• Non ci sono risultati.

I nodi critici

Nel documento IL TEATRO DELLA VITA. (pagine 166-174)

I percorsi delle diverse esperienze di teatro sociale sono complessi e, molto più di quanto si immagini, gli operatori procedono a vista, seguendo un orizzonte più o meno chiaro, ma certo lontano. Le risorse del teatro per il sociale sono molte, e non di tutte si è riuscito a dire, sono dentro e fuori del laboratorio, dentro e fuori della comunità. Ma anche i vincoli, e i nodi critici tra cui spiccano le questioni della valutazione del processo e dei risultati, della formazione degli operatori di teatro sociale nonché del loro riconoscimento professionale.

Temi controversi sui quali sono in corso interrogazioni e confronti sia in ambito accademico che tra gli operatori794.

3.2.1 La valutazione

La valutazione nei processi di teatro sociale ha avuto, fino a questo momento, un posto decisamente poco rilevante nelle pratiche degli operatori, come del resto è stata scarsamente trattata nella letteratura consultata in riferimento al teatro sociale. Seppur venga riconosciuta l’importanza di procedere con adeguati sistemi e strumenti per poter valutare gli esiti dei progetti, di fatto poche sono le indicazioni concrete, i criteri da adottare, gli strumenti segnalati. Una situazione piuttosto anomala, che si riscontra anche in altri paesi.

L’area che ha maggiormente sviluppato una riflessione e uno strumentario sulla valutazione di queste forme di teatralità è ancora una volta quella anglofona, in particolare sull’onda della trentennale attività di drama in education e theatre in education, entro la più ampia area di arts in education, dove la dialettica con le istituzioni scolastiche ed educative ha creato fin dall’inizio la necessità di provvedere ad adeguati sistemi di monitoraggio e valutazione dei risultati795. È in questo ambito che si hanno preso le mosse i processi di evaluation e assessment attraverso il dramma, atti a valutare le competenze drammatiche del soggetto che vive nella quotidianità una dimesnione drammatica quando egli esercita “the ability to take on and play out roles, and the ability to tell or enact stories in role”796. Abilità innate, che possono essere sviluppate entro i contesti educativi e di cui l’azione drammatica può valutare sia la preparzaione del soggetto sia il livello di competenza posseduto797.

Nel contesto internazionale, invece, per quanto riguarda l’applied theatre la questione della valutazione è stata considerata secondo tre differenti livelli di attenzione che consistono nel monitoraggio durante lo sviluppo del progetto e la sua valutazione ex-ante e ex-post, le due diensioni che compongono la M&E, monitoring and evaluation. A questi si aggiunge l’analisi dell’impatto a lungo termine.

The immediate impact of a project of applied theatre may be measurable and may be included within M&E. But are there also alterations in attitude and behaviour that are registred in the long term, sometimes over years and generations? Assessing this longer term impatct of applied theatre differs from concepts of monitoring and evaluation, which are an immediate assessment of

793 Hélène Cixous, Il teatro del cuore, Torino, Pratiche Editrice, 1992, 97.

794 Ne è un esempio recente la giornata di incontro che si è svolta il 5 novembre 2016 presso la Civica scuola Paolo Grassi di Milano e dedicata a “Teatro sociale e di comunità. La formazione degli operatori scuole e idee a confronto”. Si veda il programma “#BP2016 Teatro sociale e di comunità: la formazione degli operatori. Scuole e idee a confronto”, Ateatro.

Accesso 24-12-2016 http://www.ateatro.it/webzine/2016/10/29/bp2016-teatro-sociale-e-di-comunita-la-formazione-degli-operatori-scuole-e-idee-confronto/ .

795 Si vedano a titolo di esempio le pubblicazioni in merito del The Arts Council of England, consultabili nel sito (accesso 13-10-2016 http://www.artscouncil.org.uk/research-and-data), piuttosto che alcuni volumi tra cui Liora Bresler (a cura di), International handbook of research in arts education, Dordrecht, Springer, 2007, in particolare le pagine 337-445 e Philip Taylor (a cura di), Assessment in arts education, Greenwood International, 2006.

