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L’influenza dell’università negli sviluppi teorico-pratici del teatro sociale

Nel documento IL TEATRO DELLA VITA. (pagine 55-59)

Il processo di enucleazione del metodo del Teatro degli affetti è uno degli esempi che permettono di intuire il ruolo che alcune università ebbero nello sviluppo del teatro sociale, non solo intervenendo a rileggere teoricamente un fenomeno in atto, quanto semmai a delinearne attraverso l’intervento diretto nelle pratiche e nella formazione degli operatori, sia il metodo, che la pratica e, ovviamente, la teoria.

Fin dalla metà degli anni ’70 del secolo scorso, presso la cattedra di Storia del teatro e dello spettacolo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, presieduta dal prof. Sisto dalla Palma si era andato riunendo un gruppo di operatori e studiosi che si occupavano di indagare forme di teatralità alternative a quelle del teatro professionale. Genericamente nominata come para-teatro, questa teatralità raccoglieva molteplici pratiche e forme che andavano dal teatro popolare, alle forme paraliturgiche e rituali, all’animazione teatrale, alle teatro-terapie, alla teatralità ludica infantile, al teatro educativo, alla moda...254. Le indagini furono certamente stimolate dalla fondativa teorizzazione sulla drammaturgia del coro di Mario Apollonio, di cui

251 “TdA. Storia”, Teatro degli affetti. Accesso 02-12-2016

https://www.teatrodegliaffetti.it/index.php?option=com_content&view=article&id=3&Itemid=28.

252 Giulio Nava, Teatro degli affetti. Azione, costruzione progetto dell’arte teatrale, Milano, Sugarco, 1998.

253 Si veda la Parte 2 della presente tesi.

254 Le attività di questo gruppo sono documentate dalle testimonianze dei partecipanti al gruppo, dai lavori di tesi degli allievi e dalle pubblicazioni di quel periodo che videro la comparsa di alcuni articoli e saggi sui temi del para-teatro.

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Dalla Palma era allievo, che aveva riconosciuto l’importanza della partecipazione attiva dello spettatore nella funzione di coro e del ripristino di una forma drammatica che fosse espressione di partecipazione politica, luogo ed esperienza di riconoscimento comunitario255. Queste premesse furono rinforzate dalla progressiva rottura con le forme teatrali più ordinarie e composte operata dal teatro di ricerca negli anni ’60 e ‘70 – con il laboratorio teatrale, le comunità teatrali, l’animazione, l’happening, il teatro terapeutico, il teatro educativo – che culminò nella messa in discussione della necessità stessa del teatro tradizionale ed aprì la strada ad una ricerca forse poco sistematica e organizzata, ma molto originale che portò il gruppo animato da Dalla Palma ad intercettare alcuni dei movimenti più innovativi della teatralità del secondo ‘900 fino a riconoscere, con un certo anticipo sul resto del mondo accademico, le grandi varianti interpretative del performativo e del sociale.

Fu in questa sede che cominciarono a prendere forma le domande intorno allo studio del para-teatro, coniugando le istanze della ricerca scientifica ed accademica con la partecipazione alle esperienze sul campo, l’osservazione diretta, la necessità di documentare sperimentazioni che non lasciavano oggetti di ricerca stabili, bensì tracce nelle memorie emotive e cognitive personali e collettive.

A partire dall’inizio degli anni ’90, nelle proposte formative realizzate per gli studenti dei corsi di laurea di lettere e filosofia e lingue (ma aperti a tutti gli studenti dell’Università) e per gli studenti che allora frequentavano la Scuola Superiore di Comunicazioni Sociali256, così come nei verbali e documenti interni del gruppo di ricerca, così come dal taglio di alcune pubblicazioni257 ed interventi presso convegni e seminari258, è possibile seguire il formularsi di una teoria del teatro sociale che, se da un lato operò a riconoscere quanto stava accadendo nel teatro fuori dal teatro, dall’altro certamente ne condizionò gli sviluppi, orientando le pratiche e le metodologie, spingendo il recupero di una teatralità più diffusa, capace di coniugare l’aspetto estetico con finalità di sviluppo sociale e personale, fortemente partecipativa, nella quale le funzioni della teatralità fossero liberamente praticate.

Il 1998 è la data che segna la prima comparsa del nome teatro sociale in un’opera edita, anzi in più di una. Si tratta di opere pubblicate da operatori e studiosi che in varia maniera afferiscono all’Università Cattolica del Sacro Cuore, sempre in riferimento al gruppo del professor Dalla Palma.

