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CAPITOLO 7 Considerazioni di sintesi e prospettive

7.2. Le prospettive dell’indagine RICA

Come anticipato nella presentazione di questo lavoro, il progetto di ristrutturazione della RICA a cui si fa cenno ha dato avvio a numerosi interventi, imperniati sul- l’obiettivo centrale di valorizzare la rete, migliorandone qualità ed utilità. Questi interventi sono stati diretti a conferire rigore statistico alla base campionaria, per il miglioramento della rappresentatività del campione contabile e, per altro verso, hanno riguardato la revisione della metodologia contabile utilizzata per la rilevazio- ne dei dati, al fine di adeguarla alle mutate esigenze conoscitive, sia in tema di pro- grammazione che di supporto gestionale.

Tale processo di ristrutturazione della RICA non può certamente dirsi compiuto. A quattro anni dalla applicazione del Protocollo d’intesa si può affermare che la colla- borazione tra i diversi soggetti che concorrono alla gestione della RICA/REA è stata intensa e proficua. Ma le numerose novità introdotte dal Protocollo su una rete tradi- zionalmente basata su autonomi percorsi dell’INEA e dell’ISTAT, come era da atten- dersi, ha evidenziato anche problematiche organizzative (campionamento, rilevazio- ne e finanziamento), che hanno già fatto sentire i loro effetti negativi sugli ultimi eser- cizi contabili e impongono ora di ridefinire la strategia e l’organizzazione della RICA per un rilancio di tale fonte informativa nel lungo periodo.

Sulla scorta dell’esperienza condotta è stata quindi avviata una ampia riflessione interna all’INEA che, prendendo spunto dallo stato attuale del progetto di integrazio-

ne dell’indagine RICA con la REA, ha individuato gli elementi di forza emersi nel corso del processo di riorganizzazione dell’indagine sinora compiuto, elementi che vanno opportunamente potenziati e consolidati e, per altro verso, ha suggerito solu- zioni alle problematiche che si sono palesate. Nel presente paragrafo si intende quin- di delineare gli sviluppi futuri dell’indagine RICA, così come interpretati dalle nuove riflessioni interne all’INEA e maturate sulla scorta dell’esperienza pregressa. Le criticità di natura metodologica, tecnico-amministrativa e finanziaria a cui si ritie- ne dover dare una soluzione possono essere così sintetizzate:

- attualmente la RICA riesce a rispondere agli obblighi comunitari e alle scadenze previste dalla UE, ma molti progressi si potrebbero compiere per migliorare la tem- pestività nella produzione dei dati RICA e favorire, di conseguenza, la valorizza- zione della funzione conoscitiva della rete contabile;

- la revisione del campione, operata nel 2003 con il passaggio ad un campionamen- to casuale, non è stata ratificata nelle specifiche disposizioni normative comunita- rie e pertanto il campione 2003 non può essere adottato quale riferimento per le rilevazioni contabili della rete RICA;

- alcune fasi gestionali, in particolare quella del finanziamento delle attività di rac- colta dati, vedono coinvolti altri soggetti istituzionali, la cui partecipazione, quan- do non è realizzata in maniera piena e convinta, può condizionare negativamente l’indagine.

Le problematiche evidenziate inducono quindi a ricercare approcci organizzativi fina- lizzati a rendere più efficace il supporto informativo RICA, ad ottimizzare l’impiego delle risorse umane e finanziarie e a conferire alla rete contabile le caratteristiche di “sistema informativo socio-economico per l’agricoltura italiana”.

Per restare solo in ambito nazionale non può essere sottovalutato il fatto che il nuovo scenario di politica agricola già delineato al 2013 dal Piano Strategico Nazionale e dai Programmi di Sviluppo Rurale Regionali assegna alle analisi del comportamento delle imprese, alle azioni di monitoraggio e alle valutazioni d’impatto un rilievo stra- tegico rispetto al passato. In questo scenario la RICA diventa strumento di supporto strategico per la predisposizione di un programma di monitoraggio e valutazione degli effetti dei PSR, utile alle autorità che gestiscono il PSN; inoltre la RICA può contribuire alla valutazione degli impatti e alla determinazione di soglie d’intervento in fase di programmazione dei PSR (come del resto sta già avvenendo in alcune regioni) e per la messa a punto di sistemi di valutazione in itinere ed intermedi basa- ti sulle procedure di monitoraggio fisico e d’impatto definiti a supporto delle istitu- zioni di gestione e di valutazione dei PSR. Al tempo stesso, la RICA appare efficace anche per svolgere analisi di approfondimento sugli effetti nelle imprese agricole del-

l’applicazione congiunta della PAC47e delle politiche strutturali e di sviluppo rurale,

oltre che contribuire a predisporre procedure e supporti necessari ad attivare strumen-

47 Si ricorda che la scheda comunitaria aziendale prevede in maniera esplicita la rilevazione di tali infor-

ti di consulenza tecnica, economica e finanziaria alle imprese agricole singole e asso- ciate.