796 Robert J. Landy, “Assessment through drama”, in Philip Taylor (a cura di), Assessment in arts education, 89.

797 Ibi, 83-90.

164

achievement; and […] with that difference whilst also showing up the need for more sophisticated tools of measurement at different stages in a prolonged intervention into human development798. Le ricerche in questo ambito si sono interrogate per cercare di delineare i diversi elementi costitutivi del processo di valutazione, dunque non solo cosa valutare, ma anche come e con quali strumenti valutare, chi valuta e chi è valutato e quando, durante lo sviluppo del progetto, fosse utile valutare. Al centro della riflessione è stato posto anche il problema etico del rapporto tra processi di valutazione e la posizione degli enti committenti e di quelli finanziatori. La ricerca valutativa, infati, può subire una forte pressione dalla interazione con questo livello organizzativo, al punto da introdurre delle variazioni strutturali per rispondere alle richieste dei donor799. Un'altra questione riguarda il cosa viene osservato e valutato, perché troppo spesso, secondo gli studiosi, nell’applied theatre è solo il risultato che viene considerato, tralasciando una valutazione che coinvolga il processo nel suo complesso sviluppo. A tal fine, senza entrare nel merito delle differenti proposte di strumentazione valutativa, è invece interessante dedicare ancora qualche considerazione ad alcune prospettive generali adottate nelle attività di applied theatre. In primo luogo la valutazione di processo è ritenuta una pratica riflessiva che si sviluppa nell’intero corso del progetto e delle sue diverse azioni. Questa pratica è ad opera del condutore, ma anche di tutti i soggetti coinvolti nel progetto, valorizzando al massimo la multiprospetticità, piuttosto che l’unicità delle opinioni, e considerando sempre gli elementi di criticità e discordanza. Si tratta di una riflessione in azione, piuttosto che una riflessione sull’azione, per cui i “reflective practitioner researchers are concerned with documenting and understanding the tacit and known knowledge base that enable reflection-in-action to occur”800. L’approccio prende spunto dal lavoro di documentazione etnografica, che vede il coinvolgimento diretto nella raccolta documentale anche del ricercatore, e delle sue interazioni e relazioni con gli altri soggetti presenti nel campo di ricerca, oltre che dalla sua stessa esperienza di vita che si fa strumento di rilevazione801.

Riflessività in azione, documentazione etnografica piuttosto che misurazione, multiprospetticità, valutazione partecipata e condivisa dai soggetti direttamente coinvolti nel progetto piuttosto che delega ad esperti esterni sembrano i tratti sostanziali della valutazione di processo nell’applied theatre. Ad integrazione dei quali viene comunque rimarcata l’utilità di impiegare differenti metodi di valutazione per interpretare i dati raccolti, secondo un processo di ‘cristallizzazione’, perché ogni punto di vista apre i dati a forme alternative di lettura di quanto accaduto, favorendo una comprensione più ampia dell’evento considerato.

The best evaluators act as participants-observers who can speak from variety of perspectives, and they need to be experienced and detached. Distance is necessary, of course, because it enables evaluators to step back and look closely; distance enables a possible new perspective on a familiar event, a rethinking of an ingrained belief. Crystallization makes the familiar strange; it decenters the evaluator from the lived event and provides a valuable opportunity to hear other voices and see new faces while building a comprehensive understanding of a complex event802.

Se questo è, in estrema sintesi, lo scenario che si presenta in merito alla valutazione nelle forme di teatralità applicate al sociale, è opportuno delineare in maniera più precisa che cosa accade in Italia in merito. Il fatto che la collaborazione tra operatori teatrali e contesti di ambito educativo, terapeutico, riabilitativo non abbia promosso la necessità di adeguate attività di valutazione nel contesto italiano, lascia aperta una domanda su come mai questo succeda, visto che quei medesimi contesti adottano comunemente diversi procedimenti di

798 Michael Etherton, Tim Prentki, "Drama for change? Prove it! Impact assessment in applied theatre", Research in drama education, 11, 2 (2006): 140.