In particolare la prima nominazione e descrizione compiuta e organizzata del teatro sociale la troviamo nello scritto del prof. Claudio Bernardi intitolato appunto “Il teatro sociale” e pubblicato nel testo a cura di Claudio Bernardi e Benvenuto Cuminetti L’ora di teatro, edito da EuresisEdizioni nel gennaio del 1998259. Si badi però che il libro raccoglie gli atti del convegno Istituzioni educative e teatro. Orientamenti europei, esperienze

255Mario Apollonio, Storia dottrina prassi del coro, Brescia, Morcelliana, 1956; Mario Apollonio, Scritti teatrali (1954 – 1959), Brescia, Fondazione Civiltà Bresciana, 1993. Si veda anche nella riflessione di Sisto Dalla Palma, “La poetica della persona e le istanze della coralità”, Comunicazioni sociali, 8 (1986): 238-246; Sisto Dalla Palma, “Apollonio e le poetiche teatrali del secondo dopoguerra”, in Carlo Annoni (a cura di), Istituzione letteraria e drammaturgia. Mario Apollonio (1901-1971). I giorni e le opere, Atti del Convegno, Brescia-Milano, 4-7 novembre 2001, Milano, Vita e Pensiero, 2003, 423-431. Per una disamina della riflessione di Mario Apollonio inerente alla sua funzione di fondamento teorico del teatro sociale il paragrafo “1.1.1 Mario Apollonio: teoresi del coro e drammaturgia della partecipazione” del capitolo 1 della parte seconda della tesi.

256 Guido Gola, Guido Michelone (a cura di), I laboratori della comunicazione. Esperienze, resoconti, riflessioni della Scuola di Specializzazione in Comunicazioni sociali, numero monografico di Comunicazioni sociali, 20, 2 (1998).

257 In particolare possiamo ricordare tra gli scritti di Claudio Bernardi La bimba e il drago. Dramma e riti di liberazione nella società postmoderna, in Claudio Bernardi, Laura Cantarelli (a cura di), Emozioni. Riti teatrali nelle situazioni di margine, numero monografico dei Quaderni dell’Ufficio di Promozione Educativa e Culturale, 2, Provincia di Cremona, (1995):11-14; Claudio Bernardi, Corpus Hominis. Riti di violenza, teatri di pace, Milano EuresisEdizioni, 1996, dedicati ai teatri di pace, all’intercultura e alla necessità di salvare il corpo nella società postmoderna. Inoltre Sisto Dalla Palma,

“La teatralità diffusa”, Comunicazioni sociali, 20, 2 (1998): 244.

258 Tra i quali possiamo citare, data la loro importanza per lo sviluppo del pensiero sul teatro sociale, Altre visioni. Percorsi espressivi nei luoghi del disagio, Atti del Convegno (Cremona, 24 maggio 1991), Provincia di Cremona, Cremona, 1992;

Istituzioni educative e teatro. Orientamenti europei, esperienze italiane, organizzato a Trento 19, 20 e 21 settembre 1996 dall’Istituto Trentino di Cultura; Giulia Innocenti Malini (a cura di), La luce del corpo, Atti del Convegno, Edizioni della Provincia di Milano, Milano 1998.

259 Claudio Bernardi, Benvenuto Cuminetti, (a cura di), L’ora di teatro.

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italiane, organizzato a Trento 19, 20 e 21 settembre 1996 dall’Istituto Trentino di Cultura durante il quale Bernardi presentò la sua relazione sul teatro sociale. Del resto anche altri scritti di Bernardi, precedenti il 1998, presentano alcuni punti nodali sulle funzionalità sociali del teatro che però saranno organizzati compiutamente solo a partire dal 1998 nello scritto succitato.

La prima definizione di teatro sociale enucleata da Bernardi per cui “il teatro sociale si occupa dell’espressione, della formazione e dell’interazione di persone, gruppi e comunità attraverso attività performative che includono i diversi generi teatrali, il gioco, la festa, il rito, lo sport, il ballo gli eventi e le manifestazioni culturali”260 sarà sviluppata progressivamente negli studi successivi di Bernardi stesso, ma anche di altri autori che si interesseranno alla riflessione e teorizzazione del teatro sociale261. Certamente l’Università Cattolica sia nella sede di Milano che in quella di Brescia ha continuato e sviluppato la ricerca sul teatro sociale, come evidenziano le pubblicazioni successive al 1998262, l’avvio di insegnamenti specifici entro i corsi di laurea263, la realizzazione di diverse edizioni di corsi di alta formazione264, l’organizzazione di seminari e convegni sulle tematiche in oggetto265, l’assegnazione di ricerche di tesi triennale e magistrale266.