Non può essere ignorato anche il fatto che la RICA è l’unica fonte informativa uffi- ciale che può essere impiegata ogni qualvolta si voglia fare valutazioni ex-ante o ex- post che richiedono il ricorso a simulazione del comportamento degli imprenditori o del funzionamento dell’impresa (impiego dei fattori produttivi e risultati tecnici ed economici). Oltre quindi alle possibilità di impiego della RICA per accompagnare l’applicazione delle nuove politiche strutturali, tale fonte di dati appare indispensabi- le per contribuire a rispondere ad esigenze conoscitive che in questo momento risul- tano particolarmente importanti per la situazione contingente in cui si trova il settore primario italiano. Per citarne alcune: il problema delle crisi di mercato ormai ricor- renti; le potenzialità delle produzioni vegetali e forestali nel campo delle energie rin- novabili; il contributo dell’attività agricola alla salvaguardia delle risorse naturali; il consolidamento e la qualificazione delle produzioni agroalimentari nel più ampio contesto del made in Italy.

La numerosità e la qualità delle informazioni raccolte attraverso la RICA è già molto ricca (all’incirca 1.200 informazioni elementari per impresa) ma certamente non esaustiva, sia come rappresentatività dell’universo delle imprese, e sia, come è ovvio, per rispondere a tutte le esigenze conoscitive, così come molte analisi hanno finora

dimostrato48.

La risposta a nuove esigenze conoscitive può però sempre essere assolta partendo dal campione RICA e operando con rilevazioni integrative per arricchire le informazioni sul funzionamento dell’impresa, per approfondire le relazioni con l’esterno (mercato, lavoro, diversificazione, consumi ecc.), per ampliare il campo d’osservazione (picco- le aziende, multifunzionalità, ecc.). Tale possibilità implica enormi vantaggi per qual- siasi tipo di analisi e per qualsiasi soggetto (policy maker, mondo della ricerca, rap- presentanze sociali, mondo delle imprese) voglia cimentarsi in maniera autonoma nella acquisizione delle informazioni di base.

Infatti, partendo dalla RICA si può disporre di un campione di aziende numeroso (intorno a 12.000 aziende) e strutturato per regione e per settore produttivo e di una rete di rilevatori organizzata e gestita dalle Sedi regionali dell’Istituto: è evidente che qualsiasi rilevazione aggiuntiva avrebbe il vantaggio di far risparmiare tempo e risor- se finanziarie, da destinare semmai a rilevazioni integrative, anche di tipo congiuntu- rale. Inoltre, si può trarre vantaggio dal fatto che il campione RICA assicura la costan- za delle aziende su base pluriennale e, soprattutto, la metodologia di rilevazione è omogenea per tutti i Paesi UE ed è coerente con le definizioni adottate dalle altre fonti statistiche agricole (indagini strutturali e censimenti), conferendo così alla Rete Contabile potenzialità di analisi enormi.

48 Del resto la RICA risponde alla domanda conoscitiva che la Commissione UE ha formalmente espli-

citato per un determinato campo d’osservazione (le imprese orientate al mercato) e per rilevare il funzio- namento e il reddito delle imprese agricole.

Per questi motivi, ai fini della impostazione del Piano Triennale 2007-2009, l’INEA ha individuato tra gli obiettivi prioritari da perseguire proprio la riorganizzazione della RICA, non in un contesto isolato ma in uno scenario di sviluppo delle attività dell’Ente che metta tale fonte di dati al centro delle iniziative di ricerca e delle attivi- tà di supporto che deve investire tutti i ricercatori dell’INEA, delle politiche di alle- anza con il mondo della ricerca nazionale ed internazionale e della costruzione di un sistema informativo INEA che contenga tutte quelle fonti statistiche (ISTAT e ammi- nistrative) complementari alla Rete contabile.