799 Philip Taylor, Applied theatre, 103-106. Su questo tema è interessante la riflessione di Kennedy C. Chinyowa in merito alla possibilità di svolgere un’azione di M&E di tipo partecipato che coinvolga nella pianificazione, nella progettazione, nell’implementazione e nella valutazione di risultati tutti i soggetti che compongono la partnership di progetto (stakeholders, coloro che hanno un interesse nel progetto), dunque anche i finanziatori e i committenti. Kennedy C.

Chinyowa, "Revisiting monitoring and evaluation strategies for applied drama and theatre practice in African contexts", Research in drama education. The journal of applied theatre and performance, 16, 3 (2011): 337-356.

800 Philip Taylor, Applied theatre, 112-113.

801 Ibi, 123.

802 Ibi, 131.

165

valutazione. Si pensi per esempio alla scuola, che ha dei protocolli molto precisi in merito alla valutazione dei risultati e del contesto, ma raramente si occupa di valutare le attività di teatro sociale che si svolgono nel palinsesto delle sue proposte didattiche, o più ampiamente formative, sia per gli allievi che per i docenti e a volte anche per altri soggetti della comunità scolastica (genitori, educatori, personale non docente).

Le ipotesi, a spiegazione di questa assenza di processi di valutazione inerenti al teatro sociale evidenziatesi dall’analisi delle esperienze, sono di diversa natura. Da un lato, le istituzioni che hanno avviato progetti di teatro sociale al loro interno, quando hanno inteso valutarli, hanno semplicemente applicato i propri sistemi di valutazione alle attività teatrali, ai risultati che si producevano nelle persone, e solo sporadicamente hanno coinvolto gli operatori teatrali in questo processo, ne tantomeno hanno condiviso con questi ultimi i dati rilevati. In questo caso, sembra che l’attività teatrale venga considerata uno strumento per la realizzazione di obiettivi e processi decisi in altra sede e secondo altre logiche di riferimento (apprendimento, formazione di competenze proprie della didattca, terapia, riabilitazione). In altri casi, il disinteresse per la valutazione è sembrato l’esito di un complessivo disinteresse per l’attività teatrale, vissuta prevalentemente come un diversivo entro le attività istituzionali. In altri casi ancora, si è abbandonata l’idea stessa di una valutazione, ritenendo inapplicabili i sistemi abituali e impossibile valutare un’attività che per sua natura si propone come creativa e aperta all’imprevedibilità dei suoi esiti.

Non si possono disconoscere le complessità della valutazione di un’attività che per sua natura si pone come non formale e dove “non vi possono esistere standard (…) a meno di una perdita di informazioni pertinenti”803. D’altro canto, è possibile che si nascondano in queste pieghe alcuni fantasmi che accompagnano i processi di valutazione, non solo nel teatro sociale.

Per ciò che riguarda Teatro Comunità, la valutazione rischia di assumere le caratteristiche di un paradosso: come è possibile collocare il processo valutativo all’interno di progetti e iniziative che si basano sulla creatività, sulla costruzione di legami sociali e di relazioni affettive, sulla

804solidarietà e il rispetto reciproco? L’altro paradosso è che Teatro Comunità è stato, ed è, il frutto di una sinergia tra professionisti e cittadini: allora come si può valutare questa sinergia? Come si possono considerare queste diverse competenze relazionali e professionali? È eticamente corretto valutare la qualità professionale di artisti con una professionalità consolidata nel tempo? Questi sono alcuni dei fantasmi che la valutazione rischia di risvegliare quando i processi relazionali e sociali sono strettamente intrecciati all’interno di percorsi creativi e artistici che, per tradizione, non si basano su questo tipo di valutazione, rispondendo piuttosto ad altri aspetti quali il consenso del pubblico, la risonanza che il prodotto artistico ha suscitato nel mondo artistico di riferimento, solo per citarne alcuni805.

