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Controlli sui prodotti in uscita

5. Linee guida SNPA: Criteri condivisi per l’attività di controllo

5.4. Controlli sui prodotti in uscita

Come sostenuto dalle Linee Guida SNPA, il rispetto dei criteri per aversi cessazione della qualifica di rifiuto deve essere attestato dal produttore con dichiarazione sostitutiva dell’atto notorio al termine del processo di recupero di ciascun lotto, acquista, dunque, centrale importanza il concetto di “lotto”, la cui identificazione dipende dalle caratteristiche merceologiche, chimiche e fisiche dell’ end of waste e che deve essere definito nel corso dell’istruttoria tramite una proposta del gestore, autorizzata dall’autorità competente. Inoltre, la dichiarazione di conformità deve essere conservata, anche in formato elettronico, per il tempo prescritto nell’autorizzazione.

I decreti emanati in ambito end of waste in Italia fino ad oggi prevedono che l’applicazione della normativa sui rifiuti termini nel momento in cui il processo di recupero si è concluso ed il materiale risultante sia stato

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verificato e certificato come prodotto dal produttore tramite la dichiarazione di conformità.

Mentre, nel caso di decreti emanati ai sensi degli artt. 208, 209 e 211e dal titolo III-bis della parte seconda del d.lgs. n. 152/2006 caso per caso, l’indicazione del momento in cui il rifiuto cessa di essere tale è individuata nel provvedimento di autorizzazione81.

Sempre secondo le Linee Guida SNPA, il rispetto dei criteri per aversi end of waste deve essere accertato per ciascun lotto prodotto. La dimensione del lotto deve essere definita caso per caso nell’ambito dell’istruttoria autorizzativa. La mancanza di conformità ai criteri di end of waste stabiliti nell’autorizzazione comporta, per il detentore, l’obbligo di gestire il prodotto del trattamento come rifiuto; in tal caso è necessario avere una procedura di gestione delle non conformità riscontrate nel prodotto. «La verifica deve accertare:

- la conformità del lotto a quanto prescritto in autorizzazione,

- la conformità attestata dal produttore tramite la verifica, ove pertinente, analitico-strumentale di un campione del materiale per ogni lotto prodotto con le modalità definite nello specifico decreto

81 Ciò con lo scopo di garantire un’applicazione omogenea della disciplina sul territorio nazionale, conformemente a quanto stabilito nei decreti nazionali già emanati

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autorizzativo, confrontando i risultati analitici con i valori limite imposti dallo stesso

- che le analisi siano eseguite da un laboratorio accreditato,

- che il campione sia conservato per il tempo indicato nell’ autorizzazione, tempo che deve tener conto delle possibilità di alterazione del campione stesso,

- che le modalità di conservazione del campione siano tali da garantire la non alterazione delle caratteristiche chimico-fisiche del materiale prodotto e consentire l’eventuale ripetizione delle analisi82».

Sempre secondo le Linee Guida SNPA, occorre verificare che il lotto di materiale sia stato definito in base alla tipologia di rifiuto in ingresso, alle caratteristiche del materiale ed alla potenzialità dell’impianto.

Inoltre, la definizione dei criteri caso per caso per la cessazione della qualifica di rifiuto deve garantire il medesimo livello di tutela ambientale e sanitaria previsto dalle norme ambientali e tecniche sull’utilizzo dei prodotti che potrebbero essere, di per sé, sufficienti ad assicurare che la sostanza o l’oggetto non porterà impatti complessivi negativi sull’ambiente a sulla salute umana.

82 LINEE GUIDA SNPA, «Linee guida per l’applicazione della disciplina end of waste di cui all’art. 184 ter comma 3 ter del D.LGS. n. 152/2006», 02/2020, p. 36

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Ancora con lo scopo di verificare il lotto, le linee guida richiamano la disciplina degli inquinanti organici persistenti (chiamati POPs) di cui al regolamento 2019/1021/UE, prevedendo per il gestore l’obbligo di garantire che la presenza di eventuali POPs non superi i limiti indicati nell’allegato IV al regolamento, prima che il rifiuto subisca il processo di recupero.

Occorre, altresì, verificare il tempo di conservazione del prodotto presso l’impianto dopo che il processo di recupero/riciclaggio viene dichiarato concluso ed il materiale viene certificato come prodotto dal gestore dell’impianto.