Alle luce delle esperienze fatte finora, degli scenari di sviluppo di settore già delinea- ti dalle politiche comunitarie e nazionali e dalle potenzialità di analisi che tale fonte può esprimere, la riorganizzazione della Rete Contabile italiana dovrà essere impron- tata a consolidare e ampliare all’interno dell’INEA, e d’intesa con l’ISTAT, l’integra- zione e l’armonizzazione della RICA con le altre fonti statistiche e con le fonti infor- mative di tipo amministrativo collegate all’attuazione delle politiche agricole. Le prospettive della rete contabile RICA devono dunque prevedere la riorganizzazio- ne del sistema di rilevazione e di gestione dei flussi dei risultati per migliorare la qua- lità e la fruibilità del data base e per assicurare una maggiore tempestività dei flussi informativi, condizione indispensabile per rispondere ad esigenze conoscitive anche di tipo congiunturale. In altri termini, se la RICA è stata finora attivata per risponde- re prevalentemente alle esigenze della UE, in prospettiva occorrerà lavorare per valo- rizzarla come fonte informativa primaria nazionale, come esclusiva base di dati socio- economica in grado di descrivere un sistema produttivo nazionale che caratterizza ed è influenzato da contesti territoriali che, molte volte, assumono dimensioni locali. In tale prospettiva diventa essenziale rilanciare il filone di attività di valorizzazione dei risultati della RICA sia per un avanzamento delle conoscenze delle dinamiche che investono il settore primario nella sua dimensione multifunzionale, sia come suppor- to alle decisioni per la programmazione e la valutazione delle politiche di sviluppo nazionali e regionali. Un punto basilare di questo processo di riorganizzazione coin- cide con la necessità di sensibilizzare e coinvolgere nelle attività di valorizzazione il mondo della ricerca, le strutture tecniche del MIPAAF (e i suoi enti vigilati), e le Regioni e le Organizzazioni che operano per la consulenza alle imprese, favorendo l’accesso alle informazioni e, soprattutto, attivando momenti di analisi dei dati RICA che, promossi dall’INEA stesso, possano dimostrare anche le potenzialità di tale fonte statistica.

Proprio al fine di regolare gli interventi sopraindicati, in questi mesi è in corso di pre- disposizione un nuovo Protocollo d’intesa tra il Mipaaf, l’INEA, l’ISTAT e le Regioni e Province autonome per l’effettuazione in forma coordinata dell’indagine RICA e dell’indagine REA. Visti i risultati ottenuti nel periodo di riferimento del 1° Protocollo e nelle successive proroghe, le Istituzioni coinvolte convengono sull’op- portunità di superare la fase sperimentale. Tra le novità più rilevanti si segnalano l’ab- bandono dell’idea di una integrazione tra le due indagini RICA e REA, a favore di

una loro effettuazione in forma coordinata e il sostenimento da parte dell’INEA del- l’intero onere finanziario necessario alla rilevazione dei dati RICA. Questa nuova impostazione ha come fine quello di garantire all’INEA la possibilità di operare in piena autonomia per la raccolta dei dati RICA in quelle regioni che non dovessero partecipare alla realizzazione dell’indagine, al fine di rispondere in maniera adegua- ta, per tempestività e qualità del dato, non solo alle esigenze informative comunitarie assegnate alla RICA, ma anche come base esclusiva di dati socio-economica in grado di descrivere il sistema produttivo nazionale.

La riflessione condotta dall’INEA ha portato parallelamente anche alla revisione del disegno campionario, allo scopo di considerare le indicazioni metodologiche di cam- pionamento imposte a livello comunitario, pur nel rispetto del rigore scientifico della metodologia statistica per l’approntamento di un campione di aziende agricole stati- sticamente rappresentativo dell’universo di riferimento. Il nuovo disegno campiona- rio, condotto dall’ISTAT in collaborazione con l’INEA, è stato realizzato sulla base degli ultimi risultati censuari, aggiornati all’ultima indagine sulla Struttura e Produzioni delle Aziende Agricole (SPA 2005) e nel rispetto di una determinata pre- cisione assegnata all’indagine, al fine di progettare un campione casuale unico che permetta di soddisfare contemporaneamente le esigenze di entrambe le indagini RICA e REA.

Il progetto di integrazione promosso negli anni passati ha quindi rappresentato una importante esperienza a cui si è fatto riferimento per la definizione di un nuovo approccio organizzativo, attraverso il quale procedere all’adozione del campione casuale nell’ambito della rete contabile RICA, migliorandone gli esiti e la funziona- lità.

