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In questo paragrafo andiamo ad approfondire il contenuto dei progetti personalizzati, per il modo in cui sono stati costruiti dagli assistenti sociali insieme ai nuclei beneficiari. In primo luogo abbiamo indagato quale sia stata la tipologia prevalente di progetto, dividendole in tre grandi cluster: progettualità limitata al solo servizio sociale, attivazione dell’equipe multidisciplinare, progettualità legata al solo patto con il centro per l’impiego.

Figura 68: Tipologia prevalente di progetto personalizzato (% di assistenti sociali).

Nella metà dei casi la tipologia più frequente è stata quella di una progettualità legata al solo servizio sociale. Nel 20% essa è stata invece principalmente costituita dal patto di servizio con il centro per l’impiego e nel restante 30% ha generalmente comportato l’attivazione dell’equipe multidisciplinare.

Il 60% degli assistenti sociali ha affermato che vi sono stati casi in cui la progettualità non comportava impegni particolari.

Figura 69: Assenza di impegni progettuali per il nucleo beneficiario (% di assistenti sociali).

Sono quei casi in cui è stato fatto un progetto "leggero", in forma semplificata, e in cui sono stati chiesti impegni di minima. Tali impegni semplificati potevano essere per esempio colloqui periodici con l’assistente sociale o semplicemente il pagamento

20%

30%

49%

Rimando al Patto di servizio con il Centro per l’Impiego

Attivazione dell’equipe multidisciplinare

Progettualità limitata al solo servizio sociale

Tra tutti i progetti fatti, quale tra le tre seguenti opzioni è stata la più frequente?

60% 39%

Sì No

regolare delle utenze e dell’affitto, o la perseveranza nel proprio stile di vita, quando ritenuto adeguato. Abbiamo chiesto agli assistenti sociali di segnalarci alcune casistiche in cui avevano scelto di fare il progetto personalizzato in forma leggera. Dall’analisi delle risposte aperte, abbiamo identificato alcuni cluster principali.

Assenza di complessità

La categoria comprende tutti i nuclei che non presentavano particolari problematiche di inclusione sociale o lavorativa, ma in cui il reddito era basso o vi erano alcuni debiti. Dalle risposte, è emerso che rientravano in questa tipologia tutte le famiglie in cui uno o più adulti già lavoravano, e in cui i minori andavano regolarmente a scuola; o gli anziani che percepivano la pensione e avevano già un buon livello di inclusione, grazie alla rete amicale/parentale. Un assistente sociale ha risposto "se il nucleo non è in carico": tale risposta però presuppone l’ipotesi che il non essere in carico implichi sempre l’assenza di complessità, cosa che non è vera: nella parte sugli studi di caso è infatti emerso come un effetto positivo delle misure di contrasto alla povertà sia stato proprio quello di intercettare famiglie con problematiche che non erano conosciute al servizio.

Esistenza di un progetto già attivo

Sono i casi in cui esisteva già un percorso di attivazione sociale o lavorativa, per cui il progetto si è limitato a formalizzare l’impegno di continuare nella progettualità già avviata. Un esempio riportato nelle risposte è stato quello di una persona che già stava svolgendo un tirocinio lavorativo.

Famiglie monogenitoriali

Un’altra categoria per cui gli assistenti sociali hanno cercato di limitare al massimo gli impegni è stata quella delle famiglie monogenitoriali. In questi casi, l’adulto risultava già pressato da un carico di lavoro e di cura familiare notevole, e il beneficio economico è stato interpretato da alcuni assistenti sociali come una "risorsa necessaria" a supportare una situazione che faticava a mantenersi in equilibrio.

