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Teatro sociale e applied theatre: differenze, confronti, contaminazioni

Nel documento IL TEATRO DELLA VITA. (pagine 133-141)

Uno sguardo che si allarga oltre i confini nazionali permette di articolare ulteriormente la definizione di teatro sociale attraverso il paragone con altre forme teatrali. In particolare Schechner e Tompson associano il teatro

655 Una delle poche attività di teatro sociale che è stata ideata per muoversi in forma politica ed anche contestataria è il Teatro dell’Oppresso, che in Italia fanno capo in particolare alla Cooperativa Giolli. Bisogna però ricordare che il Teatro dell’Oppresso in Italia, e complessivamente nel periodo di vita che Boal ha passato in Europa, ha preso una declinazione di ordine terapeutico e gruppale, abbandonando in parte la dimensione sociale più allargata. Questo perché Boal stesso rilevava come le esperienze di oppressione che aveva incontrato in Europa fossero piuttosto auto-inflitte entro una dinamica di conflittualità interiore piuttosto che nascere dalle conflittualità di ordine sociale e politico. Per un approfondimento si veda quanto già scritto al paragrafo “1.2.7 Il teatro dell’Oppresso – TdO”, della prima parte della tesi.

La cooperativa Giolli, succursale italiana del TdO ha sostanzialmente seguito queste linee di sviluppo. Anche nell’ultima fase del suo operato, le attività di ordine pubblico che sta sviluppando sono spesso commissionate dalle stesse amministrazioni pubbliche, dunque operano in collaborazione e non in opposizione secondo una logica di cambiamento endogeno. Per approfondimento sugli sviluppi progettuali attuali della Cooperativa Giolli si scorrano le progettualità svolte in “Progetti e interventi”, Giolli Cooperativa Sociale. Accesso 17-12-2016 http://www.giollicoop.it/index.php/it/cosa-facciamo/42-progetti.

656 Congiuntamente pubblicato da Rivista Europea Catarsi - Teatro delle diversità in “Una ricognizione attiva del teatro sociale”, Teatri delle diversità, 19, agosto 2014, 102 e A-teatro. Webzine di cultura teatrale (http://www.ateatro.it/webzine/2014/03/06/per-una-ricognizione-aggiornata-del-teatro-sociale-in-italia/).

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sociale all’applied theatre di area inglese e australiana, al community theatre di area americana, al theatre for development di area africana e al popular theatre di area canadese.657 Anthony Jackson, invece, lo include tra le forme di educational theatre, insieme ad una lunga lista di termini che definiscono altrettante tipologie di teatro658. Si tratta di rimandi piuttosto disparati, a cui si aggiunge un’ulteriore confusione generata da un problema di traduzione che per esempio conduce Prendergast e Saxton ad intendere il social theatre piuttosto come un antesignano dell’applied theatre.

Alternative theatre practices, […], have historically been labeled with a number of diverse terms, such as grassroots theatre, social theatre, political theatre, radical theatre and many other variations, but over the course of the last decade, “applied theatre” is the term that has emerged as the umbrella under which all of these prior terms and practices are embraced659.

Le autrici si stanno qui riferendo al social theatre, come è inteso dal senso comune di area anglosassone, in quanto forma diffusa di teatro popolare, paragonabile alle italiane filodrammatiche oratoriali.

Alla luce di queste variabili, è opportuno delineare, seppur brevemente, in che cosa consista l’applied theatre per poi desumere distinzioni e comunanze rispetto al teatro sociale. L’applied theatre nasce660 come un

‘umbrella title’, un’etichetta che dopo un decennio circa di discussioni viene finalmente avallata dalla maggior parte dei ricercatori e degli studiosi, offrendo un’indubbia possibilità di analisi e di confronto inter-metodologico tra le differenti applicazioni del teatro in diversi contesti sociali e con differenti obiettivi di ordine pedagogico, terapeutico, trattamentale, riabilitativo, formativo. Ma anche nel caso dell’applied theatre, come per il teatro sociale, l’assunzione di un termine unitario ha nel tempo creato alcune complessità. È di Ackroyd questa invocazione iniziale.