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Glossario

Ammortamento: perdita di valore calcolata al prezzo di sostituzione, subita dai capi-

tali fissi (macchinari, impianti, mezzi di trasporto, ecc.), nel corso dell’anno, a causa dell’usura fisica, dell’obsolescenza (perdita di valore economico dei beni capitali per il progresso tecnico incorporato nei nuovi beni) e dei danni accidentali assicurati (incendio, incidente, naufragio, ecc.). Il concetto di ammortamento economico diffe- risce da quello fiscale o finanziario in senso lato (Sistema europeo dei conti, SEC 95).

Autofinanziamento: processo di accantonamento di risorse finanziarie (utili non pre-

levati) destinate agli investimenti aziendali.

Breve periodo: periodo di riferimento temporale convenzionalmente considerato

inferiore ad 1 anno.

Capitale Agrario o di Esercizio (KA): è l’insieme dei beni dell’azienda che non

sono legati in modo fisso e stabile al fondo, calcolato come la somma di macchine, capitale bestiame, rimanenze e capitale di anticipazione.

Capitale bestiame: valore medio degli allevamenti da riproduzione e/o da latte di

proprietà aziendale.

Capitale di anticipazione: valore mediamente anticipato dall’imprenditore per far

fronte alle spese definite dal capitale circolante. Il capitale circolante è composto dalle spese specifiche per le attività produttive e dagli oneri aziendali (al netto degli ammortamenti). Alle suddette voci, infine, va sottratto il valore relativo ai debiti a lungo e medio termine per il capitale di esercizio.

Capitale fisso: comprende il capitale fondiario, le macchine ed il capitale bestiame;

a volte è inclusa anche la quota di scorte di magazzino (scorte minime).

Capitale Fondiario (KF): è l’insieme dei beni dell’azienda legati in modo fisso e sta-

bile al fondo; è rappresentato dal valore dei terreni agricoli e forestali, fabbricati (per i terreni in affitto viene utilizzato il valore di mercato) e manufatti rurali, dagli impianti e dalle piantagioni e comprende anche i debiti per l’acquisto del capitale.

Capitale Investito: totale delle risorse investite in azienda.

Capitale macchine ed attrezzi: valore residuo medio, calcolato a prezzi correnti,

delle macchine ed attrezzi di proprietà dell’azienda.

Capitale Netto (CN): detto anche Patrimonio Netto rappresenta l’ammontare delle

risorse finanziarie apportate direttamente dall’imprenditore destinate all’avvio ed alla gestione annua delle attività e agli inve-stimenti aziendali.

Catene di indici: tecnica di scomposizione di un indice in più componenti attraverso

relazioni aritmetiche.

Consumi intermedi agricoli: ammontare delle spese correnti delle aziende agricole:

sementi, concimi, antiparassitari, mangimi, energia, acqua irrigua e servizi vari. Grazie anche al raccordo con i dati della RICA, accanto ai consumi tradizionali, sono state calcolate in maniera più completa, o individuate ex novo, diverse componenti, quali: manutenzioni e riparazioni delle macchine e attrezzature agricole, spese vete- rinarie, spese di trasformazione e imbottigliamento, collaudi e analisi tecniche, spese di pubblicità, studi di mercato e servizi di ricerca, spese associative, assicurative, ban- carie e finanziarie, spese per consulenze legali e contabili. A queste voci vanno aggiunti i reimpieghi, che comprendono sia i prodotti riutilizzati in azienda, che le vendite tra le aziende agricole.

Contoterzismo: fornitura di mezzi meccanici da parte di ditte e/o società specializ-

zate nello svolgimento di attività produttive aziendali (aratura, semina, raccolta, ecc.).

Contributi alla produzione: premi ed integrazioni erogati dagli enti pubblici a soste-

gno del settore agricolo.

Copertura finanziaria: quoziente finanziario formato dal rapporto tra le fonti di terzi

e le immobilizzazioni tecniche.

Costi fissi (CF): comprendono gli oneri sostenuti per l’impiego di fattori produttivi

che vengono impiegati per più anni nel processo produttivo quali: ammortamenti, salari, oneri sociali, quote di accantonamento annuo per il TFR, affitti passivi di ter- reni, interessi di capitali presi a prestito, imposte e tasse, altre spese generali e fon- diarie, contributi IVA passivi, nonché le sopravvenienze passive (derivanti da crediti, portafoglio, debiti).

Costi variabili (CV): includono tutti gli oneri sostenuti, compresi i reimpieghi di pro-

dotti aziendali, per i mezzi tecnici a logorio totale che esauriscono cioè il loro effetto nel corso dell’annata agraria (sementi, concimi, mangimi, energia, ecc.) e per l’im- piego di manodopera avventizia. Nelle spese specifiche sono comprese anche le spese