La valutazione dovrebbe sempre accompagnare un intervento teatrale nel sociale permettendo al conduttore, ai partecipanti e a tutti i soggetti in qualunque ruolo essi siano, di avere consapevolezza dell’andamento complessivo delle attività e la possibilità di agire sull’esperienza modificandola in riferimento ai bisogni ed alle aspettative che man mano evolvono. In questo senso valutare fa parte del processo di partecipazione attiva e dialogica. Non è dunque da intendersi come l’assegnazione di un giudizio o di un voto, piuttosto è un processo che permette di dare valore a quello che sta avvenendo e di cui ognuno è in parte autore insieme agli altri.

Come tutti gli altri processi che compongono l’intervento di teatro sociale, anche la valutazione dovrebbe essere condivisa e progettata dai diversi attori, decidendo insieme cosa, come, perché e quando valutare oltre a definire chi valuta e con quale mandato806.

803 Maddalena Colombo, “Apprendimenti non formali ed informali in un contesto educativo formale integrato con le arti performative in quattro scuole elementari del Canton Ticino”, Schweizerische Zeitschrift für Bildungswissenschaften, 36, 3 (2014): 428.

804 Kennedy C. Chinyowa, "Evaluating the efficacy of community theatre intervention in/as performance. A South African case study", Applied theatre researcher/IDEA Journal 9 (2008): 1-12. Accesso 15-08-2016 https://www.griffith.edu.au/__data/assets/pdf_file/0009/114957/06-Chinyowa.pdf.

805 Norma De Piccoli, Katiuscia Greganti, “La valutazione nel teatro di comunità. Dal fruire di un prodotto all’agire teatrale”, 33-34.

806 Ibi, 34-35.

166

Entrando nel merito delle poche indagini prodotte in questo ambito, un ulteriore spunto per approfondire come procedere nel complesso percorso delle valutazione viene da questa sintetica descrizione.

Una volta realizzati i progetti, si passa alla valutazione dell’intervento complessivo. La valutazione ha due voci fondamentali, una di bilancio consuntivo e l’altra di bilancio preventivo.

Il bilancio delle iniziative non consiste soltanto nella verifica del raggiungimento degli obiettivi, del grado di soddisfazione dei partecipanti, ma anche nel mettere in evidenza elementi, fatti, situazioni, persone, risorse emersi nel corso dell’opera, come pure gli ostacoli e le paludi che hanno rallentato il processo sociale. È soprattutto su queste informazioni che si apre un tavolo di discussione sulle cose da fare, sui possibili percorsi ancora da compiere, sul tragitto da completare807.

Analizzando queste righe, emergono dei criteri impliciti che determinano gli assetti del processo di valutazione. Esso viene proposto nella prospettiva di verificare il raggiungimento degli obiettivi e il grado di sodisfazione di partecipanti, ma anche di raccogliere una serie di dati utili all’apertura di una successiva riprogettazione. Emerge però da questa impostazione, che la valutazione sia un’azione che si compie a conclusione di un progetto, non dando seguito ad eventuali valutazioni in itinere. Non sono esplicitati i soggetti coinvolti nel processo di valutazione e neppure quali siano gli strumenti attraverso cui vengano rilevati i dati sui quali opera il “tavolo di discussione”. In effetti questa fotografia rappresenta in modo abbastanza preciso una delle modalità più consuete con cui viene realizzata la valutazione nei percorsi di teatro sociale: un confronto in equipe, di solito composta dagli operatori teatrali e quelli dell’ente o del contesto in cui si svolge l’attività, su dati raccolti in maniera estemporanea a partire dalle impressioni dei conduttori associate alla revisione degli esiti quantitativi (il numero dei parecipanti, la frequenza alle atività proposte, la realizzazione o meno di esiti conclusivi quali performance o altri materiali, il numero degli spettatori, il numero delle repliche). In alcuni casi a questo quadro si aggiunge la valutazione interna al contesto (per esempio le variazioni nella condotta scolastica, piuttosto che nell’andamento del percorso terapeutico o riabilitativo).

