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Contesti di intervento ed obiettivi generali

Nel documento IL TEATRO DELLA VITA. (pagine 146-149)

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che prevede la necessità di lavorare in equipe multidisciplinari dove si integrino competenze performative, quelle psico-sociali e quelle proprie del contesto di intervento, che possono essere di tipo educativo, terapeutico, formativo etc. Un intreccio di processi che potrebbero richiedere l’integrazione di competenze psico-sociali, sia per la conduzione dei gruppi, con attenzione ai processi intragruppali, sia per la promozione delle interazioni intergruppali in ottica di sviluppo delle reti e della comunità territoriale718.

144 prima infanzia fino alle università,

sia pubbliche che private.

prevenire forme di disagio giovanile (disturbi alimentari, bullismo, ciberbullismo, devianza, abuso di sostanze), sviluppare la creatività e le competenze comunicative, promuovere la condizione olistica e integrata della persona, promuovere processi interculturali e di sviluppo delle identità, facilitare la didattica, promuovere la formazione degli insegnanti, implementare i rapporti di collaborazione tra scuola e territorio, sviluppo di competenze proprie del linguaggio teatrale.

Servizi sanitari: ospedali, nei reparti di oncologia, pediatria, psichiatria, strutture di dietetica e

alimentazione medica,

neuropsichiatria; servizi psichiatrici territoriali (CPS, CRM, appartamenti protetti), comunità terapeutica psichiatrica.

Rielaborazione creativa del trauma, sviluppo di competenze espressive e di comunicazione, sviluppo di competenze proprie del linguaggio teatrale, stimolare la dimensione espressiva del corpo, promozione dell’esperienza di gruppo, favorire il processo di cura, promuovere la formazione del personale sanitario ed educativo, favorire l’interazione tra istituzioni sanitarie e territorio, promozione di esperienze estetiche e culturali, implementare la comunicazione sui temi della salute e del benessere.

Servizi socio-sanitari: residenze sanitarie per anziani (RSA);

comunità terapeutiche

(tossicodipendenza, devianza, disagio sociale); comunità di recupero per i disturbi dell’alimentazione.

Promozione di processi di narrazione autobiografica e recupero della memoria, sviluppo di competenze espressive di tipo corporeo e ritmico-musicale, promozione della rielaborazione creativa di gruppo, favorire il processo di terapia, promuovere le relazioni familiari, stimolare un approccio di tipo comunitario all’interno dell’istituzione, promuovere la formazione del personale sanitario ed educativo, favorire l’interazione con il territorio, promuovere esperienze estetiche e culturali entro i contesti residenziali, implementare la comunicazione sui temi della demenza, dell’alimentazione, delle sostanze tossiche.

Servizi residenziali di tipo socio assistenziale: case di riposo per anziani.

Valorizzare la persona, dare voce alla persona istituzionalizzata, scoraggiare le dinamiche di anomia e infantilizzazione, integrazione intergenerazionale, promuovere il mantenimento delle interazioni familiari, stimolare un approccio di tipo comunitario all’interno della residenza, promuovere la formazione del personale socio-assistenziale, favorire l’interazione con il territorio, promuovere esperienze estetiche e culturali entro il contesto residenziale.

Servizi residenziali di tipo socio educativo: comunità residenziale di accoglienza per minori, comunità famiglia, centri affido familiare (CAF)

Promuovere l’evoluzione della persona minore/giovane, favorire l’instaurarsi di dinamiche sociali positive di tipo familiare entro il gruppo e la comunità, prevenire la strutturazione di forme di disagio (devianza, abuso di sostanze, dipendenza sessuale, suicidio e autolesionismo), promuovere le competenze relazionali e comunicative, offrire spazi di produzione culturale e creatività, promuovere la formazione degli educatori, implementare i rapporti di collaborazione tra comunità, servizi ed enti del territorio (scuole, centri sportivi, centri di aggregazione), sviluppo di competenze proprie del linguaggio teatrale, mantenimento dei legami familiari originali, promozione di nuovi legami.