In the face of this plurality I suggest that it is an intentionality which all the various groups have in common. They share a belief in the power of the theatre form to address something beyond the form itself. So one group use theatre in order to promote positive social processes within a particular community, whilst others employ it in order to promote an understanding of human resource issues among corporate employees. The range is huge, including such as theatre for education, for community development, and for health promotion, and dramatherapy and psychodrama661.

A motivare l’urgenza di un unico campo di riferimento, l’autrice riporta quattro ordini di ragioni: la diffusione rapida di pratiche teatrali applicate a differenti contesti con obiettivi diversi che hanno mostrato il potere del dramma nella risoluzione di situazioni di bisogno. In secondo luogo, fatte salve le differenze, è importante evidenziare le comunanze al fine di poter traghettare dall’una all’altra pratica le scoperte attuate in anni di esperienze. Inoltre è urgente sviluppare adeguati sistemi di valutazione che riescano a mettere in evidenza gli specifici contributi che l’applied theatre può dare per cambiare attitudini e comportamenti, individuali e collettivi, ed anche mettere in allerta su eventuali cattive conseguenze. Infine è necessario “to appreciate that applied theatre is not only applied, but also theatre. So there is also a need for critical analysis of the theatre

657 James Thompson, Richard Schechner, “Why “Social Theatre”?”, 11.

658 Anthony Jackson, Theatre, education and the making of meanings, Manchester and New York, Manchester University Press, 2007, 1. Nella lista l’autore include insieme al social theatre: theatre of the oppressed, theatre in education, theatre in health education, outreach theatre, theatre in prison, theatre for development, theatre for liberation, applied theatre, interventionist theatre.

659 Monica Prendergast, Susan Saxton (a cura di), Applied theatre: international case studies and challenges for practice, Bristol (UK)/ Chicago (USA), Intellect, 2009, 6-7.

660 La prima pubblicazione che utilizza il termine di Applied Theatre viene riferita da Judith Ackroyd a Joel Plotkin,

"Applied theatre: a journey", Applied & interactive theatre guide, 1997.

661 Judith Ackroyd, “Applied theatre: problems and possibilities”,Applied theatre researcher, 1, (2000), 1. Accesso 15-07-2016 https://www.griffith.edu.au/__data/assets/pdf_file/0004/81796/Ackroyd.pdf.

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forms themselves”662. Infatti secondo Ackroyd teatro e teatro applicato stanno su uno stesso continuum esperienziale, ciò che li distingue sono la partecipazione del pubblico e la trasformazione che riescono a produrre.

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Le attività di applied theatre si collocano tutte entro il quadrante in alto a destra, qualunque sia il metodo o la forma che utilizzano. L’autrice conclude il saggio ponendo una cruciale questione etica: evidenziata la capacità trasformativa del teatro, è necessario che essa sia orientata ad obiettivi corretti. Ma come decidere quali siano gli obiettivi adeguati e chi può farlo, è la domanda con cui chiude il suo articolo Judith Ackroyd, una questione che rimane aperta negli studi successivi664.

Se l’unitaria nominazione ha avuto il vantaggio di semplificare e di evidenziare un territorio comune, non ha però evitato una serie di rimesse in discussione. Per esempio da parte della stessa Ackroyd, che solo pochi anni dopo, a fronte di una rapida diffusione dell’uso del termine, ha osservato come applied theatre non fosse più un semplice termine etichetta atto a facilitare il confronto e lo scambio tra diverse pratiche, bensì avesse assunto un chiaro rimando ad una serie di specifici criteri di metodo, in seguito ai quali non tutte le pratiche sono più ugualmente accolte (è stato di fatto escluso nell’ultimo periodo dal campo dell’applied theatre il drama in education). Ackroyd nota con stupore che si sia creata una sorta di gerarchia entro le fila del teatro applicato, effetto assolutamente imprevisto quando sostenne la diffusione di questa comune etichetta665. Di fatto, riflette Thompson, “it is a collective and collecting term whose use has emerged before a strict definition has been agreed”666. Preso atto di queste complessità, continuando a ricostruire, attraverso le riflessioni di alcuni degli studiosi di questo fenomeno, quali siano gli elementi costitutivi dell’applied theatre, emerge che

