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Il contributo della Dichiarazione Socio-laboral e nella costruzione di uno spazio di libera circolazione nel Mercosur

L'approvazione della Dichiarazione Socio-laboral ha creato un ampio spazio di discussione sulle tematiche dei diritti sociali e sulla libera circolazione delle persone, nonché in relazione alle problematiche che riguardano i processi migratori tra i Paesi del Mercosur338.

334 Cfr. J. M GARCIA MONTIEL, Armonizacion laboral... op. cit., 124 ss.

335 Sul tema si veda C. M. BARROS, A negociação coletiva e o sindicato. In RODRIGUES A. (coord.),

Direito Constitucional do Trabalho. São Paulo, LTR, 1993.283 ss.

336 Declaracion Socio-laboral , fu creata nell' 08 dicembre 1998, nella città di Rio il De Janeiro,

Brasile.

337 Si è già discusso nel presente elaborato dell’efficacia della Declaraciòn, della portata

programmatica o prescrittivi di alcuni suoi articoli, a seconda dell’interpretazione dottrinale, ma anche dell’effettiva attuazione che ancora dipende dalla volontà politicadei singoli Stati Membri.

338 Cfr. O. ERMIDA URIARTE, La Dimensión Social del Mercosur. Cuadernos de Fundación. Derecho del Trabajo y la Seguridad Social. Fundación Educación de Cultura Universitária. Montevideo: Uruguay, 2004. p. 27 ss.

Si è accennato al fatto che la Declaraciòn contiene un insieme di diritti sociali fondamentali, i quali assicurano al lavoratore migrante uno standard minimo di tutela a livello regionale. In particolare vengono garantite la non discriminazione e la promozione della parità di trattamento, la libertà sindacale, la libertà di associazione339. Il testo della Dichiarazione accoglie di fatto alcune importanti istanze di cittadini che, per ragioni lavorative, si recano all’estero in un Paese Membro del Mercosur. In effetti, nell'articolo 1° della stessa, si afferma l’uguaglianza di tutti lavoratori, vietando qualsiasi genere di discriminazione.

Tale principio, inoltre, trova riscontro anche nelle Costituzioni dei Paesi firmatari, che hanno garantito il diritto di non discriminazione sul lavoro e il principio di uguaglianza di tutti i lavoratori, soprattutto retributiva340.

Le regole previste da questo strumento, tendono a tutelare in particolare i lavoratori migranti e frontalieri, garantendo il diritto all'accoglienza, all’informazione, alla protezione e all’uguaglianza dei diritti e condizioni di lavoro riconosciuti ai cittadini del Paese in cui esercitano le loro attività341.

Si osserva una preoccupazione nel coinvolgere gli Stati Membri a portare a termine azioni che contribuiscano a migliorare le opportunità di occupazione,

339 Si veda H. BARRETTO GHIONE, Consecuencias de la declaración Socio-laboraldel Mercosur en la Interpretación y aplicación de las normas laborales en los ordenamientos nacionales. In Derecho laboral, v. 46, n. 210, Montevideo, 2003.

340 La Costituzione Argentina prevede, nell'articolo 14 della propria Costituzione, uguale

remunerazione per identico lavoro. In Brasile, la Costituzione Federale prevede, all'articolo 7, il divieto di differenze retributive in ragione di genere. Il Paraguay, all'articolo 91 della propria Carta, prevede uguale salario per uguale lavoro. La Repubblica dell'Uruguay, infine, all'articolo 54, sancisce il principio della giusta remunerazione.

341 L'art. 4, comma secondo, prevede che "Gli Stati parti si obbligano ad adottare delle misure

volte a stabilire norme e procedimenti comuni relativi alla circolazione dei lavoratori nelle zone di frontiera e a portare a termine le azioni necessarie per migliorare le opportunità di occupazione e le condizioni di lavoro e di vita di quei lavoratori".

tramite lo sviluppo dei mercati regionali, e delle condizioni di vita e di lavoro di tutti i lavoratori, migranti e non342.

A proposito pare importante sottolineare che il fine dichiarato è quello di correggere gli squilibri sociali della regione e tale proposito può essere letto come un requisito indispensabile dell’integrazione, da cui non si può prescindere nell’attuazione di politiche comuni in materia di circolazione dei lavoratori343.

La Dichiarazione riserva, peraltro, una ruolo importante alla questione della sicurezza sul lavoro, tema molto caro anche alla dottrina sudamericana, che cerca di riportare alla luce le carenze e i problemi di un aspetto poco tutelato, non solo dal punto di vista delle norme, ma anche da parte della contrattazione collettive, che come abbiamo visto si concentra soprattutto sulle clausole di tutela de reddito.

La necessità di stabilire delle regole comune o comunitarie sulla questione della sicurezza sul lavoro è di summa importanza per garantire una rete di protezione sociale che preservi l'omogeneità di trattamento sia agli abitanti che ai lavoratori migranti in caso di contingenze derivanti da infortuni e malattie. Nell’attuare tale direttiva gli Stati sono tenuti a coordinare le proprie politiche di previdenza, in maniera da “sopprimere eventuali discriminazioni derivanti dall’origine dei cittadini beneficiari”344.

342 Si evidenzia, inoltre, la previsione di cui all'art. 16, che consacra il diritto alla formazione

professionale come uno dei diritti fondamentali e basilari del lavoratore e di cui all'art. 15, concernente la protezione contro la disoccupazione, la quale include tra gli obblighi statali quello di facilitare l'accesso dei disoccupati ai programmi di riqualificazione professionale al fine di agevolare un loro reinserimento nel mercato del lavoro. Cfr. A. J. JAEGER, op. cit., 111 ss.

343 Cfr. B. C. BOMFIM, Relações Trabalhistas no Mercosul. In Revista Síntese Trabalhista nº 129,

Porto Alegre, 2000, 25.

344 La dottrina ha discusso a lungo sulla necessità di unificare le regole sulla sicurezza sociale,

soprattutto quelle del sistema assicurativo e previdenziale. Cfr. L. RAFFAGHELLI, Trabajo migrante

Anche nel caso in specie vi è pertanto un importante previsione volta a favorire un’integrazione reale e a sancire la libertà di circolazione dei lavoratori con le conseguenti tutele da accordarsi sul piano sociale345.

3. La questione della sicurezza sociale e il ruolo dell'Accordo Multilaterale