Servizi territoriali e socio-educativi diurni: centri per anziani (CAM), centri diurni per anziani, centri per minori, centri giovani (CAG), centri sociali, servizi per la formazione e l’autonomia per persone con disabilità (SFA);

centri diurni per disabili (CDD).

Fornire spazi e supporti alla creatività e alla produzione culturale, dare voce alle persone fragili, valorizzazione dei soggetti e della loro identità, integrazione della persona nel gruppo, nel contesto del servizio e nel territorio, affermazione dei diritti dei minori e dei giovani, delle persone anziane e di quelle con disabilità, promozione dell’aggiornamento del personale educativo, implementare l’interazione tra il centro e il territorio.

Servizi e centri di accoglienza:

servizi di accoglienza per migranti e rifugiati; centro di accoglienza donne maltrattate o vittime di

Promuovere percorsi di rielaborazione del trauma, sviluppo di narrazioni autobiografiche sull’esperienza della migrazione, promuovere processi interculturali, favorire il meticciato culturale, stimolare l’apprendimento linguistico, promuovere l’integrazione

145 abusi; centri di accoglienza e

mense dei poveri.

sociale e il riconoscimento dell’identità, modificare le rappresentazioni stigmatizzanti attraverso forme di contronarrazione.

Associazioni di volontariato, associazioni culturali, associazioni per i diritti.

Promozione delle attività dell’associazione, sviluppo di percorsi di formazione e aggiornamento per i soci.

Aziende: settori gestione risorse umane, formazione, convention.

Promuovere la formazione del personale alle softskills (comunicazione, lavoro di gruppo, problem soving, collaborazione), favorire la cultura d’impresa e la motivazione.

Musei e eco-musei. Sostenere i processi culturali popolari e la memoria locale personale e comunitaria, promuovere la fruizione attiva delle risorse museali, implementare i rapporti tra i musei e gli altri enti del territorio, favorire a partecipazione attiva dei cittadini alle proposte culturali del loro territorio, promuovere nuove forme di fruizione museale.

Comunità territoriali, quartieri e circoscrizioni.

Promuovere l’identità culturale della comunità e il recupero della memoria locale, promuovere la produzione culturale e simbolica collettiva, favorire l’interazione, lo sviluppo dei legami, l’inclusione sociale, la resilienza, implementare le reti locali di fronteggiamento, favorire la collaborazione interpersonale e tra i gruppi, interprofessionale e interistituzionale, stimolare le nuove partnership, promuovere il recupero delle tradizioni locali.

Biblioteche rionali e comunali. Promozione della socializzazione locale e della formazione di gruppi nel territorio, promozione della memoria e della cultura popolare locale, sviluppo del protagonismo culturale diffuso.

Oratori e parrocchie. Promozione di momenti educativi e di aggregazione di gruppo, animazione dei minori e dei giovani, sviluppo della partecipazione dei giovani e dei meno giovani alla vita della comunità, formazione degli educatori e degli animatori, promozione delle relazioni con la comunità territoriale, favorire la comprensione attiva e partecipata del messaggio cristiano, evangelizzazione.

Teatri. Promozione delle relazioni tra teatro e territorio, favorire la partecipazione attiva della cittadinanza alla produzione e progettazione culturale, promuovere la formazione al teatro sociale di operatori specializzati, promuovere l’aggiornamento alle competenze teatrali di altre figure professionali, promuovere momenti di aggregazione di gruppi di cittadini, anche delle fasce socialmente marginali (anziani, persone con disabilità), fornire occasioni di rappresentazione e autonarrazione ai cittadini.

Zone di conflitto o disastri naturali.

Promuovere la rielaborazione creativa dell’esperienza traumatica, promuovere la produzione culturale e simbolica di tipo gruppale e collettivo, promuovere il legame sociale, favorire il recupero della memoria e dell’identità culturale e sociale, promuovere processi di cambiamento e di progettazione condivisa del futuro, favorire processi di costruzione delle reti solidali, promuovere azioni di pace e di collaborazione, implementare la formazione degli operatori, promuovere i legami di comunità, promuovere processi di resilienza.