In attesa che venga avviato allo specifico utilizzo, l’oggetto o la sostanza può essere depositato presso l’impianto di produzione, nelle aree espressamente individuate, qualora siano prescritti limiti quantitativi e temporali nell’autorizzazione. Nel caso in cui questi non siano individuati, la verifica deve accertare, sulla base della documentazione fornita dal gestore, le modalità di stoccaggio dei prodotti in corrispondenza dell’avvio dell’utilizzo indicato nell’autorizzazione o se lo stoccaggio si protrae indebitamente.

L’attività ispettiva deve garantire la conformità del prodotto risultante dopo il trattamento di recupero/riciclaggio alle norme ed alle disposizioni autorizzatorie, per questo vengono effettuate analisi su campioni effettuate

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dal produttore, il cui esito produce effetti sull’intero lotto di produzione, infatti per ogni lotto viene effettuato il prelievo di un campione.

Nella verifica ispettiva devono essere verificati: - i verbali di campionamento,

- i rapporti di prova delle analisi effettuate,

- le registrazioni dei controlli manutentivi e di taratura della strumentazione utilizzata.

Le Linee Guida SNPA ricordano che devono essere resi disponibili all’ente di controllo le dichiarazioni di conformità di ciascun lotto di produzione. È necessario, inoltre, verificare, a campione, che tutte le movimentazioni del prodotto in uscita siano registrate, per dimostrare la presenza di un mercato o di una domanda del materiale prodotto, mantenerne la tracciabilità e verificarne le tempistiche di permanenza all’interno dell’impianto di recupero.

Come evidenzia Masciocchi, le fasi procedurali possono essere così sintetizzate:

- «l’Ispra (o ARPA/APPA delegata) deve controllare, "a campione", la conformità delle modalità operative/gestionali degli impianti alle condizioni "generali" dell’end of waste e agli atti autorizzatori, concludendo il procedimento entro 60 giorni "dall'inizio della verifica".

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- L’inizio della verifica sugli impianti coincide con la data del primo giorno di controllo presso l’impianto / installazione in contraddittorio con il gestore, sentita formalmente e preventivamente l’Autorità competente sul singolo procedimento e quindi da tale data decorrono i 60 giorni di cui al punto successivo. - Gli esiti della verifica (sia in caso di conformità che di non

conformità) vanno comunicati "entro 15 giorni" al Ministero dell’Ambiente, all’ISPRA, all’Autorità competente e al Gestore. Negli esiti del controllo sono distinti i rilievi relativi alla conformità agli atti autorizzativi da quelli alle condizioni di cui al comma 1 dell’art.184 ter.

- Il Ministero dell’Ambiente, ricevuta la "comunicazione" dall'Ispra o dall’ARPA deve adottare proprie conclusioni (entro 60 giorni) e trasmetterle all'Autorità competente. L'eventuale mancato recepimento degli esiti dell'istruttoria contenuti nella relazione Ispra/Arpa di non conformità deve essere motivato.

- In caso di non conformità, le Autorità competenti, che hanno rilasciato le autorizzazioni con propri criteri dettagliati, devono avviare un procedimento finalizzato all'adeguamento, da parte del soggetto interessato, alle conclusioni del Ministero dell’Ambiente – ovvero disporre la revoca dell'autorizzazione, nel caso di mancato

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adeguamento – e comunicare "tempestivamente" allo stesso Dicastero la conclusione del procedimento (se decorsi 180 giorni dalla trasmissione delle conclusioni all’autorità competente il procedimento di adeguamento non risulta "avviato o concluso", il Ministero dell’Ambiente può intervenire in via sostitutiva, previa diffida, anche mediante un Commissario ad acta).

- L’ISPRA redige una relazione annuale sulle verifiche e sui controlli effettuali ai sensi della norma in esame e la comunica al Ministero dell’Ambiente ed alle Autorità Competenti entro il 31 dicembre di ogni anno83».

83 MASCIOCCHI P., (a cura di), Fine vita rifiuti, le procedure per i controlli. L’end of waste e il ruolo del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, in Dossier Rifiuti Smart24HSE, Febbraio 2020

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CAPITOLO QUARTO

REGOLAMENTI E DECRETI END OF WASTE

1. Regolamenti europei end of waste

Ad oggi sono stati approvati tre Regolamenti europei in tema di end of waste:

- Regolamento 333/2011/UE sui rottami metallici - Regolamento 1179/2012/UE sul vetro

- Regolamento 715/2013/UE sul rame