Altri atenei hanno esercitato, e stanno tutt’ora esercitando una notevole influenza sullo sviluppo del teatro sociale con contributi alla ricerca, alla formazione267, alla progettazione e attuazione, alla valutazione. In sintesi sono l’Università degli studi di Torino, la Facoltà di Scienze della Formazione, con il prof. Alessandro

260 Claudio Bernardi, “Il teatro sociale”, 157.

261 Si rimanda alla consultazione della bibliografia generale della presente tesi.

262 L’elenco completo delle pubblicazioni prodotte dall’ateneo si trova nella bibliografia generale della tesi. Si richiamano qui i volumi principali: Claudio Bernardi, Il teatro sociale; Claudio Bernardi, Benvenuto Cuminetti, Sisto Dalla Palma, I fuoriscena; Claudio Bernardi, Daniela Perazzo (a cura di), Missioni impossibili. Esperienze di teatro sociale in situazioni d’emergenza, numero monografico Comunicazioni sociali, 23, 3 (2001); Claudio Bernardi, Monica Dragone, Guglielmo Schininà (a cura di), War theatres and actions for peace. Teatri di guerra e azioni di pace, Milano, EuresisEdizioni, 2002;

Claudio Bernardi, Chiara Giaccardi (a cura di), Comunità in atto. Conflitti globali, interazioni locali, drammaturgie sociali, numero monografico di Comunicazioni Sociali, 29, 3, (2007).

263 Nell’anno accademico 2000-2001 viene avviato al DAMS dell’Università Cattolica del Sacro Cuore nella sede di Brescia, l’insegnamento di Teatro Sociale (nei primi due anni intitolato Teatro di Animazione) prima cattedra in Italia dedicata da un ateneo a questa specifica disciplina. L’insegnamento dal 2008 è stato organizzato secondo le modalità della didattica applicata, con lo svolgimento del primo semestre in aula e del secondo semestre sotto forma di laboratorio presso la casa di reclusione di Verziano a Brescia, con un gruppo misto di studenti e persone in stato di detenzione. Questa modalità ha favorito lo sviluppo di un laboratorio permanente entro la casa di reclusione condotto da alcuni ex studenti dello stesso corso. Per approfondimenti si veda Giulia Innocenti Malini, Claudio Bernardi, "Performare la societas. Le intersezioni del teatro sociale e della performance nella riflessione e prassi contemporanee", Academia.edu, 2015. Accesso 02-12-2016

http://s3.amazonaws.com/academia.edu.documents/42574965/performare_la_societas.pdf?AWSAccessKeyId=AKIAJ5 6TQJRTWSMTNPEA&Expires=1482256154&Signature=n66N67vEE3LQoLdkvMdasfaVdr4%3D&response-content-disposition=inline%3B%20filename%3DPerformare_la_societas._Le_intersezioni.pdf.

264 L’università Cattolica è partner del corso Anabasi. Laboratorio di ricerca espressiva per operatori teatrali, ideato e promosso con il CRT- Centro di Ricerca per il Teatro di Milano. Il corso prende avvio nel 1994 ed è articolato in tre sezioni: Teatrale, Parateatrale e delle Teoriche. Organizzato in due gruppi di partecipanti, legati l'uno più all'area del parateatro e l'altro a quella teatrale, hanno sviluppato un percorso laboratoriale di oltre 200 ore, integrate con due esperienze intensive residenziali e con la partecipazione a una serie di attività collaterali connesse con la stagione teatrale e formativa del CRT. Il corso ha replicato per 3 edizioni chiudendosi nel 2000. Informazioni conosciute direttamente.

Dal 2002 è attivo presso l’Università Cattolica il corso biennale di alta formazione per operatori di teatro sociale, giunto alla sua sesta edizione nel 2016. Accesso 10-12-2016 https://www.facebook.com/teatrosocialeedicomunita/ e http://apps.unicatt.it/formazione_permanente/milano_scheda_corso.asp?id=10356.