662 Ibi, 2.

663 Judith Ackroyd, “Applied theatre: problems and possibilities”, 4.

664 A tal proposito è esemplare la riflessione che ha articolato negli anni James Thompson in merito al teatro in carcere e al teatro nei contesti di guerra ed emergenza, entrambi ambiti che sfidano l’intervento teatrale dal punto di vista della sua correttezza etica connessa all’ambiguità delle committenze che ricade inevitabilmente sul senso del processo, che può finire per essere collusivo con l’istituzione e dunque perdere il suo valore di trasformazione. A tal proposito si vedano almeno James Thompson, Digging up stories: applied theatre, performance and war, Manchester, Manchester University Press, 2005 e James Thompson, Performance affects: applied theatre and the end of effect, Basingstoke, Palgrave Macmillan, 2009. Per uno sguardo più specifico relativo all’applied theatre e alle sue implicazioni nei paesi in sviluppo si veda David Kerr, "Ethics of applied theatre" South african theatre journal, 23, 1 (2009), 177-187.

665 Judith Ackroyd, “Applied theatre: an exclusionary discourse?”, Applied theatre researche, 8, 1 (2007), 1-11.

666 James Thompson, Applied theatre, Bern, Peter Lang AG, European Academic Publisher, 2003, 14.

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the theatre is applied because it is taken out from the conventional mainstream theatre house into various settings in communities where many members have no real experience in the theatre form.

The theatre becomes a medium for action, for reflection but, most important, for transformation – a theatre in which new modes of being ca be encountered and news possibilities for humankind can be imagined667.

A conferma che si tratta di una teatralità che pone al centro la trasformazione del soggetto, individuale e collettivo, che si può realizzare grazie a: l’aumento della consapevolezza su particolari problemi;

l’insegnamento di concetti; l’osservazione ed interrogazione delle azioni umane; la prevenzione dei comportamenti pericolosi; la cura delle identità frantumate; il cambiamento dello stato di oppressione. Tutti principi che sono condivisi da molteplici forme di teatro e drammaturgia che intervengono nel sociale. Per esempio nella lista compaiono gli obiettivi del theatre in education, come del teatro popolare e del community theatre. Ma la trasformazione non avviene a partire dal nulla, bensì in un contesto denso di altro e con soggetti che sono coinvolti in altro e da altro. Allora è proprio la dimensione estetica che apre ai partecipanti la possibilità di uno sguardo nuovo, uno stato di coscienza amplificato. Ma a differenza di altre forme estetiche, anche di tipo teatrale e che pur possono produrre delle trasformazioni, sono la partecipazione e l’ingaggio reciproco che fanno la differenza. Infatti l’“applied theatre, like other forms of partecipatory theatre, is a people’s theatre. It demands community presence and action, and it especially requires a commitment to helping others help themselves”668. Il ruolo delle persone partecipanti è dunque centrale, perché gli “applied-theatre programmes can be a vital part of the way that people engage in their communities, reflect on issues and debate change”669. Per questo l’esperienza di applied theatre non è predisposta a priori dal team che la conduce, ma costruita insieme alla comunità attraverso un attento e concreto dialogo. L’artista, l’operatore che segue le attività di teatro applicato è un facilitatore che utilizza le proprie abilità per sostenere la partecipazione e promuovere lo sviluppo del processo. Quindi lavora con i partecipanti e mai contro di loro. Questo non significa che il facilitatore accolga qualunque proposta, il suo è anche un ruolo critico e riflessivo, che deve sospingere il gruppo verso l’acquisizione di posizioni alternative a quelle consuete, aprire la sua possibilità di intendere e percepire. Un ruolo molto delicato che richiede competenze artistiche, di ricerca e di lavoro sociale e che viene di fatto svolto da facilitatori di differente formazione, seppure si siano diffusi master e percorsi ad hoc670. Del resto la possibilità di applicare il teatro in contesti, con soggetti e con obiettivi tanto diversi implica il necessario riferimento a discipline di tipo psicologico, educativo, terapeutico, riabilitativo. Queste non devono però fagocitare l’intervento di applied theatre, che ha la necessità di restare in uno stato di outsider rispetto a al contesto, affinché sia garantita una visione e un ruolo altro, un break utile all’attivazione dei processi di trasformazione671.