È importante però notare che nel corso degli ultimi anni sono stati compiuti degli interessanti tentativi di articolare processi di valutazione più complessi, di cui è utile restituire un quadro.

De Piccoli e Greganti hanno identificato una serie di strumenti di valutazione, che vengono dalle metodologie della ricerca sociale e che hanno applicato durante i sei anni in cui si è realizzato il Progetto Teatri dell’Abitare a Torino. Si tratta di: incontri periodici con le compagnie per valutare con il responsabile di progetto, se le finalità fossero condivisibili e concretamente realizzabili, cercando di assumere collettivamente eventuali criticità e difficoltà emerse; interviste ad alcuni politici locali per rilevarne l’interesse rispetto al progetto;

osservazioni di alcuni laboratori e, quando presente, dello spettacolo finale, per vedere il percorso e l’esito di un processo che si proponeva di rispettare le specifiche individualità all’interno di un disegno collettivo; un breve questionario volto a rilevare alcuni dati quantitativi, quali ad esempio le ore di impegno, le risorse uomo utilizzate, il numero di partecipanti e di spettatori, nonché alcune caratteristiche socio-anagrafiche dei partecipanti e una loro breve valutazione dell’iniziativa; un’intervista semistrutturata, somministrata ai partecipanti al progetto, orientata a rilevare, dalla voce dei diretti interessati, la loro storia e la propria esperienza di partecipazione al progetto808. Come e quanto gli elementi emersi dalla valutazione siano entrati nel processo e abbiano inciso nella sua formulazione promuovendo gli obiettivi del progetto stesso non emerge dal documento analizzato. Restano aperte una serie di questioni, considerato che l’articolo di De Piccoli e Greganti è una delle rare pubblicazioni inerenti la valutazione di un progetto di teatro sociale in Italia.

Un altro progetto che si è appoggiato ad un processo di valutazione è il laboratorio di teatro sociale svolto come Attività Didattica Elettiva per gli studenti del secondo anno del Corso di Laurea in Infermieristica presso l’Università degli Studi di Torino809. Un’equipe, composta da ricercatori del Dipartimento della Sanità Pubblica, docenti del Corso di Laurea in Infermieristica, insieme a docenti del DAMS, di Scienze

807 Claudio Bernardi, Il teatro sociale, 113.

808 Ibidem.

809 Alberto Borraccino, Raffaela Nicotera, “La valutazione dei processi artistici nell’ambito sanitario. L’esperienza del Corso di Laurea in Infermieristica di Torino”, in Alessandra Rossi Ghiglione, Teatro e salute. La scena della cura in Piemonte, 153-170.

167

dell’Educazione, dell’interfacoltà di Educazione Professionale e esperti della sezione regionale della Società Italiana di Pedagogia, ha deciso di valutare l’impatto del laboratorio di teatro sociale sulle competenze professionali dei futuri infermieri. Un lavoro che ha portato l’equipe a “progettare e testare uno strumento di osservazione che servisse alla valutazione del raggiungimento degli obiettivi di apprendimento del laboratorio”810. Per farlo si è scelto di affiancare più strumenti di osservazione al fine di ridurre le eventuali variabili interpretative del processo di cambiamento, che accompagna inevitabilmente ogni apprendimento.

Gli strumenti diversi esprimevano diversi punti di vista: quello dei partecipanti, quello dei docenti e quello di un osservatore esterno. Gli strumenti utilizzati sono stati: diario riflessivo di ogni partecipante; scheda di autovalutazione semi-strutturata con alcune domande fatte ai partecipanti in merito al livello di percezione;

griglia di osservazione strutturata utilizzata da un osservatore esterno che raccoglie osservazioni su reazioni di alcuni atteggiamenti corporei (occhi, postura, uso della voce, capacità di eseguire i comandi ricevuti);