265 La cultura che cura. Il teatro come risorsa per la salute mentale, in collaborazione con Azienda Ospedaliera di Legnano, Dipartimento di Salute Mentale, Provincia di Milano, 7 ottobre 2013; Il teatro che non ti aspetti. Linguaggi teatrali nei nidi e nelle scuole dell’infanzia del Comune di Milano, in collaborazione con Università degli Studi di Milano-Bicocca, Giovedì 19 giugno 2014; Nonni fragili. Vita e racconti dell’età slow, 3 marzo 2015; Un po’ di Alzheimer non si nega a nessuno, in collaborazione con l’associazione Al Confine e Compagnie malviste, 27 aprile 2015;

266 Dal 1990 sono state discusse 38 tesi di laurea e una tesi di dottorato su tematiche inerenti al teatro sociale - di diretta afferenza a docenti di questo gruppo di studio. Informazioni frutto dalla consultazione dell’archivio tesi dell’Università Cattolica utilizzando come parole chiave ‘teatro sociale’, ‘teatro sociale educativo’ e ‘teatro educativo’.

267 Fabrizio Fiaschini, “Il ruolo dell'Università nei processi di formazione alle pratiche di teatro sociale”, Comunicazioni sociali, 33, 2 (2011).

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Pontremoli268 coadiuvato dalla dott.ssa Alessandra Rossi Ghiglione e dal dott. Alberto Pagliarino269, di cui si dirà nello specifico il prossimo paragrafo. All’Università degli Studi di Pavia, la Facoltà di Lingue e culture moderne (oggi Dipartimento di Studi umanistici) con il prof. Fabrizio Fiaschini270, in precedenza sotto la guida del prof. Sisto Dalla Palma, è sede di ricerca e formazione sul teatro sociale271. L’Università degli Studi di Bologna, corso di Laurea DAMS, dove opera attualmente la prof.ssa Cristina Valenti272, in precedenza sotto la guida del prof. Claudio Meldolesi, che si occupa da anni di teatro in carcere. L’ateneo ha avviato un corso di alta formazione per operatori di Teatro di comunità e inclusione sociale. L’Università di Ferrara, la Facoltà di Lettere e Filosofia (oggi Dipartimento di Studi umanistici) per il Corso di Studi in Scienze e Tecnologie della Comunicazione, con il prof. Daniele Seragnoli273 che da anni sviluppa queste tematiche con il Centro Teatrale Universitario, dal 2006 con la collaborazione di Michalis Traitsis, attraverso progetti di laboratorio e di formazione di teatro sociale per gli studenti e per operatori, nelle carceri, nei servizi territoriali e nelle scuole274. L’Università di Urbino, Facoltà di Sociologia e Facoltà di scienze della Formazione, con il dott. Vito Minoia e in precedenza sotto la guida del prof. Emilio Pozzi275. Nel 1996 fondano insieme, Pozzi e Minoia, la rivista Catarsi-Teatri delle diversità e dal 2000 Organizzano annualmente il convegno internazionale sui Teatri della diversità a Cartoceto, momento di confronto e di formazione per tutti gli operatori276. L’Università La Sapienza di Roma, dove dal 2009 è attivo il Master di drammaterapia e teatro sociale, con la direzione scientifica del prof. Roberto Ciancarelli e il coordinamento di Michele Cavalli.

Di fatto le università sono state fino a questo punto i soggetti che si sono occupati non solo della ricerca teorica, ma anche della formazione, a parte sporadici casi277, e della realizzazione di progettualità concrete di teatro

268 Alessandro Pontremoli (a cura di), Teatro comunità. Community theatre, Atti del Seminario Internazionale, Torino, Stalker Teatro, 2002; Alessandro Pontremoli, Teoria e tecniche del teatro educativo e sociale, Torino, Utet, 2005.

269 Alessandra Rossi Ghiglione, Alberto Pagliarino, Fare teatro sociale, Roma, Dino Audino, 2007.

270 Giuseppe Badolato, Fabrizio Fiaschini, Giulia Innocenti Malini, Roberta Villa, La scena rubata; Fabrizio Fiaschini,

“Teatri di confine: problemi epistemologici e metodologici”, in Claudio Bernardi, Benvenuto Cuminetti, Sisto Dalla Palma (a cura di), I Fuoriscena, 275-353 (con Bibliografia); Fabrizio Fiaschini, Per una mappatura delle pratiche di teatro laboratorio nelle scuole: l’ipotesi del questionario, Pavia, Comune di Pavia, 2005; Fabrizio Fiaschini, Teatro, territorio e comunità: nuove prospettive del teatro sociale, in Silvia Luraghi, Paola Stringa (a cura di), Cultura e territorio. Beni e attività culturali. Valorizzazione e indotto in prospettiva europea, Milano, Franco Angeli, 2008, 61-65..