Famiglie monoreddito con bambini in età 0-6

Molte delle famiglie raggiunte dalle misure di contrasto alla povertà sono famiglie monoreddito con figli minori. In queste famiglie generalmente l’uomo adulto lavora, mentre la donna rimane in casa con i bambini. Abbiamo visto che quando l’età dei bimbi era compresa tra 0 e 6 anni e non frequentavano il nido o la scuola dell’infanzia, gli impegni chiesti al nucleo sono stati spesso minimi. È infatti difficile pensare di avviare la figura inoccupata – generalmente la donna - a un qualsiasi percorso di attivazione o di

inclusione sociale in presenza di bambini così piccoli che hanno bisogno di accudimento continuo. A volte la progettualità si è indirizzata verso attività da frequentare insieme (mamma e bambini); in altri si è limitata a impegni di minima, o semplicemente ha formalizzato l’impegno a continuare nella cura dei bimbi.

Fragilità estrema

L’ultimo cluster identificato raccoglie una varietà di casistiche, accomunate dalla presenza di una grossa fragilità per cui non era possibile attuare un percorso di inclusione sociale o lavorativa. Abbiamo qui gli anziani con patologie sanitarie, o i casi di grave disabilità, o quelli storicamente in carico al servizio sociale, anche con dipendenze o problemi psichiatrici, per i quali non è stato possibile attivare alcuna progettualità di successo, e in cui si è operato con l’ottica della riduzione del danno.

Nella tabella seguente riportiamo gli obiettivi – e la loro frequenza – che sono stati inseriti nei progetti personalizzati dagli assistenti sociali, in accordo con i nuclei beneficiari. La tabella – precompilata con gli obiettivi - inserita nel questionario è stata in gran parte ripresa dalla scheda di progetto personalizzato predisposta dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, tabella utilizzata frequentemente dagli assistenti sociali nella stesura dei progetti e che conteneva una serie di obiettivi prioritari. La frequenza con cui questi obiettivi sono ricorsi nei progetti personalizzati è stata rilevata con il questionario. La somma della frequenza relativa per riga è sempre il 100%. Gli assistenti sociali potevano inserire più obiettivi all’interno dello stesso progetto, questo è il motivo per cui la somma per colonne è superiore al 100%. Mancano nella rilevazione ulteriori diversi obiettivi che gli assistenti sociali avessero deciso di aggiungere liberamente.

Tra gli obiettivi elencati, quelli maggiormente perseguiti sono stati l’inclusione lavorativa (68% di risposte "sempre" e "spesso"); la valorizzazione delle competenze individuali (63% di risposte "sempre" e "spesso"); il miglioramento della capacità di gestione del budget (63% di risposte "sempre" e "spesso"); il miglioramento della capacità di autonomia abitativa (54% di risposte "sempre" e "spesso"). Specularmente, vedremo nella tabella ancora successiva che alcuni degli impegni più frequentemente richiesti al nucleo sono stati l’iscrizione al centro per l’impiego (83% di risposte "sempre" e "spesso"), la ricerca attiva di lavoro e la disponibilità a partecipare a misure di inserimento lavorativo (71% di risposte "sempre" e "spesso"), la partecipazione a colloqui periodici con il servizio (72% di risposte "sempre" e "spesso") e l’impegno a utilizzare i soldi delle misure di contrasto alla povertà per un obiettivo concordato – come potrebbe essere ad esempio

il pagamento regolare dell’affitto (71% di risposte "sempre" e "spesso"): tutti impegni direttamente mirati a raggiungere gli obiettivi maggiormente ricorrenti.

Tabella 23: Frequenza relativa degli obiettivi stabiliti per i nuclei beneficiari85

(% di assistenti sociali)

OBIETTIVI Sempre Spesso Abbast. Poco Mai N.r. N.a.