documentazione video di tutto il percorso di laboratorio. Borraccino e Nicotera riportano i diversi strumenti e gli esiti della valutazione. Anche in questo caso non è possibile capire come e se le indicazioni emerse dalla valutazione siano entrate nel processo formativo e lo abbiano in qualche modo influenzato. Si ritiene più probabile che si tratti di una valutazione ex-post, svolta a carico del processo per valutare in fine l’efficacia del laboratorio di teatro sociale nella formazione professionale degli infermieri, ma non sia uno strumento di processo. Sempre nell’ambito della formazione degli operatori della salute è stato anche realizzato Co-Health811, un progetto di validazione del metodo formativo del teatro sociale di comunità attraverso un intervento biennale di ricerca/azione in ambito sanitario, che ha visto l’attivazione di un processo valutativo di tipo quali-quantitativo svolto da un’equipe indipendente da quella che ha erogato il processo formativo. Gli esiti della valutazione non sono però chiari, i quanto il report conclusivo prodotto è giunto a riconsiderare l’efficacia del metodo di valutazione impiegato piuttosto che presentare i risultati ottenuti812.

Un ultimo progetto di valutazione degli esiti delle attività teatrali svolte nei contesti della salute mentale è stato realizzato in Emilia Romagna a cura dell’Agenzia Sanitaria e Sociale della regione, in riferimento al progetto

“Teatro e salute mentale”813. Il processo di valutazione ha inteso determinare l’impatto clinico-funzionale e psicosociale che ha prodotto la partecipazione alle attività teatrali proposte dai servizi della salute mentale sugli utenti. Inoltre si è inteso fornire strumenti agli operatori dei Dipartimenti di Salute Mentale per la raccolta sistematica di informazioni sugli utenti nonché promuovere attività di progettazione mirata in riferimento ai dati emersi dalla ricerca. Sono stati impiegati oltre alle batterie di test per la valutazione del percorso, un’intervista iniziale per rilevare i bisogni di cura degli utenti e un questionario somministrato a chiusura dl progetto per rilevare il grado di soddifazione dgli utenti rispetto al servizio di salute mentale. La somministrazione degli stumenti di rilevazione è stata collocata entro le attività routinarie dei centri di salute mentale coinvolgendo gli operatori locali che sono la leva principale dei processi di cura, questo anche per alenare una più estesa pratica di valutazione non separata dalle attività quotidiane di cura. Un’indagine realizzata prima in forma ridotta e pilota su quattro dipartimenti e poi estesa a tutti i dipartimenti della regione814.

Alla luce di queste preliminari considerazioni restano aperti molti interrogativi.

In primo luogo appare evidente la pluralità dei processi ad oggi intentati sul fronte della valutazione delle pratiche di teatro sociale. Valutazione degli esiti, valutazione dei processi, valutazione dell’impatto, sembrano le tre direttrici per ora battute dalle poche applicazioni. Ma certo molto è ancora da fare in questa direzione, per poter superare gli impedimenti che ostacolano il diffondersi di un approccio alla valutazione che la

810 Ibi, 157.

811 “Co-Health”, progetto sostenutodalla Fondazione Cassa di Risparmio di Torino. Ente promotore del progetto è il Social and Community Theatre Centre di Torino, Dipartimento di Studi Umanistici, in partnership con Corso di Laurea in Infermieristica di Torino e Cuneo, il Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche, Dipartimento di Culture, Politica e Società, Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia e Corso di Laurea in Ostetricia dell’Università di Torino, Fondazione Medicina a Misura di Donna, Società Italiana di Psico Neuro Endocrino Immunologia. Collabora alla realizzazione DoRS – Centro Regionale di Documentazione per la Promozione della Salute.

812 Di cui si è scritto nel paragrafo “3.5.2 Comunità e salute” del capitolo 3 nella parte prima della tesi.

813 Sul progetto si veda quanto descritto nel paragrafo “3.5.1.1.2 “Teatro e salute mentale” in Emilia Romagna”, capitolo 3 della parte prima di questa tesi.

814 Luigi Palestini, Maria Augusta Nicoli, Teatralmente. Una valutazione d’esito applicata al progetto regionale “Teatro e salute mentale”, 15.

Nel documento IL TEATRO DELLA VITA. (pagine 166-174)