardo ai dati non obbligatori)19. Tale

pro-19Alcune iniziative volte al recupero della qualità dei dati RICA sono state già intraprese, tra le quali

(31)

blema è sostanzialmente da attribuire alla nuova modalità di estrazione del campione (casuale) che comporta un minore coinvolgimento (interesse) da parte degli impren-ditori selezionati; tuttavia, anche per la qualità non sono da trascurare i fattori stretta-mente connessi alla riorganizzazione della rete attuata nei limitatissimi tempi dispo-nibili.

Altri aspetti problematici emersi dai risultati dell’indagine 2003 riguardano il campo di osservazione e la tipologia di azienda agricola sotto osservazione. Così, la presen-za degli enti pubblici nel campione selezionato per il 2003 ha creato notevoli disagi in fase di rilevazione, mentre nella fase di elaborazione dei risultati ha comportato l’introduzione di elementi di distorsione, grazie alle caratteristiche dimensionali e produttive peculiari di tali unità. Se la soluzione a tale problema specifico è già stata individuata, eliminando gli enti pubblici nei campioni degli anni successivi, rimane da affrontare il problema relativo ad altre tipologie di aziende la cui metodologia di osservazione va meglio definita. A solo titolo esemplificativo, riportiamo il caso di quelle aziende agricole che presentano processi di trasformazione particolarmente rilevanti, aziende per le quali la tipologia comunitaria non consente di distinguere l’attività di trasformazione da quelle agricole ma le ingloba nei valori di RLS dei pro-cessi dai quali origina la materia prima. Ciò impedisce di differenziare le aziende con trasformazione da quelle che ne sono prive, con rilevanti conseguenze per quel che riguarda la lettura dei dati relativi alle dotazioni strutturali ed ai risultati economici che possono presentare variazioni abnormi ed inspiegabili.

Con le precedenti versioni del campione RICA, di tipo volontaristico, era possibile eliminare direttamente “sul campo” quelle aziende che presentavano caratteri diffor-mi rispetto alle indicazioni comunitarie e, più in generale, agli obiettivi della rete: erano gli stessi rilevatori, opportunamente formati, che evitavano di rilevare le azien-de “inazien-desiazien-derate”. Questo procedimento non può essere consiazien-derato certo rigoroso, ma consentiva una selezione delle aziende più mirata (in questo specifico caso piut-tosto funzionale) che non è più possibile con la selezione casuale delle aziende. E’ pertanto necessario lavorare preventivamente, nelle fasi di definizione del campo di osservazione e/o preparazione del campione, creando un sistema di filtri che escluda queste unità.

Come già accennato altrove, è poi necessaria un’attenta riflessione sulla modalità di inclusione delle aziende grandi adottata nell’attuale disegno campionario. Il censi-mento delle aziende con UDE superiore a 660 crea problemi di compatibilità con le indicazioni metodologiche comunitarie relative alla RICA e, sul piano tecnico-opera-tivo, comporta disagi per la rilevazione dei dati, essendo tali unità particolarmente complesse sul piano contabile. Sarebbe in particolare da valutare l’opportunità di una procedura di rilevazione diversa dall’attuale metodologia RICA-Italia prevedendo anche una modifica della funzione di costo dell’indagine RICA che non potrà in que-sto caso conservare il suo tradizionale carattere di uniformità.

Più in generale, per quel che riguarda la RICA, il disegno campionario dovrà essere rivisto perché possa rispondere meglio alle richieste comunitarie, come già attuato in

(32)

parte per le edizioni 2004 e 2005 dell’indagine, mentre sul fronte del campo di

osser-vazione dovrà essere posta maggiore attenzione all’aggiornamento delle liste20che

permetterà tra l’altro di ridurre i disagi durante la fase di rilevazione dati.

20I pesi campionari per la determinazione delle stime sono calcolati in modo da ridurre in parte gli

Figura

Tabella 2.1a – Aziende del campione RICA 2002 per Regione o P.A. e Classe di UDE - -valori percentuali per 100 aziende della stessa Regione o Provincia Autonoma
Tabella 2.1c – Aziende del campione RICA 2003 totale per Regione o P.A. e Classe di UDE - valori percentuali per 100 aziende della stessa Regione o Provincia Autonoma
Tabella 2.2a – Aziende del campione RICA 2002 per Regione o P.A. e Polo di OTE - -valori percentuali per 100 aziende della stessa Regione o Provincia Autonoma
Tabella 2.2b – Aziende del campione RICA 2003 casuale per Regione o Provincia Autonoma e Polo di OTE - valori percentuali per 100 aziende della stessa Regione o
+7

Riferimenti

Documenti correlati

I CIR sono strutture operative che agiscono su mandato del CNT per i programmi di carattere nazionale, quali: Trapianto di organi in riceventi pediatrici,

z Esplicativo o analitico: l’interesse del ricercatore va oltre la descrizione del fenomeno nel campione selezionato, e ricerca possibili relazioni tra variabili,

Rev.1 Tavola 1 Produzione e vendite delle industrie dell'estrazione di minerali non energetici 13 - 14 Tavola 2 Produzione e vendite delle industrie alimentari e delle bevande 15

Ciò è reso possibile dal fatto che, in sede di rilevazione, per i componenti familiari non dimoranti nel Comune di residenza anagrafica viene presa nota anche

Presenti in Italia - Da quanto detto al punto precedente risulta che, ai fini della rilevazione delle forze di lavoro, vengono indicati con tale voce gli

REGIONI DI EFFETTIVA DIMORA Piemonte. Friuli-Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio -. Friuli-Venezia Giulia Li~uria Emilia-Romagna Toscana

- Ai fini della rilevazione delle forze di lavoro, vengono inp.icati con tale voce gli iscritti nei fogli di famiglia delle anagrafi della popolazione residente

2) deve svolgersi nel rispetto delle norme sui trattamenti di dati personali per finalità statistiche effettuati nell’ambito del Sistema statistico nazionale essendo funzionale alla