A. Sostenere adattamento alla realtà 11% 26% 26% 20% 12% 2% 3%

B. Orientare alle scelte 10% 38% 37% 11% 3% 1%

C. Valorizzare le competenze individuali 25% 38% 30% 3% 3%

D. Curare la socializzazione 12% 20% 36% 26% 5% 1%

E. Sostenere la genitorialità 10% 26% 23% 15% 22% 4%

F. Potenziare la relazione adulto/minore 5% 11% 23% 27% 27% 5% 1%

G. Orientare e accompagnare alla fruizione

dei servizi 16% 29% 36% 14% 3% 1%

H. Valorizzare la capacità educativa e di

accudimento 3% 16% 24% 26% 23% 7% 1%

I. Supportare l’organizzazione familiare 5% 29% 40% 12% 11% 1% 1%

L. Assicurare gli impegni scolastici e

ricreativi 10% 34% 21% 11% 21% 4%

M. Migliorare le capacità di gestione del

budget 23% 40% 24% 8% 3% 1% 1%

N. Migliorare le capacità di autonomia

abitativa 11% 43% 27% 12% 4% 2%

O. Favorire l’inclusione lavorativa 23% 46% 22% 3% 5% 1%

P. Favorire la cura della salute 13% 29% 39% 12% 4% 0% 2%

85 La domanda era: "Quanto spesso sono ricorsi i seguenti obiettivi nel progetto personalizzato?". Le

risposte a disposizione del compilatore erano: "sempre", "spesso", "abbastanza", "poco", "mai". "N.r." sta per "non risponde" e "N.a." per non applicabile. Quest’ultimo valore è stato selezionato nei casi in cui il compilatore aveva scelto più di una frequenza per lo stesso obiettivo, e quindi la risposta non era univoca.

La tabella seguente riporta la frequenza relativa con cui sono stati richiesti gli impegni elencati nelle diverse righe ai nuclei beneficiari. La somma per riga è sempre il 100%. La somma per colonna è maggiore del 100% perché ai nuclei poteva essere richiesto più di un impegno.

Tabella 24: Frequenza relativa degli impegni richiesti ai nuclei beneficiari86

(% di assistenti sociali)

IMPEGNI Sempre Spesso Abbast. Poco Mai N.r. N.a.

Conclusione di percorso scolastico interrotto

(fuori dall’obbligo) 1% 4% 15% 36% 39% 4% 0%

Rispetto dell’obbligo scolastico dei minori (nei casi in cui non sia già assicurato dalla famiglia)

12% 13% 23% 15% 30% 4% 2%

Attività di volontariato come forma di

restituzione 5% 11% 23% 36% 21% 3% 1%

Attività di volontariato per favorire

l’inclusione sociale del beneficiario 5% 15% 28% 34% 16% 1% 0% Comportamenti di prevenzione e cura volti

alla tutela della salute fisica 7% 14% 36% 28% 11% 2% 2% Comportamenti di prevenzione e cura volti

alla tutela della salute mentale 5% 15% 25% 34% 16% 4% 0%

Colloqui periodici col servizio 42% 29% 20% 5% 3% 0% 0%

Ricerca attiva di lavoro e disponibilità a partecipare alle misure di inserimento lavorativo proposte dal servizio

23% 48% 17% 7% 4% 1% 0%

Iscrizione al Centro per l'impiego 49% 34% 12% 2% 3% 0% 0%

Impegno a utilizzare i soldi per un obiettivo

concordato 33% 38% 20% 7% 3% 0% 0%

86 La domanda era: "Quali sono gli impegni richiesti ai nuclei?". Le risposte a disposizione del compilatore

riguardo alla frequenza con cui ricorrevano gli impegni elencati erano: "sempre", "spesso", "abbastanza", "poco", "mai". "N.r." sta per "non risponde" e "N.a." per non applicabile. Quest’ultimo valore è stato selezionato nei casi in cui il compilatore aveva scelto più di una frequenza per lo stesso impegno, e quindi la risposta non era univoca.

Gli impegni maggiormente richiesti ai nuclei sono stati la disponibilità a colloqui periodici con il servizio, l’iscrizione al centro per l’impiego, la ricerca attiva di lavoro e disponibilità a partecipare a misure di inserimento lavorativo, nonché l’impegno a utilizzare i soldi delle misure di contrasto alla povertà per un obiettivo concordato. Oltre agli impegni elencati in tabella, era stato lasciato uno spazio di risposta aperta per segnalare altri eventuali impegni richiesti. Tra questi, sono emersi: la pulizia della propria casa, una maggiore partecipazione dei genitori – soprattutto stranieri- negli ambienti scolastici dei figli, il pagamento di debiti pregressi, la frequenza alla scuola di italiano per i cittadini stranieri che ancora non parlavano la lingua.