La griglia mostra che le esperienze di teatro sociale entrano in relazione con i contesti di attuazione progettuale riformulando l’esperienza teatrale in base ai processi performativi già presenti nel contesto e ai bisogni, problemi e desideri dei soggetti, sia quelli individuali che i gruppi e le comunità/organizzazioni. In questo senso, Schechner e Thompson osservano che non si possa pensare al teatro sociale come il semplice portare il teatro in contesti sociali, bensì come ad un’interazione performativa in cui “social theatre draws on theory that pertains to the particular lacations where the projects happen”720. In tal senso Thompson e Schechner sostengono che sebbene il teatro sociale abbia imparato a parlare i linguaggi dei contesti in cui opera, non

720 Thompson James, Schechner Richard, “Why “Social Theatre”?”, 12.

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debba però ridurre la sua azione al semplice portare il teatro in quei contesti, bensì esso riesce a sviluppare tra i due modi performativi, sociale e teatrale una “dinamic interaction of the two practices, an interaction that can change both disciplines”721.

Posta questo punto di attenzione, è possibile fare delle notazioni più generali a partire dai criteri di metodo e gli obiettivi che le esperienze e le riflessioni teoriche hanno evidenziato.

Evidentemente nei processi di teatro sociale prevalgono gli obiettivi di ordine sociale su quelli più specifici di area teatrale legati all’espressività, allo sviluppo di competenze di linguaggio, alla ricerca di ordine artistico.

Come notato a conclusione della prima parte sono recenti le esperienze di teatro sociale che sono tornate ad interrogarsi sulla dimensione estetica e di rinnovamento artistico. Così come non risultano presenti obiettivi di ordine strettamente politico.

Una seconda nota riguarda i soggetti a cui sono riferiti gli obiettivi, che spaziano dalle singole persone, ai gruppi, alle organizzazioni e alle comunità e alle relazioni tra gli stessi. Emerge anche l’interdipendenza degli obiettivi, che nei progetti si evidenzia nella loro concatenazione, e che rinvia all’approccio sistemico e alla convinzione che il raggiungimento degli uni dipenda dal raggiungimento degli altri. È però necessario esplicitare che non tutte le progettualità si muovono con una chiarezza sulla pluridimensionalità dell’intervento di teatro sociale, sia dal punto di vista della relazione con la comunità o organizzazione più allargata, sia dal punto di vista della pluralità degli esiti possibili e della fondamentale necessità di un processo triplice di azione, relazione e rappresentazione. È forse possibile intendere che, dal punto di vista del riferimento ai criteri di metodo sopraesposti, vi siano posizioni differenti di consapevolezza e altre volte scelte precise di criteri alternativi. Per esempio ci sono progettualità in cui predominano alcuni indirizzi metodologici, che privilegiano il lavoro con i singoli e il gruppo, oppure solo con la comunità. Che scelgono di trascurare l’esito conclusivo. Oppure costruiscono il processo solo in vista dell’esito. Che non attivano reali forme di partenariato, oppure che non tutelano l’esperienza del gruppo a favore di un’eccessiva collusione istituzionale.

A dire, che quello che hanno evidenziato le esperienze considerate sono posizioni diverse entro il vasto campo del teatro sociale, che vedono alcune esperienze operare secondo i criteri sopra evidenziati, mentre altre solo parzialmente. Quali siano le motivazioni è difficile da dire. È probabile che la mancanza di iter formativi strutturati orientati alla formazione di un operatore con competenze condivise di ruolo lasci il campo aperto ad esperienze improvvisate e non sempre adeguatamente consapevoli. Ugualmente si può dire della mancanza di processi di valutazione dell’efficacia delle attività in riferimento agli obiettivi preposti722.

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