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Introduzione alle fonti che regolano la libera circolazione all’interno del Mercosur

Nel presente elaborato si è accennato alla questione della cittadinanza dei lavoratori, e cioè delle implicazioni che le migrazioni di lavoratori da uno Stato Membro all’altro del Mercosur comportano sulle titolarità di diritti e obblighi in capo ai cittadini migranti.

Si è visto che le norme introdotte nel campo del diritto del lavoro e in particolare quelle che riguardano la tutela del lavoratore, morale, fisica e sociale,

sono frutto di un ampio sforzo sostenuto, soltanto in parte dalla politica, e molto di più da organismi rappresentativi di cittadini e lavoratori.

Si è, altresì, accennato al fatto che gli organi del Mercosur preposti alla trattazione di suddette questioni sono organi che esprimono sostanzialmente atti non vincolanti, o, più correttamente, atti la cui efficacia dipende dall’effettiva volontà politica degli Stati Membri, premesso che esiste un dualismo costituzionale negli atti emanati da organismi sovranazionali323.

Ancora, si è accennato al fatto che il recepimento di importanti dettami quali quelli contenuti nella Declaraciòn Socio-laboral non sono uniforme negli Stati Membri e in qualche maniera il recepimento è subordinato all’attività del legislatore o del giudice interno, considerata l'assenza di organi comunitari che possano garantire l’uniformità di applicazione del diritto del Mercosur (soprattutto nel campo del diritto del lavoro e delle questioni sociali).

Oggetto del presente capitolo sarà invece un’analisi delle fonti giuridiche – precipuamente di diritto internazionale – che hanno contribuito ad avviare un processo che vede come obiettivo finale l’affermazione di una libera circolazione dei lavoratori a fianco alla libera circolazione di beni, servizi e capitali.

Si è già discusso, nel presente elaborato, circa la scarsa lungimiranza di un sistema di integrazione economica che abbia come obiettivo la costituzione di un’unione doganale e che tenga nella dovuta considerazione lo sviluppo adeguato degli aspetti giuslavoristici e sociali324.

323 Si veda C. MESQUITA BARROS, Integração, migraçao e mercado laboral. Revista de Trabalho e

Ambiente, V 4, n 6 Caxias do Sul, 2006, p. 110.

Difatti, inizialmente, la discussione sui diritti dei lavoratori migranti condotta in seno al Mercosur, e precisamente dalla Commissione Tematica del Sottogruppo di Lavoro n. 10 a metà degli anni novanta sembrava escludere tali questioni da una trattazione a livello comunitario325.

Tuttavia, grazie anche al progressivo allontanamento della classe politica dirigente dei Paesi Membri dagli ambienti del neoliberismo, tale questione prese una direzione differente, come testimoniato anche dall’approvazione della Declaraciòn Socio-laboraldel 1998326. In effetti, negli anni seguenti, all’interno del Mercosur, si verifica un sostanziale stallo nello sviluppo di tematiche sociali legate al lavoro, segnato soprattutto dalla sottoscrizione di diversi accordi bilaterali e multilaterali e dalla propria Carta sociale.

Soltanto alla fine del 2002 venne approvato il Progetto di Accordo sul Diritto di Residenza per i Cittadini degli Stati aderenti al Mercosur327. Fu in questo contesto che la discussione sulla libera circolazione delle persone, e in particolare dei lavoratori, tornò ad avere un ruolo primario all’interno dell’ambito di riferimento328.

Sulla stregua del rinnovamento dell’agenda politica del Mercosur si colloca anche la Conferenza Regionale del Lavoro, convocata dalla Commissione Socio- laboral, la quale ha portato alla costituzione di un Gruppo di studio di alto livello e

325 Cfr. H. BARRETTO GHIONE., Libre circulación de trabajadores en el Mercosur: la discusión

histórica y las propuestas actuales, Montevideo, 1997.

326 Si veda in O. ERMIDA URIARTE, Las políticas laborales después del neoliberalismo, in rev.

Comunicaçao & Política, vol. 26 Nro. 2, Rio de Janeiro 2008, 119 ss.

327 Proyecto de Acuerdo sobre Residencia para Nacionales de los Estados Partes del Mercosur,

scaturito dalla riunione dei Ministri dell’Interno e della Giustizia del Mercosur tenutasi a Salvador de Bahìa in Brasile nel novembre 2002.