L’applied theatre include un ampio spettro di pratiche teatrali, quali theatre in education, popular theatre, theatre of the oppressed, theatre for health education, theatre for development, prison theatre, community-based theatre, museum theatre, reminiscence theatre672, nonché diverse tecniche e processi creativi, nati in seno ai metodi suddetti, e finalizzati a “self-conscious attempts to influence political reality using theatre as a facilitated intervention from the outside with communities for whom theatrically is not intrinsic”673. Un teatro,

667 Philip Thaylor, Applied theatre. Creating transformative encounters in the community, Portsmouth (USA), Heinemann, 2003, XXX.

668 Ibi, 27. Nelle pagine seguenti Taylor identifica e spiega otto principi che caratterizzano specificamente l’applied theatre: 1. applied theatre is thoroughly researched; 2. applied theatre seeks incompleteness; 3. applied theatre demonstrates possible narratives; 4. applied theatre is task-oriented; 5. applied theatre poses dilemmas; 6. applied theatre interrogates futures; 7. applied theatre is an aesthetic medium; 8. applied theatre gives voice to communities.

669 James Thompson, Applied theatre, 16.

670 Philip Thaylor, Applied theatre, 53-75.

671 James Thompson, Applied theatre, 20-29.

672 Monica Prendergast, Susan Saxton (a cura di), Applied theatre, 3-27.

673 Ibi, 12.

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quello applicato, il cui focus è l’intervento per il cambiamento che viene realizzato grazie alle tante risorse della pratica teatrale674. Attraverso la voce, il corpo, l’immaginazione, le competenze comunicative ed espressive, la creatività, vengono realizzati processi atti a comprendere e analizzare situazioni, conflitti, problematiche individuali e collettive. Nello svolgersi del percorso le persone e i gruppi prendono forza e sviluppano nuove energie da investire per prendersi cura vicendevole dei disagi quotidiani. “Applied drama and theatre are primarily concerned with finding tools for, or with targeting, learning and empowerment, personal development, discussing themes, effecting social change, and making decisions”675. Tra le risorse del teatro non ultima è quella di creare momenti di sollievo entro condizioni di vita estremamente deprivate, che si intercalano alle discussioni, alle narrazioni, alle improvvisazioni che invece riportano sulla scena situazioni di estremo dolore, violenza e smarrimento.

Although the reflection within the theatre process develops insights (footholds), these only become meaningful when they build and are given a direction by future experiences. The ‘bridge across bewilderment’ – for the many groups that engage in applied theatre – is created when the marks from the process ‘intermesh within the wider context’, applied theatre can be an aid in seeing them safely into a new place or time676.