Infine, sempre all’interno dell’indagine sui contenuti dei progetti personalizzati, abbiamo chiesto con quale frequenza venissero messe a disposizione del nucleo beneficiario alcune tipologie di risorse. Va infatti ricordato che il progetto formalizza non solo gli impegni del nucleo familiare verso il servizio sociale, ma anche gli impegni di quest’ultimo verso la famiglia. Anche qui la somma per riga è pari al 100%, mentre quella per colonna è superiore al 100%, poiché ai nuclei potevano essere assegnate più misure.

Tabella 25: Frequenza relativa delle risorse che i servizi sociali hanno messo a disposizione dei nuclei

beneficiari87

(% di assistenti sociali)

MISURE Sempre Spesso Abbast. Poco Mai N.r. N.a.

Ulteriori contributi economici di

integrazione al reddito 3% 12% 34% 35% 12% 3% 1%

Contributi per spese sanitarie 2% 8% 21% 34% 30% 5%

Contributo per affitto 3% 13% 29% 24% 26% 4%

Affiancamento del Servizio di inserimento

lavorativo 9% 40% 37% 11% 2% 1%

Attivazione di tirocini 5% 32% 35% 18% 8% 1% 1%

Formazione (con attestato o conferimento di

qualifica) 3% 21% 32% 18% 22% 4%

87 La domanda era: "Quanto spesso ricorrono le seguenti misure all’interno dei progetti che hai fatto? ". Le

risposte a disposizione del compilatore erano: "sempre", "spesso", "abbastanza", "poco", "mai". "N.r." sta per "non risponde" e "N.a." per non applicabile. Quest’ultimo valore è stato selezionato nei casi in cui il compilatore aveva scelto più di una frequenza per la stessa risorsa, e quindi la risposta non era univoca.

Inserimento lavorativo in cooperative sociali

e nel settore no profit 1% 7% 22% 28% 38% 3% 1% Consulenza e sostegno da parte del servizio,

tramite colloqui periodici 37% 36% 16% 9% 1% 1% Servizi di supporto psicologico e psichiatrico

(servizi specialistici) 3% 11% 25% 33% 22% 5% 1% Servizi di supporto per le dipendenze

(SERT) 2% 3% 15% 32% 40% 8%

Assegnazione alloggio popolare 1% 7% 9% 30% 49% 4%

Collocazione in alloggio procurato dai

servizi (hotel, affittacamere ecc.) 1% 4% 9% 24% 57% 5%

Assistenza domiciliare 0% 3% 10% 22% 61% 4%

Inserimento in attività di socializzazione 4% 14% 28% 29% 22% 2%

Servizi di trasporto 1% 2% 16% 25% 50% 5%

Erogazione di pasti (mensa o a domicilio) 1% 2% 10% 16% 67% 3%

Collocazione in residenze 2% 1% 4% 13% 74% 5%

Servizio di mediazione familiare 1% 0% 11% 17% 64% 7%

Attività di sostegno e formazione alla

genitorialità 2% 5% 18% 23% 42% 9%

Contributi per nidi 1% 0% 9% 21% 62% 8%

Accesso ai nidi comunali o convenzionati 1% 0% 8% 23% 61% 8%

Servizi di sostegno educativo scolastico ed

extra scolastico 1% 5% 25% 23% 37% 9%

Servizi educativi e di cura dei bambini in età

prescolare 1% 4% 12% 21% 54% 8%

Servizio di mediazione culturale 3% 8% 16% 22% 46% 5%

Anche da questa tabella emerge come i servizi maggiormente messi a disposizione dei nuclei afferivano all’area dell’inclusione lavorativa (formazione, tirocini, affiancamento del servizio di inserimento lavorativo) e ai colloqui di consulenza con il servizio sociale.

Circa il 15% degli assistenti sociali ha inoltre erogato ulteriori contributi al reddito e per l’affitto. Quasi assente invece il supporto alle famiglie sotto forma di servizi aggiuntivi per la prima infanzia, che sono invece un tassello fondamentale per l’inclusione lavorativa delle madri.