Se passiamo ad analizzare l’impatto delle misure di contrasto alla povertà sull’integrazione tra i diversi attori chiamati ad attuare le politiche vediamo come esso sia risultato decisamente positivo. L’introduzione delle misure di contrasto alla povertà, con la previsione di una progettazione multidisciplinare che coinvolge più attori istituzionali, ha aumentato l’integrazione tra i diversi enti e servizi dell’ambito distrettuale (frequenza dei contatti, incontri in equipe ecc.) in più di otto casi su dieci. Nel 19% dei casi (5 territori), invece, ciò non è avvenuto.
Sì ha comportato rilevanti modifiche organizzative, 7 Sì ha comportato modifiche organizzative, ma non rilevanti, 13 No, 3 Altro (specificare), 4
L'introduzione delle misure di contrasto alla povertà ha comportato modifiche organizzative?
Figura 38: Impatto delle misure di contrasto alla povertà sull’integrazione tra enti e servizi (numero di
ambiti distrettuali).
Gli ambiti distrettuali che hanno riscontrato una maggiore integrazione a seguito dell’introduzione delle misure di contrasto alla povertà hanno poi dettagliato come ciò fosse avvenuto. È emerso chiaramente che uno dei fattori che ha favorito l’integrazione sia stata la previsione dell’equipe multidisciplinare per la stesura dei progetti personalizzati, equipe che va costituita in tutti i casi di nuclei con bisogni complessi. Un altro elemento importante di integrazione, che ha rafforzato e reso obbligatoria l’equipe multidisciplinare forse in modo anche più stringente delle misure di contrasto alla povertà, è stata l’applicazione della legge 14/2015. Un compilatore afferma: "In realtà il vero motore di cambiamento, anche se ancora non perfettamente rodato, è stata la Legge regionale 14 (2015), con le relative misure di inclusione lavorativa. Essa ha comportato una maggiore integrazione tra servizi sociali e servizi del lavoro, ed una importante sinergia con gli enti di formazione. Le misure a contrasto della povertà meno, al momento". Su questa linea anche un altro territorio: "La previsione dell’equipe della Legge 14, che nel nostro ambito distrettuale ha comportato l’individuazione di un referente fisso per il Sert (servizio sanitario per le dipendenze) e il Csm (servizio sanitario per la salute mentale), ha molto aiutato nel creare un rapporto più stabile e una interlocuzione tra parte sociale e parte sanitaria. È stata soprattutto la Legge 14 ad aumentare l’integrazione, più che le misure di contrasto alla povertà (Sia, Res), anche se il Sia ha fatto da palestra. Questo è evidente perché nella circostanza - per esempio- che in equipe fosse assente la persona del centro per l’impiego, nel caso del Sia procedevamo
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Sì No
L’introduzione delle misure di contrasto alla povertà ha aumentato l’integrazione tra i diversi enti e servizi dell'ambito distrettuale?
ugualmente a stabilire il progetto per il nucleo, mentre nel caso della Legge 14 questo non è possibile: è più cogente". Le misure di contrasto alla povertà hanno "rafforzato i momenti di integrazione istituzionale e operativa"; "hanno favorito il consolidamento del lavoro di rete tra operatori di uno stesso servizio ma in territori diversi, e tra diverse istituzioni come ad esempio il centro per l'impiego, il CSM, il Centro per le famiglie, le Caritas, la Scuola". Questa migliore collaborazione con il centro per l’impiego e i servizi per il lavoro è stata sottolineata da più parti: "L'introduzione delle misure di contrasto alla povertà ha aumentato l’integrazione tra il servizio sociale e gli stakeholder locali del mondo del lavoro, perché è stato necessario un confronto costante durante la fase di progettazione, di implementazione e di valutazione delle misure messe in atto". Un territorio ha sottolineato come il lavoro integrato in equipe fosse già presente, ma "prima era più lasciato alla singola iniziativa delle assistenti sociali, mentre adesso il lavoro integrato ha assunto una dimensione strutturata molto forte. Le misure di contrasto alla povertà non hanno sconvolto il modo di lavorare, ma lo hanno maggiormente consolidato, perché c’è l’attuazione di una misura regolata (dalla legge) e così quando si invitano i colleghi di altri servizi a partecipare all’equipe questo ha una forza maggiore che non prima". Quindi quasi ovunque si è registrata una maggiore frequenza nei contatti tra operatori diversi. Un territorio ha affermato che il miglioramento nell’integrazione non è avvenuto solo tra i servizi, ma anche con le persone beneficiarie, gli utenti, che vengono coinvolti nella definizione del progetto. Questa risposta da una parte ci ha sorpreso, poiché la domanda si riferiva all’integrazione tra enti e servizi, ma nello stesso tempo ha costituito un interessante spunto di riflessione, perché ha fatto emergere come la comunicazione e la bidirezionalità nel rapporto tra assistenti sociali e utenti sia tutt’altro che scontata. Un altro territorio ha voluto evidenziare come l’applicazione delle misure di contrasto alla povertà sia stata vissuta e implementata come una grande opportunità per il miglioramento complessivo del lavoro, a tutto beneficio delle persone utenti: "È aumentata l’integrazione tra gli enti e i servizi coinvolti: si è dialogato con costanza con il Centro per l’impiego e al bisogno sono stati coinvolti, su input delle famiglie e degli assistenti sociali responsabili del caso, servizi della sanità, della scuola e dell’educazione, del terzo settore. È stato quindi possibile costruire analisi e successivamente progetti che potessero fornire all’equipe di riferimento uno sguardo il più ampio possibile rispetto a punti di forza, criticità e possibilità in campo". Sulla stessa linea un altro ambito distrettuale, che affermava: "Sono state costituite equipe inter-istituzionali multiprofessionali, si effettuano prese in carico condivise fra i servizi, è stato costituito
un gruppo di lavoro inter-istituzionale distrettuale (servizio sociale, servizi per il lavoro, servizi amministrativi, servizi sanitari) per definire modalità operative condivise ed unitarie". Infine, sempre nel solco di una visione positiva delle misure di contrasto alla povertà: "È stato attivato un percorso virtuoso tra le componenti in équipe (sociale- sanitario-lavoro) e, all’interno del servizio sociale professionale, sono state attivate nuove modalità operative in funzione delle relazioni tra territori". In sintesi, sotto questo aspetto dell’integrazione inter-istituzionale e inter-professionale, possiamo affermare che le misure di contrasto alla povertà, in special modo grazie alla loro integrazione con le procedure della legge 14/2015, hanno contribuito a rafforzare o consolidare un modello di lavoro in rete che, seppure previsto dalla legge quadro del 2000, ancora stentava pienamente ad affermarsi. Esse hanno inoltre, in alcuni casi, spinto verso una maggiore integrazione tra comuni a livello di ambito distrettuale, portando a superare il livello locale e ad andare verso un livello di gestione associata distrettuale, così come auspicato dai piani sociali e sanitari regionali, che identificano il livello distrettuale come ambito ottimale dell’integrazione e della gestione dei servizi sociali. Questa maggiore integrazione si è spesso realizzata attraverso la costituzione di elementi organizzativi nuovi e una diversa ripartizione delle funzioni, come l’equipe multidisciplinare (a volte distrettuale) e le funzioni assegnategli sia dalle misure di contrasto alla povertà che dalla legge 14/2015; queste novità si configurano come vere e proprie innovazioni organizzative, oggetto di analisi specifica nel prossimo paragrafo.
5.5 L’innovazione nei servizi territoriali: il contributo e i limiti delle misure di