Si tratta di trasformare la propria storia in una nuova storia attraverso il processo teatrale, svolto con un gruppo e rivolto ad una comunità che deve essa stessa trasformarsi per rendere possibile e reale il cambiamento. Un processo complesso che interroga gli operatori e gli studiosi su come realizzarlo. Su come poter rendere concreto e non solo immaginato il cambiamento677. Tra le caratteristiche metodologiche dell’applied theatre che rappresentano le soluzioni applicative che sono andate consolidandosi attraverso l’esperienza e la riflessione, di certo una è che “most often are played in spaces that are not usually defined as theatre buildings, with participants who may on not be skilled in theatre arts and audiences who have a vested interest in the issue taken up by the performance or are members of the community addressed by the performance”678. Inoltre l’esperienza teatrale si sposta dal processo di rappresentazione a quello di presentazione, con un diverso accento posto sulla dimensione finzionale a vantaggio di quella non-finzionale in più stretto contatto con la realtà, che è la medesima realtà degli spettatori e dunque li interpella direttamente durante la realizzazione dell’azione scenica, ma anche prima e dopo attraverso la partecipazione diretta alla questione sollevata. In qualche modo la cosiddetta quarta parete diventa permeabile e trasparente, e spesso viene rotta dagli spettatori che entrano in azione679 perché il “theatre is practiced by the people as a way of empowering communities, listening to their concerns, and encouraging them to voice and solve their problems”680.

Per concludere questa rapida presentazione di un’esperienza teatrale molto complessa e diffusa, è d’uopo richiamare la dimensione perfomativa che sta caratterizzando parte delle più recenti applicazioni. La questione aperta riguarda la trasformazione, cioè come attuare il cambiamento reale attraverso il processo teatrale.

Applied theatre rielabora e metabolizza la riflessione brechtiana sulle risorse politiche e critiche proprie del teatro, in particolare nella rivisitazione compiuta da Boal con il Teatro dell’Oppresso, che non si limita ad ingaggiare lo spettatore attraverso la capacità critica che una teatralità straniata ed epica può suscitare, bensì lo convoca nella ridefinizione delle istanze problematiche che gli attori portano sulla scena, elaborate a partire da una sapiente ed attiva osservazione del contesto, attraverso i meccanismi del forum e del joker. Lo spettatore

674 Monica Prendergast, "Applied theatre and/as activism", Canadian theatre review, 147 (2011): 18-23.

675 Shifra Schonmann, ““Master” versus “Servant”: contradictions in drama and theatre education”, Journal of aesthetic

education, 39, 4 (2005): 34. Accesso 25/07/2016

https://www.researchgate.net/profile/Shifra_Schonmann/publication/236815482_Master_versus_Servant_Contradiction s_in_Drama_and_Theatre_Education/links/55c0818708aec0e5f4478614.pdf .

676 James Thompson, Applied theatre, 202.

677 Ibi, 199-205.

678 Monica Prendergast, Susan Saxton (a cura di), Applied theatre, 6-7.

679 Ibi, 13.

680 Marcia Pompeo-Nogueira, “Theatre for development: an overwiew”, Researche in drama education, 7, 1 (2002): 202.

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si fa esso stesso attore e trasforma sulla scena la sua realtà, ne comprende i meccanismi di oppressione, ne elabora soluzioni, ne riconosce risorse e vincoli. Una pratica che recupera la capacità di convocazione comunitaria del fatto teatrale, pensato in una più ampia prospettiva performativa, e mette a sistema modalità diffuse di partecipazione e discussione pubblica presenti nella cultura popolare brasiliana. L’esperienza del teatro di comunità in Brasile è in effetti molto più ampia di quanto la sistematizzazione boaliana presenti, e si configura nelle forme di teatralità popolare che promuovono reconhecimento, conscientização, exclusão, trasformação, mobilização, amadurecimiento, troca, perspectiva681 attraverso processi di contronarrazione performativa della comunità682 che trovano le loro radici storiche nella lotta anticoloniale683. Nel corso degli ultimi anni queste forme teatrali hanno preso maggiore consapevolezza dei processi attivati e si sono teoricamente riconosciute nelle metodiche che, entro l’applied theatre, si riferiscono in particolare al teatro di comunità. Un fronte che ha assunto una precisa intenzionalità politica ed è ben rappresentato dagli interventi e dalle riflessioni metodologico-teoriche di Jan Cohen-Cruz. La sua è una posizione che si richiama in maniera diretta sia alla prospettiva del teatro politico di Brecht che alle applicazioni di Boal684 integrandole con una intuizione sulle potenzialità trasformative proprie della dinamica performativa685. A premessa di queste ultime riflessioni, bisogna notare che la dimensione trasformativa della performance è stata da sempre uno dei punti di riferimento dell’applied theatre, con un chiaro riferimento alle osservazioni di Schechner sulla efficacia della performance686 e, nelle più recenti pubblicazioni687, anche allo sviluppo ulteriore di Fischer-Lichte sul potere trasformativo della performance688.

