• Non ci sono risultati.

Contenere la mobilità sanitaria passiva

Attività: controllo della domanda di prestazioni sanitarie e implementazione dell’offerta in rapporto alle cause di fuga e allo sviluppo di attività di eccellenza. Quadro di riferimento.

La regolamentazione dei flussi di mobilità passiva è una problematica riguardante tutte le Regioni che trova particolare evidenza negli accordi Stato-Regioni con i quali vengono richieste alle Regioni stesse azioni finalizzate al controllo dell’appropriatezza delle prestazioni ed al contenimento della spesa.

A questo proposito, nella prossima legge finanziaria 2006, nell’ambito delle disposizioni previste, fermo restando il principio della libera scelta da parte dei cittadini per l’accesso a strutture sanitarie anche diverse da quelle presenti nella regione di appartenenza, viene stabilito un tetto massimo regionale di rimborsabilità e di compensabilità entro il quale le singole Regioni regolano l’attività erogata dalle proprie strutture sanitarie pubbliche e private accreditate.

Di conseguenza la nostra Regione, che provvede al finanziamento del servizio sanitario senza oneri a carico del bilancio dello Stato, utilizzando le proprie risorse, potrà stabilire, al fine del contenimento della dinamica della spesa sanitaria e con riferimento alle prestazioni erogate nel territorio regionale, sistemi di governo della mobilità sanitaria interregionale effettuata dai propri residenti che garantiscano il rispetto dei criteri di appropriatezza ed efficacia delle prestazioni.

Analogamente a quanto verificatosi in altre Regioni, anche in Valle d’Aosta, nell’anno 2004, il saldo finanziario complessivo della compensazione è risultato negativo e pari a circa 16 milioni di euro.

Le principali migrazioni avvengono con le regioni dell’Italia del nord-ovest ed in particolare con il Piemonte, regione confinante, per una quota del 63% sul totale, di cui il 34% verso strutture private convenzionate. I primi DRG chirurgici di fuga riguardano gli interventi sul ginocchio senza complicanze, sul sistema cardiovascolare per via percutanea, su articolazioni maggiori e reimpianti di arti inferiori, sul cristallino con o senza vitrectomia, su dorso e collo senza complicanze e altri interventi sul sistema muscolo-scheletrico e tessuto connettivo senza complicanze, mentre i primi DRG medici interessano le diagnosi del sistema muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo, altri fattori che influenzano lo stato di salute, la chemioterapia non associata a diagnosi secondaria di leucemia acuta. Per contro, risulta una discreta attrazione per gli altri interventi sul sistema cardiovascolare con complicanze e per la legatura e lo stripping di vene, sulla chirurgia bariatrica e, recentemente, sulla chirurgia urologica.

Il quadro descritto depone per una situazione caratterizzata da una fuga evitabile, incentrata principalmente su di una specialità, l’ortopedia e traumatologia, le cui ragioni affondano su criticità legate a passati periodi, a difficoltà territoriali ed a preconcetti di difficile eradicazione nel breve periodo. E’ altresì necessario sottolineare come in campo ortopedico si annidino i maggiori rischi di inappropriatezza sia chirurgica, sia strumentale e quindi di minore controllo sulla mobilità passiva.

82

Nonostante l’attenzione sempre prestata all’eccellenza, il ridotto bacino di utenza, la relativa bassa incidenza epidemiologica, la necessità di una qualità professionale basata anche sul numero di prestazioni effettuate, portano ad attuare scelte assistenziali che escludano la fornitura di alcune prestazioni di altissima specializzazione in Valle d’Aosta; tale situazione incide poco nel numero, ma molto nell’assorbimento di risorse finanziarie.

E’ opportuno considerare anche i seguenti punti di attenzione:

- l’impossibilità di eliminare parte della fuga a causa della conformazione del territorio e del relativo esiguo bacino di utenza, attualmente pari a circa 120.000 abitanti, con difficoltà di attivare, sostenendole finanziariamente, tutte le prestazioni in modo da garantire appropriatezza clinico-assistenziale e gestionale;

- la migrazione della popolazione della bassa valle verso il Piemonte a causa della presenza di strutture sanitarie più vicine rispetto al luogo di residenza ed al Presidio Ospedaliero di Aosta;

- in attesa di una nuova sede, il numero di sale operatorie e la relativa organizzazione delle sedute operatorie risulta a volte carente a supportare l’attività sia di base sia di eccellenza con occasionali allungamenti dei tempi di attesa per alcune prestazioni chirurgiche di base;

- l’allungamento dei tempi chirurgici dovuti al congruo sempre maggior utilizzo della chirurgia non invasiva e robotica;

- il comportamento degli erogatori di altre Regioni ed, in particolare modo, le strutture private che, non “limitati” da specifici vincoli di volume di attività e da controlli di appropriatezza delle prestazioni nei confronti degli utenti residenti in altre Regioni, indirizzano una rilevante quota della loro attività verso gli extraregionali stessi.

Descrizione delle azioni.

La programmazione regionale dovrà prevedere, sia attraverso la realizzazione di iniziative in proprio, sia attraverso l’attività dell’Azienda U.S.L. della Valle d’Aosta, i seguenti interventi:

1. realizzare un sistema regionale di monitoraggio annuale necessario per la valutazione delle priorità di intervento, analizzando le prestazioni attraverso l’incrocio dei dati relativi ai flussi informativi delle schede di dimissione ospedaliera e della mobilità sanitaria interregionale;

2. definire quali prestazioni di ricovero a maggior fuga debbano essere effettivamente recuperate presso il Presidio ospedaliero, attraverso il potenziamento qualitativo dell’offerta, sia con mezzi propri, sia attivando accordi interregionali, soprattutto con il Piemonte e con l’Università, per portare in loco alte professionalità in campi specialistici di competenza;

3. definire, in applicazione della recente normativa statale e regionale, specifici accordi con le strutture e le regioni interessate dalla mobilità, diretti a determinare volumi di attività e tetti di spesa e, parallelamente, sviluppare modalità di verifica dell’appropriatezza delle prestazioni;

4. individuare, sulla base dei dati di mobilità, le strutture di attrazione con le quali sviluppare accordi per specifiche prestazioni alla cui effettuazione possa partecipare anche personale medico specialista operante nella regione;

83

5. garantire appropriatezza, efficacia ed efficienza delle prestazioni di maggior fuga, attraverso iniziative finalizzate alla riduzione dei tempi di attesa, ad un maggiore e migliore utilizzo delle sale operatorie e ad un arricchimento formativo dei professionisti interessati, anche acquisendo le professionalità di specialisti extraregionali per operare, con criteri di eccellenza, presso il Presidio ospedaliero regionale;

6. intervenire sui MMG prescrittori, agevolando l’interscambio di comunicazione tra gli stessi ed i medici ospedalieri al fine di migliorare il rapporto interno; 7. prevedere interventi di formazione permanente nei confronti degli operatori dei

reparti soggetti a maggior fuga al fine di migliorare le competenze, le abilità cliniche, tecniche e manageriali.

84

Obiettivo 15.

Consolidare l’attenzione della programmazione sanitaria verso le

Outline

Documenti correlati