271 “La Fondazione Teatro Fraschini e l’Università degli Studi di Pavia hanno realizzato una Scuola di Teatro, un percorso formativo che comprende due distinti indirizzi, uno specificatamente indirizzato all’arte dell’attore (Corso per attori) e uno rivolto alla creazione di operatori di teatro sociale (Corso per operatori di teatro sociale)” da “Regolamento scuola di

teatro”, Teatro Fraschini. Accesso 02-12-2016

http://www.teatrofraschini.it/liquidoCMS/imgsUpl/1/as/Regolamento_Scuola_di_Teatro.pdf.

272 Cristina Valenti, "Teatro e disagio", Economia della Cultura, 14, 4 (2004): 547-556, Più recentemente Cristina Valenti, Il cantiere del teatro in carcere, in Alessandro Zanini, Giuseppe Centomani. Alla luce delle prove: il teatro nel carcere minorile di Bologna, Bologna, Bononia University Press, 2009, 5–12.

273 Daniele Seragnoli, Ascoltare l'altro. Teatro e handicap mentale: un laboratorio di sentimenti, in Emilio Pozzi, Vito Minoia (a cura di), Di alcuni teatri delle diversità, Cartoceto (PS), ANC Edizioni, 1999, 23-36 (già pubblicato in

“Quaderni di Catarsi", n. 2, supplemento alla rivista Catarsi”, n. 1, Marzo 1997); Daniele Seragnoli (a cura di), “Il teatro negli spazi aperti”, dossier in Prove di Drammaturgia, VI, 1 (2000): 17-24; Daniele Seragnoli, “Luoghi appartati ed

‘evidenza’ del teatro”, in Ivana Conte et al., Teatro e disagio, 23-33; Daniele Seragnoli, “Sul teatro d’interazione sociale:

ingrandimenti e primi piani”, in Annali dell’Università di Ferrara. Sezione Storia, 1 (2004): 279-303.

274 Daniele Seragnoli (a cura di), “La svolta verso il sociale del Centro Teatrale di Ferrara”, dossier di Teatri delle diversità. Rivista europea, 39 (2006): 43-46.

275 Emilio Pozzi, Vito Minoia (a cura di), Di alcuni teatri delle diversità, ANC Edizioni, Cartoceto (PS), 1999. Emilio Pozzi e Vito Minoia fondano insieme nel 1996 la rivista Catarsi. Teatri delle diversità ANC Edizioni, Cartoceto (PS).

276 Vito Minoia (a cura di), I teatri delle diversità a Cartoceto. Atti dai primi dieci convegni (dal 2000 al 2009), Quaderni del Consiglio Regionale delle Marche, 15, 97, 2010.

277 Tra i corsi non universitari di teatro sociale, quelli attualmente attivi e con carattere di continuità sono: Associazione Oltre le parole di Roma, Corso per operatori di teatro sociale (http://www.teatrocivile.it/corso_ots.html); Associazione Culturale Teatro 334 Isole Comprese Teatro, Scuola di teatro sociale (http://www.scuolateatrosociale.it/index.htm);

Teatro ATIR Ringhiera, Percorso di formazione per operatori di teatro sociale (http://www.atirteatroringhiera.it/laboratori-e-formazione/formazione-professionale/operatori-teatro-sociale/); Istituto Teatrale Europeo di Roma e Firenze, Corso OSATE - Orientamento Sociale Nell'arte Teatrale E Arti Terapie Espressive (http://www.istitutoteatraleuropeo.it/en/didattica/accademia-europea/osate.html).

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sociale, o di consulenza ai progetti in corso. Diversamente da quanto accade a livello europeo, infatti, le scuole e le accademie deputate alla formazione delle professioni dello spettacolo si sono sostanzialmente disinteressate di questa area formativa278. I processi di ricerca universitari in questo ambito sono spesso connessi ad azioni sul campo e molti tra i ricercatori sono anche operatori specializzati che intervengono in diversi contesti. Probabilmente queste sono le ragioni che hanno indotto un legame forte tra lo sviluppo del teatro sociale in Italia e la ricerca accademica più innovativa e di frontiera279.

Nel documento IL TEATRO DELLA VITA. (pagine 55-59)