681 Clóvis Dias Massa, “Teatro comunitário e promoção pública: o projeto de descentralização da cultura de Porto Alegre”, in Marcia Pompeo Nogueira (a cura di), Teatro na comunidade, interaçoes, dilemas e possibilidades, Florianópolis, UDESC, 2009, 75-81

682 Tim Prentki, “Contronarativa. Ser ou não ser: esta não è a questão”, in Marcia Pompeo Nogueira (a cura di), Teatro na comunidade, interaçoes, dilemas e possibilidades, 13-36.

683 “Teatro comunitário e as raízes históricas na luta anticolonial”, in Marcia Pompeo Nogueira (a cura di), Teatro na comunidade. Conexões através do Atlântico, Florianópolis, UDESC, 2013, 19-52.

684 Alla revisione del pensiero e delle pratiche di Augusto Boal nelle diverse accezioni politiche, pedagogiche, di attivismo, terapeutiche e legislative, Jan Cohen-Cruz dedica la prima parte del suo lavoro, che è ben sintetizzata nel volume Jan Cohen-Cruz, Mady Shutzman (a cura di), Boal companion. Dialogues on theatre and cultural politics, New York and London, Routledge, 2006.

685 In Spagna, sulla scia del teatro dell’oppresso di Augusto Boal e del teatro comunitario latino americano, usano il termine teatro sociale (Teatro Social) intendendolo come il teatro politico per eccellenza che ha come proprio fondamento l’azione di cittadini, gruppi, collettività come metodologia creativa per la trasformazione della società, sia a livello educativo, inclusivo, terapeutico, mobilitante, sensibilizzante che a livello ludico, artistico e creativo. Differenti tecniche del teatro sociale vengono utilizzate per affrontare problematiche attuali come possono essere l’integrazione degli immigrati, la violenza contro le donne, il bullismo nelle scuole, le tossicodipendenze, l’abbandono delle periferie, ecc. Il teatro e le arti performative vengono utilizzate come strumento di dialogo, di incontro e scambio culturale, di creazione di legami e di empatia tra persone e gruppi di diverso sentire e comportamento, per provare proposte condivise e partecipate che siano vere risposte e soluzioni alle problematiche incontrate dalle persone, dai gruppi e dalle comunità. Il teatro sociale utilizza la relazione tra l’artista o conduttore e i partecipanti sia per creare spettacoli di alta qualità, ma soprattutto per creare processi di promozione di tutte le persone, di tutti i gruppi e le collettività a rischio di esclusione, oppressione, emarginazione, persecuzione e di trasformazione del contesto e dell’ambiente di vita. Il fine ultimo del teatro sociale di orientamento latino americano è l’attivismo politico, la militanza, la partecipazione per il cambiamento se non proprio la rivoluzione del sistema. Si veda la tesi di Andrea Manrique Sáez, El teatro social, una metodologia creativa para el cambio, Facultad de Educación y Trabajo Social, Universidad de Vallodolid, a.a. 2014-2015. Accesso 06-01-2017 https://uvadoc.uva.es/bitstream/10324/.../TFG-G%201248.pdf.

686 Richard Schechner, Performance theory. Revised and expanded edition, New York and London, Routledge, 1988 e successivamente Richard Schechner Performance studies: an introduction, London and New York, Routledge, 2002.

687 Nicola Shaughnessy, Applying performance. Live art, socially engaged theatre and affective practice, Basingsoke and New York, 2012.

688 Erika Fischer-Lichte, The transformative power of performance. A new aesthetic, London and New York, Routledge, 2008.

Nel documento IL TEATRO DELLA VITA. (pagine 133-141)