328 In particolare nel Progetto dell'Accordo si manifestò l’esigenza di sviluppare norme comuni per

quanto concerne il rilascio del permesso di soggiorno a beneficio dei cittadini degli Stati Membri, nonché la necessità di porre soluzione alle situazioni di irregolarità di predette persone.

alla successiva stipula di un Accordo per l’uguaglianza dei diritti civili, sociali, culturali ed economici dei cittadini dei Paesi firmatari, formalizzato con la Dichiarazione Presidenziale Congiunta del Mercosur del 6 dicembre 2002329.

Un ulteriore impulso alla questione della cittadinanza dei lavoratori nel Mercosur viene fornito dalla Conferenza Regionale del Lavoro del 2004. In particolare, con l’approvazione di una strategia per il Mercosur di creazione del lavoro da parte del Gruppo di alto livello, si attribuisce maggiore attenzione, nell’agenda politica del Mercosur, a tematiche attuali come il fenomeno dell’esclusione sociale dei lavoratori immigrati e la mancanza di pari opportunità, ma più in generale al problema della regolarizzazione dei cittadini e lavoratori migranti i condizioni di clandestinità.

Tali temi sono, altresì, dibattuti nell’Accordo Multilaterale di Sicurezza Sociale, entrato in vigore nel 2005330, ma anche nel Vertice dei Capi di Stato del Mercosur, riuniti a Cordoba (Argentina) nel 2006.

Lo sviluppo di un sistema legislativo di protezione dei lavoratori è stato, infine, rafforzato dalla ratifica da parte degli Stati Membri di alcune Convenzioni dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro331, considerate fondamentali per la creazione di uno standard minimo di armonizzazione nella disciplina della libera

329 Tale Accordo è stato ratificato dai Paesi Membri del Mercosur, escluso il Paraguay, e non è

pertanto vigente nell’intero Mercosur ma soltanto dove sono intervenuti accordi bilaterali. Inoltre hanno stipulato l’Accordo anche Cile e Bolivia.

330 L’Acuerdo Multilateral de Seguridad Social fu approvato nel 1997 e viene trattato in maniera

maggiormente approfondita nel proseguo dell’elaborato.

331 Cfr. O. ERMIDA URIARTE, La Dimensión Social del Mercosur. Cuadernos de Fundación. Derecho del Trabajo y la Seguridad Social. Fundación Educación de Cultura Universitária. Montevideo: Uruguay, 2004, p. 27 ss.

circolazione dei lavoratori e della necessaria tutela dei diritti degli stessi all’interno dei Paesi Membri332.

È importante, altresì, porre in evidenza, per quanto riguarda la libera circolazione dei lavoratori, come la trattazione di questo argomento non possa esaurirsi nell’analisi del diritto alla mobilita degli stessi da un Paese all’altro del Mercato Comune, senza restrizioni di transito. Invero, dato atto dei limiti di uno sviluppo economico che non tenga conto delle conseguenze sociali che derivano dallo spostamento della forza lavoro, è importante dare il giusto rilievo allo sviluppo della normativa e degli accordi, sviluppatisi a partire dalla fine degli anni ’90 nel contesto del Mercosur, attinenti il settore dell’educazione, dello sviluppo della professionalità dei lavoratori migranti, la protezione delle leggi del lavoro, accordi questi volti a garantire innanzitutto, la parità di trattamento in relazione al lavoro svolto, in assoluta eguaglianza rispetto ai lavoratori nazionali, compreso il mantenimento di una disciplina previdenziale durante e dopo la cessazione del lavoro333.

In questo contesto, si è già ribadita la necessità di un sistema sovranazionale di regole di tutela che garantisca ai cittadini di altri Stati, il pieno ed effettivo esercizio del diritto di stabilirsi in un Paese diverso da quello di origine, esercitando legalmente la propria professionalità, anche dal punto degli adempimenti

332 Si veda J. M. GARCIA MONTIEL, Armonizacion laboral, in Sistema Comunitario II, Serie

integracion economica. Buenos Aires, 2003, p 124.

assicurativi, previdenziali e pensionistici previsti per i cittadini dello Stato ospitante334.

Il Mercosur, dopo anni di intenso lavoro perseguito soprattutto dai sindacati organizzati attraverso la Confederacion sindical,335 e dal Grupo de trabajo n. 10, ha emanato un'importante documento di tutela dei lavoratori della ragione, la Delecaracion Socio-laboral 336. Pur non essendovi uniformità di visione sull’efficacia del documento337, che, ad ogni modo, ha una valenza di accordo tra Stati Membri, la Declaraciòn rimane il documento principale da cui partire per ogni successiva riflessione sulla libera circolazione e sulla tutela dei lavoratori nel Mercato Comune.

2. Il contributo della Dichiarazione Socio-laboral e nella costruzione di